12 novembre, 2009

Francesco d'Assisi ed i Catari

Una meta, tante vie.

Francesco nacque ad Assisi intorno al 1182. Nel 1206, dopo una giovinezza dissipata, si convertì ad una vita di penitenza. Nel 1208 fondò l'ordine dei Frati minori. Autorizzato oralmente da Innocenzo III, fu papa Onorio III ad approvarne ufficialmente la regola. Francesco morì nel 1226.

Alcuni dati biografici circa il poverello d'Assisi parrebbero collegarlo ai Catari o, per lo meno, delinearne un'immagine un po' eccentrica rispetto alla tradizione agiografica. Il padre fu il mercante Pietro Bernardone dei Moriconi; la madre fu la nobile Giovanna (detta la Pica) Bourlemont. La genitrice volle che fosse battezzato con il nome di Giovanni (dal nome dell'apostolo Giovanni) nella chiesa costruita in onore del patrono della città, il vescovo e martire Rufino, cattedrale dal 1036. Tuttavia il padre - così si racconta - decise di cambiargli il nome in Francesco, insolito per quel tempo, in onore della Francia che aveva determinato la sua fortuna finanziaria.

La madre era nata a Tarascon, in Linguadoca, terra in cui erano numerosi i Buoni uomini. Il nome di battesimo, Giovanni, si riferisce all'apostolo cui è attribuito il Quarto Vangelo, l'unico tra i quattro libretti considerato canonico dagli "eretici". Il nome Francesco ribadisce il legame con il retaggio d'oltralpe.

Ben viva era all'epoca in cui visse Francesco la vicenda dei Catari. Alcuni focolai sopravvissero nella vicina Toscana, ma ridotti alla clandestinità, dopo la sanguinosa crociata del 1209 voluta dal pontefice Innocenzo III. Francesco con gli Albigesi condivise la povertà apostolica, la predicazione itinerante, la condotta irreprensibile, il ruolo attivo dei laici. Franco Cardini contesta qualsiasi legame con il Catarismo, poiché "Francesco e i suoi seguaci non mettevano in dubbio la gerarchia della Chiesa. Francesco stesso, infatti, insisteva sulla necessità che si amassero e si rispettassero i sacerdoti. [...] Inoltre egli non si rifiutava di mangiare alcuni cibi rigettati dai Catari (come carni, latte, uova), anzi accettava tutto quello che gli veniva offerto. Infine la differenza tra l'avversione al "mondo della materia" dei Catari e l'amore per tutte le manifestazioni di vita di Francesco non poteva essere più stridente. Lo stesso Cantico delle creature può essere letto come un perfetto trattato di teologia anti-catara".[1]

Le argomentazioni di Cardini non sono del tutto persuasive, in quanto si basano su una visione piuttosto stereotipata e parziale del Catarismo e specialmente perché ignorano che è possibile professare una fede in modo nascosto. Con ciò, non si intende affermare che Francesco fu un cripto-albigese, ma certi aspetti dovrebbero comunque essere studiati, invece di essere liquidati come fantasie. Resta, infatti, un pur labile collegamento tra il poverello d'Assisi e la cultura occitanica.

"Tra il 1212 e il 1213 in località Pian d'Arca di Cannara, al confine con Bevagna, avvenne lo straordinario episodio della predica ai volatili. Insieme con il Santo queste meravigliose creature del Signore dialogano accomunati da una vita semplice ma di grande intensità. L'edicola di Pian d'Arca, al centro di un'oasi naturalistica, con campi coltivati, vigneti ed oliveti, fu eretta nel 1926 in occasione del settimo centenario della morte del Santo".

Orbene, sarà forse una coincidenza, ma il toponimo Pian d'Arca evoca la cittadina di Arques e, di rimando, il celebre dipinto Et in Arcadia ego di Nicolas Poussin. Arques è un piccolo borgo situato nel dipartimento dell'Aveyron nella regione del Midi-Pirenei. Ivi passarono i Crociati guidati da Simone di Montfort di ritorno dall'assedio e dall'espugnazione di Coustassa, Rhaeda (l'attuale Rennes le Chateau) e Le Bézu.

