Narrano rari viaggiatori, sbarcati su questa terra cinerea, di capitani che vollero salpare verso l’infinito. Essi immancabilmente descrivono alberi spezzati, vele logore, stelle sparpagliate nel buio, come pula nel vento. Quei marinai non desiderarono intraprendere avventurose traversate negli oceani: cercavano l’esilio dal rimpianto che corrode l’animo, a guisa di salsedine.
I visitatori raccontano di implacabili bonacce, di marinai che, gli occhi vacui, fissavano albatri spettrali. Evocano onde che formicolavano pigramente sulla chiglia, lo stridio delle gomene, simile a voci di sirene agonizzanti.
Quei capitani credettero di incontrare la morte liberatrice, fino a quando salì una nebbia livida dal precipizio del mondo. Nel giorno ammainato, sul ponte deserto girava a vuoto il timone…
I visitatori raccontano di implacabili bonacce, di marinai che, gli occhi vacui, fissavano albatri spettrali. Evocano onde che formicolavano pigramente sulla chiglia, lo stridio delle gomene, simile a voci di sirene agonizzanti.
Quei capitani credettero di incontrare la morte liberatrice, fino a quando salì una nebbia livida dal precipizio del mondo. Nel giorno ammainato, sul ponte deserto girava a vuoto il timone…