02 maggio, 2011

Il principio della fine

"Il principio della fine" è l'ultimo capitolo di "Demian" (1919), celebre romanzo di Herman Hesse. La prima parte dell'unità, di taglio narrativo-riflessivo, trascolora rapidamente dalla luce e dal senso di benessere in un'inquietudine alimentata da oscuri presentimenti. Un giorno, Emil Sinclair, il protagonista, in preda allo sconforto, raduna tutte le sue energie psichiche per comunicare con Eva, donna dei suoi pensieri, guida e dolce rifugio. Al suo richiamo risponde Max Demian che sopraggiunge come un messaggero dell'aldilà su un destriero al galoppo. Pallido e madido di sudore, egli annunzia all'amico l'ormai imminente conflitto mondiale.

La guerra rappresenta la cesura tra il noncurante torpore del mondo borghese e l'avvento di una nuova era in cui tutti saranno chiamati ad una prova tremenda. La conflagrazione incombente è pure la metafora del travaglio interiore del protagonista che, solo attraverso laceranti e dolorose trasformazioni, potrà generare un io rinnovellato. Come lo sparviero squarcia l'uovo per venire alla luce, così questo mondo deve andare in frantumi per rinascere. Nella rievocazione della vita al fronte, il giovane riflette sul significato del destino che soverchia gli uomini affratellati da una comune sventura.

Durante un combattimento Emil viene colpito da una granata, ma la descrizione del ferimento viene trasposta su un piano visionario ed apocalittico: compare nel cielo la grandiosa figura di Eva dalla cui fronte s'irradiano fulgide stelle. Dopo essere stato ricoverato in ospedale da campo, ripresa conoscenza, il soldato rivede per l'ultima volta Max Demian, al quale potrà d'ora in poi rivolgersi guardando in sé stesso.

L'epilogo del romanzo è potentemente drammatico e simbolico, sospeso com'è tra vertigine dell'autorealizzazione e supremo sacrificio di sé. Demian è morto: da lui, che ora è voce dell'anima, Emil potrà trovare consiglio ed il necessario ardimento per affrontare le sfide della vita.

L'ominosa conclusione dell'opera si squaderna, nella turbinosa ripetizione degli eventi, come un monito, un appello ad armarsi di coraggio di fronte al cimento decisivo.


APOCALISSI ALIENE: il libro

11 commenti:

  1. La differenza sta nel fatto che il torpore "borghese" come lo chiami tu, è sostituito da una nuova e inedita educazione all'ottimismo, che invade come un morbo il dialogo, l'informazione, il lavoro e le amicizie. Questo indottrinamento è spontaneo, voluto, autoimposto. Vederlo dilagare intorno a me spesso mi mortifica, mi provoca imbarazzo, mi fa sentire inadeguato. Tutto procede nel migliore dei modi, e se non è così, vuol dire che è colpa nostra, che non pensiamo abbastanza positivamente. Non siamo felici...ce la siamo cercata !
    Provo nausea per questo nuovo fascismo del sorriso, e spesso mi trovo a dubitare di me stesso...non sarò nel torto io? Hanno ragione gli altri, quando diventano una moltitudine? Tutti a dirmi che sbaglio io, che sono pesante, pedante, pessimista.
    Spesso usano l'antonomasia della Cassandra, immemori che ella era condannata ad avere sempre ragione. Io sento le risate dei greci nel ventre dell'idolo, gli altri coprono quelle risate con risate più alte.

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  2. Manuel, sono lieto di vedere che qualcuno non è stato contagiato dalla peste del becero ottimismo (Arturo lo definiva "una chiacchiera vana di gente senza cervello)". E' quanto ho deprecato nell'articolo in più parti "Riflessioni sull'idealismo di ieri e di oggi", una messa alla berlina dell'ebete ottimismo New age che affonda le sue radici anche nello stolido idealismo di Fichte.

    Certo, non intendo con ciò affermare che tutto è negativo, ma neppure scivolare sulla saponetta leibinitziana (Leibnitz è un altro filosofo che sono stato lieto di sbeffeggiare e di esporre al pubblico ludibrio)del "viviamo nel migliore dei mondi possibili".

