31 dicembre, 2009

Ipotesi su Mosè

Secondo la Bibbia, Mosè (XIII sec. a.C.?) è il profeta e legislatore che sfuggì alla morte decretata dal faraone per tutti i neonati ebrei. Abbandonato dalla madre in un cesto nelle acque del Nilo, fu salvato dalla figlia del re per essere allevato a corte. Per ordine di YHWH, liberò gli Ebrei dalla schiavitù egizia e li condusse nella Terra Promessa, la Terra di Canaan. Sul Monte Sinai ricevette le Tavole della Legge, segno del patto di alleanza tra Dio ed il popolo di Israele. A Mosè la tradizione ascrive la stesura della Torah. Massimo Salvadori osserva che è difficile stabilire la verità storica circa la vita e l'operato di Mosè. Alcuni storici hanno negato la storicità del personaggio biblico; altri studiosi, sulla base del nome indubbiamente egizio (Moses significa "figlio" nell'antica lingua egiziana), hanno congetturato che il nomoteta fosse un sacerdote del dio Aton, un seguace del culto monoteista promosso dal faraone Amenofis IV-Akhenaton.

E' veramente arduo addivenire a conclusioni plausibili, in assenza di fonti archeologiche e di documenti univoci, riferibili alla biografia di Mosè. Non pare inverosimile che il profeta sia stato un iniziato che tentò di convertire alcuni gruppi di nomadi residenti nella regione del delta ad una religione monoteista. E' prevalente la convinzione che i faraoni descritti nella Bibbia furono sovrani Hyksos, ossia di un popolo composto da un crogiolo di etnie indoeuropee e semitiche che invasero il Basso Egitto nel XVIII sec. a. C. Quindi la presenza di tribù semitiche, il cui carattere etnico e culturale era, però, pressoché inesistente, pare attestata nel secondo periodo intermedio. [1]

Su Mosè un'altra interpretazione è stata avanzata da Leonardo Melis, il noto autore che ha dedicato molti anni di intense ricerche ai Popoli del mare e, in particolare, agli Shardana. Melis reputa che il profeta coincida con Neb.Ka.Set.Nebet. "Citato nei testi egizi come un principe ereditario, figlio di Seti I e nipote di Ramses I, fu il fondatore della XIX dinastia che da lui prese il nome. Nel nome di Nebkhaset è contenuto quello del dio degli Hyksos, che erano Popoli del mare". Lo storico sardo è convinto che Mosè non fu ebreo. Egli, preceduto da vari antropologi, mostra il parallelismo con saghe simili: di Sargon il Grande, Perseo, Ificle, Romolo si racconta che furono abbandonati in cesti o arche. L'autore crede che la strana caratteristica iconografica delle corna, caratteristica che connota Mosè in molte opere pittoriche e scultoree, sia un tratto collegabile agli Shardana: i generali ed i guerrieri Shardana portavano un elmetto cornigero.

Melis si spinge oltre, poiché considera le misteriose genti menzionate nella stele di Medineth, discendenti di una stirpe giapetica dai capelli rossi e di provenienza medio-orientale. Qui la tesi di Melis si aggancia alle acquisizioni degli archeologi che hanno isolato in alcune tribù ebree (Dan, Issacar, Beniamino) una matrice indogermanica. Asserisce il ricercatore: "Gli Shardana si insediarono nella città di Dan, dove sorse il primo tempio di Israele. I Daniti conservarono l'Arca dell'alleanza insieme con il Nehustan, il serpente di bronzo."

Ho compendiato l'esegesi di Leonardo Melis che mi sembra sia significativa almeno per due motivi: se sarà confermata da ulteriori scoperte archeologiche potrà determinare una revisione di giudizi consolidati (Mosè era ebreo, gli Ebrei erano schiavi nella terra dei faraoni...) con le conseguenze che si possono immaginare. Un altro motivo per cui le tesi di Melis meritano di essere esaminate e discusse, risiede nell'attenzione che egli riserva ad una primigenia razza rossa, cui si riferiscono vari autori, e nel tentativo di inglobare in una ricostruzione a volte opinabile, ma suggestiva, l'ipotesi settentrionalista di cui il principale propugnatore è Felice Vinci.

[1] Habiru, da cui il termine Ebrei significa "stranieri", "briganti": gli Habiru erano un coacervo di tribù nomadi che vivevano ai margini del regno egizio, ora accolti come lavoratori saltuari ora respinti nelle zone desertiche dove si davano al brigantaggio.

