22 agosto, 2013

Realtà e televisione

Non abbiamo schermi contro lo schermo.

"Il mezzo è la realtà. Realtà è innanzitutto ciò che si può vedere, televedere. Questo positivismo ottico ha come conseguenza sia l’ampliamento sia il restringimento della nostra coscienza. Lo sdoppiamento della realtà conduce non raramente alla confusione della realtà ed entrambi al livellamento della realtà. Invece che ai film di guerra, ogni giorno assistiamo, da qualche parte, alla guerra come film.

Una maggioranza che silenziosamente sta a guardare dimostra la propria partecipazione permanente e la propria permanente indifferenza. La realtà diventa l’immagine della realtà, l’immagine stessa diventa realtà, anzi iperrealtà ed una realtà sostitutiva. Struttura ed effetti simili hanno le immagini della pubblicità, dei giornali e delle riviste; immagini come astrazione dalla realtà, realtà come astrazione. Su questo paradosso si basa in notevole misura soprattutto il realismo fotografico.

Il consumo di immagini e l’uso della realtà vanno inoltre di pari passo ed all’unisono con l’utile e la perdita che si traggono dalla realtà. La coscienza acuta è, nello stesso tempo, la coscienza smussata, quella informata è nel contempo manipolata. L’onnipresenza del nostro terzo occhio elettronico minaccia di renderci monocoli: veri Polifemi, accecati dalla realtà".

Dal saggio di Peter Sager, “Le nuove forme del realismo”, Milano, 1976

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