19 marzo, 2011

Tracce di Atlantide (prima parte)

Qual è la fonte della Tradizione? Credo che potrebbe essere Atlantide. Sul continente scomparso sono stati scritti centinaia di libri, per tentare di stabilire in primo luogo dove Atlantide fosse ubicata. Pochi autori hanno, però, compreso che l’isola inabissatasi nell’oceano non fu solo una terra, ma un tempo prima del tempo, un’altra umanità. I miti non sono né storielle né sciarade, ma archetipi, messaggi in bottiglie affidate alle correnti di oceani metastorici. Gli stessi abitanti di Atlantide erano probabilmente esseri metacorporei, i cui sensi ed intelletto erano acutissimi.

Quanto del sapere appannaggio degli Atlantidei – alcuni li chiamano Pelasgi – fu trasfuso nelle culture successive che la storiografia ufficiale, a torto, considera le prime a sbocciare sul pianeta? I superstiti portarono con sé conoscenze e tradizioni: molte cognizioni furono di natura tecnica, ma altre furono esoteriche. Ritengo che, con il passare dei secoli e l’avvicendamento dei diluvi, gli eredi dei Pelasgi, inclusi i gruppi da quelli istruiti, cominciarono a perdere per strada alcuni saperi. Platone nel IV secolo scrisse di Atlantide nel "Timeo" e nel "Crizia", ma probabilmente egli apprese e divulgò meno di quanto avesse appreso e divulgato Solone. Solone acquisì e diffuse meno dei sacerdoti egizi che l’avevano indottrinato e via discorrendo.

Dunque i testi antichi sono scrigni di sapienza, ma, poiché il vero sapere si tramanda attraverso l’oralità e per mezzo di scuole esoteriche, è, a mio avviso, errato, pensare che alcuni libri del passato siano in toto iniziatici. Così la Bibbia, accanto a parti storiche (o quasi storiche), cronachistiche, normative, poetiche etc. custodisce concetti simbolici per lo più di origine egizia e sumera: le redazioni successive, la confluenza di diverse fonti, intenti catechetici e persino egemonici della casta sacerdotale ebraica rendono la Torah un testo. Testo è letteralmente un libro intrecciato, dove i contenuti, afferenti a diverse funzioni di Jakobson ed a circostanze eterogenee, si intersecano, creando nodi sovente inestricabili. [1] Ci si imbatte, ad esempio, nel termine Elohim, plurale di Eloha. Ora, tale forma è stata ed è interpretata in modi molteplici, ma è tutto tranne un pluralis maiestatitis che era ignoto agli antichi: in alcuni scrittori latini era un pluralis modestiae: l’esatto contrario! [2] Bisogna prestare attenzione a non affrontare testimonianze del passato con categorie attuali, a non sovrapporvi costruzioni simboliche posteriori. Il rischio è quello di attribuire valori estranei ai testi antichi sino a leggervi tutto ciò che ci si vuole leggere: qualcuno ha addirittura individuato nella Bibbia, tra le numerose profezie, un vaticinio sul 9 11 e sui dirottatori arabi muniti di coltellini, peccato che…

[1] Secondo questa distinzione, l’Iliade, l’Odissea, il Corano etc. sono testi, mentre, ad esempio, la Commedia è un libro, perché scritto da un unico autore e secondo un piano concepito in modo organico, mentre le opere sorte attorno ad un centro originario, cui si agglutinano altri nuclei, uniti da compilatori e da rapsodi, interpolate e modificate nel tempo, sono testi.


[2] Nel grossolano errore di scambiare il "pluralis modestiae" per un "pluralis maiestatis" incorre Fichipedia…



APOCALISSI ALIENE: il libro

21 commenti:

  1. Elohim ha un senso ben preciso Zret.

    YHVH non dimentica gli uomini giusti.

    Un abbraccio forte

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  2. Senz'altro sono d'accordo con l'affermazione: "il vero sapere si tramanda attraverso l’oralità e per mezzo di scuole esoteriche..." ma in ciò stazionano evidenti limiti divulgativi, per conoscere tutto il resto ci si può rivolgere alla cronaca dell'akasha piuttosto che all'equivoca Bibbia.
    Ciao.

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  3. Ciao Cleonice. Non so se Eloha-Elohim e YHWH coincidano. La tradizione elohista si sovrappose alla fonte yahvista, ma la mia ignoranza dell'ebraico mi impediscono di indagare oltre.

    Ciao e grazie.

    Un abbraccio.

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  4. Sì, Giorgio, ma bisognerebbe essere capaci di accedere all'Akasha. Non ne siamo capaci e forse è meglio così...

