13 maggio, 2014

Tesla e Reich: contatti con gli extraterrestri? (seconda ed ultima parte)

Leggi qui la prima parte.

Wilhelm Reich (Dobrzcynica, Galizia, 1897 – Lewisburg, Pennsylvania, 1957) è lo psicanalista austriaco appartenente alla seconda generazione dei dissidenti freudiani. Dopo aver studiato biologia, si laureò in medicina nel 1922. Fu attivo a Vienna prima del 1930 in consultori psicanalitici popolari, poi a Berlino, dove collaborò con il Partito comunista tedesco (K.P.D.). Nel 1933, in seguito alla pubblicazione del saggio "Psicologia del fascismo", fu espulso dal K.P.D. Costretto all’esilio dall’avvento del nazionalsocialismo, si trasferì negli Stati Uniti, dove fondò nel Maine un Orgone Institute. Dal 1947 entrò in attrito con le autorità statunitensi per le sue idee politiche e per i sistemi terapeutici da lui adottati. Nel 1956, accusato di ciarlataneria, fu condannato a due anni di carcere: molti suoi libri furono distrutti o requisiti dall’F.B.I., mentre le apparecchiature furono smantellate. Reich morì nel 1957, nel penitenziario di Lewisburg. Sino all'ultimo confidò che qualcuno in alto loco potesse dare l'ordine per la sua scarcerazione. Invano.

Secondo Reich, la libido, espressione fondamentale degli organismi viventi, è strettamente legata al sistema neurovegetativo ed è una manifestazione specifica di ciò che Reich definisce “orgone”, un’energia che pervade la natura. L’orgone può essere misurato ed adoperato con fini terapeutici, per i quali lo psicanalista aveva messo a punto appositi “accumulatori orgonici”.

Alcuni ricercatori identificano l’orgone con l’etere cosmico, un mezzo elastico e trasparente, ipotizzato, fino all’inizio del secolo XX, come substrato per la propagazione delle onde luminose e per la trasmissione a distanza di forze come quella gravitazionale. L’ipotesi dell’etere cosmico fu abbandonata dopo l’esperienza di Michelson e Morley e con l’elaborazione della teoria della relatività.

Nonostante ciò, la nozione di etere continua ad essere considerata valida da studiosi eterodossi, sia perché assimilabile o, in qualche modo, correlata a concezioni tradizionali ed esoteriche (si pensi al prana ed al qi della cultura cinese), sia perché il concetto di vuoto assoluto è stato superato, grazie agli sviluppi della fisica quantistica. Infatti il vuoto non è vuoto. Questo fatto, estraneo ai paradigmi concettuali della fisica classica, è, invece, un dato incontrovertibile per la fisica quantistica. Infatti, se all’interno di un sistema, togliamo ogni particella ed ogni campo, rimane sempre un’energia di fondo, la cosiddetta energia (o fluttuazione) del “vuoto”, definita anche energia del punto zero. Questa energia, rilevata attraverso l’esperimento ideato dallo scienziato olandese Casimir, ancora non è ben conosciuta, ma sembra che rivesta un ruolo fondamentale sul piano cosmico e non solo. L'energia della fluttuazione del vuoto è quantizzata, ovvero non è distribuita in maniera continua, ma in quanti, pacchetti discreti. I quanti di energia hanno la possibilità di creare coppie di elettroni e positroni (le antiparticelle degli elettroni, quindi di carica positiva) che, dopo aver vissuto un’”esistenza” per tempi brevissimi, si annichiliscono a vicenda, riformando il quanto di energia che li aveva generati.

Reich individua anche un’energia stagnante e distruttiva, definita Dor, ossia Orgone mortale, deadly orgon, all’origine del deterioramento e della desertificazione subiti dalla biosfera. Scrive Giacomo Casale: “Per meglio studiare il processo di desertificazione e la possibilità di combatterlo, Reich organizzò nell'ottobre del 1954 una spedizione in Arizona, nei pressi di Tucson che chiamò Expedition Orop Desert Ea. I risultati di questa straordinaria esperienza furono pubblicati con il titolo di “Contact with space”,1957. Il termine Ea significa “energy alfa” o “energia primaria”, quindi energia orgonica cosmica. Questo ci introduce al controverso capitolo riguardante i cosiddetti oggetti volanti non identificati (U.F.O.). Wilhelm Reich iniziò ad interessarsi a questo soggetto durante l'esperimento Oranur.

