Tralasciamo pure la “scienza” evocata dai negazionisti a sostegno dei loro pregiudizi, deliri, aberrazioni ideologiche, soprattutto dei loro attacchi ad personam: bisogna comunque riconoscere che non poche teorie sono soltanto idee balzane, sotto paludamenti logico-matematici o empirici.
Abbiamo già visto quanto sia basso il livello di credibilità del modello cosmologico noto come teoria del Big bang. Discorso analogo può valere per la teoria del caos. Vediamo per quali ragioni: se tale sistema implica il fatto che una causa, per quanto piccola ed insignificante, si colloca al principio di una catena di ulteriori cause, allora siamo al cospetto di una banalità, dimenticando poi che il concetto di causa in ambito scientifico è ormai squalificato ed obsoleto, giacché essa è solo un post hoc, non un propter hoc. E' un criterio che può valere nel macrocosmo, non nel microcosmo o nel mondo intelligibile.
Se, invece, si ritiene che un piccolo movente possa da solo essere all’origine di fatti significativi sì da modificare il corso degli eventi o da annullare l’influsso di circostanze preponderanti, ci si trova di fronte ad una costante smentita di tale ipotesi. E’ come se, mentre è in corso un violento attacco chimico volto a neutralizzare una perturbazione, bastasse aver piantato un nuovo albero in una vasta area per vedere la pioggia cadere, grazie al contributo all’evotraspirazione dato da una pianta in più. E’ evidente che certe situazioni possiedono un’energia di gran lunga superiore rispetto ad altre che semmai possono ritardare una serie di conseguenze, non stornarla.
Così l’idea dell’”effetto farfalla” è poco più che una sciocchezza… e di sciocchezze sono piene molti paradigmi “scientifici” tanto alla moda. Come ogni moda, codesti modelli sono destinati a durare poche stagioni.
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