08 gennaio, 2011

Genesi biblica (prima parte)

“Genesi biblica. Evoluzione o creazione? Caino è la chiave del mistero”, Belluno, 2007, è un singolare saggio scritto da don Guido Bortoluzzi (1907-1991). Ad esser precisi, l’opera ambisce a presentarsi come una rivelazione ricevuta da don Guido, intemerata e schietta figura di sacerdote nato a Farra d’Alpago (Belluno): infatti il Signore avrebbe comunicato al parroco, per mezzo di visioni, la verità sulle origini del genere umano a spiegazione ed integrazione del Genesi. Corre l’obbligo di non ignorare questo titolo, benché non sia imperniato su una mera ricerca, considerato l’interesse dei temi trattati e le pur parziali convergenze con recenti indagini genetiche, paleontologiche e storico-archeologiche.

Vediamo di riassumere le singolari tesi del libro. Dio creò il primo Uomo puro e perfetto. Il “peccato originale” fu un rapporto procreativo avuto da Adamo con una specie inferiore che don Guido chiama “ancestri”. Il frutto di tale trasgressione, compiuta solo da Adamo, non da Eva, fu un’ibridazione della specie umana perfetta. La prima Donna era perfetta ed innocente perché bambina quando fu commesso il peccato originale. Il marchio che rendeva riconoscibile Caino, rampollo misto di Adamo, era la parola, l’unico segno umano percettibile. L’ibridazione della specie umana, discendente da Caino, provocò una corruzione delle successive generazioni a tal punto che gli ibridi assunsero i caratteri di ominidi. Tuttavia ripetuti interventi rigeneratori di Dio portarono l’uomo alla sua rievoluzione fino ad essere in grado, nella pienezza dei tempi, di accogliere la Redenzione. Va puntualizzato che Eva apparteneva alla specie inferiore degli ancestri: ella non fu la vera moglie di Adamo, ma una partner occasionale in una copula non lecita, da cui nacque Caino, laddove la prima Donna che al tempo del peccato aveva solo un paio d’anni e che, crescendo, diventò la sposa legittima del Capostipite, fu completamente estranea a qualsiasi colpa. Ecco perché la tradizione ebraica menziona due mogli del Protoplasta: Lilith (Eva) che generò mostri e diavoli (ibridi) ed una consorte, la Donna che diede alla luce, gli uomini, i Figli di Dio. Costoro si invaghirono delle figlie degli uomini, i mescolati, sicché, unitisi a quelle donne, la specie pura risultò inquinata.

Eva, femmina ancestre, era bianca di pelle e glabra: fu creata da Dio come esemplare unico. Ella partorì la Bambina, ossia la futura sposa dell’Archegete. La Bambina fu “tratta dalla costola di Adamo”, cioè dal suo seme, mentre egli era sprofondato nel sonno: Dio creò nella matrice di Eva “un gamete perfetto della specie dei Figli di Dio che, unendosi al gamete del Progenitore, diede vita alla prima cellula della bellissima Neonata”.

Se ho ben interpretato il complesso quadro delineato dall’autore, Eva fu usata come ospite per generare la Donna, come ponte tra una specie di ominidi e la specie umana.

Centrale è in questa ricostruzione, la simbologia dei due alberi citati nel Genesi: stando allo scrittore,
l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male è la linea genetica (il philon) degli ancestri rappresentata dalla femmina Eva: fu albero del Bene "quando per volontà di Dio era stato conosciuto da Adamo nel sonno e fu concepita la Bambina; divenne albero del Male, quando Adamo ebbe con Eva un rapporto di conoscenza sessuale al di fuori del progetto di Dio.” In tale esegesi, Eva ed il Serpente, animale metafora dell’ancestre fattrice, coincidono.

Come giudicare l’interpretazione di “Genesi biblica”? Si sarebbe tentati di liquidare il tutto come un insieme di idee fantasiose, soprattutto perché disancorate dal
testo biblico di cui sembrano una rielaborazione. Tuttavia i contenuti del saggio sono altrettanti spunti per tentare di gettare un po’ di luce su una materia intricatissima, in cui confluiscono scienze ed approcci disparati.

