25 luglio, 2008

Abissi gnostici (articolo di Ezio Albrile)

L’uomo è un accampamento di spiriti (Basilide)

Propongo un articolo di Ezio Albrile intitolato Abissi gnostici. E' un testo denso, complesso, impegnativo, anche controverso, ma di cui consiglio la lettura, una lettura critica. Ci domandiamo donde vengano le atrocità della storia "umana", chi le abbia istigate, trovando negli uomini docili e crudeli esecutori. Dai sacrifici di fanciulli compiuti dai Fenici in onore dell'abominevole Moloch ai solchi che sventrano il cielo di un pianeta agonizzante, dalle scelleratezze degli Assiri ai crimini delle truppe occidentali in Iraq, l'ombra gelida e sanguinaria degli Arconti si proietta sulla nostra misera "realtà". Siamo di fronte all'inverosimile, all'incredibile, alla pazzia del mondo su cui Albrile getta uno sguardo indagatore, lucido ed inquieto al tempo stesso.

Due mi paiono i fulcri dello studio: la valorizzazione dell'insegnamento gnostico attraverso i secoli fino ad oggi (dai primi pensatori al film Matrix ed oltre), non in senso antropologico, ma come chiave di lettura delle dimensioni metafisiche (invisibili, certo, ma non per questo ininfluenti) ed il ruolo centrale, nell'imperante disinformazione, di un tristo personaggio come Umberto Eco. Questo cortigiano dei potenti, anzi di Potestà, infatti, come abbiamo già denunziato in altri articoli, è un occultatore, perché, con la sua pseudo-letteratura pseudo-esoterica, occulta terribili verità, esibendole per denigrarle subito dopo. Infatti "il cinismo del grande semiologo appartiene ad una specie di 'pedagogia rovesciata' che, nel condannare e principalmente ridicolizzare il mondo dell'esoterismo in genere, contribuisce a modificare ed a creare una fittizia realtà".

Non manca una lettura molto sagace della figura di Culianu, storico delle religioni, allievo del celeberrimo Mircea Eliade; di Culianu sono considerate le misteriose circostanze della morte. Chi tocca i fili...

Disquisire di Gnosi e di Gnosticismo è cosa alquanto difficile, principalmente a causa delle precomprensioni che gli ambienti cosiddetti "tradizionali" hanno da sempre mostrato verso questa tematica. Il mio non vuole essere un articolo polemico, ma dimostrare unicamente quanto il problema non sia l'ideologia o la dottrina "gnostica" di volta in volta presa in considerazione, bensì l'uomo con la propria limitatezza e finitudine esistenziale.

Ma partiamo dall'inizio.

I termini "Gnosi" o "Gnosticismo" designano i differenti sistemi di pensiero esoterico che agli albori della tarda antichità hanno cercato di armonizzare i fondamenti salvifici della misteriosofia ellenistica e della religiosità orientale con il nascente Cristianesimo. La "gnosi", dal greco "conoscenza", è quindi un sistema sincretistico in cui confluiscono le più variegate tradizioni religiose, inclini a dimostrare un unico assunto: la "discesa", in greco katabasis, e l'imprigionamento nel nostro mondo di un principio spirituale superiore, una scintilla luminosa che solo attraverso la vera "conoscenza" l'uomo può riconoscere e ritrovare in se stesso.

Il mito centrale dello gnosticismo è espressione di una "nostalgia", di un anelito del "centro", ovvero delle origini, una sorta di desiderio precosmico dal quale si sviluppa una colpa anteriore che porta alla creazione dell'uomo e del mondo, intesi entrambi quali carceri dell'Anima divina.

Le concezioni e le aspettative della gnosi sono ben effigiate dal mito valentiniano: da un "centro" in sé conchiuso si dipartono delle emanazioni che si configurano in una "pienezza", un pleroma, cioè realizzano armonicamente tutte le infinite potenzialità creative insite embrionalmente nel "centro", ovvero nel Padre ipsissimo e sconosciuto. Fin qui non siamo lontani dal concetto di perfezione e di "compiutezza" cosmica teorizzata da Platone nel Timeo, rivisitato in chiave mitologica, ma la distanza fra "centro" e "periferia" aumenta a dismisura e subentra il collasso ontologico.

Leggi qui la parte restante dell'articolo.



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2 commenti:

  1. Ci pensavo proprio oggi: ma che scopo ha in pratica l'Eucarestia cattolica nell'economia spirituale di chi la assume? Ammesso che in essa viva una Presenza sacramentale ovvero una Energia divina - da qui il 'mysterium tremendum ' del sacerdozio cattolico continuatore a sua insaputa dei Misteri antichi-, il recipiente dovrebbe provare, avvertire qualcosa di diverso dentro di sè.Un miglioramento forse? Una esperienza illuminativa o simil-allucinogena? E invece no, mai nulla. Nè trasmutazione dell'essere nè esperienze luminose interiori estatiche o altro.
    Nulla di nulla. Per di più coloro che assumono tutti i giorni l'Eucarestia di solito sono i peggiori fra gli uomini.

    Ma ho la nette impressione che lo scopo primitivo mutuato dallo Gnosticismo fosse proprio quello della metamorfosi interiore poi persosi precocemente per strada.

    Insomma l'Eucarestia era all'inizio qualcosa di imparentato ad altre bevande mistiche quali il ciceone, il soma, l'haoma mazdaico, l'ayahuasca degli sciamani dell'Amazzonia ecc.

    Ma da molto, troppo tempo mi sa che non serva più a nulla se non ad accrescere la 'hubris' di chi la consuma.

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  2. Come ben sai, reputo il Cattolicesimo una degenerazione di antiche tradizioni, di cui si è conservato pochissimo.

    Non solo l'Eucaristia è imparentata con bevande mistiche, ma pure con la teofagia dionisiaca.

    Quella delle bevande mistiche è una via e non credo la più alta. Oggi diverrebbe, in mancanza di autodisciplina e di consapevolezza, distruttiva e non rivelatrice né alchemica.

    Ciao

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