25 marzo, 2009

Evoluzione: qualche nota frammentaria e disomogenea

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Che cosa si può intendere per evoluzione? Le persone evolute sono quelle che riescono a staccarsi dal possesso, dall'effimero, a valorizzare gli aspetti più profondi e veri della vita. Il sistema ha instillato nella massa un attaccamento al denaro per il denaro, agli oggetti più spesso dannosi che inutili.

Omnia mea mecum porto, porto con me tutto l'essenziale: è il motto del saggio che quasi nessuno segue. D'altronde anche chi pensa di essere ormai affrancato da vincoli, è spesso avvinto da catene, ancorché invisibili.

Rebus sic stantibus, mi chiedo che significato assuma il concetto di evoluzione, forse mito darwiniano trasfusosi in correnti new age. Ora, Niccolò Machiavelli aveva forse torto quando considerava la natura umana sempre uguale a sé stessa, ma è possibile che un avanzamento sia affidato non tanto alla forza di volontà, ad un impulso verso l'automiglioramento, ma a qualcosa, per dir così, di esterno, pur con tutta l'ambivalenza ed ambiguità che possiede questo aggettivo.

Ancora prima dei biologi statunitensi Eldredge e Gould, gli ideatori della teoria denominata degli equilibri punteggiati, secondo la quale alcune specie vegetali ed animali restano immutate per milioni di anni, mentre altre evolvono in modo subitaneo, a causa dei raggi cosmici, altri avevano pensato che il risveglio potesse essere propiziato da stimoli esterni. H.G. Wells, nel libro Al tempo della cometa, immagina che, in seguito ad una collisione con una cometa, l'atmosfera si impregni di un gas che provoca la super-lucidità. Così gli uomini superano il confine che separa la verità dell'illusione e si svegliano alla vera realtà. L'astronomo britannico Fred Hoyle nel testo The black cloud, rappresenta nuvole nere nello spazio che sono forme superiori di vita. Queste superintelligenze si propongono di destare i terrestri, inviando immagini luminose che provocano nei cervelli sinapsi in grado di favorire l'apertura del terzo occhio. A proposito di raggi, l'intelligenza sbalorditiva del serbo Nikola Tesla, secondo il suo racconto, si manifestò, ex abrupto, quando, da ragazzo, percepì strane, vibranti luci nel suo campo visivo. Fu un contatto con altre forme di vita?

Si potrebbero proporre molti altri esempi in cui il balzo dell'intelligenza è concepito ora come evoluzione biologica ora come metanoia spirituale, forse con qualche punto di convergenza in alcune ricerche sul D.N.A. e sull'ipercomunicazione, caratteristica dell'umanità in epoche remote, stando a Bludorf e Frozar.

Abbiamo anche il sentore che le scie chimiche e le irradiazioni elettromagnetiche siano collegate ad un'evoluzione che il sistema vuole ad ogni costo evitare. E' un tema complesso, ricco di sfaccettature ed implicazioni che qui ho solo sfiorato da diverse angolazioni. E’ ipotizzabile che la vera evoluzione sia il risultano di una sinergia tra interno ed esterno, sebbene possa prevalere, secondo le circostanze, la spinta interiore o la catalisi esteriore.

E' comunque assodato che dormiamo; da che cosa possa dipendere il risveglio e che cosa sia veramente è questione di cui è stato delineato solo il disegno generale.

3 commenti:

  1. Pensavo anch'io alla schiavitù del denaro proprio in questi ultimi giorni. Ne serve una gran quantità anche se non di certo per vivere 'a caviale e champagne' ma unicamente per sbarcare il lunario.

    Credo che tale schiavitù rappresenti uno degli stratagemmi più importanti creati da quel continuum difficilmente definibile che recentemente s'è deciso di denominare 'matrix'. Un insieme di fili invisibili tessuti a rete che avvolgono il nostro essere più intimo e nascosto e che vorrebbe impedirci a tutti i costi di procedere verso la palingenesi della coscienza fino ad arrivare all'affrancamento finale della medesima.

    Fin che l'individuo pensa al denaro e si affatica o per accumularne o semplicemente per averne a sufficienza onde non indebitarsi non troverà il tempo e l'energia per volgersi a scopi immensamente più importanti.

    Credo che mai prima di questi tempi l'uomo abbia conosciuto una schiavitù interiore ed esteriore tanto spinta ed almeno in apparenza ineludibile, invincibile.

    Per arrivare poi al problema dell'evoluzione risulta ormai acclarato da tempo che essa non è mai esistita, almeno nei termini intesi e propagandati da Darwin. Come noto la Chiesa Cattolica ha invece negli ultimi lustri spalancato le braccia a tale teoria: ricordiamo le aperture woityliane al problema. Ulteriore segno che un 'intelletto sano' deve guardare sempre nell'opposta direzione indicata dalla Chiesa, istituzione ormai decrepita ed allo sbando, senza più alcuna autorità e prossima allo hara kiri finale.