    Ciao e grazie.

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  5. Zret, non mi dica..!!
    Quando tratta dei "versi" di Pascoli e temi similari a cosa si riferisce se non è dotato dell'occhio di Polifemo?
    La rete non può limitarsi a contenitore di apprezzabili componimenti.
    Quando gioco a poker apro sempre al "buio"...
    Grazie ed a rileggerla

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  6. Non ho capito come facessero, gli atlantidi, se mai sono esistiti, a essere metacorporei. Da dove sarebbero discesi, da qualche pianeta? Perché i nostri antenati li identificavano con i pelasgi? Li avevano visti e conosciuti di persona o anche gli antichi parlavano per sentito dire? Se questi pelasgi/atlantidi sono veramente esistiti, perché vivevano solo su Atlantide e non anche nel resto del mondo? Che rapporti avevano con gli esseri umani normali? Potevano accoppiarsi con le nostre donne? Non saranno stati mica quei famosi angeli che...videro quanto erano belle le figlie degli uomini?

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  7. Zret, "Chiedere è lecito, rispondere cortesia".
    Che senso contengono i suoi voluti striminziti commenti su CDC?
    Specialmente se in coda a quelli di Luca Martinelli?
    Grazie e buona giornata.

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  8. Zret, particolarmente illuminante il suo commento in coda a Biecoblu su "La lingua di legno".
    Le testimonio profonda condivisione.
    A rileggerla.

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  9. Giorgio, sarà che sono nato a Sparta.

    Cordialità.

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  10. Quante domande, Freeanimals! Le risposte dylanianamente soffiano nel vento.

    Ciao

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  11. Guénon ha ribadito più e più volte nei suoi scritti che l'origine della Tradizione spirituale e metafisica coincide con l'Iperborea, continente misterioso che ebbe una collocazione polare. Di là passava l''axis mundi'.

    Atlantide sarebbe da considerarsi una derivazione alquanto posteriore, uno stato d'esistenza ancora di molto superiore al nostro ma pur sempre segnato da una certa decadenza.

    E logicamente, se così non fosse, non avrebbe avuto il destino che ha avuto e cioè la sommersione sotto i flutti del mare Oceano. Timor, che purtroppo da molto tempo non partecipa più ai nostri dibattimenti - perchè Max, non ne vuoi più sapere? -, mi descrisse assai concisamente lo stato ancora paradisiaco vissuto da quegli umani ormai così distanti da noi.

    Non possiamo far altro che congetturare la natura di quella forma d'esistenza ancora innocente e felice. Noi abbiamo attualmente a che fare invece con ogni genere di mostri. E' questo il Kali Yuga nella sua più crudele e sanguinaria forma d'espressione.

    Preghiamo di uscirne presto e di recuperare almeno una piccola parte di quanto è andato perduto.

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  12. Alcuni letteralisti identificano Iperborea nella Pianura padana (sic), ma secondo alcuni Atlantide (l'Atlantide spirituale) è identificabile con Iperborea. Non a caso, Atlantide dovrebbe derivare da una radice che significa "bianco" (o acqua?).

    Mi pare che l'auspicio di un'era di palingenesi, con la fine del Tempo, sia ben espressa dalla seguente lirica di Ungaretti.

    Ciao e grazie.

    L'ora impaurita/In grembo al firmamento/Erra strana. Una fuligine lilla colora i monti. Fu l'ultimo grido a smarrirsi. Penelopi innumeri, astri Vi riabbraccia il Signore! (Ah, cecità! Frana delle notti...) E riporge l'Olimpo, Fiore eterno di sonno.

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  13. A proposito di Atlantide, mi ricordo gli studi del famoso padre gesuita Athanasius Kircher nel suo mundus subterraneus. Nella sua opera figura questa curiosa immagine: http://strangemaps.files.wordpress.com/2009/06/atlantis.jpg
    che a suo dire sarebbe stata una copia di una originale mappa egizia in cui il nord và cambiato con il sud.
    L'isola che secondo la tradizione si troverebbe nell'Oceano Atlant-ico e che sarebbe stata grossa come l'Europa e la Libia qualcuno sostiene che potrebbe coincidere con l'isola-continente della Groenlandia che è davvero molto somigliante a quella mappa.
    Ma di ipotesi su Atlantide ne sono state fatte tante in ogni epoca: Santorini,la Sardegna, l'Andalusia (Tartesso), gli stessi Pelasgi che portarono la civiltà nella nostra penisola. Chi erano dunque questi atlantidei?

