26 settembre, 2016

Decomposizione



Qualcuno ha scritto ”Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. E’ un consiglio quanto mai inattuale, visto che oggigiorno la stragrande maggioranza degli uomini non vuole alcun cambiamento, anzi moltissimi sono non soddisfatti, ma entusiasti del mondo orribile che è stato costruito.

Se ormai non resta più spazio per la libertà, se la natura è stata amputata, se della cultura e della giustizia è stato fatto strame, che importa? L’importante è che si possa disporre di un cellulare o di qualche altro marchingegno per essere sempre connessi, mentre il wireless ti uccide lentamente. E’ sufficiente un programma televisivo becero per massacrare la psiche della massa, per incatenarla ad una schiavitù tanto più amata quanto più è repressiva. L’unico cambiamento agognato è nella direzione di una tecnologia formidabile, quella tecnologia che strappa l’identità.

Intanto l’attualità continua a subissarci con le sue tragedie, ma esse più che indignazione o empatia, oggi generano disgusto. Ovunque ci si volti, ovunque si vada, si trovano solo ragioni di nausea, di noia, di insofferenza.

Resta – è vero – un’aristocrazia intellettuale che potrebbe additare qualche risoluzione, ma questa élite non è compresa e, se lo fosse, sarebbe motivo di apprensione. La misantropia è l’unico modo di rispettare l’idea di umanità, mentre i rapporti umani sono diventati spesso disumani. Resta – è vero – la speranza per credere che l’impossibile diventi possibile, salvo poi accorgersi che l’impossibile è destinato a restare tale. Il sogno di una palingenesi si sgretola nell’indifferenza e nell’ignavia.

La nostra società è ormai decomposta, affetta da una malattia dello spirito che non conduce ad una morte rapida, piuttosto ad un’agonia lentissima e penosa. È una decadenza senza grandezza, senza i bagliori corruschi degli ultimi aneliti, delle ultime creazioni. La società è una palude mefitica i cui miasmi ammorbanti sono appena coperti da fragranze sintetiche.

Ci sembra di vivere sotto l’imperio della fatalità, ma potevamo immaginare che il fato fosse così fatuo?

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APOCALISSI ALIENE: il libro

23 settembre, 2016

Stream and strand

Quali meandri percorrono i ricordi! Le memorie sono matasse aggrovigliate di cui è difficile trovare il bandolo. Qual è il nesso tra una memoria ed un’altra che non sembra avere alcunché di comune con la rimembranza da cui è stata partorita? Risalendo – è non è facile – la corrente delle associazioni intuitive, possiamo riuscire a scoprire la sorgente di quel particolare pensiero: si resta allora sorpresi di come un’immagine mentale, scendendo lungo le anse delle immagini successive, sia sfociata in un concetto tanto lontano, tanto eterogeneo.

Comunque, nei casi in cui il flusso di coscienza lascia intuire la sua direzione, la facoltà di ricordare, per quanto di natura enigmatica, pare ancora possedere una sua logica. Spesso è un luogo o un odore o un sapore a ridestare ricordi addormentati da tempo: ecco allora che un’onda ci sommerge e noi anneghiamo nel passato.

A volte, però, accade che una reminiscenza ci piombi addosso all’improvviso, senza alcuna causa, senza che le sia stato offerto un appiglio: da dove provengono codesti flash? Che cosa provoca questi veri e propri agguati? Tali rimembranze, simili a macigni che di botto rotolano da una scarpata, ci schiantano e ci schiacciano. Ecco allora che la concatenazione dei ricordi, da fiume della coscienza - stream of consciousness – si inarca in uno spaventevole maroso che si abbatte su di noi, scaraventandoci su una spiaggia ignota, desolata.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

19 settembre, 2016

Apoteosi



Si racconta che, dopo che l'uccisione di Cesare per opera di Bruto e Cassio, alle Idi di marzo del 44 a.C., fu visto nel firmamento un corpo celeste, probabilmente una cometa: subito il popolo, assecondato dai sostenitori dell'uomo politico, si convinse che l'anima del dittatore si era trasformata in una stella. E' questo il catasterismo, la trasformazione di un eroe in astro o costellazione.