Aveva ragione Edgar Allan Poe che, nel racconto “La lettera rubata”, ci spinge a riflettere su come ciò che è davanti agli occhi è spesso invisibile. Rileggiamo la Bibbia: noteremo che, sebbene Elohim abbia proibito ai Protoplasti di nutrirsi del frutto che cresce sull’albero della Conoscenza, Eva mangia il pomo dell’albero della Vita al centro del giardino! Quale violazione ella, che comunque fraintende il divieto, commise, se Elohim aveva vietato di mangiare il frutto di un’altra pianta, frutto che Eva, obbedendo alla prescrizione divina, non gustò?

Bisogna qui ricordare che, per quanto mi consta, è stato Alessandro De Angelis, a cogliere l’incongruenza biblica, la confusione tra i due alberi.

I passi biblici, di seguito riportati, dimostrano quanto evidenziato.

“Dio piantò un giardino in Eden, ad oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato. Dio fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. […] Dio poi ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché, nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».

[…] Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"». Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che, nel giorno in cui ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».

La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei ed egli ne mangiò”.




APOCALISSI ALIENE: il libro



13 commenti:

  1. Nell'Epica della Creazione (Enuma Elish), e più precisamente nella sesta tavoletta Enki insieme a Nimmah e Ninki sorellastre sia di Enlil ed Enki si sono cimentati nella creazione del Lulu/Amelu il lavoratore primitivo il quale, doveva portare il giogo ed il fardello degli Anunnaki nelle miniere dell'Abzu.

    Ma questa prima copia di terrestri chiamati Adamo e Li-lit, non progrediva e degenerava come i loro progenitori per i loro loro continui accoppiamenti; un giorno che Enki girando per i canneti e le paludi con il suo Visir Isimud, scorse due fanciulle che facevano il bagno, di una bellezza sconvolgente e si accoppiò con tutte e due dando così l'inizio di una nuova specie, l'Homo sapiens.

    Enki diede loro un nome: Adapa (il trovatello) e Titi (colei che ha la vita) da dove nacquero Caino e Abele e Seti, così Enki si vantava che da suo seme era nata una nuova copia di terrestri, ma non lo comunicò al fratello Enlil, che non era in accordo di interferire sulla vita di un'altro pianeta.

    I due erano diversi da tutti gli altri terrestri, crescevano lentamente ed erano più svelti nell'apprendere, erano dotati di intelligenza, erano in grado di parlare con le parole.

    Ninki la sposa di Enki insegnava a Titi ed Enki insegnava ad Adapa. Ho creato l'uomo civilizzato cosi Enki diceva ad Isimud, dal mio seme è stata creata una nuova specie di terrestri, una specie a mia immagine e somiglianza.

    wlady

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  2. Wlady, mi pare di aver capito che don Bortoluzzi si basa, per le sue esegesi, su traduzioni di seconda e terza mano, senza neppure risalire alla versione dei Settanta. Ciò rischia di infirmare l'analisi, come l'aver ignorato le fonti sumere che, pur difficili da leggere, sono uno dei rivoli che confluirono nel Genesi.

    L'incoerenza circa gli alberi richiede che operiamo una tabula rasa per costruire ex novo una possibile interpretazione del testo biblico, ma il tempo manca e non solo il tempo...

    Ciao e grazie.

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  3. Hai perfettamente ragione Zret, quello che noi sappiamo oggi della Bibbia non è ne più e ne meno che il testo Masoretico tradotto tra l'800 e il 900 d.C invece di tener fede al più indicativo (ma non è detto che sia giusto) detto dei Settanta, che risale al 300/400 a.C usato dagli Ebrei, ritenendolo molto attendibile, che a sua volta era stata presa da scritti ancora più lontani nel tempo (Sumeri?).

