Gli uomini non riescono a trovare la loro identità per varie ragioni, ma soprattutto perché essi cercano sempre idoli da venerare: l’adolescente adora il campione sportivo o il cantante di successo, l’adulto il “politico” che finalmente risolverà tutti i problemi, persino le persone più sagaci pendono dalle labbra del fondatore di un movimento che promuove la “spiritualità” o divora gli scritti di un giornalista sedicente “libero”.
E’ così: si delega, si affida ad altri il proprio destino, si abdica alla propria coscienza: anche se sopita, tutti hanno una coscienza. Ascoltiamone la voce: è la voce del Maestro interiore – nel Medioevo, età spesso ingiustamente vituperata, dipinta solo come un’epoca di oscurantismo e di superstizione – da taluni teologi era definita il Cristo. Questa voce ci può guidare, può indicarci se non la strada, il momento in cui è necessario intraprendere il cammino. Recuperiamo la libertà, senza attenderci che altri la difendano. Recuperiamo il discernimento, senza attenderci che altri distinguano per noi. Non è superbia, non è egocentrismo, bensì consapevolezza che i nostri limiti, in talune circostanze, devono e possono essere trascesi. Se perdiamo noi stessi, il rischio è abnorme, perché, fino a quando si celebra, con ingenuo ma innocuo entusiasmo un totem di silicone - un attorucolo, un atleta dopato – totem innalzato dal piccolo schermo, si alimenta la superficialità che si può ancora tentare di combattere.
Tuttavia, se costruiamo i nostri valori sui disvalori, spacciati per ideali, propagandati ed inculcati da cattivi maestri, il danno è irreparabile: “scienziati”, esponenti delle istituzioni, ministri, editorialisti, “intellettuali”, accademici… sono impostori prestigiosi, cialtroni di lusso, dai modi brillanti ed affabili, dal contegno vellutato. I loro discorsi sono conversevoli, le argomentazioni melliflue, i concetti distorti sono insinuati nelle menti con astuzia e perfino con delicatezza. Tali maîtres à “penser”, assertori del non-pensiero unico, sono i classici sepolcri imbiancati: incarnano l’ipocrisia della nostra società dove il cuore della cultura e della passione per la verità, la scuola, è, nonostante qualche commendevole eccezione, ormai il cuore nero della menzogna, anche involontaria. Pulsa, ma il suo palpito non è quello della vita, bensì il battito di un ingranaggio che stritola l’anima.
E’ così: si delega, si affida ad altri il proprio destino, si abdica alla propria coscienza: anche se sopita, tutti hanno una coscienza. Ascoltiamone la voce: è la voce del Maestro interiore – nel Medioevo, età spesso ingiustamente vituperata, dipinta solo come un’epoca di oscurantismo e di superstizione – da taluni teologi era definita il Cristo. Questa voce ci può guidare, può indicarci se non la strada, il momento in cui è necessario intraprendere il cammino. Recuperiamo la libertà, senza attenderci che altri la difendano. Recuperiamo il discernimento, senza attenderci che altri distinguano per noi. Non è superbia, non è egocentrismo, bensì consapevolezza che i nostri limiti, in talune circostanze, devono e possono essere trascesi. Se perdiamo noi stessi, il rischio è abnorme, perché, fino a quando si celebra, con ingenuo ma innocuo entusiasmo un totem di silicone - un attorucolo, un atleta dopato – totem innalzato dal piccolo schermo, si alimenta la superficialità che si può ancora tentare di combattere.
Tuttavia, se costruiamo i nostri valori sui disvalori, spacciati per ideali, propagandati ed inculcati da cattivi maestri, il danno è irreparabile: “scienziati”, esponenti delle istituzioni, ministri, editorialisti, “intellettuali”, accademici… sono impostori prestigiosi, cialtroni di lusso, dai modi brillanti ed affabili, dal contegno vellutato. I loro discorsi sono conversevoli, le argomentazioni melliflue, i concetti distorti sono insinuati nelle menti con astuzia e perfino con delicatezza. Tali maîtres à “penser”, assertori del non-pensiero unico, sono i classici sepolcri imbiancati: incarnano l’ipocrisia della nostra società dove il cuore della cultura e della passione per la verità, la scuola, è, nonostante qualche commendevole eccezione, ormai il cuore nero della menzogna, anche involontaria. Pulsa, ma il suo palpito non è quello della vita, bensì il battito di un ingranaggio che stritola l’anima.
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Ciao Zret;
RispondiEliminacome sempre magistrale e tremendamente vero, ma, pochi se ne avvedono del "cuore nero della menzogna".
Un abbraccio, ciao
Ciao Wlady,
Eliminasono idoli senza vita e senz'anima. Speriamo cadano presto: come scrissi, quando crollano gli idoli, causano molto rumore, ma si crea spazio.
Ciao
Bisogna che l'umanità scenda ancora più in basso prima di rialzarsi oppure schiavi siamo nati e schiavi rimarremo?
RispondiEliminaQui ci vorrebbe un bel vaccino contro l'ignavia!
Ciao Zret, grazie per questo pezzo ^_^
Spero che un giorno non lontano l'umanità sia redenta dall'ignavia, come la definisci giustamente Tu, Catherine. Illusione? Purtroppo gli schiavi di oggi sono spesso contenti del loro servaggio. Dove sono i ribelli come Spartaco?
EliminaCiao
mi ritrovo completamente in questa chiara e dolente immersione riflessiva
RispondiEliminaGrazie Zret, per questa ennesima Poesia: la conserverò per i miei nipoti col titolo "il richiamo della Coscienza".
RispondiEliminaUn carissimo saluto agli ottimi Giovanni e Giuseppe. A presto!
EliminaIdoli..burattini tirati da fili invisibili che con il ricatto dei soldi vengono usati per inculcare determinate ideologie nelle generazioni.Vedi i cantanti, gli attori..
RispondiEliminaChe illusione.
Ciao Zret
Con denaro e privilegi si comprano questi fantocci; concedendo un effimero potere si comprano quelli che "comandano".
EliminaCiao
La società e la vita odierna sono veramente un ingranaggio che stritola l'anima.. comunque vada siamo perennemente gravati dalle necessità, dal lavoro, dai soldi che servono per vivere eccetera e trovare uno spazio interiore di libertà è un'impegno arduo e faticoso.. ma ci si prova.. d'altronde come diceva qualcuno "Il solo scopo di questa vita è di accendere una luce nel buio del semplice esistere".. grazie per i tuoi sempre notevoli scritti Zret. Un caro saluto a te e a tutti i lettori!
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