Gli Aztechi, che è meglio definire Mexica, furono un popolo meso-americano. Di ceppo nahua, essi si insediarono nell’altopiano del Messico centrale nel XIV secolo: ivi fondarono la loro capitale, Tenochtitlan, presso il lago Texcoco. Nel 1427, guidati dal re Izcoatl, sconfissero i loro rivali Tepanechi, assicurandosi l’egemonia nella regione. L’espansionismo azteco continuò fino all’ultimo sovrano, Moctezuma II. Popolo guerriero, gli Aztechi non eliminarono le strutture economico-sociali delle genti assoggettate, ma le resero tributarie per ricavarne schiavi e prigionieri da sacrificare agli dei.
Incerta è la terra d’origine dei Mexica. Forse provenivano dagli attuali Stati Uniti meridionali, da una non identificata città chiamata Aztlan, descritta come un centro circondato dalle acque. E’ probabile che questo popolo comprendesse due gruppi principali: uno nomade e piuttosto rozzo, ed un altro semi-stanziale e più progredito. [1]
Tra gli aspetti salienti di questa etnia, si annovera l’ossessione per le immolazioni, spesso umane. I prigionieri di guerra erano offerti in sacrificio agli dei, tra i quali spicca il nume nazionale, Huitzilopochtli (d’ora in avanti H.), il cui nome significa “colibrì del Sud”. Questo grazioso volatile era associato ai sacrifici umani, a volte era persino ritratto con il becco tuffato nel sangue della vittima. Oscura è la formazione di tale divinità, abbinata anche alla pioggia: originariamente dovette essere un indistinto nume terrestre, ma poi assurse a “Signore splendente della luce del giorno” ed a ispiratore della guerra. Stando all’interpretazione corrente, sua sorella ed i quattrocento fratelli, simboleggiano la Luna e le stelle, mentre H. è il Sole al principio del suo viaggio quotidiano nel firmamento. [2]
Gli studiosi hanno notato delle analogie tra le vicende dei Mexica e le peripezie degli Ebrei nonché delle affinità tra H. e YHWH. Entrambi i popoli dovettero affrontare lunghe e perigliose peregrinazioni, prima di stabilirsi nella “terra promessa” dal loro dio. Ambedue furono condotti da una divinità volubile ed imperiosa, il cui culto si incentrava sui sacrifici. Giudei ed Aztechi praticavano la circoncisione: è questa la corrispondenza più sbalorditiva.
Scrive Alvarado Tezozomoc: “Secondo quanto narrano gli antichi, quando gli Aztechi vennero da Aztlan non si chiamavano ancora Mexica ma Aztechi e fu dopo quello che abbiamo narrato che presero questo nome. Fu H. a dare loro questo nome. Egli disse loro: ‘Ora voi non dovrete più chiamarvi Aztechi: ora voi siete Mexica.’ Poi dipinse loro le orecchie e diede loro la freccia, l’arco e la reticella e così i Mexica presero benissimo a tirare i dardi verso ciò che vedevano in aria”.
Anche YHWH amava imporre nomi.
I Mexica, che intrapresero la loro migrazione probabilmente nel 1111, avanzavano sotto la guida di quattro capi sacerdoti, i teomamas, termine che significa “portatori del dio”. Diego Duran ci informa: “Essi avevano un idolo, chiamato H., che era portato da quattro custodi al suo servizio; a costoro egli parlava in grande segretezza degli eventi del viaggio, indicando tutto ciò che sarebbe accaduto. Questo idolo era tenuto in tale venerazione che nessuno all’infuori dei quattro custodi osava avvicinarsi ad esso o toccarlo. E lo tenevano in un’arca di canne e fino ad oggi non c’è nessuno che conosca o abbia visto il suo aspetto. E i sacerdoti lo presentavano come un dio, rivelando al suo popolo le leggi che esso avrebbe dovuto seguire ed osservare, indicando le cerimonie ed i riti che dovevano accompagnare le offerte. E questo facevano in ogni luogo in cui montavano l’accampamento, secondo l’uso dei figli d’Israele nel periodo in cui vagavano nel deserto”.
Il pensiero corre alla leggendaria Arca dell’alleanza ed a tutte le ipotesi sulla sua vera funzione…
I resoconti dei cronisti a proposito di tali accadimenti si tingono della loro familiarità con il Vecchio Testamento, ma sono indiscutibili certe coincidenze. H. era prodigo di promesse per la sua nazione che patì spesso la fame, la sete e la mancanza d’abiti. Il dio si esprimeva con solennità: “Io vi dico in verità che vi farò signori e re di tutto quello che c’è nel mondo; e quando voi sarete i padroni, potrete avere un numero infinito di vassalli che vi pagheranno tributi. [...] In verità, questo è il mio compito e per questo sono stato mandato qua.”
Ad Abramo fu prospettato un destino simile con simile gravità.
