09 aprile, 2016

Alleanza



In questi anni non è stato possibile imprimere una svolta positiva agli accadimenti: anzi la situazione sembra precipitare di giorno in giorno, di minuto in minuto. Perché non si è riusciti in queste impresa comunque improba? Le ragioni sono molteplici, ma qui mi soffermerei su una motivazione che non è stata adeguatamente sviscerata. Un’azione efficace implica una mobilitazione massiccia: per quanto riguarda l’Italia ed altri paesi neo-latini, il coinvolgimento di un numero cospicuo di persone, ad esempio, per una lotta serrata contro la geoingegneria clandestina, presuppone un’alleanza con i cattolici, visto che almeno ufficialmente, i cattolici sono la stragrande maggioranza della popolazione in molti degli stati in cui si parlano lingue romanze.

Ora tralasciamo il fatto per cui la Chiesa cattolica e, in generale, le varie istituzioni “religiose” sono la punta di diamante del mondialismo, un’intesa con i Cattolici o, più in generale, con i Cristiani, si rivela pressoché inattuabile, poiché il Cristianesimo è geneticamente un credo radicato in una mentalità secolare, patriarcale, gerarchica e dominatrice, proprio quella che intendiamo combattere. Solo il superamento di codesta ideologia può coincidere con una reale palingenesi non solo materiale ma anche etica e spirituale. Quale giustizia si può concepire, se si continua a pensare in termini di potere, di controllo, di sopraffazione del prossimo e della natura, di spirito vendicativo?

Nell’articolo “Idealizzazione” scrivevamo: “Invero, il Cristianesimo abita nel cuore dell’inconciliabilità: se lo accettiamo, dobbiamo accettare pure l’Antico testamento con le sue intollerabili venature arcontiche; se lo rifiutiamo, dobbiamo staccarlo dalla matrice sumero-egizio-ebraico-arcontica, ma, così agendo, lo trasformiamo in un mythos, nel simbolo di cui si diceva con tutte le conseguenze del caso, tra cui forse la rinuncia ad attendere una salvezza esterna destinata a non arrivare mai”.

Si può qui aggiungere che il Cristianesimo è, al pari dell’Islam, una metamorfosi dell’Ebraismo che, a sua volta, è una fede sciovinista e maschilista. Saremmo tentati di porci la domanda se dunque anche la religione fondata da Paolo non sia, tutto sommato, di natura arcontica per i suoi imbarazzanti risultati storici e specialmente per il suo D.N.A.

Possiamo strappare il Cristianesimo dalle sue radici ebraiche, conservando, ad esempio, solo il Nuovo Testamento per rigettare il Vecchio? No, perché è nell’Antico Testamento che si leggono presunte profezie riguardanti l’avvento del Messia. No, perché senza l’humus israelitico il Cristianesimo è una pianta che, svelta dal terreno, è destinata, prima o dopo, a seccarsi.

Ancora prima di tanti studiosi e traduttori contemporanei, fu Nietzsche ad evidenziare nelle caste sacerdotali, soprattutto bibliche, un’incoercibile volontà di potenza ed un crasso materialismo, benché mascherati dietro veli di sacralità e di morale. “Genealogia della morale” è testo dall’analisi potente ed impietosa: ciò che è spacciato per etica nasconde inconfessabili propositi egemonici. Sono gli stessi propositi di dominio della coscienza che il filosofo tedesco, in fondo un anarchico, individua nella confraternita paolina da cui si sviluppò il Cristianesimo.

Dunque non è un caso se una lega con i Cattolici convinti è illusoria e persino sconsigliabile: significherebbe accogliere nelle proprie schiere persone che, pur in buona fede, portano con sé pregiudizi arcontici, atteggiamenti oscillanti fra il negazionismo, l’inerzia presentata come fede, il culto (non rispetto) dell’autorità, l’inclinazione a delegare, la devozione ingenua, il dogmatismo.

Troveremo qualche fedele disposto a considerare la Bibbia ed il Corano libri di notevole interesse storico, archeologico, persino scientifico, in taluni punti profondi, ispirati e belli, ma non dei testi sacri?

Troveremo qualcuno incline a ricostruire la cultura occidentale su altre fondamenta, riscoprendo antiche e venerande tradizioni?

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APOCALISSI ALIENE: il libro

3 commenti:

  1. Gli anonimi autori gnostici avevano compreso tutto due millenni orsono. Una religione nata dalle elucubrazioni di un agente segreto imperiale avrebbe dovuto suscitare perplessità ed incertezza al posto di un intollerante fanatismo su basi dogmatiche. E' evidente quindi la comune matrice arcontica delle religioni che, come giustamente sottolinei, influisce ancora oggi, negativamente, nelle coscienze dei più. Proprio per questo però, il credente/praticante è spesso risoluto e si getta a testa bassa contro gli ostacoli. Sono i vertici istituzionali il loro problema n.1: facilitatori, quando non motori, dell'annacquamento generale del pianeta. Ciao

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    1. E' vero: la Gnosi antica ebbe delle buone intuizioni ed anche noi, a distanza di anni, vediamo per lo più confermate le nostre ipotesi.

      Sì, pare che Shaul fosse un agente al soldo dei Romani. Si usavano le stesse strategie di oggi.

      Ciao

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  2. Non posso che condividere questa tua riflessione. La figura del Cristo probabilmente è un archetipo riguardante la condizione originaria dell’Anthropos prima della “caduta” o “manipolazione” subita ad opera degli Arconti. L’intelaiatura assiomatica che da secoli riveste il nucleo originario del messaggio cristiano rende praticamente impossibile a molti di noi di abbracciare la strampalata promessa di salvazione caldeggiata dal cattolicesimo.
    Come possiamo tenere caro un riferimento sapienziale massimamente sensibile e assolutamente pertinente al senso maggiormente profondo del nostro “stare”, del nostro “esperire” e che forse è l’unica condizione che può conferire autentica finalità a questo percorso accidentato che è l’esistenza ?
    Disgregati delle nostre possibilità “veggenti”, svaniti all’incanto metafisico riverberato nel mondo materiale ci consegniamo ad un nulla spettrale o ancor meglio, è come se ci avvolgessimo di un niente preconfezionato in cui nessuna realtà sana è possibile. La coscienza assolve ad una funzione che sembra dover rimanere inesplicabile quanto odiosa se la consapevolezza rimane arida di “arte poetica”.
    La vittoria del male risiederebbe proprio in questa perdita della nostra facoltà propriamente veggente o “immaginale” che rende fondamentale nemica di se stessa l’esistenza che ne è priva: le incoerenze fissate dal Dogma sembrano con ogni evidenza soffocare irrimediabilmente questo principio immaginale.
    La menzogna veterotestamentaria ha determinato una fondamentale alienazione dell’uomo da se stesso, lo scatenamento di un terrore patologico (oggi non a caso “consacrato” su scala planetaria) da cui sono nati i più ottusi fondamentalismi propri alle religioni scaturite dalla stirpe di Abramo e alle loro progressive derivazioni collaterali in ultimo culminate nel “determinismo materialista” e nel “dogmatismo scientista”.
    Continueremo a chiederci di cosa sia la dimensione trascendente e la sua premonizione, quale felicità ci è negata e di quali “vendette eoniche” l’umanità sia oggetto, di chi sia la subdola entità che ha riversato e presumibilmente riverserà ancora dal cielo sulla terra le sue celeberrime “coppe ricolme d’ira”
    Un saluto

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