02 luglio, 2011

Jail

Michel Foucault, nel celebre saggio “Sorvegliare e punire”, individua nel carcere, inteso come luogo-istituzione, il marchio e la mentalità dello stato moderno e contemporaneo. L’opera di Foucault esamina il problema in modo lucido, stringente: dovrebbe essere letta e compresa da chi vede nell’apparato penitenziario qualcosa di “normale”.

Siamo portati a pensare che i penitenziari come quelli attuali siano sempre esistiti. Non è così. Nell’antichità il carcere era un luogo dove il reo era temporaneamente rinchiuso in attesa che venisse eseguita la condanna: si pensi a Socrate che aspettò in prigione di trangugiare la cicuta o a Giugurta incatenato nel Tullianum per alcuni terribili giorni, prima di essere strangolato dal boia. Anche nel Medioevo nella cella il colpevole o presunto tale è custodito sino all’esecuzione della pena (la morte, una mutilazione, la gogna...): colà è interrogato o torturato. Il sistema penale del passato, nel complesso, appare paradossalmente più mite di quello odierno.

Quante volte, di fronte a delitti turpi e feroci, udiamo la reazione dell’uomo medio: “Bisognerebbe sbatterlo dietro le sbarre e buttare la chiave!” E’ un’indignata richiesta che si può comprendere, se non fosse che “dietro le sbarre” finiscono per lo più innocenti o ladri di polli o derelitti. I veri criminali non sono soltanto liberi cittadini: essi occupano i principali centri del potere e delinquono con la totale certezza dell’impunità. Militari, banchieri, governanti, giudici, giornalisti, questurini… perpetrano in tutta tranquillità nefandezze alla luce del sole, quel sole che i carcerati possono vedere solo a scacchi. Nella peggiore delle ipotesi (peggiore per alcuni di loro, di solito pesci piccolissimi), saranno disposti gli arresti domiciliari, magari in ville principesche: Gianfranco Boccalatte docet.

La cronaca è piena di incolpevoli condannati all’ergastolo o a pene detentive molto lunghe, di candidati manciuriani, di capri espiatori gettati tra le grinfie di un’opinione pubblica feroce e vendicativa. Costoro sono defraudati della libertà: costretti in pochi metri quadrati, sovente pigiati tra brande ed orinatoi, soffrono più per l’impossibilità di muoversi e di occupare il tempo in modo gratificante che per le condizioni igieniche spaventose. La noia soffoca più del dolore. Questa situazione è contro natura, come l’abitudine di tenere i volatili in gabbia.

Inoltre le cicatrici sul corpo e sull’anima di una detenzione iniqua sono indelebili: il principio giuridico “in dubio pro reo” non viene quasi mai applicato, specialmente in Italia dove pubblici ministeri e giudici, pur con qualche eccezione, sembrano smaniosi di gettare in galera un “responsabile” purchessia.

Si obietterà che i manigoldi non possono restare nel consorzio umano, poiché vanno puniti e deve essere impedito loro di reiterare il reato, ma non è forse lo stato, questo funesto idolo, con la sua perversione assoluta ed irredimibile, all’origine di quasi tutti i misfatti? Il denaro è un’invenzione dello stato, la povertà è un’invenzione dello stato, la guerra è un'invenzione dello stato, l’ingiustizia è un’invenzione dello stato, la violenza è un’invenzione dello stato, il fisco è un’invenzione dello stato, l’immoralità è un’invenzione dello stato, la corruzione è un’invenzione dello stato, la follia omicida è un’invenzione dello stato, il gioco d’azzardo è un’invenzione dello stato, il terrorismo è un’invenzione dello stato, il traffico di stupefacenti è un’invenzione dello stato, la mafia è un’invenzione dello stato, le malattie sono un’invenzione dello stato, l’ignoranza è un’invenzione dello stato, le truffe sono un'invenzione dello stato, l'inquinamento è un'invenzione dello stato... Prendiamo pure misure contro il singolo, ma nello stesso tempo aboliamo il sistema. Una volta trasceso il sistema, sarà ancora necessario assumere dei provvedimenti contro l’individuo?

E’ vero che gli uomini paiono più proclivi al male che al bene, ma ci siamo mai domandati quanto di questo male sia il lascito di una plurisecolare oppressione clerico-statale? Non esistono società perfette né forse sono mai esistite, ma presso alcune tribù di nativi americani non erano adoperati strumenti coercitivi anche nei confronti di chi violava le regole della convivenza civile. Il delitto era punizione a sé stesso. Forse è una ricostruzione idealizzata, come quella relativa alle società gilaniche. E’ incontestabile, però, che quanto più lo stato ed il controllo si rafforzano, tanto più si diffonde la delinquenza. E’ naturale che in un mondo rigenerato (se mai sorgerà) non esisteranno né carcerieri né carcerati, “né briganti né gendarmi”.

