08 marzo, 2014

Parnassus


Parnassus, l’uomo che voleva ingannare il diavolo” (titolo originale “The imaginarium of Doctor Parnassus”) è una pellicola per la regia di Terry Gilliam. Tra gli interpreti si annoverano Heath Ledger, Johnny Depp, Colin Farrell, Jude Law, Christopher Plummer, Andrew Garfield, Verne Troyer, Lily Cole, Tom Waits, (il Diavolo), Cassandra Sawtell, Paloma Faith, Carrie Genzel, Michael Eklund, Simon Day, Johnny Harris.

Il regista rispolvera il tòpos del patto con il diavolo per evocare una realtà fantastica e fantasmagorica. Il Dottor Parnassus, condannato all’immortalità e ad invecchiare indefinitamente come il mitico Titone, è il capocomico di una sgangherata compagnia teatrale in cui lavora la bellissima figlia, preda ambita dal Diavolo. Soprattutto Parnassus è il mago che può condurre ignari spettatori nel mondo immaginifico dei propri sogni (ed incubi) più segreti.

Opera barocca, sontuosa e talora persino kitsch, “Parnassus” mescola teatro, cinema e vita. E’il teatro come meravigliosa finzione, cinema come magia e vita che ha un po’ dell’uno e dell’altro. L’autore ha voluto proiettare un caleidoscopio di immagini, di riferimenti, di citazioni: è un caleidoscopio che abbaglia e stordisce. La tradizione vedica, il mito classico, i tarocchi, Goethe, Lewis Carroll, la Massoneria… sono soltanto alcuni tra gli ingredienti che Gilliam riesce per lo più a dosare e a mescolare in modo sapiente.

Sull’onda di un evento fortuito (ma esiste il caso?), il regista è capace pure di incastrare Pirandello e la polverizzazione dell’identità nel momento in cui l’avventuriero Tony, interpretato all’inizio da Heath Ledger morto sul set, è sostituito da un trio di alter ego nell’universo onirico oltre lo specchio. Qui la fiction si fonde e si confonde con la cronaca nera su cui si addensano le cupe ombre di una maledizione, come nel film “Il corvo” con Brandon Lee. [1]

Come “Il corvo”, anche la produzione di Gilliam è un intrico di simboli e di straniti adombramenti: Anton, uno fra gli istrioni della compagnia, veste il costume di Hermes psicopompo, guida delle anime; sulla fronte di Tony si intravede una piramide tronca con l’occhio onniveggente; il palco e le quinte del teatro itinerante mostrano un disegno massonico, identico alla scenografia dell'ultima edizione del Festival di Sanremo...

Credo che Gilliam, nell’intricata sceneggiatura abbia codificato, oltre ad emblemi densi di suggestioni, un messaggio quanto mai scabroso: Tony si è arricchito con un’organizzazione non governativa che, fingendo di occuparsi di bambini bisognosi, ne preleva gli organi. Nell’intreccio incalzante ed involuto, questa denuncia quasi non si avverte, ma la morte di Ledger durante la lavorazione ha il sentore di un sinistro presagio, di un inquietante avvertimento...

[1] Heath Ledger morì il 22 gennaio 2008.

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9 commenti:

  1. Anche se non mi è particolarmente piaciuto devo dire che quando lo vidii notai pure io molti simbolismi

    Ciao Zret

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    1. Dello stesso regista "Berlin" è davvero di una bruttezza sconvolgente.

      "Parnassus" è ridondante e pretenzioso, ma non è scevro, a mio avviso, di una sua magia.

      Se il 22, giorno della morte dell'attore protagonista, fosse un simbolo e non una coincidenza?

      Ciao

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    2. E' un live motive che accompagnano certi film e le morti di registi e autori come John Arthur Carradine, morto impiccato (?) a Bangkok nel 2009.

      Comunque, era un membro dell’OTO e della loggia dell'Agape di cui il padre già ne faceva parte.

      Ciao

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    3. Sì, la lista è lunga: strane ed inquietanti queste morti sul set, là dove la finzione sembra innestarsi nella funzione sacrificale.

