19 ottobre, 2005

Attualità dei Promessi sposi


Absit iniuria verbis.

I Promessi sposi sono un romanzo ancora attuale? Che cosa possiamo oggi apprendere dalla loro lettura? Se prescindiamo da certi aspetti narrativi, poetici ed ideologici obsoleti, credo che il capolavoro di Alessandro Manzoni si possa considerare adatto a farci riflettere sulla realtà contemporanea. Mi riferisco specialmente alla descrizione ironica e disincantata che l’autore offre dei gruppi dirigenti, i cui membri sono per lo più corrotti, incapaci, avidi, cinici… Sembra la raffigurazione della classe politica italiana di oggi e non solo italiana. Acutissima, poi, è l’indagine dell’intreccio e della connivenza tra le varie istituzioni al fine di perpetuare e di ingagliardire il loro pernicioso potere: si pensi soltanto al celebre colloquio tra il conte zio del consiglio segreto e il padre provinciale dei cappuccini.

L’autore denuncia episodi di inefficienza, di superficialità, di inettitudine, a proposito della carestia a della peste. Il contegno dei politici del Milanese, di fronte al terribile morbo, contegno improntato a colpevole sottovalutazione del problema quando si registrano i primi casi di contagio, seguito da maldestri e in ogni caso tardivi provvedimenti, una volta diffusasi l’epidemia, ricorda la tentennante, incerta condotta delle autorità sanitarie europee, dinanzi al pericolo, non si sa quanto concreto, dell’influenza aviaria. I gazzettieri, imbeccati dai ministri, ripetono, ad ogni piè sospinto, che l’allarme per la malattia, che ha colpito e sta colpendo i volatili, non dev’ essere scambiato per allarmismo. Poco più che un bisticcio di parole.


Tuttavia il pur penetrante intellettuale lombardo, che smascherò l’ipocrisia e la stoltezza delle elites, forse non comprese appieno che i governanti non sono soltanto stupidi al massimo grado, ma anche malvagi in modo inimmaginabile.

Sull’idiozia, comunque, non si può nutrire alcun dubbio: ne è prova il fatto che i vari titolari del dicastero preposto alla pubblica distruzione succedutisi in questi ultimi decenni, mentre riformavano il “sistema educativo” con il malcelato scopo di affossarlo, non hanno mai deciso di escludere dai programmi dell’educazione linguistica la lettura dei Promessi sposi. I ministri, infatti, non hanno minimamente capito la carica rivoluzionaria di un romanzo che mostra il vero volto del potere, svelando “di che lacrime grondi e di che sangue.”

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