Già l’esistenza è, in non pochi casi, un carcere. Si eviti di aggiungere al danno un altro danno, soprattutto se si ricorda chi langue nelle “patrie galere”: nella maggior parte dei casi, cittadini ingiustamente incriminati ed ingiustamente reclusi.

Articolo correlato: Freeanimals, Gabbie, 2011


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17 commenti:

  1. Bravissimo Zret: è proprio così. Il problema è che questi tanti recinti che ci opprimono si fanno via via più insidiosi e impercettibili. E' il recinto comune acquisito di buon grado che fa anche molta paura, quello a cui si aderisce volentieri, quello del buon pensiero e del comune senso del pudore. Le carceri sono uno di quei non-luoghi dalle caratteristiche impressionanti, assieme agli ospedali. Grazie ancora, G.B.

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  2. Sì, Ghigo, non ho accennato al carcere invisibile, il "panopticon". Non a caso, la folle idea del "panopticon" fu partorita dal cosiddetto secolo dei Lumi: sono i recinti invisibili, come scrivi, i più insidiosi.

    Tocchi un nervo scoperto: gli ospedali, cui si possono aggiungere le caserme, gli ospizi, i manicomi etc. Sono non-luoghi dell'orrore e dell'abbrutimento.

    Ciao e grazie a te.

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  3. Hai pienamente ragione Zret, condivido il fatto che tutti quegli elementi descritti esistono proprio perchè esiste lo stato. Lenin diceva: "Finchè ci sarà uno stato non ci sarà libertà. Quando ci sarà libertà non ci sarà uno stato".
    Ciao buona giornata

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  4. Il discorso riguarda ai "delitti e alle pene" conduce quasi sempre ad un vicolo cieco, ovvero non porta quasi mai ad un risultato concreto.

    Se è vero che la maggior parte dei crimini perpetrati dall'uomo sono in realtà crimini contro lo stato la cui distruzione porterebbe anche all'estinzione dei suddetti,è anche vero che "Homo homini lupus" e come si potrebbero punire questi "lupi"? Il delitto in se stesso non è una punizione nel momento in cui non esiste stato, poiché non esistono leggi e non esiste l'idea del delitto in sé. Il malvagio continuerà tranquillamente nel rovinare l'esistenza altrui senza alcun freno imposto ne dalla sua coscienza ne da altri.

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  5. Krommino, è vero l'aforisma di Lenin. peccato che colui fosse un emissario dei Gesuiti.

    Ciao e grazie.

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  6. Homo homini lupus? Ahinoi, sì. Perché la natura umana sia spesso tanto snaturata resta un enigma su cui mi sono interrogato in vari articoli tra cui "Human".

    Ciao e grazie.

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  7. Certamente Zret, le rivoluzioni non sono mai nate dal basso come dicono, ma da menti ben pensanti che hanno studiato in università francesi, inglesi, e anche italiane, poi sono tornati con il loro bagaglio di sapere per fare insorgere il popolo ignorante.

    Così dicasi per tutte le rivoluzioni, come l'unità d'Italia, la rivoluzione Francese e quella Russa di ottobre 1917, tanto per nominarle qualcuna.

    wlady

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  8. Dici bene Zret, concordo in tutto, dietro alle sbarre finiscono le persone sbagliate, ma secondo te noi, con noi intendo non i delinquenti che ci governano e company,come mai non siamo in gradi di mettere in atto una rivoluzione? Sai cosa ti dico Io, perché a ognuno rimane quell'angolino di galera, e invece di lasciarlo e mandare tutto a fa....o, se lo tiene stretto, guarda la Tv, va a prendere il nuovo modello di......, ecc. ecc
    Perché non sappiamo più cosa vuol dire vivere.

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  9. http://www.youtube.com/watch?v=ZDy8M8hS3Cg

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  10. Dioniso, mi domando un giorno sì e l'altro pure quale sia il modo per disintegrare il sistema. La cronaca della Val Di Susa è sintomatica ed esemplare: tanti scontri, manifestazioni, proteste, sit in per non cavare un ragno dal buco. Occorre agire con astuzia, non con la violenza o con fiaccolate che susciterebbero la mia ilarità, se non mi facessero piangere.

    Ciao e grazie.

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  11. Hai ragione, Wlady. Le rivoluzioni sono ideate e sobillate dalle élites: anche le prossime sedizioni, invece di portare dei miglioramenti, saranno il preludio della tirannia mondiale. Temo.

    Ciao e grazie.