Oggi per essere divinizzati post mortem non è più necessario essere una figura esimia: basta essere un Eco qualsiasi, celebrato e venerato quasi come un nume, dopo la sua dipartita, nonostante i suoi incommensurabili demeriti culturali ed ideologici.

Qualche giorno addietro è deceduto Carlo Azeglio Ciampi: ecco il coro di panegiristi, gli elogi sperticati, le commemorazioni laudative. E' probabile che tra qualche anno sarà beatificato. Si dimentica che Ciampi, creatura dei Gesuiti, è stato responsabile, insieme con altri perniciosi politicanti, del disastro finanziario ed economico in cui è precipitata la nostra povera Italia.

Insomma, sei un ignorante? Defungi e diventi un intellettuale, un maître à penser. Sei un usuraio? Defungi e diventi un benefattore dell'umanità, un santo. A questo punto il giorno in cui lascerà questo mondo Chicco De Massis alias Task Force Butler - lunga vita a Chicco! - lo adoreremo come divinità. Visto che gli dei sono pianeti, ci prosterneremo al suo cospetto, invocandolo con il nome di un magnifico pianeta... Sì, il pianeta Papalla.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

17 settembre, 2016

Vacuum

“Come hai trascorso le vacanze?” La domanda che denota la reciproca indifferenza ora che le vacanze sono finite. Che cos’è la vacanza, se non un vuoto riempito con beceri divertimenti, con estenuanti viaggi e tediose villeggiature? Vacanza, vacuum, quando le ore corrono con lentezza indicibile a sancire la perfetta inanità di un tempo senza tempo.

Una volta in inglese le vacanze erano holidays, "giorni sacri", "consacrati", oggi per lo più sono vacation, vuoti a perdere. Il vuoto non è il nulla, ma quello spazio che invano tentiamo di colmare, mentre sempre più si allarga. Non è il “vuoto” siderale e neppure quello della materia solida, pieni di energie e di particelle virtuali, ma la mancanza di senso, di finalità, l’assurdo in cui si bloccano i gesti quotidiani, piatti fotogrammi.

Azioni inerti, movimenti frenetici che non seguono alcuna direzione... il vuoto dei giorni spalancati sul pozzo della notte. Vacuità e vanità di vite simili a teche dal telaio ben connesso, dal cristallo diafano, ma vuote.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

13 settembre, 2016

Qualche aforisma (II)

Tutto è complesso per chi pensa. (F. Pessoa)

Non ci realizziamo mai. Siamo due abissi: un pozzo che fissa il Cielo. (F. Pessoa)

Il corpo è una stretta prigione, ma la coscienza è una prigione ancora più angusta. (J.K.)

La vita è un cerchio senza circonferenza. (J.K.)

Il destino è il clandestino nella nostra vita. (J.K.)

Mentre si cerca la vita in altre galassie, si distrugge la vita sulla Terra. (Straker)

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APOCALISSI ALIENE: il libro

08 settembre, 2016

Le parole definitive

Ogni cosa è vana come rimestare la cenere. (F. Pessoa, Libro dell’inquietudine)

Le parole definitive cancellano tutto tranne le fedi e le speranze, perché è meglio credere in qualcuno o qualcosa che potrebbe non esistere piuttosto che non credere.

Le parole definitive cercano di sagomare le cose, di ritagliarne il contorno rispetto allo sfondo, anche se contorno e sfondo sono intercambiabili.

Le parole definitive amano l’ossessione dell’anafora.

Le parole definitive cristallizzano gli oggetti morti in cui si agita e ristagna la vita.

Le parole definitive riconoscono che la realtà è follia, l’esistenza paradosso.

Le parole definitive sanciscono la noia, mentre si sgretola il tempo.

