16 marzo, 2007

Rapiti da chi?

Il 4 marzo scorso fu rapito in Afghanistan il giornalista Daniele Mastrogiacomo. Il sequestro – riportano i media di regime per uno dei quali scrive lo stesso Mastrogiacomo – fu perpetrato dai Taleban, gli studenti islamici afghani. Come spesso avviene, bisogna fidarsi (chi scrive non si fida per nulla) degli scartafacci ufficiali e delle reti televisive orwelliane.

Il rapimento del giornalista, però, dovrebbe essere inquadrato secondo un’ottica più consapevole. Perché nessuno o quasi si chiede per quale motivo i servizi igienici segreti (dal S.I.V. in giù) non riescono mai a localizzare i rapitori e la loro vittima, pur potendo disporre di strumenti tecnologici avveniristici? Chi esegue una pur telegrafica telefonata, può essere rintracciato ipso facto dalle forze dell’”ordine”. Ogni cellulare o telefono satellitare, infatti, è agevolmente rilevabile, anche se è spento, così come qualsiasi apparato elettronico che lascia dietro di sé tracce indistruttibili o quasi. Se è possibile, tramite l'"occhio" del satellite, individuare, ad esempio, gli animali selvatici che popolano le foreste delle Montagne rocciose, registrando i loro odori ed il calore corporeo, come si spiega che, non appena un corrispondente od un inviato viene rapito in qualche paese medio-orientale, gli occhiuti ed onnipresenti servizi non sono in grado di localizzare i sequestratori?

Gli ostaggi si intrattengono in lunghe telefonate con parenti e mediatori. I rapitori mandano video, registrazioni audio, comunicano in mille modi con i negoziatori e nessuno riesce a scovarli. Quanto tutto ciò è credibile? Ieri una ragazza è stata rapita da alcuni rumeni, ma i Carabinieri, rilevando il segnale del cellulare appartenente alla giovane, hanno in breve tempo, identificato il luogo in cui i malviventi l’avevano portata. Se ci riescono i Carabinieri…

Insomma, le ipotesi sono due: o a rapire questi giornalisti, non per nulla scomodi, come nel caso di Giuliana Sgrena, sono i servizi che poi trovano il solito capro espiatorio, un islamico barbuto e cattivissimo, oppure sono veramente gruppi di guerriglieri a perpetrare il sequestro, ma con l’acquiescenza dei governi occidentali e dei loro burattinai. Costoro, infatti, sono interessati ad eliminare o a spaventare quei redattori che svolgono inchieste scottanti nelle zone di guerra, approfittando delle azioni compiute dai guerriglieri del posto.

D’altro canto, se i servizi non esitano ad ideare ed a compiere mostruosi attentati (si pensi al 9 11, al 3 11, al 77 etc.), perché dovrebbero avere remore o scrupoli, quando si tratta di rapire un giornalista o il responsabile di un’organizzazione umanitaria e di incolpare del sequestro i Taleban? Cui prodest? Giova agli ignobili governi ed alle scellerate istituzioni che alimentano l’odio ed il disprezzo per Goldstein, il nemico immaginario, sulla cui esistenza fittizia si puntella un infame ed illegittimo potere. Giova agli esecutivi che, come quello guidato dal Dottor Balanzone, possono addurre un pretesto per mandare truppe in Afghanistan nell'ambito della cosiddetta missione di pace, dietro cui si nasconde un’operazione militare. In effetti, per decisione del ministro della guerra, risulta che alcuni battaglioni italiani sono partiti dalla Sardegna alla volta del martoriato paese medio-orientale, in contrasto con quanto affermato poco prima dal titolare del dicastero degli esteri, Massimo D'Alema.

Cui prodest dunque? Anzi cui Prodi est?

9 commenti:

  1. basta una qualsiasi cosa per lasciare impietrita l'opinione pubblica: una storia di rapimenti è certamente toccante e in un'infinita telenovela, il popolino perde di vista le evidenti incongruenze di tutta questa e di molte altre storie

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  2. Putroppo il popolino non possiede neppure i rudimenti della logica aristotelica. Oggi un ragazzo mi ha detto che a catechismo ha imparato solo che Gesù è Dio.(Sic)Insomma l'unica nozione da lui appresa, oltre ad essere storicamente e testualmente errata, viola il principio di non contraddizione. Colpa del sistema "educativo". Ciao

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  3. Ciao Zret,
    per bersi le frottole di regime sui rapimenti in zone di guerra, ehm volevo dire pace, bisogna essere i peggiori boccaloni.
    Come a suo tempo aveva rivelato Joe Vialls, la Sgrena doveva essere vittima dello stesso Calipari, che aveva intenzioni peraltro buone, ovvero fare ritirare le truppe dell'Iraq, ma utilizzò il metodo peggiore. Poi per un gioco delle parti ci rimesse la vita.
    Tuttavia se questi sono i metodi usati dai servizi segreti, non mi stupisce affatto che dietro a codesto sequestro ci sia un'italica connection.
    Certo che nessuno ha mai un po' di sale in zucca per capire a chi giovano certe manovre.
    O i Taleban, e gli arabi in generale, sono degli autentici fenomeni a tirarsi la zappa sui piedi, o come al solito gatta ci cova.
    D'Alema dichiara il falso sulle missioni di pace? Mi sembra di averla già sentita questa....:-))
    Saluti, Nico.

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  4. Ciao Nico, sottoscrivo le tue parole. Tra l'altro il "Taleban" comunica con il giornalista in un inglese quasi perfetto. Gatta ci cova, anzi...lupa. D'Alema persevera nella menzogna: ricordiamo bene che affermò che l'Italia partecipava all'aggrssione contro la Serbia, solo con un ruolo logistico. Si scoprì che non era vero. Costui è un "nocchiero della livida palude".
    Ciao

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  5. Penso che la gente acefala sia molto più toccata dalle sorti della propria squadra di calcio. Panem et circences, anzi solo circenses. E'ovvio che il musulmano, sotto tortura, tra un po' avrebbe confessato anche di aver istigato Eva a mangiare il pomo proibito.
    Ahi terra, perché non t'apristi?
    Ciao Angelotta

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  6. Grazie Angelotta, me ne ero dimenticato. Ciao!

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  7. Assurdo no?Queste cose me le chiedo sempre anche io !Con i satelliti ormai si vede tantissime cose,vedi google earth(immagino i satelliti della difesa americana).Mentre un telefonino si rintraccia anche da spento qualcosa non torna ciao

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  8. I telefonini anche da spenti "ricevono".Bisogna togliere la batteria per spegnerlo del tutto.Ciao!

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  9. Ciao Stefano, ciao Blognews, grazie del vostro commento e contributo.

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