27 dicembre, 2009

Pulsar: messaggi da civiltà dello spazio?

Il pulsar è una stella di neutroni in rapida rotazione e che emette fasci di onde radio simili a quelle di un radiofaro veloce. I radiotelescopi sulla Terra captano tali onde nella forma di impulsi radio periodici di notevole regolarità. Il nome pulsar è una contrazione di pulsation radio source (radio sorgente pulsante) ed è stato scelto in analogia al termine quasar. La prima pulsar fu scoperta nel 1967 da Jocelyn Bell Burnell, una giovane radioastronoma che lavorava a Cambridge, sotto la supervisione di Anthony Hewish. L'équipe di Cambridge rilevò che l'oggetto scoperto era molto più piccolo delle stelle appartenenti alla sequenza principale, non maggiore di un pianeta come la Terra. Insieme con l'estrema precisione dell'intervallo tra i due impulsi successivi, questa conclusione indusse i radioastronomi a considerare la possibilità che i segnali captati potessero provenire da una civiltà extraterrestre, ma la scoperta di altre pulsar mostrò che non poteva essere così e che doveva trattarsi di un fenomeno naturale.

Nel 2006 lo scienziato statunitense Paul A. La Violette, in un saggio intitolato Decoding the message of the pulsars, Intelligent communication from the galaxy, ha riproposto la teoria secondo la quale le onde radio delle pulsar sarebbero comunicazioni di popoli delle stelle. Andrew Collins in Segnali dallo spazio profondo, 2009, ipotizza che questi astri di neutroni siano delle creature senzienti in grado di alterare frequenza, forza e natura delle loro emissioni elettromagnetiche: infatti, secondo Collins, la vita nel cosmo potrebbe non essere basata solo sul carbonio (e sul silicio, aggiungo), ma pure sul plasma.

Come si accennava, La Violette opina che la vera natura di questi oggetti celesti sia stata grossolanamente fraintesa. Egli avrebbe scoperto, con uno studio durato ventisette anni, che un numero di singolari pulsar è distribuito in modo non casuale: si tratterebbe di una dislocazione significativa secondo il punto di vista di una civiltà aliena. Nel suo libro, il ricercatore "illustra l'evidenza di inusuali allineamenti tra le pulsar ed interessanti correlazioni tra i periodi degli impulsi. Importante è il messaggio che gli extraterrestri stanno inviando, un avvertimento su un cataclisma dovuto ad un'esplosione del nucleo della Galassia. Questa ammonizione potrebbe aiutare l'umanità ad evitare una futura tragedia di proporzioni globali. Il titolo di La Violette contiene analisi approfondite delle pulsar, con nuove idee sulla loro genesi e sulle loro funzioni, fornisce prove di una rete extraterrestre di comunicazione, include informazioni sui crop circles e sulla tecnologia con cui vengono disegnati."

L'autore ritiene che le pulsar siano nane bianche dotate di generatori di sincrotroni creati da una società galattica intenta a trasmettere messaggi a noi terrestri.

Come valutare l'ipotesi sopra riassunta? Appare bizzarra, benché La Violette sia studioso di valore, abituato a condurre indagini rigorose con l'ausilio di dati e di fonti che spaziano dall'Archeoastronomia alla Fisica, dalla Storia alla Cosmologia... Più che altro il presunto proposito di inviare una comunicazione alla Terra per opera di una star nation, sembra il canovaccio di un romanzo fantascientifico: sappiamo quanto sovente la fantascienza sia illuminata da folgoranti intuizioni sul destino e la storia segreta dell'umanità. Tuttavia credo che l'origine artificiale delle pulsar non sia stata ancora dimostrata in modo incontrovertibile, anche se forse in futuro ciò avverrà. L’universo è più misterioso di quanto immagini la più fervida fantasia.

La congettura di La Violette non è comunque priva di un suo fascino abissale, apocalittico: civiltà sideree inviano messaggi attraverso gli spazi gelidi del cosmo per avvisare dei rischi che incombono su un'umanità distratta ed incamminata fatalmente verso l'autodistruzione.

Su un pianeta defunto e freddo, fra cumuli di macerie fumanti e foschi bagliori di incendi, echeggia un segnale che nessuno ormai può più udire.

Fonti:

A. Collins, Segnali dallo spazio profondo, in X Times n. 14, dicembre 2009
Enciclopedia dell’Astronomia e della Cosmologia, a cura di John Gribbin, Milano, 2006, s.v. pulsar
P. A. La Violette, Decoding the message of the pulsars, Intelligent communication from the galaxy, 2006




APOCALISSI ALIENE: il libro

6 commenti:

  1. Ciao Zret
    Interessante e in effetti affascinante la prospettiva dei messaggi, di "esistenze lontane", che attraversano il Cosmo per arrivare fino da noi. Peccato davvero per quest'ostinata sordità, in gran parte provocata artificialmente, che caratterizza il pianeta Terra.
    Ovviamente, sono e saranno sempre benvenuti tanto gli uomini di buona volontà (inteso in generale come esseri umani) quanto lontani esseri di qualunque sostanza, fosse anche solo pensiero. Non si sa mai.

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  2. Ginger, "desiderare" significa avere nostalgia delle stelle, da cui, in senso letterale o metaforico, alcuni di noi provengono. Un contatto con gli Altri potrebbe essere un contatto con noi stessi.

    Ciao e grazie.

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  3. Credo, caro Zret, che antiche civiltà stellari ci inviino da tempo segnali. Ma non sono certo i soli radioastronomi moderni ad avere i mezzi di decodifica di tali segnali. Nei bricchi pieni di acqua pesante di ignoti alchimisti, apparivano forme stellate fatte di tenui sostanze. Negli stagni isolati, si potevano notare curiose conformazioni vegetali dalle forme non casuali e su tutte quella astrale. Sulla pietra e in postazioni ipogee, riproduzioni di antichi eventi cosmici confermano ancora oggi, che ci chiamano da tempo e oltre il tempo, da molto lontano e ci ricordano che proveniamo da antiche lontananze.
    Angelo Ciccarella

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  4. Certamente, Angelo, non esistono solo i segnali dello spettro elettromagnetico, quelli che i radioastronomi si ostinano a cercare di captare. Ascoltiamo il passato ed il silenzio interiore: udremo la voce dei Progenitori.

    Ciao e grazie.

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  5. Possiedo il testo di La Violette tirato in ballo dal post. Gli diedi una scorsa diverso tempo fa senza leggerlo integralmente. Devo dire che come te, Zret, credo poco alla storia delle pulsar di origine artificiale.

    L'essere umano, per tirare a campare rendendo più sopportabile la sua condizione di relitto cosmico, ha spesso bisogno di crearsi delle illusioni e di auto-convincersi che qualcuno di lassù lo pensa e cerca di proteggerlo o di salvarlo in un modo o nell'altro.

    Non so che dire. Che ognuno si scelga il suo oppio.

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  6. Anche dalla fisica quantistica sono state cavate consolatorie visioni del mondo, ma restano consolazioni, banali compensazioni. In questo periodo poi gli uomini tendono a cadere nella solita trappola del futuro che incanta, solo perché mancano pochi giorni alla fine di un anno, il cui termine è poco più che una convenzione. Le disincantate parole di Leopardi, nella sua celebre operetta morale, ci insegnano che l'anno venturo sarà solo, nel migliore dei casi, un'altra disillusione.

    Ad ognuno il suo filo, finché non si spezza.

    Ciao e grazie.

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