22 luglio, 2007

Il mistero della memoria

Sono onde i ricordi.

Che cos'è la memoria? Dovremo rispondere come Agostino, quando si chiede che cosa sia il tempo. Né la psicologia né le neuroscienze riescono veramente a spiegare in che cosa consista questo archivio in cui si custodisce il passato. Perché dimentichiamo quel che vorremmo ricordare e viceversa? Studenti, professori e conferenzieri escogitano tutte le tecniche più ingegnose per tentare di mandare a memoria nozioni e dati, mentre chi vorrebbe cancellare un ricordo doloroso non ci riesce, sicché quell'esperienza vissuta perdura come un'ombra che nessuna luce può assorbire o a somiglianza di una ferita che non si rimargina, neppure col passare del tempo.

Che cos'è la memoria? Senza di essa, esisterebbe l'identità? Oltre questo fascio di ricordi ora sbiaditi ora vividi, esiste un substrato qualsiasi, l'io, l'anima, un'essenza oppure, svanite le rimembranze che creano il preterito, l'identità si dissolve?

Che cos'è la memoria? Spesso è una catena. Per questo motivo, quel saggio cui un tale voleva insegnare la mnemotecnica, rispose: "Non vorrei apprendere l'arte della memoria, ma l'arte dell'oblio". Talora la rievocazione è un rifugio, un conforto, l'illusione di una persistenza, della durata di ciò che fugge, di quel che è perduto, per sempre. Tutto prima o dopo si scorda e quindi svanisce: ricordi virtuali di un mondo virtuale, in cui nessuno strumento tecnologico potrà mai conservare in modo definitivo le esperienze, le conoscenze e le vite trascorse.

Forse, però, esiste in qualche dimensione difficile soltanto da immaginare, un registro akashico di ogni evento, pensiero, archetipo, simbolo, di ogni atomo dell'universo, un quid oltre lo spazio ed il tempo in cui tutto rimane immutato ed imperituro, semplicemente perché, dietro il divenire apparente delle forme, di là dal pànta réi, lì ogni cosa è, fu e sarà ab aeterno.

Sì, forse l'effimero è eterno.

7 commenti:

  1. "Che cos'è la memoria? Spesso è una catena. Per questo motivo, quel saggio cui un tale voleva insegnare la mnemotecnica, rispose: "Non vorrei apprendere l'arte della memoria, ma l'arte dell'oblio"

    "J.KRISHNAMURTI"


    La MEMORIA si imprime nel cervello come conoscenza,che è il risultato dell'esperienza.
    E questo il modo di funzionare del nostro cervello:prima c'è esperienza...l'esprienza da conoscenza,quindi la conoscenza è immagazzinata nel nostro cervello dando luogo alla MAMORIA e dalla MEMORIA proviene il pensiero.
    In base a quello che pensiamo,noi agiamo.
    E dall'azione noi impariamo ulteriormente.
    Così noi impariamo ulteriormente.
    Così il ciclo ricomincia.
    Esperienza,conoscenza,MEMORIA,
    pensiero,azione;l'azione determina altre esperienze e quindi il "ciclo"torna a ripetersi.
    E' così che siamo programmati.

    Affettuosamente,oldleon.

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  2. La memoria, tuttavia, conserva un ricordo sbiadito di tutti gli eventi sotto forma di sensazioni che ci permettono di mantenere vivo ciò che l'esperienza ci ha trasmesso. Ciao

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  3. Ciao Oldleon, non sarà il caso di installare un programma per deprogrammarci? :) Il tuo discorso vale in ambito biologico, cui io aggiungerei il mistero DNA che è un archivio transpersonale. Forse non esiste solo la materia-energia...

    Capitano, ricordi, sensazioni, parole che tentano di afferrare "realtà" inafferrabili.

    Ciao a tutti e grazie.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. PROPORZIONE PERFETTA

    Sen no Rikyu, un Maestro di rituale del Tè, voleva appendere un cestino di fiori su una colonna. Chiese a un Falegname di aiutarlo, e lo guidò nel lavoro dicendogli di spostare il cestino un pò più sù un pò più giù, più a destra più a sinistra, finchè non ebbe trovato il punto giusto."Così va bene" disse finalmente Sen no Rikyu.

    Il Falegname, per mettere alla prova il Maestro, segnò il punto e poi fece finta di averlo dimenticato. Era quello il punto giusto? "Forse era quì? o quì?" Continuava a domandare il Falegname, indicando diversi punti della colonna.

    Ma il Maestro di rituale del Tè aveva un così perfetto senso delle proporzioni che approvò soltanto quando il Falegname tornò a indicare "esattamente" il punto scelto prima.
    --------------------------------------------------

    La Memoria può essere una sensazione, non necessariamente un fatto "meccanico" del nostro(?!) Cervello.. Il Maestro del Rituale del Tè, aveva ritrovato il punto "Sentendolo".. Lo aveva Richiamato a Se Stesso..

    Così per l'Armonia, una bella sensazione.. Purtroppo anche per la Disarmonia che ci circonda, sensazione di sgradevolezza.. Entrambe possono essere Richiamate a Noi Stessi.. (Ricordandole)..

    Nel nostro Essere ci sono tutte le nostre esperienze, tutta la nostra Vita e sicuramente Oltre.. Sensazioni che possono essere "Richiamate" più facilmente che cercare invece di "Ricordarle", per la consueta via..
    Non dimentichiamo che il nostro(?!) Cervello è stato programmato per limitarci..

    Come dice giustamente Oldleon:
    "La MEMORIA si imprime nel cervello come conoscenza,che è il risultato dell'esperienza.
    E questo il modo di funzionare del nostro cervello:prima c'è esperienza...l'esprienza da conoscenza,quindi la conoscenza è immagazzinata nel nostro cervello dando luogo alla MEMORIA e dalla MEMORIA proviene il pensiero.
    In base a quello che pensiamo,noi agiamo.
    E dall'azione noi impariamo ulteriormente.
    Così noi impariamo ulteriormente.
    Così il ciclo ricomincia.
    Esperienza,conoscenza,MEMORIA.."

    Quello che produciamo, con queste premesse,(il Nostro?! Cervello come Filtro..) non potrà mai essere in Armonia con il Tutto..

    Il "Sentire" è il vero inizio dell'Azione che produrrà sempre Armonia..
    Perchè il "Sentire" è "Comprensione".

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  6. Mr R. il tuo aneddoto zen insegna molte cose, anche che non tutto si riduce al cervello, per fortuna o... sfortunatamente.

    Ciao

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  7. LA MEMORIA NON ESISTE..
    ESISTE IL PENSIERO DI NOI NEL PRESENTE.. PENSATO AL PASSATO..
    ANCH'ESSO INESISTENTE..

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