    Rimane un fatto certo che il Don da Te sopra citato, sia abbastanza approssimativo sia sul nuovo Testamento (Masoretico) tradotto con gravi errori, che sul vecchio detto Dei Settanta, probabilmente tramandato con gravi errori di trascrizione, vista la prigionia dovuta in quei tempi del popolo Ebraico deportato in Babilonia da Nabucodonosor, se poi ci mettiamo un cocktail, di sentito dire e altre cose di persone pseudo traduttori, abbiamo uno scoraggiante pastrocchio di amenità assolute.

    Probabilmente l'influenza Ellenica gioca un ruolo predominante nella stessa traduzione che Eleazaro diede ai 72 saggi eruditi Ebrei che stesero il vecchio testamento intorno al 290 a.C, e, ancora in uso nelle chiese Ortodosse.

    Un'altra cosa da tener in considerazione sono le sillabe che nel Masoretico sono state inserite per presunzione dalla lingua Anglosassone, che, è ben diversa dall'Ebraico, e, nei Settanta venivano usate solo le consonanti.

    wlady

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  4. Dalla recensione del libro, si evince che è un guazzabuglio. Per carità, don Bortoluzzi era in buona fede, ma l'ignoranza dell'ebraico, dell'aramaico e del contesto medio-orientale (massime sumero) mina la sua analisi alle radici. Il testo masoretico è tardo e quindi poco attendibile, per alcuni versi, ma anche la Bibbia dei Settanta non è il non plus ultra, stante la difficoltà di rendere le lingue semitiche in un codice indo-europeo.

    Conviene affidarsi più all'archeologia ed alla paleontologia che ai testi.

    In ogni caso, forse per serendipità, il parroco si imbattè in qualche possibile brano di verità: esistono o esistettero due stirpi e gli uomini sono... ibridi.

    Ciao e grazie.

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  5. Non entro nel merito delle cervellotiche teorie partorite da Don Bortoluzzi. Di versioni riguardanti la creazione della coppia primordiale comunicateci da persone più o meno veggenti ne esistono a iosa e non si riesce a capire dove cominci la realtà degli accadimenti verificatisi dapprima nei mondi invisibili e dove finisca la fantasia a briglia sciolta di tutte queste persone.

    Mi permetto solamente di correggere gli errori di Wlady che mi pare abbia fatto un pò di confusione. Non esiste alcuna versione masoretica del Nuovo Testamento in quanto i libri che lo compongono sono stati scritti tutti quanti in greco ellenistico. Di masoretico esiste solo il testo ebraico accettato dell'Antico Testamento.

    La celebre versione della Bibbia detta dei Settanta non è scritta in ebraico ma trattasi di una traduzione greca compiuta da settanta - appunto - eruditi della diaspora ellenistica risalente al terzo-secondo secolo a.C. e curiosamente considerata ispirata quasi quanto il testo originario che essa traduce.

    Fatto curioso: la traduzione della Bibbia detta dei Settanta è quella utilizzata dagli autori del NT. Vale a dire che essi non avevano davanti il testo originario masoretico ma una traduzione bella e buona. Erano dunque essi originari della Palestina oppure no?
    Ma questo è un altro argomento.

    Ciao!

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  6. Il serpente aveva torto! Non è vero che mangiando del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male i nostri occhi si sarebbero aperti! Se noi siamo discendenti di Eva, non si sono aperti per niente, i nostri occhi. Basta vedere la confusione sovrana che regna su internet, (per non dire nel resto della società) in cui, in fatto di etica, ancora non si arrivano a capire le cose più elementari.
    Per esempio, il peccato originale non fu l'aver mangiato un frutto, né, come dice il prete bellunese, essersi accoppiati bestialmente, ma, come diceva Hermann Hesse, aver ucciso il primo animale. Questo atto violento costituì la rottura dell'armonia che Dio aveva stabilito nel Giardino. Dallo spargimento del sangue della "piccola cerva", scaturì la violenza che contraddistingue sia l'agire umano, sia il rapporto di preda-predatore che vediamo all'opera in natura. Indi per cui, quando alcuni obiettano che....gli animali si mangiano tra di loro e dunque noi possiamo mangiare gli animali, dimenticano che fu per una sfrontata ribellione da parte dell'uomo che il Peccato entrò nel mondo, come dice anche Paolo di Tarso.
    Se il contesto è importante, allora io direi che il territorio bellunese in cui è vissuto Don Guido è terra fertile di miti e leggende, tipo gnomi, fate, streghe e compagnia danzante e piroettante. Quindi il volo pindarico e fantasioso del sacerdote deve essere inserito in un ambito prettamente folcloristico (sarebbe un errore prenderlo in seria considerazione), al pari delle allucinazioni dovute alla segale cornuta nei contadini tedeschi dell'alto medioevo. Non dico che il sacerdote facesse uso di sostanze psicotrope, ma può essersi lasciato suggestionare da qualche lettura stravagante. Magari dai libri di Sitchin. Che cosa dissero i suoi superiori della Curia? Forse, essendo il libro uscito postumo, il vescovo di Belluno ha lasciato correre.