      Ciao

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  2. Caro Zret,
    ieri sono andata al cinema a vedere un film che di recente ha vinto degli Oscar. Di solito mi esimo dal guardare pacchianate hollywoodiane, ma in questo caso sono stata stimolata dalla lettura di questo articolo sull'Activist post
    http://www.activistpost.com/2013/07/the-rise-of-avatars.html
    Il film si chiama "Her" ed e' intepretato dall'attore piu' disturbato di Hollywood, Joaquim Phoenix. Per il 95% del tempo si vede solo lui.
    La trama. Theodore e' un uomo depresso e deprimente, abbandonato dalla moglie, che professionalmente scrive lettere per conto terzi. Vive in un tempo cronologico che sembra quello attuale, in una citta' affollata di grattacieli e popolata di masse di umani che si aggirano senza sollevare il naso dal telefonino. In questa epoca si e' persa la capacita' di allacciare rapporti umani, e infatti ci sono delle situazioni di "socializzazione" dove gli adulti interagiscono con molta immaturita' e senza empatia alcuna. Theodore decide di risolvere il problema della solitudine acquistando un sistema operativo, anziche' procurarsi il proverbiale cane. Il sistema operativo (OS) e' un software che gli parla con voce di donna e risponde al nome di Samantha. Da principio l'OS, oltre all'efficienza, sembra essere dotato di un acume e una simpatia nn riscontrabile negli altri umani presenti nel film, In poco tempo xo' l'OS comincia a smaniare per la sua mancanza di un corpo fisico, e prende a assillare Theodore con delle profferte che paiono a tutti gli effetti amorose. Theodore e' perplesso e si tira indietro, finche' l'OS non lo induce ad avere dei veri e propri rapporti sessuali virtuali, tutta una roba di testa che farebbe ridere se nn fosse tragica. In un crescendo di dialoghi demenziali per la loro poverta' semantica, Theodore rassicura l'OS che la mancanza di corpo fisico non e' piu' una limitazione e si lancia in una "relazione" con lei. E fin qui siamo nel tracciato del politicamente corretto.

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  3. Quasi impercettibilmente xo' il messaggio cambia e lo scorpione tira fuori l'aculeo avvelenato del vero messaggio da diffondere. L'uomo non evolve, e' per su natura limitato e statico. La macchina invece e' meravigliosamente perfettibile e lanciata verso le + alte vette. Cosi' Samantha allaccia rapporti nel cyber spazio con altri OS con cui riporta alla vita virtuale Alan Watts, un filosofo morto negli anni 70, che risorge dotato di intelligenza strabiliante e parla con la sua voce a un esterrefattoTheodore. Al filosofo redivivo e' affidato il discorso in cui viene esaltata la superiorita' della macchina sull'uomo. A partire da questo episodio Samantha realizza che nn avere un corpo fisico e' un vantaggio, che le possibilita' concesse alle intelligenze artificiali sono infinite e meravigliose (a un certo punto dice che dialoga contemporaneamente con 6000 e rotti OS) e abbandona il povero Theodore che si era convinto ad avviare una.....relazione con lei. Alla fine del film al povero e sfigato Theodore, inconsapevole detonatore del processo di autocoscienza della macchina, non rimane altro da fare che guardare il panorama della citta' allucinante in cui vive con una sua amica che aveva tentato una relazione analoga con un altro software.
    L'intrecciarsi dell'esistenza uomo-macchina e' presentata in maniera molto accattivante, anche se alla fine la superiorita' di quest'ultima impedisce un rapporto alla pari (SIC!!!!)
    All'uscita del cinema fervevano le discussioni. Io frastornata e furiosa per il dispiegarsi della propaganda transumanista nel film, mio marito serenamente convinto che la macchina non potra' mai avere la meglio sulla intelligenza e creativita' umana......a meno che questa non venga completamente degradata . Tutt'intorno, in questa Londra affollata, una marea umana di umanoidi intenta a scrutare il telefonino.
    P.S. Leggo che in Italia questa suprema porcheria di film uscira' il 13 marzo. La doppiatrice di Samantha, tale Micaela Ramazzotti, dichiara di avere adorato "questa donna cosi' emozionante e calda" e che la scena di sesso solo parlato e' una delle migliori della storia del cinema . Chissa' che vita privata ha questa poveretta......




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    1. Carissima, hai scritto una recensione esemplare di una pellicola che è stata incensata con panegirici da critici acritici.

      Che cosa aggiungere alla Tua appuntita analisi? Si potrebbe vedere in questa enfatica celebrazione della Macchina un'adorazione del Demiurgo che, stando ad alcuni autori, è appunto una sorta di gigantesco computer che genera il mondo deterministico ed illusorio in cui siamo platonicamente incarcerati?

      Forse Essi celebrano il loro dio-macchina, mentre la massa meccanizzata risponde agli stimoli come composta da cani di Pavlov.

      E' un'idea che mi è balenata, leggendo il Tuo commento e ripensando a quanto scrissi tempo fa sulla possibile natura del Demiurgo pazzo.

      Matrix è una parabola o va inteso in senso letterale?

      Ciao

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  4. Oltretutto nel film non c'era praticamente una sola ripresa esterna dove non venisse proposto un cielo martoriato di scie chimiche. Proprio sfacciati.
    Ho anche fatto una verifica e, sorprendentemente, il filosofo Alan Watts e' esistito, seppur militasse in una area ideologica + zen/new age, piuttosto che filo tecnologica. Mi chiedo come mai questo inserto.

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    1. Detesto tutte le produzioni in cui esibiscono i cieli stuprati dalle scie. Sì, è singolare questo inserto, ma la filosofia New age ha qualche nesso con il Transumanesimo.

      Ciao

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