24 giugno, 2010

Masada

"Masada" è un romanzo di Maria Grazia Siliato. Costruito come un dittico, alterna il passato, l'assedio alla roccaforte di Masada ed ancor prima l'espugnazione di Gerusalemme per opera di Tito, al presente con gli studi sui Rotoli di Qumran.

L'autrice rivela attitudine nella pittura dei caratteri, nell'evocazione di luoghi dominati da una luce accecante o immersi in tenebre stellate, soprattutto riesce a captare emozioni fuggevoli, memorie scolpite nel tempo eppure inafferrabili, sentori di caffé levantini.

Il montaggio sovrano con cui sono costruiti i capitoli taglia gli episodi, accostandoli per antitesi formali o di contenuto. Ne scaturisce una vigoria drammatica che compensa la lentezza di alcune sequenze introspettive.

"Masada" è romanzo storico e, in parte, a tesi: la scrittrice, attraverso una voce omodiegetica, quindi distaccata, mostra la grandezza degli eroi messianisti, comandati da Eleazar-Lazzaro: essi, pur di non cadere nelle mani dei Romani, si tolgono la vita ed uccidono i loro cari. Si avverte un po' di idealizzazione delle sette ebraiche, in primis gli Esseni, mentre i legionari romani, Tito e Vespasiano sono dipinti a tinte fosche. Infine Giuseppe Flavio è additato come “traditore”, benché geniale.

La ricostruzione è più che tendenziosa, spostata di baricentro. Sopra gli eventi, ora gloriosi ora sanguinari, si staglia l'ombra della storia come gigantesca schiacciasassi. E' in questa assurdità (apparente?) del percorso umano che, però, si insedia il senso, come nostalgia dell'Assoluto:"
Se nell'infinità si è programmato uno spazio anche per noi, forse esiste una causa ed anche uno scopo."

Se i combattenti messianisti costruiscono le loro certezze di riscatto sulla sabbia, è arena risucchiata in vortici di vento pure la vita umana? Bastano la dignità ed il coraggio con cui si affrontano il vuoto e la morte per essere salvati? A queste domande, la Siliato non risponde, preferendo addentrarsi nel territorio accidentato della narrazione e nelle grotte dove furono nascosti da una misteriosa confraternita le pergamene.

Il racconto si tende in spasimi di attesa, poiché l'ultima notte di Masada in un estenuante rallentatore, rievoca con lunghe analessi la conquista di Gerusalemme, come preludio di un'alba su cui splende il silenzio della fine: la rocca è desolata, disseminata di corpi esanimi. Le digressioni più interessanti, ben ritagliate nei nuclei narrativi, sono dedicate a questioni archeologico-linguistiche ed ai Padri della Chiesa, uomini sovente di notevole caratura intellettuale, ma infidi.

Il romanzo si apprezza, nonostante alcune cadute di stile (vocaboli fuori registro) e certi manierismi (il passato prossimo, in luogo del passato remoto, l'uso della forma latina per i nomi propri...) per la profondità con cui scava nelle contraddizioni umane e per la tenacia con cui svelle le radici del dolore, per portarle all'aria:"Ricordati dell'immensa quantità di inutile, anonimo dolore che si è diffusa nel mondo". Un'opera come "Masada" ci aiuta a dar ragione di una sofferenza che forse non è inutile né anonima, ma neppure comprensibile in termini solamente umani.



APOCALISSI ALIENE: il libro

8 commenti:

  1. Senza dubbio una grande roccaforte, inespugnabile, tranne per un piccolo passaggio chiamato sentiero del serpente, oggi quegli "eroi" gli Zeloti, si chiamerebbero terroristi, ma con un pronome diverso potrebbero chiamarsi partigiani.

    La mente però va ricercata nella setta degli Esseni che con la loro religione a destra del popolo Ebraico, filosofeggiava religiosamente e teologicamente, sul popolo di dio, naturalmente il braccio armato di questa setta, erano gli Esseni.

    Per troppo tempo il popolo di Dio per colpe commesse si è visto deportare e incendiare il loro tempio, la decisione di suicidare donne e bambini ed infine porre fine alla loro vita lascia molto perplessi, a meno che ... l'ordine fosse venuto proprio dal loro Dio, e questa volta non è stato sacrificato un agnello come è successo per Abramo (Abramo avrebbe ucciso suo figlio Isacco, se Dio non lo avesse fermato), quello che è passato per la mente degli Zeloti non lo sapremmo mai.

    Forse i rotoli del Mar Morto potrebbero raccontarci quella verità del suicidio/omicidio di massa, o forse i rotoli che sono stati bruciati dal contadino che li ha trovati celeranno per sempre la comprensione di quel gesto.

    Ancora oggi l'inno dell'esercito Israeliano è: mai più Masada cadrà.

    7000 uomini aveva Flavio Silvio per l'assedio che durò oltre due anni, rimane il fatto che il racconto di Giuseppe Flavio, lascia qualche lacuna su come si svolsero veramente i fatti, naturalmente la storia la scrivono sempre i vincitori, suicidio? genocidio da parte dei Romani? forse questa ultima ipotesi, per giustificare e occultare l'uccisione di donne e bambini, niente di nuovo sotto il sole oggi succedono le stesse cose e nemmeno tanto nascoste e mistificate.

    wlady

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  2. Esseni, Zeloti, Sicari: tre gruppi della stessa confraternita? Probabile. Vero è che gli Esseni sono una setta avvolta nel mistero: non manca chi, come Boccaccini, nega che i Qumraniti fossero Esseni. Restano le grotte ed i Rotoli, testimonianze di un retaggio ebraico di tipo esoterico. Perché nei Vangeli sono citate tutte le sette ebraiche, fuorché i Pii ?