Come YHWH, H. è severo, facile alla collera e non sopporta che la sua gente dimentichi il compito di dirigersi verso la promised land. Quando i Mexica si stanziarono a Coatepec, trasformata in una sorta di paradiso, dove indulgevano alle voluttà del canto e della danza, irato H. disse ai sacerdoti: “Chi sono coloro che si comportano a modo loro? Sono per caso più potenti di me? Dite loro che, prima di domani, avrò riportato su di loro la mia vendetta, che essi non devono esprimere la loro opinione su ciò che ho deciso e per cui sono stato mandato e che tutto ciò che possono sapere è che soltanto a me essi devono obbedire”.
I capi ribelli furono trovati morti la mattina seguente col cuore strappato.
Come YHWH, H. guida il suo popolo, attraverso la mediazione degli ierofanti. Come YHWH, “risiede” in un’arca ed è un legislatore che incentra la sua attenzione sulle cerimonie, sull’accuratezza delle liturgie. L’erudito Nigel Davies sostiene che siamo al cospetto del fenomeno noto come evemerismo: H. agli inizi fu un comune mortale; in più di una fonte si menziona un capo umano di tal nome, un eroe divenuto poi divinità.
Quale sia la vera genesi di YHWH non è dato sapere: si sa che fu un dio cananeo, forse discendente dal pantheon sumero. Egli, in quel calderone di numi e di genti medio-orientali, si scelse una terra ed una nazione, ma, prima di optare per i Giudei, aveva concentrato i suoi interessi su un’altra etnia. E’ possibile che H. e YHWH siano la stessa divinità attiva in due contesti differenti? Certo, la Palestina ed il Messico sono molto lontani sotto ogni punto di vista, ma a volte le distanze spazio-temporali non sono così rilevanti.
[1] Dubbia è pure l’etimologia di “Mexica”: qualcuno ritiene che derivi da “metl”, cactus d’agave e da “citli”, lepre o anche da “mixtli”, nuvola.
[2] Chiosa Davies: “E’ forse possibile trovare paralleli a tale metamorfosi in altre parti del mondo; in particolare il dio d’Israele, YHWH, che prese vita come una sorta di divinità del vento e delle intemperie per mutarsi solo in un secondo tempo in dio della guerra”.
Antonio Marcianò (Tutti i diritti riservati)
Fonti:
P. Brega, Il popolo degli Aditi: la prima scelta di Yahweh, 2013
Cronica Mexicayotl, scritta in parte da A. Tezozomoc, 1949
N. Davies, Gli Aztechi, Roma, 1973, passim
D. Duran, Historia de las Indias de Nueva Espana y islas de la tierra firme, 1967
Enciclopedia storica, a cura di M. Salvadori, Bologna, 2000, s.v. Precolombiane civiltà
S. Freixedo, Difendiamoci dagli dei, 1993
Incerta è la terra d’origine dei Mexica. Forse provenivano dagli attuali Stati Uniti meridionali, da una non identificata città chiamata Aztlan, descritta come un centro circondato dalle acque. E’ probabile che questo popolo comprendesse due gruppi principali: uno nomade e piuttosto rozzo, ed un altro semi-stanziale e più progredito. [1]
Tra gli aspetti salienti di questa etnia, si annovera l’ossessione per le immolazioni, spesso umane. I prigionieri di guerra erano offerti in sacrificio agli dei, tra i quali spicca il nume nazionale, Huitzilopochtli (d’ora in avanti H.), il cui nome significa “colibrì del Sud”. Questo grazioso volatile era associato ai sacrifici umani, a volte era persino ritratto con il becco tuffato nel sangue della vittima. Oscura è la formazione di tale divinità, abbinata anche alla pioggia: originariamente dovette essere un indistinto nume terrestre, ma poi assurse a “Signore splendente della luce del giorno” ed a ispiratore della guerra. Stando all’interpretazione corrente, sua sorella ed i quattrocento fratelli, simboleggiano la Luna e le stelle, mentre H. è il Sole al principio del suo viaggio quotidiano nel firmamento. [2]
Gli studiosi hanno notato delle analogie tra le vicende dei Mexica e le peripezie degli Ebrei nonché delle affinità tra H. e YHWH. Entrambi i popoli dovettero affrontare lunghe e perigliose peregrinazioni, prima di stabilirsi nella “terra promessa” dal loro dio. Ambedue furono condotti da una divinità volubile ed imperiosa, il cui culto si incentrava sui sacrifici. Giudei ed Aztechi praticavano la circoncisione: è questa la corrispondenza più sbalorditiva.
Scrive Alvarado Tezozomoc: “Secondo quanto narrano gli antichi, quando gli Aztechi vennero da Aztlan non si chiamavano ancora Mexica ma Aztechi e fu dopo quello che abbiamo narrato che presero questo nome. Fu H. a dare loro questo nome. Egli disse loro: ‘Ora voi non dovrete più chiamarvi Aztechi: ora voi siete Mexica.’ Poi dipinse loro le orecchie e diede loro la freccia, l’arco e la reticella e così i Mexica presero benissimo a tirare i dardi verso ciò che vedevano in aria”.
