25 novembre, 2006

Le rouge et le noir

Non intendo commentare il celebre romanzo di Stendhal, sebbene, sotto certi rispetti, sia attinente al tema cui vorrei dedicare qualche riga, anche perché è un’opera narrativa che reputo soporifera e dall’insopportabile prosa cancelleresca.

Vorrei, invece, soffermarmi sull’abbinamento cromatico che contraddistingue, in questo periodo, moltissime pubblicità televisive: si tratti del messaggio riguardante un tipo di formaggio, un aperitivo, una banca, un prodotto cosmetico, un’automobile, un detersivo… il rosso ed il nero dominano negli spots. Le varie sequenze mostrano i due colori ora accostati ora mescolati ora alternati: è qualcosa di più di una coincidenza.

Credo che alcuni aspetti meritino attenzione. La scelta cromatica non è casuale. Il rosso ed il nero evocano valori simbolici piuttosto evidenti anche per i profani. (1) Eros e Thànatos, in senso deteriore, privati di qualsiasi risonanza spirituale, ma mercificati e demonizzati, diventano così gli spettrali segni di un linguaggio subliminale volto ad insinuare nel subconscio disvalori. Non penso che, da soli, il cinema e la televisione riescano ad instillare nelle persone contenuti di tipo occulto, ma senza dubbio il martellamento cui sono sottoposti i bambini e gli individui dalla psiche fragile può plagiare, soprattutto in assenza di una coscienza capace di decodificare e di filtrare i messaggi. Non si dimentichi poi il potere delle immagini di fronte alle quali siamo generalmente passivi. Anche Gregorio “Magno” considerava la pittura iconica uno strumento per educare, secondo lui, (io direi indottrinare) il volgo indotto. Non si pensi che il popolino di oggi sia più accorto di quello del Medioevo. La massa oggi è altrettanto manipolabile, anzi di più, perché i mezzi per il condizionamento mentale sono sempre più numerosi e pervasivi.

Una pubblicità trasmessa sovente in questo periodo, oltre a mostrare la solita dicromia, nell’ambito di un contesto musicale, scenografico e coreografico che oscilla tra il farsesco ed il babelico, mostra una mano tagliata che campeggia sulla tregenda. Quella mano amputata è un’immagine atroce: evoca torture, riti satanici, la creatura del dottor Frankestein, esperimenti abominevoli, laboratori in cui le cavie sono sottoposte alle più gratuite sevizie.

Che cosa intendono comunicare con queste icone orride e truculente? Forse non vogliono tanto veicolare messaggi quanto creare una temperie, un corrotto Zeitgeist, preparare le nuove generazioni alla tirannide luciferina (il rosso) e satanica (il nero). È soltanto uno dei metodi per assoggettare l’umanità, poiché ne esistono molti altri: dal fluoro, alle radiazioni nucleari, dall’alluminio alle radiazioni non ionizzanti, dalla disinformazione alle Madonne ologrammi, dal sistema “educativo” alla “scienza” ufficiale…

Nondimeno, se si diventa consapevoli dell’inganno planetario, forse si potrà tentare di contrastare l’aggressione degli Oscurati, prima che diventi un accerchiamento. “Freccia prevista vien più lenta”, ci ricorda Dante Alighieri. Indossiamo anche una corazza affinché il dardo avvelenato non ci trafigga.

5 commenti:

  1. I simboli sono molto potenti e sono in grado di influenzare la mente e per quanto un individuo possa ritenere di esserne immune, non lo è mai del tutto. Il continuo martellamento di simboli, dunque è volto alla persuasione. E questo non è teorico: è arcinoto che le pubblicità siano studiate a tavolino per persuadere il potenziale acquirente. Ciao

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  2. Ciao Angela, l'antica saggezza vale più di mille conoscenze attuali. Quanto all'immagine, sono certo che essa da solo dimostra più di tante inchieste, chi ci governa e chi decide gli avvenimenti, soprattutto quelli ferali. Ciao!

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  3. Infatti la mascotte del Milan (rosso e nero) è... il diavoletto.
    Ciao!

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  4. Su quel medaglione, si potrebbe disquisire a lungo. Contiene simboli massonici e sappiamo da chi è controllata la Massoneria...
    Ciao

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