20 agosto, 2006

La Moratti e la morte

Absit iniuria verbis

La divina Letizia, non paga di aver inferto un colpo quasi definitivo al sistema scolastico, con la sua perniciosa riforma, ora, da sindaco di Milano, è stata fulminata (sebbene lo fosse già prima) da un’idea geniale: far pagare un pedaggio a tutti gli automobilisti non residenti che, con le loro vetture, intendono entrare in città. Le scuse sono sempre le stesse: reperire le risorse finanziare per migliorare la viabilità e per potenziare i trasporti pubblici, in modo da ridurre il traffico e l’inquinamento atmosferico, causa di disturbi e anche di patologie tra la popolazione. Inquinamento? I sindaci che osano pronunciare questa parola ed ardiscono presentare dei progetti o avviare delle iniziative per lottare contro la polluzione, dovrebbero essere precipitati ancora vivi, come Branca d’Oria, nell’inferno, nella bolgia degli ipocriti!

Quale mostruosa improntitudine dimostrano costoro quando ostentano la loro falsa sensibilità per i problemi ambientali! Essi sanno, poiché sono informati da alcuni cittadini e da qualcun altro che, mentre i comuni organizzano dispendiosi convegni sulla necessità di rispettare la natura e tutelare la salute delle persone, sostanze venefiche e metalli non metabolizzabili dall’organismo, sono quotidianamente sparsi sulla gente ignara, attraverso l’operazione scie chimiche.

La verità è un’altra: l’esiziale moratti ha escogitato il modo per spillare quattrini ai contribuenti, nella fattispecie agli automobilisti, tra le categorie più vessate, dovendo già pagare, quasi sempre per recarsi sul posto di lavoro, il bollo, la benzina gravata di balzelli (ne aggiungeranno un altro per finanziare la missione di “pace” in Libano), il premio dell’assicurazione, pedaggi autostradali, le soste etc.

La verità è un’altra: la mortale moratti ha escogitato il modo per apparire la strenua difenditrice della salubrità dell’aria, per dirla con Parini. A questo punto esigo che l’insubre nipote sia insignita di un’onorificenza da Lega Ambiniente per le sue straordinarie benemerenze.

A parziale discolpa della letale Letizia, bisogna, però, ricordare che ella ha uno stuolo di imitatori, tra cui mi piace menzionare l’insigne sindaco che dà lustro alla città dei fiori del male. Costui, dopo aver vergognosamente ignorato la segnalazione in merito alle scie velenose, ha offerto il patrocinio del comune ad un congresso sulla salvaguardia del creato (sic). Che nobile animo, che luminoso esempio di amore per la natura!

L’atroce morbo di Morgellons? L’avvelenamento degli ecosistemi? Pazienza… l’importante è un po’ di belletto sul volto putrido e marcescente della “politica”. Non è vero, egregio signor sindaco?

Viene quasi da rimpiangere l’impero romano, quando almeno un principe come Tiberio, in risposta a chi gli consigliava di aumentare le imposte, osservava: "Le pecore devono essere tosate, non scorticate".

I “politici” di oggi dovrebbero apprendere qualcosa da Tiberio, ma che cosa ci si può attendere da un regime plutocratico fondato sull’anatocismo, l’usura ed il veneficio?

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