08 ottobre, 2005

Il lògos e le nuove generazioni

Qualche giorno fa un ragazzo, dopo aver letto il saggio di Luciano De Crescenzo intitolato Pànta rèi, mi ha detto di non aver compreso appieno che cosa Eraclito intenda per lògos. L’ammissione di non aver capito del tutto denota intelligenza ed apertura mentale: infatti l’interpretazione del lògos eracliteo è ardua, non solo perché questo principio implica vari aspetti fra loro eterogenei, ma anche in quanto la dottrina del filosofo efesio è stata prevalentemente trasmessa dagli stoici, che sovrapposero le loro concezioni al significato originario di lògos.

L’episodio è per me istruttivo: mi fa misurare la distanza tra la maniera di pensare di alcuni adolescenti e giovani, la cui mente non è ancora ottenebrata da pregiudizi e schemi, e il modo di pesare di molti adulti, convinti di possedere la verità o la chiave per decifrarla. Che cos’è la verità? Soltanto un’ipotesi che ha il consenso della maggioranza.

Scommetto che, se discorressi con un ordinario di filosofia, pretenderebbe di farmi penetrare nel lògos di Eraclito, di spiegarmene tutti i valori, anche quelli reconditi. “Chi afferma di possedere la verità, ecco colui non la conosce”, diceva Gozzano.

È bene diffidare di chi pontifica e dispensa con sicumera il suo sapere, mentre un vero spirito critico è sempre di giovamento. Lasciamo spazio alle ipotesi, alle indagini: rifuggiamo dai dogmi, siano essi religiosi, scientifici, filosofici, politici. È più importante il percorso della meta, ammesso che la meta si possa raggiungere.


Se le nuove generazioni, crescendo, conserveranno un approccio dinamico alla cultura ed alla realtà, rifiutando di introiettare preconcetti, forse si potrà costruire un futuro migliore. Per questo scopo, è necessario un pensiero divergente, al limite eterodosso, quel tipo di riflessione creativa che consentì, ad esempio, a Heidegger di tradurre un celebre frammento di Eraclito, reso banalmente con “il carattere di un uomo è anche il suo demone”(1), nel modo seguente: ”L’uomo, in quanto uomo, abita in prossimità del dio”.

(1) Ovviamente per demone non bisogna intendere nulla di negativo, come forse qualcuno è tentato di fare, a causa della somiglianza fonica tra il termine “demone” e il termine “demonio”.

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