    Basta un elementare ragionamento di genetica per smentire Darwin ( ma ai tempi di Darwin la genetica non era ancora stata introdotta e pertanto il degenere studioso inglese ha avuto gioco ben più facile nel propagandare le sue teorie sbilenche). Ed il ragionamento è questo: se la scimmia ha 48 cromosomi e l'uomo ne ha 46, come sarà mai possibile che ci sia il passaggio da una specie all'altra?

    Bisognerebbe prima ottenere una specie intermedia che di cromosomi ne abbia...47.
    No, mi dispiace per i sostenitori del darwinismo ma non funziona. Ovviamente io mi sono attenuto alla più semplice delle considerazioni ma ve ne sono tantissime altre e di ben più dotte.

    Una cosa alla quale vado pensando da un pò di tempo è questa: la Mente creatrice - non sappiamo chi essa sia perchè non l'abbiamo mai incontrata ma per processo deduttivo sappiamo che essa esiste - ha pensato non soltanto tutte le forme viventi nel loro sterminato numero e nella loro inverosimile complessità ma ha creato al tempo stesso quella che viene definita l'etologia di ciascuna. Proviamo a pensare ad esempio ad un qualsiasi uccellino che visita i nostri giardini: ciascuna specie non dispone soltanto di una forma esteriore ma anche di una propria personalità, di un proprio codice di comportamento. Un usignolo non si comporterà mai come una cornacchia ma si muoverà entro certi schemi che gli sono propri e che non mutano nel tempo.

    La creazione ha dunque avuto in vista non solamente l'invenzione di forme tutte quante diverse l'una dall'altra ma anche i modi di agire, di esperire la realtà da parte da ciascuna delle medesime. Semplicemente pazzesco. Altro che evoluzione.

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  2. Ottimo articolo e commento di Paolo che mi hanno spinto a questa riflessione sorta anche dalla lettura serale di McKenna

    Il concetto di evoluzione nasce da una riflessione della psiche che si interroga sul senso dei dati, via via accumulati nel tempo personale e collettivo, che paiono indicarle una direzionalità, una progettualità nello svolgersi della storia intesa come dinamica umana ma anche planetaria e cosmica.
    Ci si potrebbe domandare se questo senso di progettualità nasca da una necessità della mente di attribuire un significato, una direzionalità al flusso dell'Esistenza; ma sarebbe una domanda retorica che ci porterebbe alla mente stessa quale unico punto di referenzialità di quanto da lei stessa osservato.
    La domanda è semmai se in questi tempi, singolarmente e collettivamente, si abbia la percezione e l'eventuale riconoscimento di un'emersione esplosiva di segni,presagi, idee,ritrovamenti,tecnologie,teorie, arti, esperienze, che pur nella loro diversità sembrino suggerire il senso di un disegno ancora nascosto ma in attesa di svelarsi in un indicibile complessità.
    E' possibile che questo possa essere il segno tangibile di un processo evolutivo in atto?
    E' possibile che nelle nostre menti, stiano iniziando ad agire forze, cronologicamente in perfetto orario come quelle che hanno risvegliato le nostre capacità cognitive a diverse età di sviluppo, in grado di farci percepire modelli e schemi della realtà fino a prima velati ma paradossalmente ora riconoscibili ovunque anche negli antichi testi che solamente adesso siamo in grado però di decifrare su un nuovo livello?
    E' possibile che un nuovo Eone, quindi una nuova visione del mondo, stia creando il futuro ricreando il passato?
    Perchè in definitiva la Storia, come il linguaggio e la scienza, sono strumenti della Mente che li utilizza. Se cambia la Mente cambia di necessità anche la Storia come intepretazione del divenire passato e la visione del futuro diventa ipercomplessa perchè ci si rende conto che ogni passo in avanti potrebbe tornare ad alterare la Storia creando un Loop esplosivo in cui nessuno schema o idea potrebbe mantenersi oltre a un tempo via via sempre più breve di manifestazione. La mente sarebbe così costretta a contemplare un universo o più universi che, pur non negandosi, continuerebbero a rinnovarsi sempre più velocemente fino a un punto finale dove il tempo non acquisirebbe più significato.
    Tempo intenso come permanenza di idee limitanti riguardo se stessi e quindi anche alla realtà esterna.
    E' possibile credere che la Natura del Cosmo sia così indissolubilmente intrecciata con la Natura della Nostra Psiche da mutare drasticamente con l'espandersi di ques'ultima?

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  3. Veramente superbi i commenti di Paolo e di Timor che integrano una riflessione basata su disiecta. In verità, l'universo manifesta una complessità tale che lascia intuire una Mente ordinatrice, la cui straordinaria potenza non riusciamo neppure a concepire.

    L'evoluzionismo darwiniano è una colossale sciocchezza, una teoria definitivamente confutata.

    Il Tempo è una porta del "reale" alla quale busso spesso e l'eccellente analisi di Timor mi rafforza nel mio convincimento che esso appartiene al mondo fenomenico, non essendo quindi una costante universale. Sue caratteristche potrebbero essere la reversibilità e la temporaneità.

    Ciao e grazie.

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