05 febbraio, 2017

26 febbraio 1993: auto-attentato al World Trade Center



Se la C.I.A. ti spia, con l'F.B.I. sono guai.

Quando si menziona l’auto-attentato alle Torri gemelle, sùbito si pensa al giorno 11 settembre 2001 ed alla demolizione controllata sia del World Trade Center sia dell’edificio n. 7.

Eppure “le Twin Towers erano già state colpite da un attentato di matrice ‘islamica’ il 26 febbraio 1993. Quel giorno fu posteggiato un furgoncino imbottito di tritolo nell’autorimessa sotterranea della Torre Nord. Per questo attentato fu condannato all’ergastolo un arabo di nome Ramzy Yousef che aveva ricevuto l’incarico di piazzare l’esplosivo da Emad E. Salem, un ufficiale egiziano in pensione.

In seguito si scoprì che Salem era un informatore dell’F.B.I. e che l’esplosivo gli era stato fornito personalmente da agenti federali. Questi ultimi gli avevano garantito che si trattava solo di una carica di bassa potenza, usata per collaudare le procedure di emergenza del grattacielo. Esiste, infatti, la registrazione della telefonata in cui Salem protestò vivamente con l’F.B.I. di New York, dopo essersi reso conto dell’effettiva potenza dell’ordigno consegnatogli. Durante la concitata conversazione, l’agente John Anticev ordinò a Salem di procedere comunque, ma per fortuna Youssef, l’esecutore materiale, non seguì le direttive del piano originale, parcheggiando il mezzo lontano dalle colonne centrali di sostegno dell’edificio, provocando così danni inferiori a quelli programmati. In seguito a questo inside job, in cui persero la vita cinque persone e ne rimasero ferite circa trecento, Salem consegnò il nastro della sua chiamata al “New York Times” ed al “Chicago Tribune”. Il contenuto della conversazione fu pubblicato una sola volta e lo scandalo fu rapidamente insabbiato”. (M. Pizzuti).

Ecco come procedono le agenzie atte a “proteggere” la popolazione contro nemici "esterni": quando i disservizi segreti non si occupano di tutte le fasi di un auto-attentato, dalla pianificazione all’esecuzione materiale, usano come bassa manovalanza cittadini arabi o musulmani (a volte “suprematisti bianchi”), ora circuiti ora convinti con il denaro ora controllati mentalmente. Costoro poi diventano altrettanti capri espiatori cui è addossata la responsabilità della strage. Intanto l’inganno continua, sotto forma di operazioni falsa bandiera (false flag) o carneficine simulate (stage events), nonostante qualche verità ogni tanto filtri. Purtroppo, però, la feccia dei giornalisti provvede subito ad insabbiare tutto. Vatti a fidare di pennivendoli e di servizi d’"intelligence"...

Fonti:

R. Bernstein, R. Blumenthal, Bomb informer’s tape gives rare glimpse of F.B.I. dealings, New York Times, 31 ottobre 1993
M. Pizzuti, Evoluzione non autorizzata, Vicenza, 2016, p. 212.


Articolo correlato: 911: demolizione controllata, 2017


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5 commenti:

  1. Con l'odierna immigrazione di massa provocata ed indistinta, soprattutto proveniente da paesi musulmani, non gli mancherà di certo la scelta.
    Singolare è il caso dei sedicenti attentatori delle bombe di Londra del 2005. I ragazzi infatti erano informatori della polizia, incaricati di testare le difese antiterrorismo della città. Quando si sono accorti dell'inganno hanno tentato di mettersi in salvo ma era troppo tardi. Ovviamente sono stati eliminati.
    Le bombe del '93 al WTC sono la prova di come gli autoattentati siano preceduti da un'accurata progettazione, anche pluridecennale, a cui i media di regime partecipano in primissima persona.

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    Risposte
    1. Ottima integrazione, Ghigo.

      I "manovali" o saltano in aria o sono uccisi dalla polizia o condannati all'ergastolo; i mandanti sono quelli che affermano di voler combattere il terrorismo.

      Ciao

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  2. Tutti i disinformatori che, per anni, hanno scritto e detto menzogne, devono finire impiccati!

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