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  12. Mi fanno sorridere,sotto sotto,indignati, grillini e compagnia bella...Ma e' un sorriso amaro.Penso che un po' tutti, contestatori e "ordine" siano orientati:i primi inconsciamente, il secondo scientemente,nel mantenersi "sul passo".La "Rivoluzione ", se e' tale Zret, penso ci porti , poco a poco, a rivedere tutto il nostro passato, individualmente( e il Cielo sa la difficolta' della prova): questi neo-contestatori arrabbiati paiono , mi paiono, invece,segnati , comunque, a mantenersi, coriacemente, in quello che Pasolini individua come il cosmo borghese :rovina delle rovine , appunto

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  13. Mi ha colpito il lungo elenco delle colpe dello Stato. C’è da chiedesi come sia successo che la società umana si sia sviluppata nel senso di costruire apparati burocratici come gli Stati: forse era inevitabile vista la crescita esponenziale degli individui. Siamo una specie prolifica e dovevamo mettere ordine nei rapporti tra le persone. Siccome la religione non bastava, si è pensato di stratificare la comunità in classi e strutture piramidali.
    Sto dicendo delle ovvietà, ma è possibile tornare indietro? La nascita delle comuni agricole degli anni Sessanta, ad opera degli hippy non era forse un tentativo ingenuo di azzerare lo Stato? Sono miseramente fallite. Viceversa, l’opposizione armata allo Stato, come facevano le Brigate Rosse, non ha fatto altro che irrobustire lo Stato stesso e dunque non c’è da stupirsi che il terrorismo sia un’emanazione statale. Gli serviva per darsi slancio e credibilità. Come un volano. Ciò che mi spaventa di quello che accade in Val di Susa non sono le manganellate, ma l’approvazione alle medesime da parte dei lettori del Gazzettino, giornale che sfoglio regolarmente, e presumo di tutti gli altri giornali: ci sono migliaia di persone plagiate, che mi ricordano l’ora d’odio di 1984. Anche questo è un segnale dei tempi.
    Un cordiale saluto a Zret e a tutti.

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  14. Riccardo, mi viene in mente un versetto del Vangelo: "Siate miti come colombe, ma scaltri come serpenti". Manca a questi contestatori la scaltrezza.

    Pasolini affermava che gli agenti appartengono spesso al proletariato come coloro che manganellano. Oggigiorno, però, non è più così: molti questurini vivono nel lusso, grazie a...

    Ciao e grazie.

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  15. Freeanimals, non si vede via d'uscita. A mio parere, non è lungi dal vero Hobbes quando dipinge lo stato come un Leviatano che, in cambio della sicurezza o presunta tale, toglie agli uomini tutto, la libertà in primis. Lo stato è quello che è: non si può riformare.

    E' gravissimo il consenso che ottiene la violenza delle istituzioni, presentata ipocritamente come "legalità".

    Forse viene a taglio un'altra massima evangelica: "Il Regno dei cieli appartiene ai violenti ed i violenti se ne impadroniscono".

    Matteo 11, 12.

    Ciao e grazie.

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  16. Gianfranco Boccalatte, Giudice corrotto, omuncolo mellifluo ed infame, anzichè finire in galera, è stato mandato ai domiciliari nella sua villa di Limone Piemonte. Ora chiedo se c'è un posto anche per me.

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  17. chi non ci è stato non immagina cosa voglia dire essere inprigionati, anche solo qualche giorno, specialmente da innocente. Una punizione insopportabile, un'umiliazione indelebile per le vittime, un castigo troppo blando per i demoni: in ogni caso un posto inappropriato, maledetto dove certi uomini nascondono altri uomini, utilizzando un potere di cui non hanno diritto, di cui nessuno può essere investito, se non grazie ad un sopruso cavilloso e immorale, per il quale certi uomini si arrogano un diritto che dovrebbe essere sola esclusiva di un Creatore. C'è qualcosa di orribile, profondamente perverso ed innaturale nel giudizio legale, possibile solo ove la Natura non è più di casa, ovvero quando una specie è evidentemente trascesa alla sua essenza naturale, appunto. Di fatto l'umanità si trova proprio in questa situazione abnorme, e reagisce con applicazioni sbagliate ad una realtà deviata, ormai ingestibile. L'unica cosa buona che esce da tutto ciò è la solidale fraternità, che talvolta matura in contesti opprimenti come quello carcerario, dove intrappolati tra vittime e carnefici si ritrova una sentimento di umanità, aiutando istintivamente chi si trova nella stessa situazione.. cosa possibile proprio per contrasto, grazie all'evidente sopruso della meccanica carceraria.
    In definitiva resta una punizione assoluta e deleteria: chiunque di voi, oh progressisti benpensanti che pensate al carcere come ad un tipo di percorso di riabilitazione, di "rieducazione", guardi alla tragica realtà dei fatti: se non lo si era, in carcere si diventa delinquenti, oppure si viene mutilati di una parte dell'anima per sempre, a suon di bastonate e di umiliazioni: il risultato nella migliore delle ipotesi è lo stesso della lobotomia di una volta.. meglio zombi per sempre, che diversi.
    A chi ha subito tale vergogna ingiustamente, lo si leggerà negli occhi per tutta la vita.

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