17 marzo, 2008

Polis senza polizia... un'utopia

Aristotele affermò che l'uomo è zoòn politikòn. L' espressione greca è generalmente tradotta con "animale sociale". E' una resa errata e gravida di conseguenze deleterie. Zoòn politikòn, infatti, significa, "essere che vive nella polis". Lo Stagirita intendeva sottolineare che l'uomo si realizza solo nelle dinamiche interpersonali all'interno della città-stato; il filosofo poneva un limite più che magnificare la virtù dell'uomo come animale capace di interagire nel contesto sociale e politico. Oltre la polis, si estende il dominio della barbarie. Aristotele non poteva concepire uno stato, un'organizzazione che travalicasse le istituzioni ed i confini della polis.

Non ho intenzione di discutere circa la natura dello stato, argomento molto complesso, ma solo tracciare un parallelo fra il concetto di comunità e quello di polis. E' naturale che la società perfetta non esiste, ma bisognerebbe tentare di perseguire un modello anti-statale, di tipo amministrativo, inteso come male minore rispetto ad un organismo Leviatano che ha acquisito potere soverchio nei confronti dei cittadini (in verità sudditi), promettendo loro la sicurezza. Sicurezza? Se non esistessero le forze di polizia e la magistratura, la nostra vita sarebbe davvero meno sicura di quanto non sia già ora? Se un ladro ci aggredisce e ci deruba, se un avvelenatore inquina l'aria, l'acqua ed il suolo, se un folle uccide sparando all'impazzata, a chi ci rivolgeremo per avere giustizia? Con quali speranze di ottenerla? Sono davvero tutori dell'ordine i tutori dell'ordine o la loro presenza, nel migliore dei casi, si può reputare inutile? Esistono le eccezioni, ma una rondine non fa primavera.

E' vero: ogni tanto viene recuperata della refurtiva ed imprigionato un assassino, ma coloro che distruggono la pace con le loro missioni "umanitarie", chi sparge veleni in quantità industriali, chi tortura innocenti, (si pensi agli ignominiosi fatti di Genova del 2001), chi trafuga somme ingentissime, imperversa liberamente, sicuro dell'impunità. Lo stato tartassa, diseduca (si pensi al sistema scolastico, pur con qualche eccezione), debilita e diffonde patologie (vaccini obbligatori), soffoca la libertà, vilipende la cultura, in cambio di che cosa? Della pseudo-sicurezza e di qualche servizio. Sono servizi che potrebbero essere erogati da una piccola comunità ben organizzata, in cui non sia previsto né un sistema fiscale (con le imposte dirette ed indirette si finanziano per lo più le guerre e l'operazione "scie chimiche") né una polizia né una magistratura né un esercito. Sono consapevole che la democrazia diretta è un'utopia, che l'assemblearismo rischia di degenerare nel caos, ma non è forse il caso di impegnarsi per disegnare un modello di amministrazione non coercitiva, facendo leva sulle capacità e le attitudini dei singoli?

Senza dubbio gli uomini manifestano tendenze perniciose per sé e per gli altri, ma alcuni mostrano intelligenza ed altruismo. Forse questi ultimi potrebbero essere di esempio e promuovere un embrione di società incentrata sul lavoro creativo, sul rispetto per gli altri e per l'ambiente. Tutto ciò è irrealizzabile? Esistono e sono esistite delle comunità basate sulla collaborazione e non sull'homo homini lupus. Non erano e non sono perfette, ma sono di gran lunga preferibili allo stato stritolatore oggi imperante, anticipazione del mostruoso stato globale.

Abbiamo rinunciato alla libertà ed alla dignità in cambio della propaganda sulla sicurezza e del vuoto rito delle elezioni. Bel guadagno!




Articolo correlato: Santaruina, Senza stato, 2008

11 commenti:

  1. Caro Zret, come al solito un bellissimo articolo ricco di significato. Purtroppo l'uomo è vittima del potere e del suo ruolo di sfruttatore delle risorse del pianeta. Non c'è armonia dove c'è l'uomo (questo uomo), non c'è futuro, poiché il futuro è di spiriti grandi, di persone che sappiamo contribuire allo sviluppo sociale di ogni forma di essere vivente. L'ego porta solo alla distruzione dell'altro, all'apparire per non esser giudicati, oppure per esser giudicati migliori. Ma a che serve essere migliori in questa scala sociale, quale prezzo pagano gli altri?

    Preferisco coltivare rispetto e amore, sperando che questo prima o poi venga ricompensato.

    Ciao, un caro saluto

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  2. anche l'amore quello vero(che non tutti conoscono per quello che è)è fuori dal tempo.
    eppure esiste!


    ciao zret ;-)

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  3. c'è un bel temporale!tanto per gradire ri...piove!
    passo e chiudo,con amore!
    angela
    ;)

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Vedo me stesso libero.

