05 febbraio, 2011

Il passato rettiliano dell’umanità

Richard A. Boulay è autore di “Flying serpents and dragons The story of Mankind's reptilian past”. Il saggio è stato tradotto in francese, ma non nella nostra lingua e forse non lo sarà mai. L’edizione d’oltralpe è purtroppo priva dell’apparato iconografico che impreziosisce il testo in inglese.

Boulay propugna la tesi secondo la quale gli uomini sarebbero stati creati da una razza di Rettili (gli Anunnaki), basandosi su fonti archeologiche ed iconografiche che sono menzionate pure da altri ricercatori, di solito per suffragare opinioni diverse. In verità, il titolo di Boulay non appare molto persuasivo, poiché gli indizi da lui raccolti circa una presunta ascendenza rettiliana di Homo sapiens sapiens sono pochi e per di più potrebbero essere interpretati secondo criteri simbolici. Tuttavia l’opera è ricca di spunti meritevoli di approfondimento: dalla ricostruzione della storia di cui furono protagonisti i Sumeri, considerati il popolo da cui sbocciarono le altre culture, al nesso tra Sumeri e Habiru, dal culto degli dei serpenti al tema dell’immortalità, dall’evento noto come Diluvio universale ai Rephaim…

Lo studioso insiste molto sul nesso tra Sumeri ed Ebrei. Alcune incursioni etimologiche inducono a notevoli e forse avventurose congetture: “Ibri” (Ebrei) discende dal sumero “Ibru”, con il significato di “attraversare”. Si potrebbe pensare all’etnia israelitica come ad una progenie ibridata? Fondamentale l’indugio sulla radice ebraica "Yd" che vale “conoscenza” e “compiere esperienza di”: si osservi la somiglianza con la base indogermanica “(v)id”, in cui la conoscenza assurge a visione non tanto sensoriale, quanto interiore e mistica. Da un’unica sorgente scaturiscono i diversi fiumi delle lingue, con la progressiva separazione tra sottolineatura di sensi concreti, persino sessuali (è noto che “conoscere” nella Bibbia è usato come verbo eufemistico per indicare la copula) in àmbito medio-orientale, e valorizzazione di un’accezione metaforica nel milieu giapetico.

Boulay considera la Bibbia testo eminentemente storico, da cui cava notizie su migrazioni di popoli, vicende belliche, tradizioni, culti, personaggi celebri, come Caino, Enoch, Lamech e molti altri. Forse l’impiego della Bibbia come archivio annalistico è un po’ ingenuo e sarebbe occorso un vaglio più attento di retaggi e traduzioni. Nondimeno, mentre l’interesse dell’autore per la tesi centrale scema, egli ci accompagna in percorsi emozionanti. Se questi percorsi sono come gallerie che terminano in pareti cieche, un lettore scaltrito potrà forse trovare delle aperture attraverso cui proseguire. Così, tra i numerosi argomenti che inducono ad ulteriori analisi, annovererei in primis l’usanza della circoncisione che Boulay interpreta come sacrificio di sé per ottenere qualcosa. Manca a tutt’oggi un’indagine sulla consuetudine della circoncisione al di fuori dei canoni etnologici, con l’eccezione dell’originale (ed inquietante) approccio di Nigel Kerner al tema, quantunque l’ufologo britannico riporti conclusioni altrui.

Altri scenari poi di grande interesse sono squadernati dall’autore: “le radio degli antichi”, le basi del Sinai, la distruzione di Sodoma e Gomorra… Se il taglio clipeologico risulta alquanto riduttivo, bisogna riconoscere che è integrato da stimolanti excursus sulla letteratura ebraica apocrifa, indiana, gnostica etc. con citazioni di lacerti pressoché ignorati.

Certo, si ha l’impressione che “Flying serpents and dragons” lasci varie ricognizioni allo stadio embrionale, ma è nella natura stessa di questi contenuti di frontiera un’inevitabile incompletezza.

La ricerca è appena cominciata.



APOCALISSI ALIENE: il libro



8 commenti:

  1. Non voglio qui parlare di Zacharia Sitchin e nemmeno di David Ike, troppo è stato denigrato sia l'uno che l'altro pertanto, non è mia abitudine entrare in polemica con chi ha un pensiero diverso dal mio, che comunque rispetto il punto di vista.

    Voglio segnalare questa lettura, nella lingua inglese, che è possibile tradurre con google traslator, per quello che riguardano "le radio nell'antichità del passato":

    http://www.bibliotecapleyades.net/serpents_dragons/boulay14e.htm

    wlady

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  2. Non intendo essere polemico, ma vorrei segnalare che tale Arthur Mc Paul alias Vito Di Paola, si è cimentato in una confutazione delle tesi di Sitchin et al. Ora, a prescindere da questo suo percorso, noto che Arthur Mc Paul di storia antica non ha compreso quasi nulla, ergo la sua pars destruens risulta assai debole e viziata ab origine.

