Absit iniuria verbis
Gli “esperti” bontemponi del sito dedicato all’MD 80, essendosi accorti evidentemente che i cittadini non sono tutti degli imbecilli patentati, hanno deciso di correre ai ripari per tentare di dimostrare che le scie velenose (alias scie chimiche) non esistono, dedicando un ampio e prolisso “studio” al tema. Dopo una premessa in cui coloro i quali si occupano seriamente del problema sono definiti simpaticamente “loschi” individui e sono accostati a coloro che gestiscono siti turpi (che delicato abbinamento!) si cimentano in un dilettantesco tentativo di confutazione, viziato sin dall’inizio da una petizione di principio, che è la seguente: “Le scie chimiche non esistono, ergo tutte le strisce del cielo sono semplici ed innocue scie di condensazione”.
Da un punto di vista metodologico, l’approccio alla questione è del tutto errato, in quanto l’indagine di questi piloti alcuni dei quali forse laureati (non sempre una preparazione tecnica è sinonimo di rettitudine), parte dal presupposto di conoscere già quello che si vuole raggiungere. Non è perciò una vera, onesta analisi, intesa come ricerca di una verità che può essere anche diversa dalle distorte convinzioni che sono veri e propri pregiudizi. A prescindere da ciò, il testo in esame, non avvalora minimamente la tesi enunciata, anzi. Vediamo perché. Preciso che ho introdotto i miei commenti in corsivo. Ricordo anche che tale testo non è propriamente una confutazione dell’indagine pubblicata sul sito di cui sopra: non è necessario, infatti, controbattere certe affermazioni che non sono argomenti più o meno plausibili, ma o semplici esposizioni di dati oggettivi su cui mi sono soffermato in numerosi articoli, oppure gratuite elucubrazioni basate sul nulla e sulla sgusciante abilità (l’unica abilità che riconosco a codesti azzeccagarbugli dell’aeronautica) di eludere la questione fondamentale. Qual è la questione fondamentale, l’arco di volta della controversia? Il nodo delle quote: infatti questi disinformatori d’accatto glissano neanche tanto elegantemente circa la quasi totale impossibilità che le scie si generino ad altitudini medio-basse. Sono costretti perciò, in quei rari casi in cui sfiorano il tema, ad arrampicarsi sugli specchi senza ventose, affermando che i velivoli ripresi e fotografati e visibili con facilità anche ad occhio nudo, considerata la relativa vicinanza al suolo, in realtà starebbero incrociando più in alto, sebbene misurazioni trigonometriche ed altri mille parametri smentiscano questa loro bugia. Un’efficace e definitiva dimostrazione di falsità di tutti i sofismi e paralogismi in merito a quote, rotte, frequenza dei voli, aerovie etc., capziosità partorite dalle menti pusille dei legulei con il joystick, si trova al seguente indirizzo: http://www.spazioufo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=891
Il testo elaborato dall’équipe di Icaro fornisce delle informazioni in merito alla meteorologia, su cui nessuno potrebbe eccepire, essendo tra l’altro quelle già riportate in tutti i siti che spiegano la differenza tra scie di condensazione e scie chimiche.
Così possiamo leggere: “Il vapore acqueo, pur essendo più leggero dell'aria, si trova solo negli strati più bassi dell'atmosfera poiché salendo condensa, per poi ricadere sulla superficie del pianeta sotto forma di acqua allo stato liquido o solido”.
Questo è un accenno al ciclo dell’acqua che studia già un allievo di scuola secondaria di primo grado. La spiegazione del ciclo e dei principali fenomeni atmosferici è nelle righe seguenti.
Lo strato più basso, a contatto con la superficie terrestre, si chiama troposfera, e si estende per un'altezza variabile da circa 8.000 metri sulla verticale dei poli, fino a 20.000 metri sulla verticale dell'equatore. Caratteristica della troposfera è la diminuzione di temperatura che accade in modo più o meno uniforme dalla superficie terrestre fino alle quote sopra citate. La troposfera è una massa d'aria di forma ovale che circonda la Terra, contenuta da una sottile superficie chiamata tropopausa, lungo la quale la temperatura dell'aria cessa di diminuire dopo aver raggiunto il valore medio di -56,5°C e si mantiene pressoché costante per buona parte dello strato superiore chiamato stratosfera.
