05 giugno, 2010

Sabbia

Scrive René Girard: "L'impressione è che l'intera umanità si stia recando ad una sorta di appuntamento con la propria violenza". La sabbia nella clessidra sta per finire ed il redde rationem con la propria coscienza (per chi l’ha) è prossimo. Infatti, non solo è inevitabile pagare il fio della crudeltà, ma anche render conto dell'ipocrisia e della noncuranza. Chi di noi è del tutto innocente? Oggi occorre confrontarsi non tanto con il male, ma con la sua persistenza attraverso la storia e con la sua sovrabbondanza, quindi con la necessità di sconfiggerlo. Il male ha rotto gli argini ed è straripato in ogni dove.

Vero è che non tutti sono responsabili nella stessa misura ed è anche vero che l'essere reca il segno di una
lacerazione originaria (necessaria?), ma, di fronte alle prove estreme, i discorsi e le intenzioni si sciolgono come neve al sole. Quanti saranno tanto stoici da affrontare il Fato? Lo scrittore Silio Italico, quando venne a sapere che era malato di tumore, si lasciò morire di inedia. Quanti dimostreranno lo stessa rocciosa determinazione di fronte alle avversità?

Non sappiamo se saremo tra "i sommersi o i salvati": i piani sono imperscrutabili, cristallizzati nel silenzio degli spazi siderei. Confidiamo in una giustizia superiore.

La verità finalmente sarà sperimentata sulla propria pelle, non conosciuta o ipotizzata. Sarà una verità di fuoco: sarà fiamma che divora e purifica. Sarà l’incendio della palingenesi. Non si tratta di essere catastrofisti, ma di leggere i segni sparsi sull'oceano del tempo, simili a tanti relitti alla deriva tra le onde, tracce di naufragi, di burrasche e di aride bonacce.

Non si tratta di essere catastrofisti: le catastrofi prescindono dal catastrofismo.



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APOCALISSI ALIENE: il libro

8 commenti:

  1. Queste righe obbligano a mettersi davanti allo specchio e a meditare a fondo su ciò che oltrepassa la semplice immagine...
    Ciò che scrivi è oggetto di pensieri molto frequenti per quanto mi riguarda e confesso che non è mai semplice uscirne...non è facile per nessuno garantire a stessi un percorso sicuro al 100%: sommersi o salvati, questo è il dilemma! Certo aspiriamo alla salvezza; ciò che si può e si deve fare è provarci con forza, credo si possa considerare una specie di dovere, o per meglio dire, una sfida verso se stessi e verso gli altri, anche se, come evidenzi, le vie della perdizione sono infinite.

    Ciao,
    grazie per le tue sempre significative riflessioni.

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  2. Caro Zret,

    il nodo che vai a toccare è doloroso e non può essere aggirato, e ognuno di noi deve fare ogni sforzo per affrontarlo senza distogliere lo sguardo. Dici bene, non solo della crudeltà e della deliberata scelta del Male verrà chiesto conto, ma anche - per certi versi "soprattutto", mi viene di dire - della noncuranza, dei mille infingimenti di cui l'Umanità si mostra capace pur di fuggire - e non è che un'illusione - le responsabilità e le colpe che di volta in volta si rifiuta di affrontare. Si approssima sempre piú il momento in cui se le ritroverà - ce le ritroveremo, giacché come hai già scritto tu, nessuno può dirsi realmente scevro da colpe - parate innanzi tutte insieme, come in un immane grumo oscuro di cui non sarà piú concesso ignorare la cupa essenza; e questa matassa densa di lugubre orrore, di cui l'oleosa marea nera nel Golfo del Messico sembra la perfetta manifestazione esteriore - e poco importa se anche dovesse essere stata frutto di dolo; starebbe semplicemente a significare che è stata colmata l'ansa che finora separava l'Interiore dall'Esteriore, e che ora non c'è piú distinzione alcuna tra ciò che l'Umanità è dentro e ciò che manifesta al di fuori di sé - pretenderà di essere dipanata, tra lacrime, sangue e stridor di denti.

