18 febbraio, 2010

Il serpente di bronzo

Necustan, Nehustan o Nehushtan (in ebraico, נחושתן o נחש הנחושת) è il nome del serpente di Mosè.

La Bibbia racconta che Mosè, per persuadere il Faraone che le sue parole provenivano da Dio, scaraventò per terra il suo bastone che si trasformò in serpente. Il sovrano egizio dunque chiamò i suoi maghi che ripeterono l'incantesimo, ma, a prova della superiorità del Dio di Mosè, il serpente del legislatore divorò i rettili dei maghi egizi. (Esodo 7:8-12) Secondo Numeri 21:4-8, Mosè, indispettito dall'infedeltà del popolo per cui aveva tanto tribolato, mandò dei serpenti velenosi ad uccidere i peccatori. Pentito per il suo impeto d'ira, forgiò ed eresse un serpente di bronzo: chiunque, morso dai serpenti velenosi, si sarebbe potuto salvare, solo guardando verso il manufatto bronzeo. Il serpente dovette essere venerato da alcune comunità di Ebrei ancora nell'VIII secolo: infatti il re di Giuda, Ezechia (716 a.C.- 687 a.C.) distrusse tutti gli idoli ed anche il Nehustan, "perché gli Israeliti bruciavano incenso e lo chiamavano Nehustan". (Secondo libro dei Re 18:4)

Gesù usa l'immagine del serpente di rame in Giovanni 3:14.15, istituendo un'analogia tra l'innalzamento del serpente ed il Figlio dell'uomo che dovrà essere innalzato onde "chiunque creda in lui abbia la vita eterna".

Anthony S. Mercatante ricorda che l'immagine eretta dal legislatore era simile a quella dedicata al dio (o dea?) della vita Nin-gis-zida (sum., dnin-is-zi-da), appartenente al pantheon dei Sumeri. Era patrono della medicina e può essere considerato un nume della fertilità e della natura, ma era anche associato al mondo sotterraneo: il suo nome in sumero significa "signore del buon albero". Era legato simbolicamente ad una specie di serpente cornigero. Per primo fu raffigurato già alla fine del III millennio a.C. come rettile che si attorciglia attorno ad un'asta, anticipando il Caduceo di Hermes, il bastone di Asclepio e quello di Mosè.

In ebraico il vocabolo Nehustan contiene una radice "nag" molto antica che si rintraccia nel sanscrito "naga": questo morfema si rileva nelle lingue semitiche con "nachash", come nell'inglese "snake".

Sarebbe interessante comprendere il vero significato del Nechustan, cercando di isolare, di là dall'alone mitico, un nucleo riconducibile ad una credenza radicata in conoscenze probabilmente sumere circa la genesi della vita (il D.N.A.?). Con ciò, non intendo asserire che i simboli sono mere trasfigurazioni di contenuti empirici, sebbene si debba ricordare che cifre ed immagini, all'interno di alcuni cicli, adombrano fenomeni astronomici, in primis la precessione degli equinozi. Come è noto, il simbolo è denso e multiforme e qualsiasi interpretazione, per quanto profonda, non lo esaurisce. Qui, però, ci troviamo di fronte alla possibilità che il testo biblico conservi un "segnale" anche se "disturbato" di una tradizione molto antica, in cui il serpente potrebbe alludere non solo alla vita ed alla rigenerazione.

E' leggittimo pensare alla reminiscenza di un contatto con esseri anguiformi: tale interpretazione è stata propugnata da vari studiosi. Credo, però, che, se concentrassimo l'attenzione non tanto sul serpente, i cui significati sono numerosi ed anche antitetici, ma sul materiale con cui fu costruito, il bronzo (o rame), si potrebbero scoprire interessanti correlazioni, ad esempio con l'oro che secondo la Torah, rivestiva sia all'interno sia all'esterno, il legno di cedro con cui era stata costruita l'Arca dell'Alleanza. Il collegamento con l'Arca è individuabile pure in una tradizione, secondo la quale in origine la cassa conteneva un serpente, poi l'effigie di un dio serpente. Questo animale ricorda, per i suoi movimenti sinuosi e repentini, la folgore.

Sono in gioco forse delle energie...

Fonti:

Enciclopedia dei simboli, a cura di H. Biedermann, Milano, 1999, s.v. serpente
Enciclopedia delle religioni, Milano, 2001, s.v. Sumeri
A. S. Mercatante, Dizionario dei miti e delle leggende, Roma, s.v. Arca del Patto, serpente



APOCALISSI ALIENE: il libro

5 commenti:

  1. Alcuni scritti Sumerici e tradotti da antichissime tavolette scritte in carattere cuneiforme, raccontano il pantheon degli dei della Mesopotamia e più precisamente nell'Enuma Elish (epica della creazione XIII° secolo ac.) viene descritto il grado sessagesimale posto agli stessi dei, a Ningishzidda viene conferito il grado di 30, al padre Ea/Enki il grado di 40 anche se primogenito (ma non della moglie primaria), il grado di 50 lo aveva il secondogenito (Enlil) figlio della prima moglie del dio AN padre supremo degli dei con il numero di 60.

    Ea/Enki (Oannes) era considerato un grande scienziato, colui che sperimentò la manipolazione genetica per creare l'uomo sapiens.

    Il simbolo del Caduceo (kerykeion in Greco) è quello dei serpenti intrecciati che rappresentano la doppia elica del DNA.

    Lo stesso simbolo era il geroglifico che indicava il nome di PTAH in Egizio, ciò potrebbe spiegare il fatto davvero sconcertante che a volte le gorgoni venivano raffigurate con serpenti intrecciati.

