05 gennaio, 2010

"Amicizia" in Cile

L'ufologo Scott Corrales ha recentemente elaborato un breve studio, intitolato Riflessioni sul contattista Aiguas Prietas, dove analizza alcuni casi in cui supposte entità aliene hanno comunicato tramite apparecchiature di radio-amatori.

Nel brano che ho estratto dall'articolo, l'autore fornisce informazioni sul caso Amicizia in Cile, caso che ha corrispondenze in Italia: infatti, nel libro di Stefano Breccia, Contattismi di massa, sono narrate le vicende di presunti alieni, gli Akrij, approdati in Europa nel 1956 e, in seguito ad una sconfitta subita per opera di esseri a loro ostili, i Weiros, costretti a smobilitare e ad abbandonare, nel 1978, le loro basi, di cui la più importante costruita nell'Adriatico. I visitatori "cileni" di "Amicizia" presentano tratti fisionomici ed un contegno simili a quelli degli Akrij installatisi in Italia. Anche il particolare della collaborazione degli ufonauti con uomini che procurano agli ospiti attrezzature combacia con quanto riportato da Breccia. Bisognerebbe riuscire a stabilire se Octavio Ortiz, il cileno che, secondo le sue dichiarazioni, entrò in contatto con i Nordici in Clie, sia stato a conoscenza degli eventi occorsi nella nostra penisola. Se così non fosse, sarebbe una significativa coincidenza...

Corrales scrive: "Una delle situazioni più interessanti ed ancora in corso in Sud America riguarda l'attività di un gruppo denominato "Amicizia", che opera nell'arcipelago Chonos. Questo sodalizio è stato variamente associato con U.F.O., esseri interdimensionali, agenti della C.I.A., nazionalsocialisti rfugiatisi in America meridionale, secondo le interpretazioni dei vari autori. Nel 1984, un radio-amatore, Octavio Ortiz, residente a Santiago del Cile, diventò il protagonista di un'avventura che si è protratta sino ad oggi. Quell'anno, Ortiz ricevette un angoscioso S.O.S. da una nave il cui equipaggio sosteneva di essere intrappolato da una luce misteriosa che stava interferendo con la strumentazione elettronica del natante. La luce, un misterioso vascello, era scesa vicino alla nave. Sorpreso, Ortiz assicurò che avrebbe ritrasmesso il messaggio alle autorità portuali di Iquique, a nome del comandante.

A seguito di ciò, Ortiz strinse amicizia con il comandante della nave, un uomo di nome Alberto, che rivelò di essere stato reclutato da misteriosi "gringos" per fornire loro attrezzature utili per l'insediamento situato in un'isola. Questi elusivi uomini di aspetto nordico affermarono di appartenere ad una "Congregazione" e che avevano battezzato l'isola su cui risiedevano "Amicizia".

Octavio Ortiz in seguito avrebbe avuto la possibilità di comunicare attraverso la sua radio con Ariel, uno fra gli esponenti di "Amicizia". In un'intervista con il giornalista spagnolo Josep Guijarro, Ortiz spiegò che ogni volta in cui Ariel comunicava con lui, gli aghi della sua ricetrasmittente saltavano, indicando l'impiego di un trasmettitore di enorme potenza. Né Ortiz fu l'unico a parlare con questa entità: la moglie Cristina un giorno chiese ad Ariel donde egli ed il suo gruppo provenissero. La voce rispose che non erano 'di questo mondo, ma che appartenevano all' umanità'.

Nell'agosto 1985, a poco più di un anno da quando Ortiz aveva captato il segnale di soccorso, un oggetto luminoso apparve nel primo pomeriggio sopra casa sua, a Santiago. Secondo la testimonianza di Ortiz, egli udì una voce alla radio che esclamava "Esci! Esci!". Ortiz capì che era "Ariel" e che l'U.F.O. era un oggetto controllato in remoto dai sodali di "Amicizia".

Secondo Guijarro, il rinomato ufologo Jorge E. Anfruns ha notato un particolare molto importante: "Alcuni dei radio amatori hanno riferito ai giornali di interferenze con le loro sofisticate apparecchiature ".[...]

Anche la Marina cilena sembra abbia conosciuto per molti anni interferenze radio e problemi causati dagli ordigni volanti nelle vicinanze delle isole Chonos. Josep Guijarro ricevette una lettera da un tecnico che ha prestato servizio per cinque anni nella stazione radio navale di Puerto Mont. Nella lettera era scritto: "Noi eravamo stanchi di questi 'diavoli' che spesso interferivano con le nostre comunicazioni per mezzo di potenti apparecchiature tecnologiche e che in alcune occasioni produssero una barriera invisibile attorno alla penisola Taitao, impedendo a tutti i natanti, comprese le unità militari, di comunicare. [...]



Fonti:

S. Breccia, Contattismi di massa, Padova, 2007
S. Corrales, Riflessioni sul contattista Aiguas Prietas, 2009



APOCALISSI ALIENE: il libro

5 commenti:

  1. Il sud America è il vero punto di confine tra quello che c'è dietro il fenomeno ufo e il nostro mondo. I casi da te riferiti li ritengo tra i più autentici. Potremmo magari disquisire sull'origine extra o terrestre, ma poco conta. Perché? Perché sono questi i contatti di così eccezionale valenza intrinseca da mettere in secondo piano la loro provenienza. Amici missionari giuseppini in Venezuela e in Brasile, mi hanno più volte riferito di esser stati testimoni delle evoluzioni a pelo d'acqua di sfere luminosissime che volteggiavano su fiumi nella regione amazzonica. Gli indi non si stupiscono nemmeno, considerandoli dèi visitatori. Zret, ti ringrazierò sempre per il lavoro prezioso di documentazione, divulgazione, sobrietà, oggi rarissimo nell'ambiente ufologico italiano.
    Angelo Ciccarella

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  2. L'America meridionale è ricca di casi interessanti, spesso poco noti. Anche le antiche civiltà pre-colombiane sono legate a visitatori delle stelle: saranno solo leggende. Sarebbe istruttivo sapere se Ortiz era a conoscenza del caso "Amicizia" in Italia: se non ne era al corrente, i resoconti del libro di Breccia acquisirebbero un certo credito.

    Grazie dell'elogio, ma ho semplicemente tradotto.

    Ciao

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  3. Errata corrige: dopo "leggende", ci vuole il punto interrogativo.

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  4. Ho conosciuto personalmente l'ing. Stefano Breccia. Quando gli vengono chieste delucidazioni su passaggi del suo libro, rimane più abbottonato di una divisa da ùssaro in una serata di gala. Ha pubblicato recentemente un altro libro in inglese ("Mass contacts")e lo ha arricchito di "qualcosina" rispetto alla versione in italiano. Certo è che nel 1978 nel medio adriatico successero cose incredibili, fino ad arrivare alla morte di due fratelli pescatori, colati a picco con la loro imbarcazione, con modalità e danni al natante di dubbia interpretazione.

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  5. Walter, è una storia molto interessante e piena di risvolti enigmatici ed inquietanti. Sarebbe bello credere in extraterrestri evoluti e benevoli, come quelli del caso "Amicizia", ma mi chiedo: Ubi sunt?

    Ciao e grazie.

    P.s. Bella la metafora della divisa da ussaro.

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