Sit eis terra levis.
Pochi giorni dopo il terremoto che ha colpito alcune località dell’Italia centrale il 24 agosto 2016, il vulcanico Teo aveva già lo slogan non solo per la ricostruzione, ma per un più vasto piano di messa in sicurezza dell’edilizia pubblica e privata. Il patetico slogan è “Casa Italia”: si sa che la “politica” italiota vive solo di proclami, di reboanti impegni, di fallimenti (voluti) spacciati per successi. E’ solo retorica, una retorica cui il cicisbeo fiorentino era ricorso tempo fa, garantendo che gli edifici scolastici fatiscenti nell’arco di poco tempo sarebbero stati ristrutturati, grazie allo stanziamento di fondi ad hoc. Chi si ricorda di questa mirabolante e mai mantenuta promessa? Moltissime scuole sono ancora nelle pietose condizioni a tutti note.
Sorprende che, a ridosso del sisma, il demagogo fiorentino abbia subito proposto il progetto succitato, come se fosse stato elaborato con calma prima e tirato fuori dal cilindro al momento opportuno. In ogni caso, sembra che pochi eventi siano redditizi come i sommovimenti tellurici, sin dai tempi di Ciriaco De Mita, il re Mida che trasformò il disastro dell’Irpinia in oro.
Quanti denari poi si spillano ad ingenui cittadini che versano due euro o somme maggiori in “favore” dei terremotati? Chi veramente ha bisogno quanti quattrini riceverà? Crediamo di non essere lontani dal vero, se indichiamo zero centesimi.
E’ vero che la virtù è premio a sé stessa, ma qui la generosità è davvero dabbenaggine, dacché sappiamo che le ruberie e le truffe in OGNI campo sono all’ordine del giorno. Faraoniche elargizioni a fondazioni ed enti, che da decenni fingono di studiare cause e terapie di varie affezioni (eziologie e cure sono arcinote da tempo), destinati ad arricchire i ricchi. Intanto i pazienti attendono cure che non arriveranno mai, perché le patologie, reali o finte che siano, sono un forziere stracolmo di dobloni. Perché mai si dovrebbe uccidere la gallina dalle uova d’oro?
Ancora una volta è la televisione, in prima linea con i suoi martellanti appelli a donare, la responsabile di questa frode ignominiosa. I teletonti sganciano i baiocchi: la coscienza si alleggerisce; si alleggerisce ancora di più il portafogli.
Non meno vergognosa, però, è la condotta dello smargiasso toscano che specula sulle disgrazie altrui per atteggiarsi a colui che rifonderà l’Italia, a mo’ di novello Romolo.
Roma non fu costruita in un giorno, ma quello lì ha distrutto tutto quello che si poteva distruggere in meno di un minuto.
Pochi giorni dopo il terremoto che ha colpito alcune località dell’Italia centrale il 24 agosto 2016, il vulcanico Teo aveva già lo slogan non solo per la ricostruzione, ma per un più vasto piano di messa in sicurezza dell’edilizia pubblica e privata. Il patetico slogan è “Casa Italia”: si sa che la “politica” italiota vive solo di proclami, di reboanti impegni, di fallimenti (voluti) spacciati per successi. E’ solo retorica, una retorica cui il cicisbeo fiorentino era ricorso tempo fa, garantendo che gli edifici scolastici fatiscenti nell’arco di poco tempo sarebbero stati ristrutturati, grazie allo stanziamento di fondi ad hoc. Chi si ricorda di questa mirabolante e mai mantenuta promessa? Moltissime scuole sono ancora nelle pietose condizioni a tutti note.
Sorprende che, a ridosso del sisma, il demagogo fiorentino abbia subito proposto il progetto succitato, come se fosse stato elaborato con calma prima e tirato fuori dal cilindro al momento opportuno. In ogni caso, sembra che pochi eventi siano redditizi come i sommovimenti tellurici, sin dai tempi di Ciriaco De Mita, il re Mida che trasformò il disastro dell’Irpinia in oro.
Quanti denari poi si spillano ad ingenui cittadini che versano due euro o somme maggiori in “favore” dei terremotati? Chi veramente ha bisogno quanti quattrini riceverà? Crediamo di non essere lontani dal vero, se indichiamo zero centesimi.
E’ vero che la virtù è premio a sé stessa, ma qui la generosità è davvero dabbenaggine, dacché sappiamo che le ruberie e le truffe in OGNI campo sono all’ordine del giorno. Faraoniche elargizioni a fondazioni ed enti, che da decenni fingono di studiare cause e terapie di varie affezioni (eziologie e cure sono arcinote da tempo), destinati ad arricchire i ricchi. Intanto i pazienti attendono cure che non arriveranno mai, perché le patologie, reali o finte che siano, sono un forziere stracolmo di dobloni. Perché mai si dovrebbe uccidere la gallina dalle uova d’oro?
Ancora una volta è la televisione, in prima linea con i suoi martellanti appelli a donare, la responsabile di questa frode ignominiosa. I teletonti sganciano i baiocchi: la coscienza si alleggerisce; si alleggerisce ancora di più il portafogli.
Non meno vergognosa, però, è la condotta dello smargiasso toscano che specula sulle disgrazie altrui per atteggiarsi a colui che rifonderà l’Italia, a mo’ di novello Romolo.
Roma non fu costruita in un giorno, ma quello lì ha distrutto tutto quello che si poteva distruggere in meno di un minuto.
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Non è vero che la classe politica è incapace, ha svolto infatti il suo compito di smantellare il Paese con cura e giudizio! L'attuale bamboccetto è forse colui il quale avrà il compito di dare il colpo finale? Bell'aspetto, provenienza da sinistra(?), affabilità...si, potrebbe essere proprio lui.
RispondiEliminaSulla cosiddetta beneficenza poi sono d'accordo: mai consegnare denari nelle mani delle istituzioni, faranno la fine di tutti gli altri capitali: verranno letteralmente fagocitati ben prima che possano giungere a destinazione. Più le istituzioni sono grandi e più grande è il loro appetito. Ciao
Sì, Ghigo, essi sono dei distruttori cui è stato assegnato il compito di distruggere e devastare: ci riescono e ci sono riusciti benissimo. Teo sarà promosso per il suo fondamentale contributo nella dissoluzione? Probabile.
EliminaOgni loro "insuccesso" è un passo avanti verso la costruzione del Novus ordo seclorum.
Ciao