01 maggio, 2007

Cupio dissolvi

Tempo fa lessi un intenso articolo dell’amico di Freenfo, intitolato Lasciarsi morire, in cui si rifletteva sulle ragioni per le quali molte adolescenti, oggi, sono colpite da disturbi alimentari gravissimi quali l’anoressia e la bulimia. Questi gravi disturbi, non di rado, conducono alla morte.

Non ho intenzione di soffermarmi sulle presunte cause dell’anoressia: psicologi, psichiatri e sociologi hanno considerato vari fattori che possono determinare l’insorgenza di tale sindrome. Qualche biologo ritiene che l’anoressia possa avere un’origine genetica. Non trascurerei fattori quali l’inquinamento elettromagnetico e l’assunzione di psicofarmaci.

Vorrei, invece, esaminare questo anelito verso un progressivo assottigliamento del corpo, sotto una prospettiva, per dir così, ontologica. Quelle adolescenti, rifiutando il cibo e la propria immagine, in realtà rifiutano l’essere: esse desiderano in ogni modo di annichilire qualcosa di inestirpabile. Non mi riferisco solo all’istinto di sopravvivenza, ma soprattutto a quel quid che è e non può non essere. Esse agognano l’abisso, il nulla, poiché nulla è più desiderabile del nulla, come ci insegna Sileno. Quell’abisso di silenzio, scaturigine delle vibrazioni che compongono la melopea dell’universo, è solo un concetto-limite. Forse non esistette mai; se esistette, è una condizione per sempre perduta, irrecuperabile.

Perciò temo che questa smania di autodistruzione sia destinata ad infrangersi contro la persistenza, l’ostinazione dell’essere. Non credo che la morte fisica coincida con la fine di tutto: identità, personalità, anima… Qualcosa sembra destinato a sopravvivere, forse in una dimensione migliore, ma la fine del samsara è lontanissima, mentre il sogno del non-essere resterà tale. Si può soltanto sperare che l’esistenza continui, se deve proseguire, senza il peso intollerabile dell’io, senza il fardello del tempo e le limitazioni dello spazio. Ascendere, librarsi nella luce, liberarsi delle scorie terrene, delle infinite, inutili sofferenze, delle logoranti speranze…

Se la vita deve continuare, che assomigli il più possibile ad una sublime, “profondissima quiete”.

5 commenti:

  1. è un puro e semplice desiderio di LIBERARSI dal tutto...prima dalla coscienza e poi dal fisico......
    ...in realtà...non è così!
    ...e se fosse un altro sistema perverso di "sperimentazione" da parte dei "soliti" scienziati siderali?
    ciaociao
    Angela

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  2. "Scienziati siderali": questa definizione mi piace, anche se bisognerebbe forse dire "scemenziati". Ti assicuro che comunque molti scemenziati di casa nostra sono altrettanto stolti e criminali, come, ad esempio, il "geologo" col piccone che parla con i dinosauri... Già, i dinosauri, i suoi padroni. Ciao!

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  3. Ciao a tutti, purtroppo credo che questo problema sia spesso sottovalutato e psicanalizzato secondo canoni troppo scientifici e privi di senso. Arrivare a un atto estremo come il suicidio, presuppone una profonda crisi esistenzale e un vero vuoto interiore, proprio dei nostri giorni. Chi intravede Amore e ragiona con le logiche del sentire e del relazionarsi, difficilmente arriverebbe a un tale atto estremo. Sarebbe bello che la nostra società insegnasse alle persone come percorrere le strade che conducono alla verità e riempiono il cuore di vero Amore. A quel punto il suicidio sarebbe visto come un libero arbitrio di cui non aver più bisogno. Ciao. Freenfo

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  4. Salute e pace a voi cari fratelli,

    devo dire che Zret "come al solito" tocca una corda del
    nostro tempo molto profonda
    e terribile purtroppo..
    Angelotta dice una cosa "VERA", e Freenfo con il SUO bellissimo pensiero, dice: "Sarebbe bello che la nostra società insegnasse alle persone come percorrere le strade che conducono alla verità e riempiono il cuore di vero Amore. A quel punto il suicidio sarebbe visto come un libero arbitrio di cui non aver più bisogno".

    Avete pienamente ragione tutti e due, in quanto le cose sono strettamente collegate. Purtroppo per triste "esperienza personale" ho dovuto assistere persone a me care sin dall'età di 11 anni coinvolte in questi "progetti psichiatrici" e lo dico con il cuore ferito in mano: STATE ATTENTI AGLI PSICHIATRI.

    Il discorso è lungo da postare ma vi assicuro che tra breve avrete "luce" su questo argomento.
    Rimane il fatto che le scie kimike collegate con le frequenze basiche in cui opera il nostro essere spirituale (psicobioenergetico) risulta devastante, badate bene, solo.. e ripeto SOLO per alcuni tipi di persone che hanno determinate caratteristiche psichiche.

    Ma la strada di queste povere "vittime" è destinata a rivelarsi una salvezza se aiutate nel modo giusto. Ed un boomerang per COLORO che hanno osato USARE tali inconsapevoli persone per devastarle nell'anima.

    Vi abbraccio con affetto.

    Vostro conservo nella via.

    B O J S

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  5. Ciao Bojs, ho conosciuto indirettamente anche molti psicologi, a mio parere, pericolosi, perché al primo sintomo di disagio, prescrivono psicofarmaci e "antidepressivi" anche ad adolescenti. Una volta convinsi una madre a non dare al figlio di 14 (!) anni uno psicofarmaco prescritto dallo psicologo ed a sostituirlo con un placebo. Questo ragazzo, che era balbuziente, vide la sua situazione migliorare senza farmaci. Questo, però, è solo un caso: quanti sono i ragazzi o gli adulti avvelenati con queste pozioni venefiche?

    Celso e Paracelso...loro sì che erano medici!

    Ciao Bojs.

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