Occorre anche soffermarsi su Tarascon, la città in cui era nata la madre Pica. Tarascon (in italiano Tarascona) è un comune francese di 12.668 abitanti situato nel dipartimento delle Bocche del Rodano della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra. La città fu con ogni probabilità fondata dai Greci di Marsiglia.

Tarascon è situata sulla riva sinistra del Rodano. Secondo la leggenda, Marta di Betania, assieme a sua sorella Maria di Betania (ossia Maria Maddalena), approdò sulle coste provenzali nel 48 d. C., in seguito alle persecuzioni in patria. Più precisamente sbarcarono nella zona della Camargue, una palude alle bocche del Rodano. Oggi in quella plaga, sorge il paese di Saintes-Maries-de-la-Mer. Qui la zona era infestata dalla tarrasque, un mostro che, uscendo dalla sua tana nel letto del fiume Rodano, devastava le campagne. Venne ammansito da Santa Marta con le preghiere: ad ogni preghiera, il mostro diventava sempre più piccolo. Quando arrivò a dimensioni tali da risultare innocuo, la donna lo condusse nella città di Tarascon. Qui, però, i cittadini atterriti uccisero la creatura. Ancora oggi, l'uccisione della tarasque è celebrata a Tarascon l'ultima domenica di giugno.

Si notano in questo caso vestigia di tradizioni relative a Maria Maddalena, figura ed archetipo che rivestirono un importante ruolo nella cultura occitanica e francese, comprese le concezioni dei bons hommes.

Se accantoniamo la definizione forviante di "eresia", come deviazione rispetto ad una presunta ortodossia i cui confini sono sempre soggettivi e storicamente determinati, forse possiamo pensare a Francesco d'Assisi come ad un trait d'union tra cristianesimo ufficiale ed istanze gnostico-dualiste o ad un interprete della dottrina catara. Francesco risentì pure l’influsso dei Sufi, i mistici dell’Islam.

Infine Francesco trova in Dante Alighieri uno spirito affine: l'elogio che il sommo poeta, cripto-templare e forse cripto-cataro, tesse del Santo nel canto XI del Paradiso, testimonia una comune visione del mondo.

[1] F. Cardini, M. Montesano, Storia medievale, Firenze, 2006


Per approfondire Giuseppe Spadaro, L'Albero del Bene. San Francesco, teologo cataro, 2009


APOCALISSI ALIENE: il libro

19 commenti:

  1. Il prof Cardini è il classico bulldog di Santa Romana Chiesa, colto ma ignorante spiritualmente, ma forse mi sbaglio. Francesco fu un iniziato sostanziale, magari non formale, ma poco importa. Certi cattolici pensano di avere il monopolio della verità. Ma la verità è più grande delle Chiese poiché le contiene e sostiene. Francesco è la cerniera mistica tra l'est e l'ovest del mondo e se vi sono riflessi catari nella sua vita e pensiero, è perché lo spirito si connette a tutte le esperienze, penetra copioso le anime degli uomini che cercano Dio. Il movimento spirituale cataro, i perfetti, ha una sua forza e dignità, frammista a lati problematici come ve ne sono in altri movimenti spirituali. Non sta a me giudicare gente tosta, che ha avuto il coraggio di cercare altre strade meno battute dello spirito, e per questo sono stati massacrati da quelle mammole del potere cattolico medioevale, oggi così difeso da storici di parte...Recandoti ad Assisi, Zret, di là dal turismo religioso di massa, percepisci un'aura formidabile dei luoghi ove pellegrinava serafico quel poverello, che ruppe le catene dell'ego, del pensiero dialettico ed entrò in comunione con il Cosmo, riflesso del Divino.
    Angelo Ciccarella

