22 maggio, 2016

Bersaglio ignobile



"L'ignoranza è forza". (G. Orwell)

“Conosci il tuo nemico”, si suole ripetere. Purtroppo la stragrande maggioranza delle persone ignora chi sia veramente il nemico: i sudditi si accaniscono contro la classe “politica”, simili a cavalieri di giostre rinascimentali che colpiscono con le lance un inerte saracino. Ormai incapaci di affrontare un rivale vero, si esercita un decadente spirito marziale contro miseri surrogati. Che senso ha infierire – a parole – contro pupazzi pazzi?

Qualcuno crede di aver individuato il bersaglio nei banchieri, nei dirigenti delle multinazionali, nei generali: sono dei banditi, degli esseri spregevoli, eppure non formano la Cupola. L’avidità di denaro e di dominio è il lato migliore di questa feccia. I veri padroni del vapore sono altri e sono individui loschissimi, ossessionati dalla numerologia, dai riti, dai sacrifici. E’ ciurmaglia senz’anima sia in senso letterale sia metaforico. Sono simulacri, vampiri energetici, cloni, c...i.

Come indurre la massa a capire chi è il vero avversario? E’ gente senza scrupoli, feroce, perversa, ma soprattutto di scaltrezza mefistofelica: hanno creato un sistema pressoché inossidabile. Hanno creato una realtà dove ogni loro vera intenzione è perfettamente dissimulata nel’esatto contrario. Non è solo doppiezza: è soprattutto strategia sopraffina. Chapeau.

La delusione è cocente: mentre qualcuno si sveglia, infernali manipolatori narcotizzano intere legioni di bambini ed adolescenti con le frottole più disparate: i cambiamenti climatici dovuti ai gas serra, l’evoluzionismo, la teoria del Big bang…

E’ una sfida impari, perché, dopo che si è riusciti a liberare un prigioniero, mille sono catturati ed incatenati. Così, almeno da un punto di vista numerico, si è sempre in svantaggio; ogni successo contro l’establishment rischia di essere una vittoria di Pirro.

Essi controllano i media, l’”istruzione”, i tribunali, gli Stati, le Chiese, le istituzioni, i partiti, le risorse, la tecnologia, l’energia…: le nuove generazioni sono intrappolate e la trappola si chiama “agenda digitale”, ossia la smaterializzazione di tutti i rapporti con le strutture burocratiche. Il “cittadino” è destinato a trasformarsi in un numero che potrà essere azzerato dal potere solo pigiando un tasto.

Tutti in fila verso la cella virtuale in cui l’unica luce sarà quella di uno schermo catalettico.

Insomma, o non si combatte più, perché si è ormai letargici ed acquiescenti, persino convinti di poter difendere il proprio piccolissimo hortus conclusus, fino a quando almeno la storia non viene a chiedere il conto; altrimenti si lotta, come se si fosse strabici, menando fendenti a vuoto.

E’ questa la situazione: un passo avanti e cento indietro. Non è lontano il giorno in cui non resterà più neppure un lembo di territorio dove ripiegare.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

8 commenti:

  1. Una disamina lucidissima Zret; gli spazi sono finiti e persino il Medio Evo passato appare ai nostri occhi un periodo storico illuminante.

    Ciao.

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    1. Hai ragione, Wlady. Il tanto vituperato Medioevo era un'età in cui almeno scintillavano luci di cultura; oggi abbiamo Paolo Attivissimo...

      Ciao

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    2. Che amarezza ..
      Si, e siamo oggi al parossismo, soprattutto perché stiamo perdendo ogni contatto con la realtà, rifugiandoci nella virtualità che utilizziamo ciecamente senza nemmeno comprenderla.
      Quando ritorneremo alla terra (e nel migliore dei casi è ciò che ci aspetta) ci tornerà anche un po' di lucidità. Forse.
      Se mai l'abbiamo mai avuta.

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    3. Quando la realtà verrà a bussare, molti si accorgeranno che il virtuale era un'illusione senza virtù.

      Ciao

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  2. Bellissimo post.
    Quanto meglio avvizzisce, corrode, estingue nell’uomo l’autodeterminazione, la sincerità e il sentimento dell’Io oggi costituisce il nuovo parametro di controllo su cui allineare il pensiero comune. La cosiddetta realtà digitale rappresenterebbe il varco aperto su una dimensione aberrante. Diluizione, sconnessione e passaggio forzato non da un semplice modo di vita ad un altro, ma slittamento effettivo da una dimensione ad un'altra. L’inconsistenza digitale è a tutti gli effetti una corrente dissolvente, un autentico, benché apparentemente invisibile, flusso diluviale che subissando la realtà proverà a ribaltarne il significato in un equivalenza solo fantasmica, la nostra stessa essenza dovrà conseguentemente disciogliersi in un senso solo larvale. E’ l’assetto meccanicistico la prefigurazione di una sussistenza intimamente spenta. In un certo senso il nuovo diluvio universale è già iniziato.
    Un saluto

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    1. Commento molto lucido e profondo, Giovanni. Dispiace che un intellettuale come Zolla si sia lasciato incantare ed incatenare dalle sirene del virtuale.

      Ciao

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  3. La 'cupola' ha ormai la vittoria in pugno e non gli sfuggirà. Ma c'è da sottolineare una cosa: non avrebbe vinto se non fossero esistite le premesse karmiche ad essa favorevoli. E' un po' come gettare una biglia giù per la china: rotolerà giù per via della forza di gravità.
    Insomma, di fronte a delle circostanzi estremamente favorevoli proprie alla fine del ciclo, non poteva che andare così.

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    1. E' un Ananke che si compie, Paolo, visti i prodromi.

      Ciao

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