28 giugno, 2011

Conferme

Qualche giorno addietro, mi sono recato in libreria dove ho scoperto che ora, per invogliare i lettori all’acquisto, hanno escogitato un nuovo espediente: si stampano degli opuscoli che contengono il primo capitolo di due romanzi. Se si vuole poi sapere come le storie continuano e vanno a finire, si deve acquistare l’opera. Credo che l’esca funzionerà: che cosa cerca oggi il pubblico medio, se non di trascorrere qualche ora spensierata, seguendo le avventure di un eroe?

Si può veramente definire industria dell’intrattenimento e non so se sia più vuoto l’intrattenimento della discoteca offerto ad una generazione di perditempo o quello ammannito dall’editoria commerciale. Importante è inebetire la gente già ebete di suo, in più si raggranellano dei sonanti quattrini, il che non guasta. Si crea un circolo vizioso: da un lato si produce della paccottiglia cui i lettori si abituano, dall’altro i fruitori esigono libri sempre più dozzinali, scritti in modo scandalosamente misero, in "stile" Attivissimo. Il linguaggio, sempre più depauperato, non si presta ad un’interpretazione critica della realtà: è la neo-lingua orwelliana. Questo modus scribendi esibisce una visione piatta, dozzinale e falsa del mondo.

Il discorso si può estendere ad altri campi: il cinema, la televisione, la stampa etc. La “qualità” scade in modo spaventevole, mentre l’intelletto dei consumatori si atrofizza. Si comprende dunque perché autori ed artisti eccentrici e non organici al sistema non riscuotano alcun successo: si pensi, ad esempio, al narratore svizzero, Friedrich Dürrenmatt. Molti suoi titoli sono spiazzanti: l’’incipit è incongruo, l’epilogo è aperto o inconcludente, l’intreccio deraglia in digressioni innaturali, le descrizioni sono stranianti, i personaggi incompiuti e contraddittori. E’ evidente: è l’esatto contrario di quanto il lettore si attende: una trama avventurosa e ben costruita ed attanti inverosimilmente realistici. Soprattutto un lettore ingenuo cerca nel romanzo la conferma delle sue illusioni: il bene che trionfa sul male, pur dopo mille peripezie, la razionalità e la semplicità della vita. Peccato che l’esistenza sia irragionevole, complessa e che il reale sia antinomico.

Un’umanità infantile viene nutrita con queste chicche: romanzetti rassicuranti, in cui il turbinio delle vicende è simile ad una tempesta in un bicchier d’acqua; serie televisive pacchiane a base di Carabinieri intrepidi, investigatori bonari, sacerdoti simpatici, eroici medici, sdolcinate famiglie piccolo-borghesi... E’ una rappresentazione della società del tutto irrealistica, eppure esperita addirittura come “reale” solo perché costellata di luoghi comuni. E’ l’atteggiamento ingenuo di chi resta incantato di fronte ad una crosta in quanto riproduce, anche se in modo approssimativo, un paesaggio, mentre strabuzza gli occhi e protesta al cospetto di un’opera “astratta” in cui non riesce a cogliere una somiglianza qualsiasi con la natura.

Non si vuole che la persona ragioni, si ponga domande, esplori: bisogna assorbire “verità” preconfezionate, sorbirsi divertimenti massificati. Nella migliore delle ipotesi, si chiede al cittadino di seguire i vaniloqui di Bossi o le grullerie di Bersani, in compagnia di Maurizio Crozza: chi è il comico fra i due?

Chi oggi legge Cioran? Tacciato di astrusità e “pessimismo”, gli si antepongono pensatori come Fromm: con lui troviamo quello che agogniamo, ossia qualche benevolo rimprovero, ma specialmente una refrigerante doccia di concetti come amore, libertà, automiglioramento, coscienza, progresso umano, dignità, speranza, fiducia, amicizia... E’ musica soave per le nostre orecchie; vero è che oggi imperversano filosofastri, quali Galimberti ed Alberoni: la musica è diventata stucchevole e Fromm, rispetto a queste nullità, appare un gigante.

La vita è molto diversa: fatica, malattia, dolore e morte sono il nostro pane quotidiano. L’ultimo libro del guru New age, profeta che promette la felicità, la salute e persino l’ascensione al prezzo di venti euro o poco più, va bene per essere collocato sotto una sedia instabile.


APOCALISSI ALIENE: il libro

11 commenti:

  1. Odio cordialmente quegli stupidi opuscoli che, in verità, si trovano allegati anche a molte riviste.....un libro è bello per tanti motivi, personali e unici.....W i libri, io credo tutti, perchè già il fatto di leggerli è importante. Ciaooooooo

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  2. Osservazione attenta della realtà, l'editoria degli ultimi anni è veramente scadente, i romanzi diventano pure perdite di tempo senza alcun significato ideali al massimo per essere lette su di una sdraio al mare!
    Per non parlare della programmazione televisiva ormai inguardabile e schiava del potere...

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  3. Sto leggendo i fumetti di The Secret e rileggendo qualche vecchio Dylan Dog, li trovo molto più realistici e interessanti di programmi e libri che vanno ora di moda! Se non altro non presentano termini in neolingua orwelliana! :D
    Ciao buona giornata

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  4. Rossorosso, viva i libri, anche quello di A.A., Impero, ottimo in bagno!

    Daneel, si salvano alcuni saggi, ma i romanzi sono immondi.

    Krommino, in The secret si trovano quelle aperture sul reale che invano cercheremo nella fielevisione. L'ultimo numero poi è folgorante.

    Ciao e grazie.

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  5. Per non parlare del giornalismo! Disgustoso sia per i contenuti che per la forma.

    Sicuramente la cultura ha subito un blocco in ogni campo verso la fine del ventesimo secolo, sicuramente anche per via del tentativo di manipolazione del sistema...

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  6. "L’ultimo libro del guru New age, profeta che promette la felicità, la salute e persino l’ascensione al prezzo di venti euro o poco più, va bene per essere collocato sotto una sedia instabile."

    A QUANDO LE INDULGENZE PLENARIE?

    wlady

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  7. I serials su carabinieri, preti e medici sono ridicola propaganda.

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  8. Daneel, sì, la genia dei "giornalisti" è persino più ripugnante e vomitevole della masnada formata dai "politici".

    Wlady, tra un po' offriranno anche le indulgenze plenarie, ma non gratis. :)

    Ciao e grazie.

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  9. Ciao Zret ti ho risposto sul mio blog, spero di essere stato abbastanza esaustivo nei tuoi interrogativi, naturalmente è quello che penso io, non ho la panacea del sapere assoluto, ma da quello che sono le mie letture (opinabili o meno), quello che ho scritto si avvicina molto alla realtà.

    wlady

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  10. "...in cui il turbinio delle vicende è simile ad una tempesta in un bicchier d’acqua"

    bellissima la similitudine,evocativa direi..

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  11. Jc, non so come mi sia venuto questo paragone. A volte è il daimon socratico.

    Ciao e grazie.

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