    Ciao e grazie.

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  3. Perdona la disgressione sul tema ma volevo fare un osservazione sulla recente parodia della cattura nonché uccisione di Bin Laden.
    Consideriamo la data in cui hanno celebrato questo pseudo sacrificio umano 02/05/2011 che è 2+5+2+1+1 = 11 e tutto il collegamento coi fatti imputati al suddetto Bin Laden correlati coi numeri di altre date sempre attinenti all'11, nonché la sua "sepoltura" marina offrirebbe altri riferimenti, poiché l'acqua qui, nella sua connotazione simbolica verrebbe caricata di valenze negative congiunte al flusso del divenire...il mare come "abisso inospitale" l'oblio della memoria legato alla sparizione del corpo ed alla sua elezione o proiezione inversa nel ciclo di generazione-degenerazione associata presso tutte le culture proprio all'elemento acqueo...ecco i parametri di un iniziazione, ordalia oscura che emblematizza un importante momento di passaggio, di fase, l'inaugurazione del Caos = la diluizione indistinta nel mare e pertanto del periodo storico presente in cui l'uomo smarrisce le coordinate di riferimento e che gli verranno fornite nuovamente dall'elité di questi Oscurati ed ecco ancora un'altra allegoria che ci avvisa dell'imminenza di un futuro che non è ancora ma che è auspicato, ovvero del prossimo cataclisma "sintetico" che segnerà il vallo tra due Ere

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  4. Giovanni, non è poi così distante dal cuore dell'articolo la tua analisi che mi sento di condividere. Siamo presso una trincea tra due età: nella trincea molti soldati morivano o languivano tra le più atroci sofferenze.

    "Solo un Dio ci potrà salvare": viene a taglio la nota frase di Martin Heidegger.

    Ciao e grazie.

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  5. 'Se sbaglio mi CORRIGERETE!', con tanto di pausa dopo lo svarione declamato a bella posta,onde ottenere la benevolenza e la simpatia delle folle. In ciò sta la 'beatitudine' oscena del Nuovo Ordine Mondiale.

    Peccato che quel prelato polacco amico di gioventù di Wojtyla - non ne ricordo il nome ma ne verificherò le generalità sul libro di Avro Manhattan - sia morto prematuramente anche perchè conosceva i retroscena di gioventù del futuro 'Beato'.

    Insomma non si voleva far sapere che Karol era stato sposato con una compagna di lavoro, morta poi tragicamente nella temperie bellica e che il collaborazionista dei Nazisti, tecnico della IG Farben, era sfuggito ai Sovietici rifugiandosi in un seminario.

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  6. Paolo, a complemento della tua glossa, suggerisco il seguente video su GPII. All'interno del blog nwotruthsearch si trovano molti altri articoli concernenti Babilonia la Grande, le scie tossiche, la New age e gli Ottenebrati.

    Ciao e grazie.

    http://nwo-truthresearch.blogspot.com/2011/05/papa-giovanni-paolo-ii-chi-era-in.html

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  7. Ti dirò che gli articoli di nwo-truthresearch sono stati scritti da qualcuno che di simbolismo ne mastica assai poco. I Papi sono da rigettarsi non per via dei simboli di cui si circondano, ma per la natura luciferina che essi incarnano come individui.

    Ad es. chi scrive non sa che la conchiglia era il distintivo dei pellegrini che andavano a Santiago de Compostella. Nulla di luciferino in un simbolo come quello, essenzialmente caro agli ermetisti in genere ed agli alchimisti in particolare.

    A parte la croca ricurva o 'bent cross', i simboli in uso nella Chiesa Cattolica sono quelli appartenenti alla Tradizione Universale.

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  8. Certo, Paolo. Sono per lo più traduzioni di articoli scritti da esponenti di chiese cosiddette evangeliche poco addentro al simbolismo. D'altronde, come ricorda Guénon, i simboli, come l'occhio onniveggente, diventano sinistri quando vengono distorti o decontestualizzati. Tuttavia gli studi sugli omicidi eccellenti (da Linclon in poi) architettati dai G. sono importanti.