    Riguardo alla "lacerazione" originaria, mi viene di dire che certamente era necessaria una "differenziazione", perché Tutto esistesse al di fuori dell'Essere senza Tempo, e quindi di fatto una separazione; ma forse, chissà, avrebbe potuto essere meno "lacerante", appunto, non cosí disarmonica come poi si è mostrata. Forse una Volontà Oscura(ta) ha desiderato il "taglio" netto, la scissione dolorosa, e questa Volontà poi è diventata la nostra, o ci è stato fatto credere che lo fosse. Intimamente, credo che le cose possano collocarsi nell'alveo di una simile concezione.

    L'accenno che fai alla stoica decisione di Silio Italico di lasciarsi morire prima che il suo Fato si compisse, mi suscita però un'ulteriore domanda, foriera di rinnovato turbamento: e se anche quello non fosse stato che il modo piú estremo, quello meno "colpevole", di sottrarsi a un'agonia ancor piú lunga e dolorosa? Se anche un gesto che ci appare stoico, non fosse dopotutto che la via di fuga meno "vile" di fronte all'ineluttabile, ma pur sempre una fuga, e come tale, di per sé stessa sbagliata? Anche Cristo avrebbe potuto sottrarsi al Gòlgota, se avesse voluto. Forse tutto ciò che ci è dato è bere l'amaro calice, qualunque esso sia, senza dimenticare, e anzi, rammentandolo senza sosta, che lo abbiamo riempito noi stessi, goccia a goccia. Ma come giustamente hai scritto, di fronte alla prove estreme, le buone intenzioni svaniscono...

    A presto

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  3. L'era dell'assenzio, questa è l'ultima era, quello che ci aspetta è davanti ai nostri occhi tutti i giorni, ma siamo distratti, non ci rendiamo conto (almeno la gran parte dell'umanità), i giochi stanno finendo, la cupidigia l'indifferenza, la malignità ancestrale che conduce l'uomo sin dal suo avvento sulla terra.

    Piogge velenose, "de labore solis", il lavoro del sole, tempeste tremende, esplosioni nucleari, conseguenti nubi tossiche, l'umo sarà così fragile, che le sue ossa urleranno come un lupo preso nella trappola da lui costruita.

    E poi ancora: alimenti tossici ed erbe avvelenate, carni putride, ci saranno topi che diffonderanno la pestilenza come al tempo di Manzoni, (l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha denunciato una massiccia presenza di topi potenzialmente infetti), le grandi metropoli saranno la tomba di gran parte dell'umanità.

    Il capolinea è vicino, anche l'aria che respiriamo, sappiamo molto bene che non è più pura ma ricca di veleni che ci porteranno alla morte certa per malattie che ancora non si sono scoperte, con sofferenze immani, invidieremo chi è morto nel sonno e chi ha avuto un infarto, la morte veloce che si anela, è lungi dall'essere vera, tutti quanti ormai stiamo respirando la morte ma non ce ne rendiamo conto.

    Qualcuno sopravviverà ... magari i bambini indaco, ma privi dei loro genitori ormai corrotti dal mondo in decadenza, come i bambini sopravvissuti dell'Amazzonia al tempo della Cristianizzazione dell'America latina (vedi film Mission molto emblematico e veritiero, quando i bimbi sopravvissuti se ne andarono in canoa dopo lo scempio fatto dalla politica della chiesa.

    Don Bosco ha detto: la civiltà del piacere morirà con la bava alla bocca, tra terremoti e pianti; comunque una nuova era attende al genere umano, un'era di pace e fratellanza, per un nuovo capitolo dell'umanità.

