01 marzo, 2011

Appunti sull'Idealismo di ieri e di oggi (quarta parte)

Leggi qui la terza parte.

L’autore del blog “Coscienza evoluta” ben sintetizza questa interpretazione nell’articolo intitolato “Risvegliarsi come Uno”: “L'esistenza umana, intesa come permanenza nell'universo materiale, ha come scopo l'esperienza. L'esperienza fisica può aver luogo solo in un universo duale ed è il mezzo che porta alla conoscenza; la conoscenza condiziona principalmente l'intelletto, la sua capacità decisionale ed interpretativa, perfezionando le azioni e infine la consapevolezza di sé stessi. Un circolo virtuoso che, attraverso questi passaggi, conduce di riflesso all'espansione della coscienza. In un simile sistema, il punto focale è l'uomo, unico vero strumento di misura di sé stesso, che, grazie al libero arbitrio, conferisce la necessaria "imprevedibilità" al complesso intreccio di esperienze che prende comunemente il nome di "vita". Immaginatevi un mondo in equilibrio totale, dove tutti gli opposti si neutralizzano, dove tutto è quieto, prevedibile e capirete che verrebbe a mancare l'elemento fondamentale per giungere alla conoscenza, il contrasto. Semplificando il concetto: contrasto > esperienza degli opposti > conoscenza > consapevolezza”

Il discorso è congruente, ma, come si può con agio constatare, ancorato all’idea di “libero arbitrio”. Se togliamo questa idea, anzi postulato di per sé indimostrabile, l’intera costruzione, più fideistica che filosofica, naufraga miseramente. Che poi la fisicità sia l’unico modo per maturare delle esperienze e che la dualità sia prerogativa dell’universo materiale mi pare opinabile. Si pensi agli angeli che, stando ad alcune tradizioni, decisero di optare per il Male, ribellandosi a Dio. Gli angeli sono o dovrebbero essere creature spirituali e la dualità (l’antitesi tra Bene e Male, il bivio della scelta) preesiste alla materia ed alla caduta.

Altre nozioni andrebbero chiarite: che cosa s’intende per fisicità? Esistono diverse densità della materia e, se sì, esse sono tutte condizioni in cui si possono maturare delle esperienze? Per quale motivo la Coscienza deve acquistare coscienza? Non è già cosciente? Come si spiega che, dopo innumerevoli vite, gli uomini sono sempre più stupidi ed incoscienti? Questo circolo virtuoso, invero tautologico, porta all’espansione di una coscienza che, di per sé, è già espansa, altrimenti non sarebbe coscienza che letteralmente è già presenza a sé stessi, consapevolezza, comprensione e percezione di sé. Espandere la coscienza è un po’ come aggiungere un punto ad una retta già composta da infiniti punti.

Si potrebbe interpretare diversamente questo pensiero, introducendo il concetto di Semicoscienza che, attraverso diversi passaggi, diventa consapevole, a guisa di un uomo che dal dormiveglia del mattino, destandosi percepisce forme, colori, odori, suoni in modo sempre più chiaro e distinto.

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13 commenti:

  1. Non ho idea di chi possa essere l'autore di quel guazzabuglio di frasi poste all'inizio del tuo post in base alle quali egli intende offrirci uno spaccato della sue concezioni filosofiche. E nemmeno voglio indagare. Ma così, ad occhio e croce, mi sembrano destituite del minimo fondamento. Praticamente un disastro.

    Dal mio modesto punto di vista non intravedo nelle sue riflessioni una sola frase azzeccata, sottoscrivibile.
    Mi spiace ma la prospettiva metafisica suona ben diversa. Ed una lettura dei classici della Metafisica tradizionale non potrebbe fargli che bene.

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  2. Sono giunto alla conclusione, passibile di future maturazioni, che la vita in questo pianeta si sostanzi in un viaggio su di un'astronave scuola/carcere, anche in forza della lettura dei precedenti stralci pubblicati sul tema in oggetto e relativi commenti.
    Buona giornata.

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  3. Tutto sommato lo stato di coscienza di sogno è il più delle volte più piacevole di quello dello stato di veglia, se è vero come è vero che la mattina, quando suona la sveglia, in quel corpo fisico che abbiamo lasciato nel letto non vogliamo più tornare.

    Abbiamo infatti dovuto inventare sveglie che suonano a ripetizione e in modo sempre più perentorio per convincerci a rivestire questo corpo di carne e di ossa che abbiamo lasciato per circa otto ore durante la notte.