Le nubi e le nebbie sono masse di piccolissime goccioline d'acqua (o di aghetti di ghiaccio se la temperatura è sotto lo zero termico), che si formano per condensazione o per sublimazione del vapore acqueo presente nell'aria. La condensazione dà alternativamente luogo a nebbie o a nubi, secondo che il fenomeno si manifesta al livello del suolo oppure ad una certa quota sopra di esso. Ogni gocciolina si forma intorno ad un nucleo solido, detto nucleo di condensazione, che può essere un granello di polvere, di carbone proveniente da una combustione o un piccolo cristallo di sale sulla superficie del mare, ma che deve comunque essere presente, altrimenti la condensazione non può aver luogo.
Se una massa d'aria povera di nuclei diventa satura senza che in essa possa aver luogo la condensazione, si dice che è sovrasatura. Al contrario, se i nuclei di condensazione sono molto numerosi, il valore minimo dell'umidità relativa necessaria perché abbia luogo la condensazione può scendere anche al 75%. Le goccioline e i cristalli che formano le nubi hanno dimensioni piccolissime, dell'ordine del centesimo, o al più del decimo di millimetro e perciò riescono a "galleggiare" nell'aria, ad essere respinti verso l'alto dalle correnti ascendenti oppure a rievaporare o a sublimare scendendo a temperature maggiori. Essi cadono al suolo sotto forma di precipitazioni, quando, per aggregazione, raggiungono dimensioni e peso che non permettono più il loro sostentamento.
Le nuvole vengono sostenute nell'atmosfera dai movimenti verticali dell'aria, si trasformano continuamente e si presentano in una lunga serie di forme e dimensioni.
Le quattro principali sono i cirri, i cumuli, gli strati e i nembi. (…)
Fin qui niente di nuovo sotto il sole, il pallido sole oscurato dalle nubi chimiche, aggiungerei. Lo studio quindi si inoltra nella dissertazione sulle scie, che sono illustrate nel modo seguente.
Si tratta di nuvole a forma di linee che sono prodotte dalle emissioni vaporose emesse dai motori degli aerei, sia a pistoni sia a reazione, che operano ad alta quota o comunque ad una quota nel quale la temperatura e la conformazione dell'aria, dell'umidità e della temperatura, ne favorisce lo sviluppo spontaneo.
I primi seri studi sulle scie di condensazione avvennero nel 1920 e si intensificarono negli anni a seguire durante la seconda guerra mondiale. Dal punto di vista strategico, infatti, le contrails (nome tecnico che identifica le scie di condensazione) erano un'aspetto (Dio mio, hanno scritto proprio così, un aspetto con l’apostrofo! Costoro forse possono esibire lauree in meteorologia, climatologia e chimica, ma con la lingua italiana hanno qualche lieve problema) altamente negativo che vanificava totalmente l'effetto sorpresa derivante dalla guerra aerea.
Che iattura per i signori della guerra!
I bombardieri ad alta quota venivano avvistati con grande anticipo proprio a causa delle scie di vapore prodotte dai loro motori. Questo problema, fonte di numerosissimi studi, non è mai stato risolto,(quale atroce disgrazia! Nonostante tante ricerche e tante intelligenze non sono ancora riusciti a risolvere questo problema che già affliggeva i fratelli Wright e – si dice – anche Dedalo) dal momento che esso scaturisce da un'evento (di nuovo con l’apostrofo! Errare humanum est, perseverare diabolicum) fisico naturale dei gas caldi e della combustione cui non è possibile far fronte in alcun modo. Le scie sono composte prevalentemente da acqua sotto forma di minuscoli cristalli di ghiaccio. Il motore (parliamo di quello a reazione, il più usato) emette durante il suo funzionamento un grande quantità di vapore acqueo nell’aria circostante. Questo vapore d’acqua è prodotto durante la combustione del carburante. Vengono anche emesse dal motore particelle minuscole (aerosol), che formano una superficie sulla quale possono formarsi le piccole gocce d'acqua. Si tratta comunque di una dose minima. Le contrails si formano quando queste gocce d'acqua gelano all'istante (per gelare all’istante la temperatura dovrà essere molto bassa, qual è quella delle quote alte!) formando una lunga scia formata da aghi di ghiaccio. Un altro fattore che influisce sulla formazione delle scie è l'umidità atmosferica. Se c'è poca umidità, le scie evaporano rapidamente; queste si chiamano scie di corta durata. Se c'è molta umidità, la scia continuerà a crescere: queste si chiamano scie persistenti. Queste ultime possono resistere per parecchie ore (affermazione un po’ azzardata e comunque strumentale) e possono crescere notevolmente in larghezza ed altezza. Possono anche espandersi notevolmente per effetto dei venti alla quota di volo e, quando succede, queste scie divengono in seguito impossibili da distinguere da un cirro naturale. (Invece le nubi chimiche che si allargano assomigliano sovente a strati, non a cirri).