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  7. E' vero che i nostri occhi non si sono per nulla aperti, anzi.

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  8. Freeanimals, Bortoluzzi non lesse i libri di Sitchin, benché si noti qualche vaga somiglianza con le teorie dello studioso azero.

    Sarebbe veramente interessante approfondire quale fu la ragione della caduta, ma mi manca il tempo ora.

    Quanto scrisse Hermann Hesse in parte mi trova concorde: l'ho asserito in "Cara carne".

    Boulay afferma che un tempo anche gli "dei" erano vegetariani, poi...

    L'inesattezza di Wlady è un lapsus calami.

    Ciao e grazie.

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  9. Grazie Zret, per la partigiana comprensione, ma la mole di scritti che ho fatto in questi tempi e letture, mi ha portato fuori strada, facendomi fare degli errori grossolani ma non intenzionali.

    Vero quello che dici Paolo,
    oltre alla differenza 'strutturale' tra il canone Ebraico e quello Greco, nello specifico sono presenti moltissime differenze tra il Testo Masoretico e quello della Septuaginta.

    Per spiegare tali varianti alcuni studiosi, forti del confronto tra le versioni della Septuaginta, del Testo Masoretico, della Bibbia Samaritana e soprattutto dei Manoscritti Biblici di Qumran, hanno ipotizzato che la Septuaginta non derivi da quello che oggi è il Testo Masoretico, ma da un testo ebraico Pre-Masoretico poi caduto in disuso.

    Altri studiosi hanno ipotizzato che le varianti Della Settanta (così viene pronunciata) non siano da ricondurre a un testo sorgente diverso da quello Masoretico ma ad altre cause, come errori degli scribi o modifiche volontarie o involontarie degli stessi.

    Queste diverse traduzioni sarebbero state originate anche dal fatto che i testi ebraici a disposizione dei traduttori Greci erano solo consonantici (vocali e punteggiatura furono successivamente aggiunte dai Masoreti), e dunque legittimamente aperti a più interpretazioni.

    Sorry, wlady

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  10. Caro Zret e amici del blog, l'argomento è più che mai interessante, anzi, direi decisivo. Le origini sono sempre decisive. Il Pentateuco fu vergato in geroglifico. Il buon Mosè non rinnegò la sua origine di nascita. Per cui, un'interpretazione decente e prossima a quella esatta, non può prescindere da tale scrittura e dalla cultura egizia.

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  11. Fu Moses un seguace della religione monoteista propugnata da Amenofis IV-Akhenaton? Alcuni lo congetturano, individuando nell'antico Egitto pure il nucleo originario dei Leviti. Poi entrano in gioco i misteriosi Hyksos: certo è che i legami con la terra dei Faraoni sono imprenscindibili.

    Ciao e grazie.

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  12. Alcune indicazioni sugli Hyksos vista dalla parte del Corano:

    http://it.daraltarjama.com/dt_it/block.php?name=articles&item_id=1175

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  13. Non conosco paroloni impegnativi come voi usate, ma vi posso assicurare che quello che è scritto nel libro è molto più vicino al vero di quanto si possa immaginare... se volete saperne di più fate riferimento al dottor Giampiero Abbate,fisico e teologo, massimo esperto di cabala è di numerologia sacra.
    Un abbraccio.

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