    Chissà! Se il sonno, il sogno sono una morte temporanea, la morte sarà forse un sonno più lungo? Nella dualità, forse la morte dorme sul nostro cuscino?

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  4. Bellisimo commento, Wlady. Se "la vita non è sogno", come scrive Salvatore Quasimodo, speriamo lo sia quella che chiamiamo morte.

    Ciao e grazie.

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  5. Ciao Giorgio, quest'astronave assomiglia molto di più ad un penitenziario che ad una scuola. Mi viene in mente l'atroce ed allegorico racconto di Kafka, "Nella colonia penale". Ecco...

    Ciao e grazie.

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  6. Si ma nel racconto indicato, se possibile, il supplizio era limitato, qui, in Terra, il tormento calanchico è diuturno.

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  7. Diuturno, irrazionale, intollerabile, senza riscatto.

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  8. E' possibile un'uscita?
    O tutto si riduce ad una palestra dialettica?
    In questo caso magra consolazione.
    La teoria proposta come può ricondurre ad un'entità superiore?
    Superiore "de che"?

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  9. "Siamo dei. Se non lo siamo, lo diventeremo." Correggerei dicendo:
    Siamo sempre stati Uno, ora siamo Molti (e per poter essere Molti abbiamo dovuto dimenticare di essere Uno) ma, torneremo ad essere Uno.

    In merito al libero arbitrio, per quale ragione dovrebbe essere relegato alle scelte di questa esistenza? coloro i quali credono nella ruota delle incarnazioni potrebbero valutare la possibilità di esercitarlo anche tra un'esistenza e quella successiva.
    Se vale la pena proseguire nel ragionamento, questa stessa esistenza della quale ci lamentiamo potrebbe essere effettivamente essere la nostra scelta, quella con un maggior possibilità di successo/apprendimento/espiazione.


    un saluto
    beGood
    Gianni

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  10. Espiare che cosa e perchè? Sono le cose ad essere errate in sé o un errore si è insinuato? Apprendere per dimenticare?

    Saluti.

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  11. Carissimo Zret,
    Ho parlato di espiazione in riferimento ad un errore originario che sicuramente è avvenuto.
    Difficile è determinare se siamo stati causa, concausa o estranei che, loro malgrado, sono costretti a subire.
    Potremmo etichettarlo come "peccato originale" o anche come errore di valutazione, in fase progettuale, degli spazi destinati
    alle differenti realtà di consenso, che ha avuto come conseguenza l'interazione indesiderata e micidiale tra queste (realtà/dimensioni).
    Qualsiasi cosa sia stata, ha sconvolto parecchio il Progetto iniziale che ha preso una piega imprevista,
    imprevista sembrerebbe anche per i/il Creatori/Creatore che, visti i risultati .. in quanto a infallibilità ..
    Ora se, come personalmente ritengo, i Creatori siamo proprio noi stessi, qualche colpa da espiare ce l'abbiamo eccome!

    L'espiazione non è cmq la mia tesi prediletta, alla domanda "perchè siamo qui?" mi piace rispondere che siamo qui principalmente per
    apprendere/insegnare, ovvero partecipiamo ad un esperimento da noi stessi inventato che si propone
    tramite un meraviglioso gioco di ruolo, di fornirci tutti gli elementi necessari per passare di livello.
    Il nostro attuale "Role Game" potrebbe chiamarsi "il grande gioco della dualità" o, meglio ancora "L'importanza della scelta"
    integrare gli insegnamenti che sottostanno a questo scenario ci consentirà di progredire ed accedere a nuove consapevolezze.

    Concludo rigraziandoti e ringraziando tutti gli amici che intervengono su Zret
    per l'elevato livello di qualità culturale negli articoli e nei commenti, dai quali imparo molto.

    Buon tutto
    beGood
    Gianni

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  12. Ciao Gianni, le tue osservazioni ed ipotesi sono molto interessanti. Concordo, quando scrivi che il "peccato originale" è un errore iniziale, ma io lo vedrei come un errore di valutazione compiuto da un Dio non onnisciente (se ciò verrà letto come una blasfemia non mi importa). Dio (un Dio bambino), però, non ha potuto o voluto rimediare all'errore commesso.

    Anche la metafora del gioco di ruolo non è poi così peregrina, tutt'altro: a volte si ha l'impressione di essere pedine di un video-game ideato e pilotato da entità crudeli. Qui scivolo in una concezione terribile, ma potrebbe essere valida per questa dimensione e non per altre che purtroppo ci sono precluse. L'idea di co-creatori mi convince solo in parte.

    Apprendere o disimparare? L'arte dell'oblio è la più difficile.

    Ciao

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