Le parole definitive condannano l’orrore della normalità, l’inutilità del dolore.

Le parole definitive scolpiscono le prospettive schiacciate di giorni tutti uguali.

Le parole definitive immortalano la vita come una serie di sventure e di chimere che impropriamente chiamiamo decisioni.

Le parole definitive indicano l’ultima direzione, quando tutto è perduto.

Le parole definitive sono quelle non pronunciate, non scritte, imprigionate nel limbo dell’indicibile; le uniche che forse avrebbero potuto cavare un senso dal mondo, se non fossero sepolte nella più inaccessibile segreta.

Le parole definitive sono quelle che incorniciano la fine ed il nulla infinito che ci circonda.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

05 settembre, 2016

Cento anni



Stando ad alcune tradizioni cattoliche, a Satana sarebbero stati concessi ulteriori cento anni durante i quali egli potrà tentare di corrompere l’intera umanità.

La tradizione dovrebbe risalire alla Beata Anna Katharina Emmerick. Durante una visione del 1820, fu rivelato alla donna che Satana sarebbe stato liberato dalla catene circa ottanta anni prima dell’anno 2000. Tale periodo di libertà per l’Angelo caduto sarebbe durato un secolo.

Si racconta che papa Leone XIII il 13 ottobre 1884 ebbe una visione, mentre celebrava la Messa. Egli, descrivendo con orrore la sua esperienza, spiegò che riguardava il futuro della Chiesa, un periodo di circa cento anni in avanti, quando il potere del Tentatore avrebbe raggiunto il suo culmine. Di questo episodio sono note diverse versioni: in quella più comunemente accettata si dice che il pontefice avrebbe sentito due voci, una dolce e gentile, che lui additò come quella di Cristo, l’altra roca e aspra che doveva essere quella del Maligno. Il Signore accordò a Satana il tempo ed il potere che chiedeva, dandogli piena discrezione di disporne come voleva. Leone XIII rimase così scosso da questa esperienza che scrisse una preghiera in onore di San Michele per la protezione della Chiesa:

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro la malvagità e le insidie del diavolo sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime”.

Teresa Neumann (1898-1962), la “stigmatizzata bavarese”, in una delle ultime profezie prima della morte, preannunciò che il maggior periodo di dominio sul mondo per opera di Satana – egemonia che avrebbe usato per sferrare un attacco, secondo lui, mortale alla Chiesa, in particolare al papato – sarebbe durato circa 18 anni, dal 1999 al 2017.

I presunti veggenti di Medjugorie il 24 aprile 1982 ricevettero dalla Vergine (?) il seguente messaggio: “Cari figli, dovete sapere che Satana esiste. Egli si è presentato davanti al trono di Dio ed ha chiesto il permesso di tentare la Chiesa per un certo periodo con l’intenzione di distruggerla. Dio ha permesso a Satana di mettere la Chiesa alla prova per un secolo, ma ha aggiunto: ‘Non la distruggerai’. Questo secolo in cui vivete è sotto il potere di Satana, ma, quando saranno adempiuti i segreti che vi sono stati affidati, il suo potere sarà infranto. Già ora comincia a perdere il suo influsso, perciò è diventato più aggressivo: distrugge i matrimoni, solleva discordie anche tra le anime consacrate, causa ossessioni, provoca omicidi”.

Certi esegeti cattolici concludono che il periodo di tribolazioni dovrebbe terminare con il centenario delle epifanie di Fatima, cioè il 2017. Le apparizioni “mariane” cominciarono il 13 maggio del 1917.

Qual è, a nostro modesto parere, il punto debole di codeste interpretazioni? Il termine a quo, l’anno 1917, si connette con buona probabilità, come i fenomeni di Medjugorie, ad un episodio di matrice allotria, non spirituale. Vari studiosi hanno dimostrato che gli eventi di Fatima, lungi dall’essere di origine mariana, denotano un retroscena non terrestre; dubbi analoghi gravano sulle apparizioni di Medjugorie. Ci si riferirebbe dunque a vaticini ed a cronologie aliene, con la loro filigrana tecnologica, per stabilire i limiti cronologici di un’esperienza metastorica e metafisica. Siamo al cospetto di una sopraffina frode arcontica?