    Ningishzidda, figlio di Enki, esperto di genetica e di altre scienze; chiamato anche Tehuti (Thoth) nell'antico Egitto; insieme ai suoi seguaci andò nelle Americhe dopo essere stato deposto dal fratello Marduk dio per antonomasia di Babilonia, primogenito di Ea/Enki.

    Il nome Marduk è anche il nome del famoso controverso 12° componente del nostro sistema solare chiamato Nibiru.

    Senza dubbio le energie in gioco sono molteplici, e l'Arca dell'Alleanza in passato lo è stata certamente, il fatto che era rivestita tutta di un metallo nobile come l'oro (incorruttibile) sprigionava una energia molto, potente; il fatto che veniva trasportata con dei pali di legno dal popolo Ebraico, non lasciava dubbi sulla sua pericolosità di generatore di energia, la Bibbia è permeata di casi di chi per errore l'ha sfiorata e poi è rimasto folgorato (era un generatore di corrente? Era una trasmittente? nessuno può dirlo ma il dio che l'ha fatta costruire YHWH se ne serviva per comunicare al popolo di Israele).

    wlady

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  2. Wlady, pertinenti le tue integrazioni sugli dei sumeri.

    Mi chiedo se, data la somiglianza tra Akhenaton ed Obama (ammesso che tale somiglianza fenotipica non sia casuale), costui possa considerarsi un rampollo di un'antica ed ormai degenere stirpe che potrebbe passare attraverso la tribù di Levi, tribù, come Moses, di origine egizia.

    Che cosa fossero davvero l'Arca ed il Serpente di bronzo, è arduo stabilire: credo, però, che il futuro passi anche per quei luoghi in cui questi manufatti furono custoditi.

    Ciao e grazie.

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  3. Sì, con il serpente di bronzo eretto da Mosè entravano probabilmente in gioco delle energie (cosmiche e spirituali) in grado di apportare benefici terapeutici.
    Insomma doveva trattarsi di un supporto fisico attraverso il quale transitavano influenze capaci di sanare gli infermi.

    La sua forma poteva ricordare sia il Caduceo di Hermes sia più propriamente l'Axis Mundi, struttura mitica forse solamente eterica e pertanto non percebile dagli occhi ottenebrati dell'Umanità decaduta, che gli uomini dell'alta preistoria potevano ammirare all'estremo Nord del nostro Pianeta. Tale pilastro fluidico, evidentemente di aspetto attorcigliato e di cui rimangono vaghe nozioni nel mondo greco-romano, rappresentava effettivamente il 'trait-d'union' ovvero il percorso privilegiato che collegava il mondo degli uomini a quello degli Dei.

    Attraverso di esso scendevano e salivano le anime e sempre attraverso di esso dovevano promanare le influenze spirituali destinate al nostro mondo. Alcuni studiosi contemporanei hanno voluto vedere una coincidenza fra l'Axis Mundi antico e le cosidddette correnti di Birkeland. Ma in realtà è solamente di analogia che si tratta come del resto altra analogia si evince nel caso della forma del DNA, argomento tanto caro ai 'new agers'.

    Il serpente di Mosè, come più tardi il Caduceo degli ermetisti, si proponeva pertanto di rievocare tale mitica formazione ancestrale forse già invisibilizzatasi ai tempi delle fastidiose e psico-drammatiche vicissitudini del popolo ebraico in marcia verso la Terra Pronmessa. Eventi più psichici che storici e che i testi biblici continuano a riproporci da molto se non ormai troppo tempo.

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  4. E' possibile che anche la scala di Giacobbe abbia valori simili, adombrando l'anabasi verso il mondo eterico ed intelligibile, il contatto con dimensioni superiori.
    Da un punto di vista formale, la somiglianza con il D.N.A. e con la corrente di Birkeland era stata già evidenziata da alcuni autori.

    L'eclissi del mondo iperuranico, che si potrebbe forse anche datare con una certa precisione, fu per l'umanità una vera iattura. Ora siamo confinati in un angusto recinto.

    Ciao e grazie.

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  5. ERA di RAM!

    FATTI un ser(RE)penTe di RAM:

    E il magi­co nome “Ram”, come prefisso e suffisso si ritrova ovunque. Nei Faraoni d’Egitto RAM-ses; in Ab-RAM, padre degli Ebrei e Arabi ma all’evidenza, non di se stesso; nei fondatori di Roma, i RAM-nenses; addirittura nell’islamico RAMa-dam; e molto altro ancora.
    Di sommo significato e valore è la composizio­ne del Nome abramitico. Nelle Lingue ancestrali Abindica un alto esponente missionario: dunque, nel caso specifico, un’Autorità dello stesso ciclo di Rama per una diramazione ad Ovest, verso l’Africa e il Mediterraneo della Civiltà Bianca Polare dello Spirito. (Da notare che nell’Ebraico biblico Ab-RAMsi interpreta “Padre eccelso”).
    Identica indicazione segreta della voce “Ram” ha la presenza universale sulla Terra del colore Bianco. Il candido Libano è il Centro spirituale che più riflette il Regno Supremo invisibile.
    Laba­no (Albano) è il superiore parente al cui servizio lavorò lo stesso Giacobbe-Israel. Elia “il Profetismo eterno” opera e vince sul Libano: e i bianchi Ce­dri (vedi legno arca)della mistica montagna, simbolo dei Sapienti nascosti, orneranno in alto il Tempio di Salomone. Né si dimentichi Alba-longa, madre di Roma e, se si vuole, il lago di Albano che è la residenza estiva dei Papi Biancovestiti.

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