    Ciao e grazie.

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  9. Condivido quanto asserisce Paolo sul blog nwo-truthresearch, quegli articoli fanno troppa confusione benché possano offrire spunti e analisi interessanti queste si diluiscono nell’approssimazione che equivoca l’essenza della Gentilità pagana a belzebù e questo perché quei commentatori alla fine sono protestanti, bigotti come e se non più della gerarchia cattolica che biasimano.
    Appunto, equivocano la “tessitura teologale” – sapienziale – (i simboli) all’uso distorto che ne hanno fatto i dirigenti della Chiesa.
    Benché tutti molto prossimi al più letale dei disincanti, noi, in molti dovremmo avvertire il senso di una “chiamata” che non sentiamo per progressivo indurimento del cuore…ormai a questo punto le stesse scie chimiche o altre contaminazioni più o meno evidenti rientrano nel quadro dissolutivo della presente Età…noi, che davvero rasentiamo il margine epocale, dovremmo ri-attuare ciò che Noè ha rappresentato per il suo tempo…interiorizzando il mandato di costruire un Arca non di legno ma di puro spirito…una consapevolezza ispirata capace di navigare su questa nuova smaterializzazione oggettiva dilagante, ri-attuare la remota suggestione omerica…un casto erotismo che rende incandescente l’animo e siamo falliti perché non riusciamo in questo…solo questo è importante Pietas e Furor

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  10. Concordo, Giovanni. E' quanto scrivevo tempo addietro in "Distorsione dei simboli".

    E' disperato, eppure teso verso il futuro il tuo commento che ricorda alcune pagine furiose ed eroiche di Giordano Bruno.

    Ciao e grazie.

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  11. "Tra i vari simboli di cui gli Oscurati si sono impadroniti e che connota il loro infrenabile, folle desiderio di controllare tutto e tutti, col nefando fine di sostituirsi a Dio (essi non sono atei...), è l'occhio che vede tutto. Ci ricorda René Guénon, in Simboli della scienza sacra, che "uno dei simboli comuni al Cristianesimo ed alla Massoneria è il triangolo nel quale è inscritto il Tetragramma ebraico o qualche volta semplicemente uno iod, prima lettera del Tetragramma che, in questo caso, può essere considerato un'abbreviazione e che, d'altronde, in virtù del suo significato principiale. è esso stesso un nome divino. Talvolta lo iod è sostituito da un occhio che viene designato come l'occhio che vede tutto... Quest'occhio non è né destro né sinistro, ma è un occhio centrale, un terzo occhio che vede tutto nella perfetta simultaneità dell'eterno presente.

    Il triangolo diritto si riferisce al Divino; ma quando è rovesciato... assume il significato di Provvidenza. D'altra parte si deve notare che la forma del triangolo rovesciato non è altro che lo schema geometrico del cuore". Lo iod è anche una ferita nel cuore e quindi un germe, assimilato simbolicamente ad un frutto, in senso sia microcosmico sia macrocosmico. Anche la coppa è un equivalente simbolico del cuore, con tutti i sensi correlati.

    L'asimmetria nella raffigurazione nell'occhio (l’occhio degli Oscurati è sempre asimmetrico) o l'aggiunta di elementi incongrui, denotano un rovesciamento semantico del simbolo per opera di empi figuri. Guenon nota che in qualche caso il simbolo è snaturato da un'inesattezza iconografica, ma non pare voler diffondersi sulle valenze nere di tale distorsione formale. Queste inesattezze ostentate rivelano quindi la precisa volontà di stuprare un'immagine ed i suoi significati originari per strumentalizzarla affinché diventi la cifra kitch di dilettanti dell'esoterismo, simili a quei rozzi manigoldi che amano tappezzare i loro nascondigli di santini, di immagini devozionali di Cristo e di Maria, icone dozzinali nello stile e nell'iconografia.

    Riconosceremo dunque gli Oscurati dalle loro menzogne, dai loro delitti, ma anche dal loro cattivo gusto".

    (1) R. Guénon, Symboles fondamentaux de la Science sacrée, Paris, 1962

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