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  14. Zret, se è per questo sono più che sufficienti le sue origini italiane.
    Per quanto riguarda l'akasha la ritrovo in numerosa compagnia visto le conoscenze atlantidee che imperversano nel suo blog.


    Sig. paolo, quali sono i suoi parametri valutativi per degnare di risposta i quesiti a lei indirizzati?
    Riconoscente per quanto "sua grazia" riterrà rispondermi.

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  15. Caro Andretta, se sei d'accordo, diamoci del 'tu'. E' così semplice ed immediata la cosa. Il 'Lei' ha sempre un che di verticistico, freddo, impersonale. Il 'civis romanus' dava del 'tu' all'Imperatore.

    Francamente non ho idea di quali domande tu mi abbia posto. Ti rispondo volentieri, ammesso che ne sia capace. Mi pare che in questi dibattimenti valga la legge dell'umiltà. Qui nessuno si spaccia per 'Maestro' o per 'Professore'. Qualcuno la sa di certo più lunga della maggioranza. Ma non va di certo a reclamizzarlo in giro.

    La nostra è una umile, modesta 'queste' e molto spesso dobbiamo fidarci di chi confidiamo la sapesse oppure la sappia tuttora più lunga della massa, noi compresi.

    Le provocazioni non pagano mai.

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  16. Giorgio, ho il sentore che tu nasconda dietro modi beffardi (non ironici) un profondo disprezzo per chi scrive e per i lettori. Come osserva l'amico Paolo, qui nessuno si impanca a Profeta o a Ierofante.

    Seguo il mio percorso e talora salgo sulle spalle dei Giganti, pur sapendo che, in qualche caso, potrebbero essere giganti d'argilla. Tra dubbi e sollecitazioni, tra domande e possibili verità, cerco di delineare un quadro possibile del reale con le sue innumeri sfaccettature e contraddizioni. Se ci riesco almeo in parte, bene, altrimenti, pazienza.

    I lettori offrono i loro preziosi contributi con critiche, annotazioni, glosse, indicazioni bibliografiche, rettifiche, riflessioni..., ma senza mai provocare o con atteggiamenti di sufficienza e saccenteria.

    La Verità mi è amica, ma aborro da chi afferma di poterla dispensare e disvelare tutta.

    Ciao

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  17. paolo,
    fin dalla prima risposta mi ha dato del tu, orizzontalmente, e continui pure a farlo, io verticisticamente continuerò ad usare il lei, gli usi dei romani sono vistosamente decaduti.
    Questa naturalmente è la mia opinione e non intendo in alcun modo convincerla dell'inopportunità della sua.
    Sono sentitamente spiaciuto della sua "lettura" dei miei interventi, se la urtano può facilmente ignorarli.
    Pensi! Io sono profondamente provocato dalla vita e dal prossimo, se le basta?!
    Se ogni blogghista desidera non essere importunato, semplicemente si affidi ad un tazebao e non alla rete (di ciò ne ho già scritto), in questo secondo caso deve accettare qualsiasi pensiero, soprattutto quelli discordanti, troppo facile accettare i sintonizzati.
    Ad majora.

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  18. Zret,
    è salito in cattedra a dispensar epiteti?
    Quali sarebbero i parametri di valutazione per definirli "Giganti"?
    Anche lei necessita di yes-man?
    Perché il rapporto sia paritario deve scendere dalla "panca" ed accettare il confronto, qualsiasi esso sia. O si ritrova nello scambio solo quando s'intrattiene in citazioni? In questo caso la farina è di altri sacchi.
    Mi faccia un solo esempio dove potrei riconoscere, nei miei commenti, ciò che lei generosamente mi attribuisce.
    In attesa di rileggerla, buona giornata.

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  19. Zret,
    esiste un'infinita teoria di luoghi comuni per descrivere il suo atteggiamento, ma le corre l'obbligo di supportare con argomentazioni il suo spaglio di rimproveri a me diretto.

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  20. Zret,
    il suo silenzio è indice del rispetto che nutre per il prossimo? O lo stadio d'evoluzione spirituale e morale maturato?
    Si lorica scrivendo:"...modi beffardi (non ironici) un profondo disprezzo per chi scrive e per i lettori.", di ardua interpretazione dal momento che ho scambiato sempre e solo con lei, tranne due commenti all'internauta paolo, quindi il plurale non è giustificato, attribuisce a me valutazioni sue e ciò non è etico, probabilmente tra i Giganti nelle cui spalle riposa non ne esiste alcuno in detta disciplina.
    Non me ne voglia! Cordialità.

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