Questo passaggio è la spudorata scopiazzatura di osservazioni che si possono leggere sul sito della NASA, laddove viene chiarito che alcune scie sono più brevi, altre più lunghe, certe effimere, altre un po’ più persistenti. Ma che sagace delucidazione!
Le contrails, anche nella loro massima espansione e/o diffusione, sono comunque nuvole esigue che non hanno la capacità di trasformarsi (meglio dire "sostituirsi") a una vera e propria formazione nuvolosa.
Qui e non solo qui cascano gli asini! Infatti le scie chimiche spesso diventano lentamente, ma in modo inesorabile, ammassi nuvolosi come testimoniato da un’infinità di fotografie, filmati e testimonianze: le strisce rilasciate dalle aviocisterne e da altri velivoli, si ampliano minuto dopo minuto e, unendosi alle altre decine di scie, creano prima delle nuvole, ma anche danno origine ad una coltre biancastra e lattiginosa che si può “ammirare” in quasi tutte le riprese dei vari servizi giornalistici. Che cosa accomuna il servizio sui fratellini scomparsi in Puglia, quello sulla sagra di paese, sulle vacanze degli Italiani, sull’incidente automobilistico…? L’inquadratura del cielo, immancabilmente solcato da qualche scia velenosa o coperto da una patina lattea. Fateci caso.
In sostanza, anche se fosse possibile saturare il cielo con migliaia di contrails non si innescherebbero mai fenomeni meteorologici tipici dei fronti nuvolosi reali, quali perturbazioni, pioggia, neve, temporali, grandine, fulmini, raffiche di vento.
Qual è il tallone d’Achille di tutto il discorso dei nostri burloni? Essi ammettono - sono costretti ad ammetterlo, a meno che non intendano negare le leggi fisiche, cosa teoricamente possibile, ma per intelletti assai più acuti – che le scie di condensazione si formano a quote alte, come da almeno dieci anni è puntualizzato dagli studiosi seri che distinguono tra scie normali e strisce tossiche, non da qualche Francesco Baracca in vena di amenità.
È necessario pertanto fare chiarezza: che cos’è una scia? È ”una zona di fluido (liquido o gassoso) situata immediatamente dietro un solido in movimento relativo rispetto al fluido stesso, caratterizzata dal fatto che in essa il moto è prevalentemente formato da vortici. Tipici esempi di scie sono i solchi spumeggianti che un natante veloce lascia nell’acqua dietro di sé (acqua ferma e solido in moto)…, le scie di condensa che segnalano il passaggio di un jet (aria ferma e solido in movimento). Queste ultime sono provocate dalla condensazione del vapore acqueo prodotto dalla combustione del carburante causata dalle condizioni di umidità, pressione e temperatura che si riscontrano ad alte quote di volo. La composizione ed il comportamento delle scie dipendono principalmente dalla forma del solido, dalla viscosità e dalla densità del fluido, dalla velocità relativa e dall’angolo secondo il quale essi si incontrano. Nel caso degli aeromobili, per esempio, la scia è animata da moti vorticosi che diventano più marcati in corrispondenza delle variazioni della sagoma dell’aeromobile (per esempio, nell’intersezione tra ala e fusoliera)”. (1)
L’inequivocabile, esplicito riferimento alle alte quote di volo è la granitica prova che le strisce generate ad altitudini medio-basse non solo non sono scie di condensazione, ma che nemmeno di regola dovrebbero formarsi, a meno che non si tratti di qualcos’altro, ossia di scie chimiche alias velenose. Ergo le scie chimiche esistono e non sono dovute alla condensazione del vapore acqueo.