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    1. Davvero molto interessante, la penso così anch' io, ma, ancora oggi, non si possono esprimere facilmente certe idee scaturite da una spiritualità che ha un orientamento che si discosta sa quello della Chiesa di Roma.
      Paola Ballanti
      Ravenna

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Davvero molto interessante, la penso così anch' io, ma, ancora oggi, non si possono esprimere facilmente certe idee scaturite da una spiritualità che ha un orientamento che si discosta sa quello della Chiesa di Roma.
      Paola Ballanti
      Ravenna

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  2. Angelo, non credo proprio che ti sbagli a proposito di Cardini. Anche la Montesano, coautrice del testo citato in calce al breve articolo, è figura allineata, sebbene tempo fa avesse tentato una timida sortita sul 911.

    Sul Graal, Cardini ha scritto riflessioni molto banali, manualistiche.

    Equilibrato il tuo ritratto dei Catari.

    Esistono luoghi pregni di spiritualità.

    Ciao e grazie.

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    1. Condivido pienamente, ma, purtroppo, la Chiesa è decisamente poco elastica.

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  3. Angelo Ciccarella ha anticipato , almeno in parte, cio' che ho pensato dopo aver letto questo chiaro e profondo intervento su Francesco e i Catari.E' stata tradotta in italiano un' opera fondamentale sul catarismo , presso l' editrice Cambiamenti ,dove peraltro, se non erro, non si fa il minimo accenno a Francesco.
    Esiste una silloge di sonetti alchemici attribuiti a uno dei discepoli diretti di Francesco ,ma essa presso gli ambienti francescani che ho accostato viene ritenuta apocrifa:vorrei saperne di piu'. Grazie.

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  4. Jacolliot, credo che in un testo sul Catarismo bisognerebbe almeno accennare a Francesco. Non so molto della silloge di sonetti. Delego Paolo, Angelo etc.

    Ciao e grazie.

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  5. Caro Jacolliot, l'esperienza mi dice che la Chiesa, nel corso dei secoli, quando ha potuto - spesso e volentieri - ha filtrato, manipolato, tagliuzzato, tutto quel materiale cartaceo, iconografico e reliquiario, che potevano recare nocumento ai precari equilibri del potere. A volte vi erano ragioni politicamente necessarie, ma più e più volte non dovevano esser rese note cose alla massa di fedeli. Pertanto agiografie, cronache, almanacchi, saggistica, dovevano recare debito imprimatur. Se c'era come minimo puzza di eresia possibile durante la vita di questo o di quel santo o chierico o teologo, all'insegna del taglia e cuci, del copia e incolla, erano e sono prassi. Quindi caro amico, è difficile trovare alcunché, a meno che tu non voglia pescare nell'editoria new age o in quella degli archeofuturisti anglofoni, allora in tali casi ti consiglio di andarci armato di capacità critica.
    Comunque su san Francesco, sebbene con le dovute cautele, vi è un interessante libro di padre Anthony Elenjimittam, Francesco d'Assisi -Lo yoghi dell'amore cosmico. A me è piaciuto, per quel che vale.
    Angelo Ciccarella

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  6. L'unico persona Cattolica che abbraccio il caratismo, almeno in parte fu Papa Luciani.
    Di fatti venne freddato, la chiesa fu ancora vista sotto la giusta luce, si rappresentò ancora una volta come una grande farsa il cui unico scopo è elogiare l'uomo e non il creato di Dio.
    Papa Luciani fu anche 'unico che volette rivoluzionare l'utilizzo dei fondi della banca papale, ritornando ad una concezione di visioni più catariste che strettamente cattoliche.
    I Catari a diversità dei Cattolici professavano il momento della confessione in gruppo, in modo che tutti potessero udire i peccati.
    In tale modo la chiesa Cattolica avrebbe perso molto denaro poichè non avrebbero più potuto assolvere dopo la confessione, solamente dietro a cospicui beni materiali donati a "Dio".
    La confessione sarebbe divenuto un rito in cui si ammettevano i peccati innanzi a tutti, ciò avrebbe portato ad un minor controllo della chiesa sulla popolazione.
    Inoltre Papa Luciani ribadì il concetto di Dio anche da un punto di vista dualista, di fatti affermo che lo si poteva intendere sia come Padre ma anche come madre. Visione che fu consolidata anche da i sucessori.

