• entrambi appartengono, per così dire, ad una scienza border line;
• ambedue furono ricercatori geniali ed eterodossi;
• sia l’uno sia l’altro furono spesso incompresi e, soprattutto Reich, perseguitati dal sistema;
• Tesla e Reich si imbatterono nella questione extraterrestre;
• di entrambi, infine, alcuni studi furono requisiti dall’F.B.I.
In questa breve indagine, vorremmo soffermarci sul nesso tra questi due “giganti” e presunte civiltà extraterrestri.
Nikola Tesla, uomo di genio, inventore autodidatta nacque a Smiljan (nell’attuale Croazia) il 10 luglio 1856. Suo padre era un pope della Chiesa ortodossa serba; sua madre era una donna di genio, di grande inventiva e dalla memoria prodigiosa. Le origini sono umili. A diciassette anni, Nikola cominciò a vedere nella mente delle immagini d'apparecchiature, come se fossero state proiettate davanti a lui su uno schermo. Principiò a mettere a punto questi dispositivi senza disegni, schemi e calcoli ma per semplice memoria visiva, riuscendo sempre a farli funzionare. Tesla aveva il potere di memorizzare all'istante tutto quello che vedeva, anche una pagina intera di qualunque libro, senza leggerla, solo con un colpo d'occhio. Era una portentosa facoltà ereditata dalla madre.Trasferitosi negli Stati Uniti, inventò un ripetitore telefonico ed un metodo per produrre correnti alternate ad alta tensione e ad alta frequenza. La corrente alternata, appunto che tutti noi oggi usiamo, si deve a lui.
Il geniale inventore, già ai primi del XX secolo, aveva dichiarato di aver progettato un’autovettura in grado di alimentarsi grazie alla corrente presente naturalmente nell'etere. Era una fonte di energia infinita, sicura e pulita.
L'acquisizione più importante dell'inventore slavo riguarda l'energia libera, che è presente in tutto l'universo e con cui creò apparecchi avveniristici, per ogni genere di necessità: sono apparati che funzionano senza fonte artificiale e che dunque non necessitano di energia prodotta da centrali e distribuita da tralicci e cavi con conseguente inquinamento elettromagnetico. Egli poteva manipolare l'etere a suo piacimento: l’etere sembrava svelargli i suoi misteri e si lasciava adoperare in tutti i modi, senza mai danneggiarlo.
Nel 1943, anno in cui Tesla morì, tutti i documenti dello scienziato sul raggio della morte ed altri schemi e progetti furono misteriosamente trafugati. Parte di quei documenti è stata citata in un documento segreto del governo statunitense su un’arma ad elettroni (documento declassificato nel 1980). Il principio è quello di sparare contro il bersaglio un "proiettile" di energia, composto da materia elettricamente carica composta da elettroni, neutroni e protoni. Il tutto avviene attraverso un processo di ionizzazione dell’aria. L’applicazione letale di questa tecnologia è stata chiamata Pulsed Impulsive Kill Laser (P.I.K.L.). Una bella eredità, non c'è che dire... proprio come le armi sismiche, di cui Tesla è, suo malgrado, l’ideatore.
L'invenzione più bizzarra fu il teslascopio, una ricetrasmittente progettata con lo scopo di comunicare con forme di vita extraterrestre.
Lo strumento divenne popolare in seguito ad un'intervista rilasciata dallo scienziato e pubblicata dal “Time” il 20 luglio 1931 all’interno di una sezione dedicata a commemorare i settantacinque anni dell’inventore.
“Ho concepito un dispositivo che permetterà all'uomo di trasmettere energia in grandi quantità, migliaia di cavalli, da un pianeta ad un altro, senza alcuna problema di distanza. Penso che nulla sia più importante della comunicazione interplanetaria che di certo un giorno avverrà e la certezza ci siano altre forme di vita nell'universo che lavorano, che soffrono, che si struggono, come noi, produrrà un effetto magico sull'umanità, creando una fratellanza universale che durerà finché l'uomo avrà vita”.
Mentre compiva ricerche sull'elettricità atmosferica, Nikola Tesla si imbatté in alcuni segnali periodici che ritenne appartenessero a qualche sorgente non-terrestre. Alcune ricerche hanno Tesla aveva forse ricevuto un segnale radio astronomico simile a quelli generati dalla magnetosfera di Giove?
Nel 1896 Tesla dichiarò in un'intervista:
“La possibilità di riuscire ad interagire con i Marziani è l'estrema applicazione del mio principio di propagazione delle onde elettriche, principio che potrebbe essere ben applicato per la trasmissione di notizie in ogni luogo del pianeta...Ogni città del globo si troverebbe come su un immenso circuito. In questo modo una notizia inviata da New York giungerebbe nel Regno Unito, in Africa, in Australia in un istante. Che grande cosa sarebbe!”