    Catastrofista? No! solo realista, è questione di poco ancora, mi auguro solo di non vivere questo momento cruciale per l'umanità che si è imbarbarita, e non ha più compassione per l'altro, anzi, lo sbeffeggia e lo deride.

    In passato si è distrutto Sodoma e Gomorra, e la nube tossica che si è levata ha distrutto e messo fine alla prima civiltà umana quella Sumerica, purtroppo nel presente l'umo non ha imparato dal passato e continua a fare gli stessi errori/orrori, per precludersi il futuro, è un ciclo senza fine senza mai salire di quel gradino nella scala evolutiva, quante volte dobbiamo scontare il peccato originale? Che appartiene a dei finti dei?

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  4. Sì, Ginger, "le vie della perdizione sono infinite". Abbiamo costruito sulla roccia o sulla sabbia? Cogli l'anelito verso la salvezza che è anche tensione verso il senso.

    Lupo nella Notte, la tua pagina è molto densa e scava nel profondo. Hai espresso in modo mirabile la condizione di scivolamento che connota questa Umanità crepuscolare. Mi chiedo: esiste una responsabilità anteriore, di cui non siamo consci? Se non ne siamo consci, è ancora responsabilità?

    Fondamentale è pure il tuo discorso sulla lacerazione e che mi ricorda un po' Bloom, il quale riflette su come YHWH, creando il cosmo, si sia come ritirato, lasciando una parte dell'universo in balia di forze ignote. Poteva essere la cesura meno dolorosa. Credo di sì, ma ormai...

    Silio Italico fu veramente così intrepido o il suo fu un "viaggio per fuggire altro viaggio"? Il Messia, secondo la tradizione evangelica, bevve il calice fino all'ultima goccia. Eppure - e qui si incista un altro enigma - egli era innocente. L'innocenza punita come sfida che si rinnova nella tragica cronaca quotidiana.

    Sia come sia, se è rimasto un barlume, da quel barlume si irradierà la luce.

    Ciao e grazie.

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  5. Anche la tua pagina, Wlady, è purtroppo vera, nella sua lucida analisi di un mondo in pericolo e pericolante.

    Il Mar Morto porta le tracce di un inverno nucleare. Sodoma e Gomorra furono distrutte in seguito all'uso di armi spaventose: in molti testi è confermato che le rocce della regione conservano tracce di radioattività.

    La schiacciasassi della storia è in moto da tempo immemorabile e non si è ancora fermata.

    Ciao e grazie.

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  6. Un antidoto alla catastrofe in corso, è superare la corrente delle forme, il travolgente Samsara che di qui a poco provocherà un'onda inaudita. Distaccarci da tutto ciò che è transitorio. Pura ascesi, senza adesione a strutture burocratiche, barocchismi teologici, liturgie e riti svuotati da tempo. L'era della religione è terminata come la storia, facciamocene una ragione: è tempo di cose ultime e di linea profetica. Fuori da forme religiose riduzioniste, valide prima ma ormai svilite, sterili. Se non facciamo i conti con noi stessi, se non lottiamo con i mostri dell'inconscio, continueremo a vivere agli arresti domiciliari dell'io. Il grande cambiamento è alle porte, ma non ci saranno sanatorie dell'anima, dovremo trasmutare, vibrare diversamente e diversamente sentire. Padre Arrupe, quando era ancora un prete, mentre celebrava la messa in un convento quel fatidico giorno ad Hiroshima, sopravvisse al fungo atomico insieme a poche suorine. Fede? Trasmutazione alchemica? Ascesi? Alla disgregazione della materia, si vince con l'aggregazione dello spirito. Ciò che è dentro è fuori.
    Angelo Ciccarella

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  7. E' vero, Angelo, lo Spirito va dove vuole e tutto vince, sebbene sia arduo per molti comuni mortali intraprendere un percorso di totale distacco e trascendimento del transeunte.

    Ciao e grazie.

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  8. Salvati, lo siamo già adesso ed è il presente quello che conta

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