Fonti:

M. Bontempelli, L. Bruni, Civiltà storiche e loro documenti, Milano, 1993
A. Forgione, I custodi del tempo, 2009
S. Freud, Mosè ed il monoteismo, Milano, 1952
L. Melis, Shardana I custodi del tempo, 2009
Enciclopedia storica, a cura di M. Salvadori, Bologna, 2000, s.v. Hyksos, Mosè



APOCALISSI ALIENE: il libro

8 commenti:

  1. Ho motivi seri per credere che la tua tesi o ipotesi sia giusta. Mosè non era ebreo, forse egiziano, e il popolo ebraico non era prigioniero o schiavo, ma svolgeva opera di manovalanza come oggi in Italia lo fanno gli extracomunitari. Vi sono diversi studi ebraici di revisionismo storico. Il problema, caro Zret - ti auguro un anno di serenità e, visti i tempi, sarebbe un miracolo per chiunque - sorge quando qualcuno scopre o elabora nuove vie di decifrazione e di interpretazione della storia del popolo ebraico, foss'anche ebreo, e ti danno dell'antisemita, con tanto di gogna mediatica. Pretendono l'insindacabilità - ritenendosi popolo eletto, evidentemente - da qualsivoglia discussione, seppur pacata, su alcuni capisaldi della loro religione. Poiché per gli ebrei non v'è distinzione tra filosofia, religione, storia, società, essendo un blocco unico (tranne eccezioni laiche) sia l'identità che il senso di appartenenza. Sarò tacciato di razzismo?
    Angelo Ciccarella

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  2. Carissimo, so che questo breve testo in cui riporto ipotesi di storici ed archeologi avveduti potrà suscitare accuse, ma mi pare plausibile che Moses fosse un principe egiziano (sempre che sia esistito) e che l'identità ebraica sia posteriore di alcuni secoli (almeno) alle vicende che videro protagonista il legislatore.

    Colgo l'occasione per augurarti un 2010 sereno e proficuo, con l'auspicio di leggere i tuoi studi sia sul blog Il grande ignoto sia sulla rivista X Times.

    Ciao e grazie.

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  3. Molto interessante! approfitto per un Felicissimo Anno Nuovo!

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  4. Grazie infinite, Giuditta. I tempi non sono dei puù facili, ma voglio augurarti serenità e soddisfazioni.

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  5. Come rilevato più volte su questo blog, la Storia antica è un confuso guazzabuglio. Al riguardo non posso fare a meno di ricordare l'assunto guénoniano secondo cui esiste una specie di cerniera collocata intorno al sesto secolo a.C. Fino a quel limite certi eventi - non tutti - risultano abbastanza indagabili dal punto di vista dell'analisi storica.

    Oltrepassando tale limite gli accadimenti e persino i luoghi geografici assumono contorni sfumati, mal definibili. E mano a mano che si va a ritroso nel tempo, incontriamo addirittura ulteriori cerniere storiche.

    Chi sia stato Mosè non è dato sapere. Un personaggio effettivamente esistito? Un eroe solare completamene immaginario? Un personaggio storico cui sono stati conferiti attributi mitici?
    Gli è che con Mosè inizia la saga del popolo ebraico con tutte le fisime,le presunzioni, le idiosincrasie, le manie di eclusivismo che ad esso sono proprie e che ci sono note da millenni.
    Il primo fra i gentili a riconoscere i pericoli provenienti da codesta strana etnìa fu Marco Tullio Cicerone che in una delle sue orazioni ebbe a definirla 'prava gens'.

    Ora essi hanno in mano il Pianeta e guidano la barca che sta affondando.

    P.S. Con i più fervidi auguri a te e a tuo fratello per un 2010 che sia spiritualmente fecondo e che dischiuda, almeno per i più fortunati fra di noi, la via verso l'immortalità tanto agognata.

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  6. Sottoscrivo in toto, Paolo e contraccambio i tuoi sinceri auguri.

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  7. Vi porgo i saluti di Leonardo Melis... ma non avevo già postato queste cose?... Va beh! Melis ha altre frecce al suo arco riguardo l'origine NON ebraica di Mose, ivi compresa la discenddenza da quel RAMESSU I comandante della Guradia Reale e quindi quasi sicuramente di origini SHARDANA! Questo collegherebbe con le famose KEREN (Korna) di Mose...
    Un slauto.
    Shard

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  8. Grazie della glossa, Dottor Melis. Nel breve articolo non ho ricordato che alcuni studiosi collegano le corna mosaiche all'età precessionale del Toro, poiché ne ho già disquisito altrove. Repetita iuvant, ma stancano pure.

    Cordiali saluti.

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