07 aprile, 2009

Hard and soft

"E' necessario che gli animali si divorino tra loro. [...] Il morire è un cambiare di corpo, come l'attore cambia di abito. [...] Gli uomini si armano gli uni contro gli altri perché sono mortali ed i loro ordinati combattimenti che assomigliano a danze pirriche, ci mostrano che gli affari degli uomini sono semplicemente dei giochi e che la morte non è nulla di terribile [...]. Come sulle scene del teatro, così dobbiamo contemplare le stragi, le morti come fossero tutti cambiamenti di scena e di costume, lamenti e gemiti teatrali. [...] Coloro che non conoscono ciò che è serio, prendono sul serio i loro giochi e sono giocattoli essi stessi. Anche i fanciulli piangono e si lamentano per cose che non sono mali".


Così si esprime il filosofo Plotino, convinto che la vita è illusione, fantasma ludico. Sulla scia di Platone, il pensatore ritiene che la vera realtà sia iperuranica. Il celebre film Matrix si richiama, tra le varie fonti, al fondatore dell'Accademia, ma con una fondamentale differenza: il mondo reale è orribile, squallido, mentre in Platone il regno delle idee è radioso, illuminato dall'Idea del Bene. Quale Weltanschauung si avvicina maggiormente al vero?

Sono numerose e, almeno all'apparenza inconciliabili, le concezioni dell'universo: a concezioni soft, secondo le quali il cosmo è Maya, mentre il vero essere è oltre (Vedanta, Parmenide sino a Bohm e Wheeler, passando per Berkeley), si contrappongono interpretazioni hard, per cui il reale possiede una sua oggettività, un suo substrato. Alle quattro interazioni fondamentali, manifestazioni della materia-energia, soggiacciono delle leggi avulse dalla mente. La stesse visioni cosmologiche oscillano tra versioni radicali (per Wheeler l'essere si palesa quando è percepito), ad altre che postulano un quid indipendente dall'osservatore che influisce su certe condizioni, ma non le pone.

Apparenza? Realtà? In che cosa consiste la differenza e come distinguerle? Se il mondo fenomenico è solo un velo ingannevole o un programma in cui tutto è codificato, allora ha ragione Plotino e "gli affari degli uomini sono semplicemente dei giochi". Da quale principio promanino le parvenze e per quale motivo l'essere scivoli nell'hyle, resta un arcano. Lo slittamento era ed è un male necessario?

Se la vita è un dramma in cui si recita una parte, l'etica rischia di perdere i suoi fondamenti; se l'esistenza è predeterminata da un oloprogramma, si dissolve il libero arbitrio.

E' possibile che il non essere si sia, in qualche modo, solidificato, sebbene, come i solidi possa essere ricondotto ad una vibrazione originaria, ad un movimento rapidissimo di fili sottilissimi. E’ proprio questo moto velocissimo a dare l’illusione della stasi. Similmente la luce bianca contiene tutti i colori, benché noi ne vediamo uno solo.

La totalità è attraversata da profonde fratture da cui si genera il molteplice con una proliferazione di enti, dalla materia sino all’essere, passando per numerosi livelli intermedi.

Il non essere così, espulso dalla porta, altro allotrio rispetto all'Uno, rientra dalla finestra come relativo al cui interno gli schemi spazio-temporali e le ripetizioni meccaniche paiono infrangibili, assolute.

Suprema, improba impresa soltanto immaginare un modo di uscire dalla caverna, ma è il nostro destino, anche se, dapprincipio, la luce che splende là fuori ci accecherà.



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10 commenti:

  1. Temo, ma questa potrebbe essere una visione indotta, che il mondo reale possa essere a dir poco sconvolgente. Penso alla possibilità di risvegliarsi in un'astronave che orbita intorno ad una stella morte, ma la possibilità di una morte certa non è l'ipotesi peggiore. Di peggio ci potrebbe essere che solo uno di noi è realmente reale e lo sia ad ogni livello possibile. Se anche l'astronave coi suoi abitanti fosse un'illusione, cosa resterebbe al vero sopravvissuto, se non sperare nel nulla... o chiedere di rinascere come cactus nel deserto.
    Chi di noi è il vero Seth Morley?. Mi auguro di non essere io

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  2. E' uno scenario inquietante e solipsistico quello ideato da Philip K. Dick.

    Il nulla non è poi così terribile, rispetto a certe possibili realtà.

    E se lo stesso...

    Ciao e grazie.

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  3. La vita non è un'illusione. Anzi è ben reale anche se il divenire va preso come un gioco a volte piacevole ma il più spesso crudele.

    Plotino giudicava la realtà fenomenica nel modo giusto. A quel livello di avanzamento interiore non ha più senso parlare di bene o di male poichè tutto - anche il disordine - rientra nell'ordine finale delle cose voluto dal Tao.

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  4. Fino a che non si trova la tana è impossibile stabilire cosa ci stia dentro...

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  5. sempre meglio trovarla che cercare di indovinare cosa ci stia dentro sbagliando.
    La tana del lupo non era poi così inespugnabile...

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  6. Pretendere di conoscere verità ontologiche è hybris, quantunque sia possibile scorgerne qualche sfaccettatura. Diverso il discorso circa le verità empiriche.

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  7. Troppo spesso è il velo di Iside per scorgere qualcosa al di la. Da sempre però, l'uomo libero, colui che come Odisseo vuol conoscere cosa c'è oltre le Colonne d'Ercole,con tutte le sue forze, con spirito indomito, incurante delle istituzioni del pensiero e del potere, cammina sull'orlo dell'abisso. Alcuni cadono perché privi di guida, altri con equilibrio precario continuano. Per noi uomini moderni, in tempi poco propizi, dobbiamo tuttavia non abboccare al tedio della mente, opacizzata dalle droghe chimiche e psichiche. Dobbiamo tuttavia aprire gli occhi, oltre le forme religiose e i feticci di una scienza profana e prezzolata. Lo spirito veleggia indisturbato da millenni, spetta a noi allineare la rotta.

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  8. Gentilissimo Angelo, parole esemplari, da incidere. Sono un monumento aere perennius.

    Grazie.

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