    - Vedo.
    - Me stesso.
    - Libero.

    Questo mondo non è IL mondo. Questo mondo è la percezione di UN mondo. Di quale mondo, è la vostra mente 'percettiva' a deciderlo.

    Chi controlla la vostra mente?

    Creato e Creatore sono la stessa, medesima, cosa.

    Donnie.

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  6. Ciao Angelotta, un temporale? Che cos'è?

    Donnie, Mens agitat molem.

    Ciao a tutti.

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  7. Carissimo Freenfo, mi sono dimenticato di ringraziarti. Tu sei nel novero delle persone intelligenti ed altruiste.

    Ciao!

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  8. zret!un temporale di questi tempi è una finta,una presa in giro! ecco cos'è!comincia con lamponi(accrescitivo di lampo)qualche boato...e finisce nel nulla,se ti aspettavi questa spiegazione,l'hai avutaaa!
    notteee!
    angela

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  9. Mi sembrava divertente inserire una canzone di un vecchio cantastorie in "tema" con questo articolo: Giorgio Gaber "La Comune" (Album "Far Finta Di Essere Sani" )

    Se potete ascoltatela vi strapperà un sorriso ;)

    "Da una vita ci guardiamo,
    sì, va bene, ci vogliamo bene
    ma come tutti ci isoliamo
    ci dev’essere per forza un’altra soluzione.

    Forse la comune
    non ha senso la famiglia coniugale
    ho bisogno di trovare un’apertura
    a una vita troppo chiusa, troppo uguale.

    Forse la comune
    dove ognuno può portare le sue esperienze
    un po’ stretti, qualche volta in poche stanze
    ogni tanto qualche piccola tensione.

    Qualcheduno m’ha svegliato
    e adesso non riesco più a dormire.
    Chi s’è bevuto il mio caffè
    chi s’è messo ancora il mio costume?

    Tento la comune
    specialmente per i figli uno spazio nuovo
    per ognuno tante madri e tanti padri
    voglio dire senza madri e senza padri.

    Tento la comune
    non esiste proprio più niente che sia possesso
    ed è molto più normale volersi bene
    finalmente non è un problema nemmeno il sesso.

    Da te non me l’aspettavo
    ti credevo una ragazza sana
    e pensare che ti stimavo
    ti comporti come una puttana.

    Amo la comune
    la tua donna preferisce un altro ma è naturale
    non fa niente se si ingrossa la tensione
    poi l’angoscia, poi la rabbia più bestiale.

    Amo la comune
    senza più nessun ritegno si arriva ad odiarsi
    e alla fine quando esplode la tensione
    come bestie, come cani ci si sbrana a morsi.

    Sì, ci odiamo, ci ammazziamo
    sì, ci sbraniamo per il caffè
    chissà cosa c’è sotto a quel caffè
    c’è l’odio, l’invidia, la gelosia
    c’è la solita merda che ritorna fuori
    e allora ci ammazziamo, sì, ci sbraniamo.

    Meglio la comune. Meglio la comune. Meglio la comune.

    [parlato]: Meglio la comune che dirci: "Buongiorno cara, hai dormito bene? Te l’avevo detto che il Serpax funziona. Ah, stasera vengono a cena i Cotinelli? Mi fa piacere. Sì, grazie, ancora un po’ di caffè...".

    Giorgio Gaber

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  10. Zret,sottoscrivo in pieno le tue riflessioni...
    Lo stato con i suoi sgherri e parucconi vari non ci difende affatto...Almeno quelli come noi...
    E siamo tanti. Per disdetta,come dimostrano fatti dolorosi accaduti anche di recente,mi riferisco per es. a Bianzino,Aldrovandi,Sandri per citare i più noti,incontrare le divise dello stato può essere l'equivalente per noi di un incontro con il Diavolo...che ti porta via la vita.
    Questo medioevo,ma più buio ancora,che sono i tempi attuali in cui viviamo,non potrà durare per sempre.
    Allora si dirà: Fuori dalla casa nuova gli omicidi,gli avvelenatori,i ladri,gli ipocriti,i violenti e gli ingannatori. Tutte figure "professionali" che si trovano al lavoro,come Bifidobacteri, in gran quantità nel ventre gonfio e marcio di questo stato italiota.
    Sogno un giorno senza stato,senza bandiere,senza legge,senza prigioni,senza danaro,e potrei continuare..

    P.s. Auguri e in bocca al lupo per Straker, che domani si recherà in una delle sue tane...
    Che la forza sia con te,Marcianò.
    Ciao.

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  11. Ciao, Zret.
    Già, animale sociale.
    Ma quale animale e quale società?
    Anche nella sua "comoda" traduzione" la proposizione greca pone gravi problemi.
    Sempre molto interessanti i tuoi scritti.
    Ti abbraccio.
    Giorgio

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