Anche YHWH amava imporre nomi.
I Mexica, che intrapresero la loro migrazione probabilmente nel 1111, avanzavano sotto la guida di quattro capi sacerdoti, i teomamas, termine che significa “portatori del dio”. Diego Duran ci informa: “Essi avevano un idolo, chiamato H., che era portato da quattro custodi al suo servizio; a costoro egli parlava in grande segretezza degli eventi del viaggio, indicando tutto ciò che sarebbe accaduto. Questo idolo era tenuto in tale venerazione che nessuno all’infuori dei quattro custodi osava avvicinarsi ad esso o toccarlo. E lo tenevano in un’arca di canne e fino ad oggi non c’è nessuno che conosca o abbia visto il suo aspetto. E i sacerdoti lo presentavano come un dio, rivelando al suo popolo le leggi che esso avrebbe dovuto seguire ed osservare, indicando le cerimonie ed i riti che dovevano accompagnare le offerte. E questo facevano in ogni luogo in cui montavano l’accampamento, secondo l’uso dei figli d’Israele nel periodo in cui vagavano nel deserto”.
Il pensiero corre alla leggendaria Arca dell’alleanza ed a tutte le ipotesi sulla sua vera funzione…
I resoconti dei cronisti a proposito di tali accadimenti si tingono della loro familiarità con il Vecchio Testamento, ma sono indiscutibili certe coincidenze. H. era prodigo di promesse per la sua nazione che patì spesso la fame, la sete e la mancanza d’abiti. Il dio si esprimeva con solennità: “Io vi dico in verità che vi farò signori e re di tutto quello che c’è nel mondo; e quando voi sarete i padroni, potrete avere un numero infinito di vassalli che vi pagheranno tributi. [...] In verità, questo è il mio compito e per questo sono stato mandato qua.”
Ad Abramo fu prospettato un destino simile con simile gravità.
Come YHWH, H. è severo, facile alla collera e non sopporta che la sua gente dimentichi il compito di dirigersi verso la promised land. Quando i Mexica si stanziarono a Coatepec, trasformata in una sorta di paradiso, dove indulgevano alle voluttà del canto e della danza, irato H. disse ai sacerdoti: “Chi sono coloro che si comportano a modo loro? Sono per caso più potenti di me? Dite loro che, prima di domani, avrò riportato su di loro la mia vendetta, che essi non devono esprimere la loro opinione su ciò che ho deciso e per cui sono stato mandato e che tutto ciò che possono sapere è che soltanto a me essi devono obbedire”.
I capi ribelli furono trovati morti la mattina seguente col cuore strappato.
Come YHWH, H. guida il suo popolo, attraverso la mediazione degli ierofanti. Come YHWH, “risiede” in un’arca ed è un legislatore che incentra la sua attenzione sulle cerimonie, sull’accuratezza delle liturgie. L’erudito Nigel Davies sostiene che siamo al cospetto del fenomeno noto come evemerismo: H. agli inizi fu un comune mortale; in più di una fonte si menziona un capo umano di tal nome, un eroe divenuto poi divinità.
Quale sia la vera genesi di YHWH non è dato sapere: si sa che fu un dio cananeo, forse discendente dal pantheon sumero. Egli, in quel calderone di numi e di genti medio-orientali, si scelse una terra ed una nazione, ma, prima di optare per i Giudei, aveva concentrato i suoi interessi su un’altra etnia. E’ possibile che H. e YHWH siano la stessa divinità attiva in due contesti differenti? Certo, la Palestina ed il Messico sono molto lontani sotto ogni punto di vista, ma a volte le distanze spazio-temporali non sono così rilevanti.
[1] Dubbia è pure l’etimologia di “Mexica”: qualcuno ritiene che derivi da “metl”, cactus d’agave e da “citli”, lepre o anche da “mixtli”, nuvola.
[2] Chiosa Davies: “E’ forse possibile trovare paralleli a tale metamorfosi in altre parti del mondo; in particolare il dio d’Israele, YHWH, che prese vita come una sorta di divinità del vento e delle intemperie per mutarsi solo in un secondo tempo in dio della guerra”.
Antonio Marcianò (Tutti i diritti riservati)
Fonti:
P. Brega, Il popolo degli Aditi: la prima scelta di Yahweh, 2013
Cronica Mexicayotl, scritta in parte da A. Tezozomoc, 1949
N. Davies, Gli Aztechi, Roma, 1973, passim
D. Duran, Historia de las Indias de Nueva Espana y islas de la tierra firme, 1967
Enciclopedia storica, a cura di M. Salvadori, Bologna, 2000, s.v. Precolombiane civiltà
S. Freixedo, Difendiamoci dagli dei, 1993