L'unico "pericolo" rappresentato dalle contrails è riassumibile in due voci: la lieve schermatura della luce solare a svantaggio del calore respinto; la difficoltà nella navigazione aerea a vista (…).
Insomma solo e soltanto ovvie considerazioni sulle scie di condensazione che anche un bambino di tre anni sa riconoscere, mentre una persona di modesta cultura sa che sono composte per lo più da vapore acqueo.
La piccola percentuale di fumo di scarico presente in esse non si vede minimamente. Tutto ciò che il nostro occhio vede, è solo una nuvola di vapore bianco. In una parola, acqua!
Acqua cristallizzata che dà luogo ad una nuvola a forma di striscia e che, a secondo del punto in cui si forma, potrà apparire, a tratti, frastagliata, a pallini, filamentosa, spumeggiante, a cometa etc, esattamente come fa qualunque nuvola composta di vapore condensato. Non si commetta pertanto l'errore di osservare un aereo ad alta quota (qui di nuovo danno ragione a chi sostiene che le scie di condensazione si formano a notevoli altitudini, mentre quelle velenose vengono per lo più create a quote medio-basse) e credere che quella scia sia fumo. Il fumo o gas di scarico dei motori a reazione, si può osservare solo recandosi in un aeroporto ed assistere ai decolli e agli atterraggi degli aerei di linea. Noterete che tale fumo (di colore marrone-nero) è molto diradato, tanto che su alcuni aerei propulsi con moderni turbofan ad alto rapporto di diluizione, neppure lo si vede. Quello è il gas di scarico del motore. Le contrails no. E' vapore condensato, solo vapore. Mi pare che tale concetto sia già stato espresso: è vero che repetita iuvant, ma non siamo tonti come qualcun altro…La prima parte del lungo e un po’ noioso articolo, scritto forse consultano qualche Bignami, si conclude con un accorato invito ai lettori affinché ascoltino le veraci parole della Scienza (con la esse rigorosamente maiuscola). In sintesi ci insegnano che si tratta solo di innocuo vapore.
Siamo arrivati alla conclusione di questo paragrafo. (Deo gratias) Tutti questi “fenomeni vaporosi” (che stucchevole espressione!) hanno un comune denominatore. L’acqua! E’ l’acqua o, meglio, l’umidità a renderli visibili. Non c’è proprio nulla di chimico. (Comunque mi consta che anche l’acqua è un composto chimico! Non è per caso che costoro si sono laureati come quel famoso calciatore…).
Le contrails sono vapore acqueo condensato prodotto dai motori. I vortici, gli aloni alari, i coni sonici, sono anch’essi provocati dall’umidità condensata, ma contrariamente alle contrails, si formano a causa di pressioni ed eventi fluidodinamici. Si tratta di fenomeni naturali, tutti di colore bianco come le nuvole, a testimonianza della loro innocua provenienza acqueo-vaporosa. E credeteci: (certo che vi crediamo, finché disquisite di scie di condensa che si formano ad alte quote; è quando fingete di non vedere e di non conoscere le scie venefiche di bassa quota che cominciamo a non fidarci più tanto, poiché allora assumete l’atteggiamento di quei monelli che hanno rubato la marmellata e che, con le dita sporche di confettura, strillano che non ne sanno nulla) Non siamo noi a dirlo. È la Scienza!
Bella questa personificazione! Come disinformatori valgono meno di una noce vuota, ma hanno talento letterario da vendere.
Un’ultima considerazione: i nostri amici sono forse così ferrati nel fenomeno dell’evaporazione, perché è evaporato loro qualcosa…?
Fonti:
Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, voce “scia”, a cura di Raffaella Daghini e di Matteo Merzagora
Zret, A proposito della struttura termica dell’atmosfera, 2006