    Eleazar è il Lazzaro del Quarto Vangelo? Che cosa nascose Giuseppe Flavio? Quanto furono interpolate le sue opere? Quesiti storici che il romanzo incastra in una narrazione avvincente e tormentosa.

    Ciao e grazie.

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  3. Si dice che la discendenza era di Giuda il galileo, Eleazar ben Jair (Lazzaro, figlio di Giairo), capo Zelota che proveniva da Gamala, un capo Zelota, un aspirante Messia, pronto ad indossare la veste di re.

    leggendo alcune ricostruzioni viene descritto che Eleazar, era parente del Cristo dei Vangeli; Giuseppe Flavio, era Ebreo della casta sacerdotale e mai s’è fatto o dichiarato convertito al cristianesimo, anche se qualche Zelota lo fa passare per Cristiano.

    Si parla invece di un falso Messia Arrivato dall'Egitto con un seguito di trentamila uomini ma poi ridimensionato a quattromila, guidati da lui fino al monte degli ulivi, perdendo la guerra contro i Romani si dispersero i pochi superstiti compreso l'Egiziano che è scampato alla cattura, questo viene detto anche su un passo dell'atto Degli Apostoli della Guerra giudaica.

    Comunque sia, questo falso profeta si rifugiò a Qumran.

    wlady

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  4. Nei sinottici, se non erro, è menzionata la figlia di Giairo: è un trait d'union con Lazzaro, il discepolo amato da Gesù, ostracizzato nei sinottici e protagonista silenzioso del Quarto vangelo?

    Ciao e grazie.

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  5. Eleazar o Lazzaro era fratello di Maria Maddalena, la cosa sorprendente è che Lazzaro/Eleazar ben Jair, figlio di Giairo, combatteva nel 70 dopo Cristo a Masada.

    La figlia di Glairo (uno dei capi della Sinagoga)fu certamente miracolata da Gesù, ma in quell'occasione Gesù disse che non era morta, ma stava solo dormendo, nel Vangelo di Marco è ben menzionata.

    " Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!»." ed inoltre: "Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore, Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare."

    Certamente in tutto questo vi sono delle incongruenze pesanti, la resurezione di Lazzaro mal si accompagna con la resurezione della figlia di Glairo, visto che ambedue dovrebbero essere figli dello stesso Glauiro.

    Sono le due versioni parallele, una Giovannea e l'altra Sinottica, sembrerebbe che alcuni autori Sinottici abbiano cambiato alcuni parametri nei racconti, per mascherare le identità dei personaggi, sembrerebbe che Lazzaro abbia cambiato sia età che sesso, l'unica cosa che è rimasto uguale è il nome del padre "Glairo".

    Senza dubbio si voleva tenere lontano dai Vangeli la figura di Lazzaro, dalla guerra, ed è stato fortemente censurato dai Vangeli sinottici, senza dubbio erano parenti di Gesù, entrambi erano figli di un certo Glairo, entrambi erano depositari di una speciale iniziazione Essena riguardante il senso della morte.

    wlady

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  6. La tua disamina, Wlady, trova riscontri nelle ipotesi e nelle ricostruzioni di alcuni esegeti e storici. E' possibile che il Lazzaro del Quarto vangelo coincida con l'eroico difensore di Masada? Se, intorno al 30 dell'era volgare, aveva vent'anni, nel 70, sarbbe stato un vigoroso sessagenario.

    Credo che la resurrezione della figlia di Giairo si riferisca ad una morte e ad una rinascita simbolica.

    Ciao e grazie.

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  7. Certamente Zret, le Tue obiezioni sono legittime, ma se analizziamo i dati storici che ci vengono riportati, troviamo delle grosse lacune.

    Ad esempio Paolo che era prigioniero a Cesarea dal 58 al 60 D.C, come mai quando venne interrogato disse che non era a conoscenza della morte di Gesù? Tutto questo lo narra il procuratore Festo al servizio di Agrippa.

    "Gli accusatori... non addussero nessuna delle imputazioni criminose; avevano solo con lui alcune questioni inerenti la loro particolare religione e riguardanti un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere ancora in vita. » (Atti 25, 18-19)

    E' una ricerca spasmodica che esula dalla fede incondizionata, certo è che le mistificazioni sono molteplici, a partire da Saulo/Paolo di Tarso, fino al compimento del concilio di Nicea.

    Giuseppe Flavio non era un Cristiano, e credo che la sua narrativa sia la cronaca di quel tempo, i mistificatori son ben altri che hanno mischiato alcune religioni per intessere una nuova per soverchiare un ordine, quello dell'Impero Romano, e ci sono riusciti molto bene.

    wlady

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  8. Alcuni interpreti pensano che Paolo si riferisse al Messia di Aronne che era ancora vivo negli anni 60 dell'era volgare, a meno che l'apostolo dei Gentili non intendesse affermare che il Cristo era risorto.

    E' questione intricata: non pochi ricercatori, per vie del tutto diverse ed indipendenti l'uno dall'altro, hanno ventilato l'ipotesi dei due Messia, in linea con le attese escatologiche degli Esseni.

    Giuseppe Flavio fu storico, tutto sommato, degno di fede.

    Ciao e grazie.

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