Il quadro è molto complesso e contraddittorio con oracoli cattolici che non sempre combaciano per quanto riguarda i tempi, le figure ed il ruolo degli ultimi papi: ad esempio, Francesco ora è visto come paladino di una Chiesa perseguitata da Satana, ora come anti-papa, mentre alcune frange evangeliche lo considerano falso profeta o addirittura l’Anticristo.

In ogni caso, se davvero il 2017 fosse quello in cui le legioni infernali saranno sconfitte, entro un anno dovrebbe essere definitivamente instaurato il Nuovo ordine mondiale e, accompagnato da tutte le altre calamità dei tempi estremi, dovrebbe divampare e concludersi il Terzo conflitto mondiale, quantunque si possa ritenere che tale conflagrazione sia già cominciata.

Sia come sia, il 2017 è dietro l’angolo e, come si suol dire, chi vivrà vedrà.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

02 settembre, 2016

Renzi in action (II)



Sit eis terra levis.

Pochi giorni dopo il terremoto che ha colpito alcune località dell’Italia centrale il 24 agosto 2016, il vulcanico Teo aveva già lo slogan non solo per la ricostruzione, ma per un più vasto piano di messa in sicurezza dell’edilizia pubblica e privata. Il patetico slogan è “Casa Italia”: si sa che la “politica” italiota vive solo di proclami, di reboanti impegni, di fallimenti (voluti) spacciati per successi. E’ solo retorica, una retorica cui il cicisbeo fiorentino era ricorso tempo fa, garantendo che gli edifici scolastici fatiscenti nell’arco di poco tempo sarebbero stati ristrutturati, grazie allo stanziamento di fondi ad hoc. Chi si ricorda di questa mirabolante e mai mantenuta promessa? Moltissime scuole sono ancora nelle pietose condizioni a tutti note.

Sorprende che, a ridosso del sisma, il demagogo fiorentino abbia subito proposto il progetto succitato, come se fosse stato elaborato con calma prima e tirato fuori dal cilindro al momento opportuno. In ogni caso, sembra che pochi eventi siano redditizi come i sommovimenti tellurici, sin dai tempi di Ciriaco De Mita, il re Mida che trasformò il disastro dell’Irpinia in oro.

Quanti denari poi si spillano ad ingenui cittadini che versano due euro o somme maggiori in “favore” dei terremotati? Chi veramente ha bisogno quanti quattrini riceverà? Crediamo di non essere lontani dal vero, se indichiamo zero centesimi.

E’ vero che la virtù è premio a sé stessa, ma qui la generosità è davvero dabbenaggine, dacché sappiamo che le ruberie e le truffe in OGNI campo sono all’ordine del giorno. Faraoniche elargizioni a fondazioni ed enti, che da decenni fingono di studiare cause e terapie di varie affezioni (eziologie e cure sono arcinote da tempo), destinati ad arricchire i ricchi. Intanto i pazienti attendono cure che non arriveranno mai, perché le patologie, reali o finte che siano, sono un forziere stracolmo di dobloni. Perché mai si dovrebbe uccidere la gallina dalle uova d’oro?

Ancora una volta è la televisione, in prima linea con i suoi martellanti appelli a donare, la responsabile di questa frode ignominiosa. I teletonti sganciano i baiocchi: la coscienza si alleggerisce; si alleggerisce ancora di più il portafogli.

Non meno vergognosa, però, è la condotta dello smargiasso toscano che specula sulle disgrazie altrui per atteggiarsi a colui che rifonderà l’Italia, a mo’ di novello Romolo.

Roma non fu costruita in un giorno, ma quello lì ha distrutto tutto quello che si poteva distruggere in meno di un minuto.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

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