E’ stata imboccata la direzione sbagliata: soprattutto le nuove generazioni hanno preso la strada che conduce al baratro. Sono schiere che potremmo definire di “vittime felici”: esse, lungi dal dominare la tecnologia, il tetro totem di questi tempi, aspirano ad essere dominate. Il controllo è diventato autocontrollo, anzi spontanea evirazione.
Un paio di esempi. Dilaga la demenziale moda del piercing. Non si accorgono adolescenti e giovani che tutti questi brillantini ed anelli impiantati in ogni dove sono altrettanti corpi estranei? Tatuaggi giganteschi e pacchiani, dilatatori dei lobi ed orrori simili dimostrano non solo una totale ignoranza dei danni alla salute che queste manie comportano, ma pure culto dell’apparenza: è un esibizionismo con cui si tenta di colmare il vuoto interiore, la penosa mancanza di interessi e di talenti.
E’ lodevole che ci si impegni a cercare adozioni per cani che languiscono in celle fredde ed anguste, ma, ogni volta in cui si cerca una famiglia per queste sventurate bestie, si decanta il fatto che sono vaccinati e microchippati. Allucinante! Il microprocessore sottocutaneo, che non ha impedito e non impedisce di continuare ad abbandonare cani e gatti, è causa di tumori oltre ad essere il prodromo di innesti destinati agli uomini. Non ci si accorge che la tecnologia odierna è spesso un cavallo di Troia per espugnare le ultime roccaforti di un’agonizzante umanità? [1]
E’ errato l’approccio nei confronti dei media: non affermiamo che si devono del tutto ignorare, ma che bisogna aggredirli in modo implacabile, esibendo tutte le menzogne che diffondono gli organi ufficiali. I giovani dovrebbero usare i mezzi di comunicazione, di cui oggi è possibile disporre, non per cianciare, ma per sovvertire le bugie del regime. La loro indubbia padronanza degli strumenti tecnologici dovrebbe diventare un boomerang contro il sistema per creare un’informazione parallela in grado di sostituire la propaganda imperante.
L’umanità attuale pare essere diretta verso la meta della più algida cerebralità. Si è perduto il valore delle attività manuali, dalla scrittura con la penna alle più disparate forme artigianali ed artistiche che implicano un contatto con la materia. Si è perduta la relazione con la natura, non intesa in senso estetizzante, ma come ricettacolo delle energie vitali, come ricchezza materiale e spirituale. Tutto è elettronico, virtuale, smaterializzato: non trovare un modo per impedire i piani criminali sottesi alla digitalizzazione del mondo è inquietante; trovare chi è entusiasta di codesta decadenza è avvilente.
E’ giusto ed opportuno che le nuove leve della società mirino al benessere, ma dovrebbero ricordare che la tecnologia non è sinonimo di felicità. Guardino al presente ed al futuro dietro l’angolo, ma non dimentichino qual è la vera meta dell’esistenza: il rischio è che la coscienza sprofondi per sempre nel sonno della noncuranza, della sottomissione al sistema e dell’ignavia.
Se oggi fosse vivo Dante, descriverebbe un solo cerchio nell’oltretomba, un girone in cui collocare tutti i “passivi digitali”, quello degli ignavi.
[1] Vedi T. Lewan, Chip implants linked to animal tumors, The Washington post, 8 settembre 2007
Un paio di esempi. Dilaga la demenziale moda del piercing. Non si accorgono adolescenti e giovani che tutti questi brillantini ed anelli impiantati in ogni dove sono altrettanti corpi estranei? Tatuaggi giganteschi e pacchiani, dilatatori dei lobi ed orrori simili dimostrano non solo una totale ignoranza dei danni alla salute che queste manie comportano, ma pure culto dell’apparenza: è un esibizionismo con cui si tenta di colmare il vuoto interiore, la penosa mancanza di interessi e di talenti.
E’ lodevole che ci si impegni a cercare adozioni per cani che languiscono in celle fredde ed anguste, ma, ogni volta in cui si cerca una famiglia per queste sventurate bestie, si decanta il fatto che sono vaccinati e microchippati. Allucinante! Il microprocessore sottocutaneo, che non ha impedito e non impedisce di continuare ad abbandonare cani e gatti, è causa di tumori oltre ad essere il prodromo di innesti destinati agli uomini. Non ci si accorge che la tecnologia odierna è spesso un cavallo di Troia per espugnare le ultime roccaforti di un’agonizzante umanità? [1]
E’ errato l’approccio nei confronti dei media: non affermiamo che si devono del tutto ignorare, ma che bisogna aggredirli in modo implacabile, esibendo tutte le menzogne che diffondono gli organi ufficiali. I giovani dovrebbero usare i mezzi di comunicazione, di cui oggi è possibile disporre, non per cianciare, ma per sovvertire le bugie del regime. La loro indubbia padronanza degli strumenti tecnologici dovrebbe diventare un boomerang contro il sistema per creare un’informazione parallela in grado di sostituire la propaganda imperante.
L’umanità attuale pare essere diretta verso la meta della più algida cerebralità. Si è perduto il valore delle attività manuali, dalla scrittura con la penna alle più disparate forme artigianali ed artistiche che implicano un contatto con la materia. Si è perduta la relazione con la natura, non intesa in senso estetizzante, ma come ricettacolo delle energie vitali, come ricchezza materiale e spirituale. Tutto è elettronico, virtuale, smaterializzato: non trovare un modo per impedire i piani criminali sottesi alla digitalizzazione del mondo è inquietante; trovare chi è entusiasta di codesta decadenza è avvilente.
E’ giusto ed opportuno che le nuove leve della società mirino al benessere, ma dovrebbero ricordare che la tecnologia non è sinonimo di felicità. Guardino al presente ed al futuro dietro l’angolo, ma non dimentichino qual è la vera meta dell’esistenza: il rischio è che la coscienza sprofondi per sempre nel sonno della noncuranza, della sottomissione al sistema e dell’ignavia.
Se oggi fosse vivo Dante, descriverebbe un solo cerchio nell’oltretomba, un girone in cui collocare tutti i “passivi digitali”, quello degli ignavi.
[1] Vedi T. Lewan, Chip implants linked to animal tumors, The Washington post, 8 settembre 2007
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La seduzione digitale, immagino, si è innestata su quella che Freud definiva pulsione di morte, quell'insondabile ebbrezza verso il nulla, insita nell'animo umano.
RispondiEliminaIl naufragio collettivo delle coscienze nel mare dell'inutilità è proprio il tratto caratteristico del nostro mondo occidentale morente, al quale purtroppo in molti, da altri lidi, aspirano.
Tutti i sottoprodotti a tecnologia digitale sono come coltelli affilati ma senza manico. Ciao
E' proprio come scrivi, Ghigo. Il mondo è ormai una tecnocrazia, anzi una tanatocrazia.
EliminaCiao
Testa china sul telefonino, occhi sul display passeggiano senza neppure accorgersi dei pericoli in strada zombie moderni del 21 secolo che merda di mondo,non ti salutano nemmeno se gli rivolgi un buongiorno...che dire umanità allo sbando
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