12 gennaio, 2007

Gli elastici

Neanche i creduli crederanno

Certe verità non soltanto sono inverosimili, ma anche così atroci che si comprende per quale motivo la maggior parte delle persone non riesca ad accettarle. Come credere che i governi non sono composti da individui incapaci e corrotti - sarebbe già molto grave, ma da criminali che congiurano contro i cittadini, studiando tutti i modi più biechi per derubarli ed avvelenarli? Esiste una sorta di sistema immunitario che protegge l’equilibrio di molti di noi, un sistema che fagocita e metabolizza tutte le notizie più agghiaccianti, benché vere, verissime.

È una strategia di sopravvivenza; altrimenti come si potrebbe sostenere la micidiale onda d’urto della realtà, una realtà grondante sangue e lacrime? Solo chi, per complessione naturale o per formazione culturale o grazie ad entrambi i requisiti, dopo aver squarciato il velo ed aver intravisto l’orrore, resta con quelle immagini scolpite nella coscienza, cerca successivamente di condividere la sua esperienza e di agire, sebbene continui a vivere, almeno all’apparenza, più o meno come gli altri. Gli altri, invece, sono simili ad elastici: si possono tendere ed allungare, ma, rilasciati, tornano alle loro dimensioni e forma originarie. In modo analogo, costoro possono anche rimanere sconvolti di fronte a fatti mostruosi, ammesso che decidano di accoglierli (1), ma, dopo un po’, tornano a “ragionare”, secondo i soliti rassicuranti ed inveterati paradigmi. Ecco perché il potere si consolida sempre più: il cambiamento nel modo di pensare è lentissimo, mentre le strategie di controllo e di disinformazione ideate dal sistema evolvono a velocità prodigiosa.

Divulgare diventa così pressoché impossibile. Propongo un esempio tra tanti: sei riuscito alla fine a convincere che il presidente Roosvelt era a conoscenza dell’attacco nipponico a Pearl Habour; dimostri che colui, deliberatamente, non si adoperò per impedire l’azione militare giapponese, in modo da trovare un casus belli, che mille altri eventi simili si susseguono. Come si può sperare di abituare gli altri a concepire la presenza di un esecutivo mondiale occulto che perpetra innominabili misfatti con i suoi uomini di paglia e per mezzo di occhiuti delatori infiltrati un po’ dappertutto, anche dove non ce lo attenderemmo? È davvero troppo per menti abituate ad ospitare al massimo i problemi testimoniati ed ingigantiti dai media ufficiali: la mala sanità, la delinquenza comune, la crisi economica, al limite qualche conflitto, purché lontano dall’Italia.

È inutile dolersi di una situazione che pare irrimediabile: piuttosto mi chiedo perché e chi abbia consentito tutto questo abominio. È troppo facile invocare il “libero” arbitrio e la natura umana. Se poi la responsabilità di questa natura umana fosse di qualcun altro? Infine, viene da chiedersi per quale ragione, a causa del “libero” arbitrio del gregge, tutti debbano rischiare di essere trascinati nel baratro.



(1) Parecchi stentano ad accettare fatti comprovati, figuriamoci situazioni basate su indizi ed interpretazioni, per quanto plausibili.

5 commenti:

  1. Bellissimo intervento Zret: è quello che mi chiedo da sempre, anch'io.
    Finché i falsi paradigmi cui siamo tenacemente attaccati non ci crolleranno pesantemente in testa, non ci saranno speranze di maggiore consapevolezza né di ribellione.

    Ciao.

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  2. Forse internet potrebbe rappresentare la chiave di volta per il salto quantico. Sarà per questo che la vogliono imbavagliare?

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  3. Oggi sono uscito: davanti ad una scuola ho visto madri con figli, mentre, poco sopra, scorrazzavano decine di aerei chimici. Pensate che qualcuno se ne sia accorto? No, nessuno. Neanche se sganciassero degli ordigni nucleari, se se accorgerebbero. Mente chiusa, occhi cuciti! Ciao a tutti.

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  4. Mi spiace contraddirti, Straker, ma non ci sarà nessun salto da nessuna parte. E nemmeno dobbiamo portarci addosso e in giro lo spirito missionario così caro alle Religioni monoteiste le quali, nella loro storia, sono vissute quasi unicamente per esportare le loro convinzioni imponendole al prossimo con le buone o con le cattive.
    Le nostre ovviamente non sono semplici convinzioni di tipo religioso ma certezze nate dall'osservazione empirica. Ed anche lo stesso non dobbiamo nutrire la presunzione di inculcarle a chi legge. Chi vuol capire capisce; in caso contrario tanto peggio per lui.
    La filosofia buddhista aveva, fra i suoi insegnamenti, anche quello in base al quale l'azione deve essere svincolata dal fine. Tu agisci perchè sai che ciò deriva da un impulso profondo che c'è in te, ma non te ne deve importare minimamente dei risultati.

    Salve a tutti, Paolo

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  5. Allora siamo fritti. La massa ci trascinerà verso l'ennesima autodistruzione.

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