    Scusa il linguaggio poco chiaro ma ho solo la terza media.... ma può essere Papa Luciano un Francescano il quale voleva unire il mondo monastico e quello della Chiesa!?

    A parere mio la visione pauperista non fu mai vista di buon occho dalla Chiesa e perciò doveva essere debellata, tuttoggi si manifestano eventi che vogliono affermare la chiesa debba risedere nel quarto cerchio dell'Inferno. Fin quando non mostrerà anche essa umiltà come ha concesso da poco di predicare ma che non ha mai fatto.

    Scusa la lunghezza e la grammatica;)

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  7. Fenice, credo proprio che papa Luciani fu eliminato dalle gerarchie della Chiesa babilonese dopo 33 giorni di pontificato, poiché intendeva combattere la corruzione di un clero avido e mondanizzato. Non so se risentisse del pensiero cataro: lo vedrei di più come un pauperista. La sua definizione di Dio come Padre-Madre, che suscitò indignate e scandalizzate reazioni, è, invece, a mio parere, condivisibile. Altrimenti che senso avrebbe il versetto del Quarto vangelo che recita "Dio è amore"?

    La Chiesa di Roma è troppo coinvolta nei piani delle élites per riscoprire, anche solo per un istante, i valori evangelici.

    Dante incontra nel cerchio degli avari moltissimi chiericuti. Ciò è sintomatico.

    Ciao e grazie.

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  8. Papa Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani - nel suo nome importanti riferimenti ad Alba, albigesi e Luce - più che echitettarlo andrebbe compreso perché fu tanto inviso già dopo pochi giorni dall'elezione. Zret penso abbia già detto abbastanza. Altre questioni entrano in ballo, ma non è il momento né il contesto per farle emergere. Abbiamo già grane.
    Angelo Ciccarella

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  9. Papa Luciani(già arcivescovo di Venezia) non vedeva di buon occhio Marcinkus, il gestore dello IOR, che nel 1972 aveva ceduto la Banca Cattolica Veneta al Banco Ambrosiano di Calvi senza informarne il patriarca che se ne serviva direttamente.
    Una volta divenuto Papa era probabilmente sua intenzione una ristrutturazione delle finanze vaticane, volendone maggiore chiarezza nella gestione, chiarezza che avrebbe svelato la corruzione della gestione di personaggi sotterranei.
    Lo stesso Villot, segretario di Stato Vaticano, aveva intenzione di mantenere una continuità di gestione tra i vari pontificati, e non vide di buon occhio l'attività di Giovanni Paolo I.
    Non per niente il nome di Villot compare per primo nella lista del 121 preti massoni pubblicata da "OP" del giornalista Pecorelli.

    Per ulteriore interessanti informazioni consiglio la lettura del libro "Fratelli d'Italia", di Pinotti, fonte dalla quale ho attinto queste informazioni

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  10. Pirata Pantani, quanto riporti è frutto di dilgenti ricerche.

    Acuta l'osservazione di Angelo circa il riferimento agli Albigesi ed alla Luce nel nome e cognome di Giovanni Paolo I.

    E' probabile che le gerarchie cattoliche occulte siano una succursale del Regno degli Arconti.

    Ciao e grazie.

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  11. Caro Zret, purtroppo credo che tu abbia decisamente ragione: la Chiesa come succursale degli arconti. A volte è sufficiente la presenza di una mela marcia per far marcire tutto il capagno di mele. Ora, bisognerebbe individuare quando è avvenuta la degenerescenza ecclesiastica.
    Angelo Ciccarella

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  12. - bias di conferma mode off -

    degenerazione ecclesiastica?
    potrebbe essere iniziata nel 325 d.c., forse anche prima...

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