    Grazie della segnalazione, Wlady.

    Ciao

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  3. Cordialissimo Zret, la stima ed il rispetto che ho per la Tua persona non è in discussione, mi riferivo solo a eventuali consigli ricevuti in passato da persone che pur non condividendo le mie ricerche e letture, io continuo a leggere e rispettare comunque, perché arricchiscono questa bacheca, e che mai e poi mai era mia intenzione essere scortese parafrasando la parola "polemica".

    Grazie, wlady

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  4. Carissimo Wlady, avevo inteso il Tuo riferimento.

    Non uno itinere pervenitur ad tam magnum secretum (Aurelio Simmaco): è giusto che ognuno segua la sua via, anche se, come scrive Thomas Mann, per alcuni uomini non esiste alcuna via.

    Ciao e grazie.

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  5. E' un libro interessante che lessi due o tre anni fa e che mette molta carne al fuoco. Impensabile anche il solo riassumerne i contenuti salienti. Molte notizie, tante affermazioni alcune valide, quali la persistenza di una umanità costituita da giganti in Medio Oriente fino a non molti secoli prima di Cristo e sterminata dagli Ebrei invasori, altre assolutamente ipotetiche e non verificabili.

    Insomma una lettura densa in parte proficua ed in parte no.

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  6. Caro Zret, sarò un nostalgico, ma preferisco le tesi stralunate (già le 4 lune) di Horbiger. La Terra un tempo era più estesa di quella odierna, così come più grandi erano quegli esseri, i giganti appunto, che però non provenivano da altri pianeti, ma plasmati da forze telluriche contrastarono ferocemente la nostra civiltà. Oggi, nel nostro ambiente sono di moda certe tesi sul sesso libero tra rettiliani e uomini, innesti di dna, copule tra semidei e provincialotti della galassia quali eravamo noi. Insomma, una misticanza di teorie sulle origini dell'umanità balzane almeno quanto quella sull'evoluzione darwiniana. Tu mi conosci, non sono certo un riduzionista né uno scientista, però anche in un ambito, come dire, di frontiera, andrebbe usata sempre e comunque l'intelligenza insieme all'intuizione. Non pretendo la prova regina sulle origini del mondo e dell'uomo, ma uno studio articolato, ben impostato, con riferimenti mitologici comparativi, possibili rimandi a dati scientifici, ecco, non scartando nemmeno testi problematici come quelli teosofistici, per intenderci, ma con estrema cautela, senza pretendere di arrivare subito al punto. Così da dare al lettore più dati, più elementi, insieme a un metodo, che pur ci vuole, e una griglia interpretativa. Quando ebbi la fortuna di vedere l'inatteso, il leggendario, non accettai fideisticamente quanto i miei limitati sensi mi permettevano di percepire. Volli capire, approfondire, conoscere sempre più. Una risposta non è l'unica risposta, diceva il buon Fort.

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  7. Paolo, hai ben compendiato il succo del libro.

    Sì, Angelo, una visione metastorica e metafisica è spesso più incisiva ed approfondita di analisi che si fermano al dato storico, per giunta controverso. Benché codesta sia visione che suscita l'incredulità del lettore medio, è palese che la realtà è assai complessa e nessun rasoio di Ockham potrà mai essere idoneo ad un'interpretazione esauriente.

    Ciao e grazie.

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  8. Una domanda per tutti, da non prendere come polemica ma al massimo come un po' scettica, in merito al link postato da Wlady. Perché esseri (anche se a mio avviso sarebbe meglio definirle entità) evoluti come quelli che presumibilmente furono gli "Dei" di un remoto passato della Terra, avrebbero dovuto comunicare con gli esseri umani attraverso apparecchi simili a radio-trasmittenti? Non vi pare che questa visione delle cose cozzi in maniera brutale con una concezione spirituale dell'uomo? Se oltre a questo corpo fisico sono presenti nell'essere umano altre dimensioni più profonde, mi sembra ovvio pensare che eventuali comunicazioni da parte di esseri superiori debbano avvenire attraverso altri canali. A vostro parere dove sbaglia questa mia riflessione? Perché molti si ostinano a sostenere l'esistenza di un passato fatto di guerre cosmiche, astronavi, giganti, senza considerare da un punto di vista necessariamente simbolico la conoscenza presente nei testi antichi? Il linguaggio appartiene a questo mondo e sembra inadeguato ad esprimere il profondo, la realtà sovrasensibile. Dov'è che sbaglio secondo voi in questo semplice ragionamento?

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