L'annuncio di Tesla circa i segnali elettromagnetici extraterrestri del 1899 ed i successivi non furono visti di buon occhio dalla comunità scientifica del tempo.
“Non potrò mai dimenticare la sensazione che ebbi quando capii di esser stato spettatore di qualcosa che avrebbe probabilmente avuto incalcolabili conseguenze sull'umanità. Mi sentii come se avessi appena assistito alla nascita di una nuova conoscenza o alla rivelazione di una grande verità. Persino ora, ad esempio, posso vividamente richiamare l'avvenuto. La prima osservazione che feci chiaramente mi atterrì, essendo presente in essa qualcosa di misterioso, non definibile sovrannaturale […] I cambiamenti che notai avevano luogo periodicamente e con una chiara sequenza di numeri e serie che, però, non avevo mai sentito fino ad allora. Certo, era familiare a simili interferenze elettriche generate dal Sole, dalle aurore boreali o dalla corrente terrestre ed ero perfettamente sicuro che queste variazioni di segnale non erano dovute a nessuno di queste cause. La natura dei miei esperimenti precludeva la possibilità che si avessero cambiamenti provocati da interferenze atmosferiche. In seguito passò poco tempo finché non giunse il pensiero, fulmineo, che le interferenze da me osservate potessero essere causate da un controllo intelligente. Tuttavia non riuscii a decifrare il loro codice. Il sentimento che sta via via crescendo dentro di me è che io sia stato il primo ad aver assistito al saluto di un pianeta ad un altro. Vi era un obiettivo dietro questi segnali elettrici e fu con questa convinzione che annunciai alla Red Cross Society, quando mi venne chiesto di indicare una delle più grandi conquiste dei futuri cento anni, che sarebbe stata pobabilmente la conferma e l'interpretazione di quanto questi pianeti vogliano dirci. Da quando sono tornato a New York, alcuni urgenti lavori hanno consumato la mia attenzione, ma non ho mai smesso di pensare a quegli esperimenti ed osservazioni che compii in Colorado. Cerco in ogni modo di perfezionare i miei apparecchi di laboratorio e, non appena saranno pronti, riprenderò le mie ricerche dal punto in cui le ho dovuto lasciare”.
Nel 1902, mentre era intento a visitare gli Stati Uniti, Lord Kelvin disse di concordare con Tesla sul fatto che Marte stesse inviando segnali agli Stati Uniti.
Nel 1909 Tesla affermò:
“Non abbiamo alcuna prova che Marte sia abitato [...] Personalmente ho la mia debole convinzione che le interferenze elettriche che ho scoperto nel 1899 e che concordano con le mie analisi, siano state provocate dal Sole, dalla Luna o da Venere. Alcuni studi da me eseguiti in seguito dimostrarono che dovevano essersi necessariamente propagati da Marte”.
Mentre nel 1909 il prof. Pickering annunciava la sua idea di creare una serie di specchi in Texas, con l'obiettivo di segnalare presenze di Marziani, Tesla introdusse la sua idea di comunicare con altri pianeti.
“L'idea stessa naturalmente presuppone che questi specchi dovranno essere creati in modo da riflettere il sole in raggi paralleli. Al momento questo è quanto l'uomo può ottenere, ma nessuno può porre limiti al futuro ed alle nuove conquiste dell'uomo.[…] Questa combinazione di strumenti si ritrova nel mio trasmettitore senza fili. È evidente, dunque, che nei miei esperimenti del 1899 e 1900, io già creai interferenze sul segnale di Marte, interferenze incomparabilmente più potenti di quanto si potesse ottenere da un qualunque riflettore luminoso, di qualunque larghezza”.
Nel 1921 Tesla scrisse a propsito della sua esperienza, in merito alla quale credeva che i segnali provenissero da Marte, escludendo la previsione del 1901 secondo la quale i segnali che ricevette si sarebbero potuti originare da Venere, anziché dal pianeta rosso.
“Alcuni potrebbero schernire questa affermazione sulla comunicazione con i nostri divini vicini, come per Marte o potrebbero pensarla come una burla, ma sono stato profondamente convinto da quel segnale da quando compii la prima osservazione a Colorado Springs. A quel tempo non esisteva alcun altro sistema wireless al di fuori del mio che potesse provocare un'interferenza tale da poter essere percepita oltre poche miglia. Per di più le condizioni in cui realizzai l'esperimento erano ideali ed ero ben ispirato nel mio lavoro. Il carattere delle interferenze che registrai precludeva ogni possibilità sulla loro natura terrestre ed eliminai, inoltre, gli influssi che Sole, Luna o Venere avrebbero potuto originare. Come allora annunciai, il segnale consisteva in una regolare ripetizione di numeri e successivi studi mi hanno convinto che dovevano essersi propagati da Marte, il pianeta che proprio in quel momento passava vicino alla Terra”.
Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati