02 giugno, 2015

Cibo e Coscienza



Viviamo tempi di laceranti contraddizioni, di inconciliabili divergenze: così, mentre si afferma una mentalità incentrata sul materialismo e sul consumismo, taluni avvertono l’esigenza di una vita semplice, sana, in armonia con la natura. Dov’è oggi, però, la natura? Quanto sono naturali i prodotti decantati come tali? Al lurido mercato delle corporations, si sta affiancando il settore del biologico che, in una certa misura, è pur sempre mercato.

Se è ancora possibile impostare la propria vita secondo ritmi equilibrati, lontano dalla frenesia tecnologica, risulta pressoché utopico alimentarsi in modo da evitare i veleni che ormai permeano l’intera biosfera. L’aria, l’acqua, il suolo sono contaminati: anche coltivare sul proprio terrazzo gli ortaggi non è la panacea, poiché l’ambiente è pur sempre inquinato, inoltre le piante stentano a crescere e a dar frutti a causa della cronica carenza di luce solare.



Incommensurabile è la distanza tra il mondo com’è ed il mondo come potrebbe essere: avremmo a disposizione le idee, le risorse e le tecniche per rendere i centri urbani e le zone rurali dei paradisi in cui praticare un’agricoltura ed altre attività sostenibili. Autoveicoli alimentati con carburanti puliti percorrerebbero città-giardino; ogni famiglia vivrebbe in abitazioni confortevoli con la possibilità di ricavare energia e tutto il necessario per il sostentamento per mezzo di impianti e metodi ad impatto zero. Così gli "orti urbani" rischiano di diventare dei "morti urbani".

Purtroppo l’establishment boicotta tutte le iniziative volte a favorire un rapporto armonico tra uomo ed ambiente sicché le aree urbane sono delle selve di antenne e di ciminiere, mentre nelle campagne terreni sempre più poveri di nutrienti sono sfruttati ed inquinati attraverso pratiche agricole e zootecniche intensive.

Le etichette sono splendide, ma che cosa si nasconde dietro queste allettanti parvenze?

Ecco che ci è offerta la risoluzione per una vita lunga ed in salute: dieta mediterranea, frutta e verdura e quotidiano esercizio fisico. Peccato che la dieta mediterranea comprenda spesso pasta e pane (è soltanto un esempio) prodotti con cereali radioattivi o transgenici, pieni di pesticidi e di additivi tossici; peccato che oggi giorno l’abitudine a correre all’aria aperta rischi di essere letale... Se veramente bastasse seguire questi consigli, perché le malattie neurodegenerative, i tumori etc. mietono sempre più vittime?

Ci imbattiamo nella solita ipocrisia del sistema, la stessa ipocrisia che osa propagandare l’EXPO, la fiera del cibo-spazzatura, come il forum per nutrire il pianeta in modo salubre. Si affamano le popolazioni, si distruggono i raccolti, si provocano siccità o disastrose alluvioni, si devastano i biomi, ma ci si riempie la laida bocca di “green economy” e di altre scempiaggini pseudo-ambientaliste.

Quando a colpire non è la volgare falsità dei governi e delle istituzioni, ci si deve confrontare con l’ingenuità di chi crede di difendere Gaia, donando il 5 per mille ad un’associazione di truffatori, di chi si illude che sul suo hortus conclusus, sul suo buen retiro non si riversino le pozioni mortifere della geoingegneria clandestina e di analoghe scelleratezze.

Per fortuna l’uomo non è (non solo) quel che mangia: questo ci insegna il filosofo Feuerbach, il cui celebre aforisma, “L’uomo è quel che è”, è stato mal tradotto. Ciò significa che la vera essenza ontologica dell’uomo, quando e se essa si manifesta, lo preserva dalla putrefazione della materia per collocarlo nella dimensione inespugnabile della Coscienza.

Per tale ragione nel Vangelo di Matteo (15, 14) è scritto: “Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo”.

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7 commenti:

  1. Questo articolo si potrebbe dedicare ad un negazionista diversamente magro...

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Quello, quando si tratta di mangiare, non se lo lascia dire due volte...

      Ciao

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  3. Esiste una questione, che raramente trova spazio nella pubblicistica e nei dibattiti; tale questione, a mio avviso, sta alla base di alcuni problemi elencati nell'articolo.

    L'esplosione demografica mondiale, sommata ad un modello di sviluppo che ignora concetti come sostenibilità e naturalezza, genera il fenomeno della sovrappopolazione.

    E' impossibile, date queste condizioni, avere cibo, acqua ed aria di qualità accettabile.

    La situazione appare decisamente paradossale: siamo diventati bravissimi a soddisfare bisogni superflui ed edonistici, ma non siamo più in grado di soddisfare i bisogni primari.

    Il picco del petrolio, che secondo alcuni analisti è già stato raggiunto, metterà fine a tutto questo?

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    1. La sovrappopolazione, l'inquinamento, la distruzione degli ecosistemi etc. sono questioni create ad arte più che conseguenze di un modello di "sviluppo" aberrante, altrimenti non esisterebbe la geoingegneria clandestina.

      Il petrolio e gli altri combustibili fossili potrebbero essere sostituiti ipso facto con altre forme di energia( ZPE etc.), ma per il sistema ogni risoluzione di un problema è il PROBLEMA.

      Ciao

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  4. Attualmente, tutta la produzione agricola mondiale (salvo poche realtà marginali dove sussiste ancora la trazione animale), è basata sull'impiego di automezzi alimentati con un derivato del petrolio: il gasolio.

    Quale sarebbe l'alternativa già disponibile?

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    1. Lo chiederei a quegli scienziati e tecnici eliminati perché avevano scoperte fonte energetiche pulite e rinnovabili. E' tutto nel libro "Rivelazioni scientifiche non autorizzate" di M. Pizzuti.

      Ciao

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