Dopo aver letto alcuni libri sull'argomento si convinse che gli U.F.O. esistevano e della loro provenienza da altri pianeti. Dapprima considerò gli occupanti degli U.F.O. come amichevoli, ma successivamente li ritenne responsabili del processo di desertificazione del pianeta attraverso la deliberata immissione nell'atmosfera di Dor e finì con il considerarli il prodotto di una civiltà decadente. Ritenne anche che la propulsione dei dischi volanti fosse dovuta ad una tecnologia altamente avanzata in grado di impiegare l'energia orgonica, cosa che, in base ai suoi studi sulla gravitazione, spiegava le stupefacenti capacità di volo di questi apparecchi.

Durante la spedizione in Arizona risultò chiaro a tutti i partecipanti che il lavoro di ripristino della normale pulsazione atmosferica, grazie alla rimozione del dor eseguito con i cloud-buster, era regolarmente seguita dalla ricomparsa di dor come conseguenza del passaggio di oggetti volanti, osservati sia di giorno sia di notte. [...] In “Contact with space” sono riportate alcune drammatiche esperienze in cui ‘stelle’ nel cielo notturno, sotto l'effetto diretto di appositi dispositivi, denominati space guns, cambiarono il loro colore fino a scomparire.

Tuttavia, in tali occasioni il melanor (una forma particolarmente concentrata di dor o energia letale), che Reich scoprì essere un sottoprodotto del sistema propulsivo degli U.F.O., sottoprodotto avente l’aspetto di una polvere nera, era caduto abbondantemente a terra quando le navette aliene avevano sorvolato il laboratorio, causando a Reich ed ai suoi collaboratori una serie di malesseri tra cui sete, spossatezza, senso di oppressione etc.


E’ una coincidenza se sia Tesla sia Reich inciamparono negli Altri in plaghe desertiche? Sono zone in qualche modo idonee ad un contatto?

Da rilevare la differente concezione dei due ricercatori circa le nazioni stellari: mentre l’inventore serbo coltivò un’idea romantica delle civiltà aliene, la stessa che è al centro delle edulcorate sciocchezze sulla Federazione galattica, il discepolo di Freud dipinse un quadro a tinte fosche. E’ un quadro che, sulla base degli studi successivi e della situazione effettuale, ci sembra più realistico, sebbene unilaterale.

Forse l’intuizione più folgorante di Reich riguarda la visione degli alieni come una civiltà degenere per cui lo sbalorditivo avanzamento tecnologico è inversamente proporzionale all’evoluzione etica e spirituale. Si spiegherebbe per quale ragione, nella stragrande maggioranza dei casi, gli incontri con gli Stranieri sono forieri di danni e di interferenze. Eventuali popoli di pianeti lontani o di altre dimensioni (ma la differenza è sottile. Si veda in proposito Il caso di Filiberto Cardenas: ridefinire i criteri della ricerca, 2012) giunti all’acme del progesso tecnico-scientifico, fatalmente perdono la coscienza. Sono proprio costoro che possono o superare le distanze siderali o muoversi attraverso una scienza magica, weird science, tra i piani di realtà. Sembra il destino di codesta umanità ormai avviata, a causa soprattutto di una tecnologia disanimante, verso una metamorfosi involutiva, l’ultima mutazione antropologica, preludio di un’irreversibile reificazione.

Fonti:

G. Andrews, Extraterrestri amici ed ostili, Diegaro di Cesena, 2001, passim
G. Casale, Wilhelm Reich: energia orgonica e dischi volanti, 2005
G.L. Margheriti, Gli uomini più misteriosi della storia, 2014
J. Spencer, The U.F.O. encyclopedia, New York, 1991


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