Siamo viandanti lungo il percorso della vita. Il sentiero è pietroso, disagevole ed erto. L'oscurità ci avvolge fitta, impenetrabile.
Sappiamo che il Male non è un aspetto circoscritto ed accidentale dell'esistenza, ma il cuore delle cose. Esso alberga nella natura, nella storia ed in noi. E' facile credere nell'armonia, nell'amore e nel divino, quando siamo soltanto sfiorati dagli artigli del Male. Se, però, quegli artigli straziano le nostre carni, con la sventura, la malattia e la morte, penseremo ancora che tutto intorno a noi sia armonia? Potremo cercarla, ma brancolando come ciechi, a tentoni. Se continueremo a cercare un senso nell'insensato, una luce nelle tenebre, sarà un miracolo, il miracolo che dimostra quanto il Male, nonostante abbia piantato il suo nero, funesto vessillo nel mondo, non abbia distrutto l'ultima speranza, la speranza di trovare la via. Dov'è la via che porta alla dimora dell'Essere da cui siamo stati esiliati? L'esule rimpiange la patria e sogna, un giorno o l'altro, di ritornarvi.
Oggi, giunti al limitare di Dite, non devono sorprendere la violenza, le guerre, la deliberata distruzione dell'ambiente, le malattie create in laboratorio... No, tutto ciò è normale, la naturale conseguenza di un errore ancestrale. Deve sorprendere, invece, che qualcuno, contro ogni evidenza, contro la fatale fattualità, continui ad ospitare in sé il seme di una speranza e della libertà. Non tutti sono automi. Che cosa succederà quando una terribile arsura, in senso reale e metaforico, ci brucerà? Riusciremo a capire che il mondo, per quanto concreto e "reale", duro e refrattario, è una tragica illusione che vela l'essenza? Se l'illusione può assumere tutte le sembianze più malefiche, l'essenza è un diamante luminoso che nulla può scalfire. Non dobbiamo temere dunque chi può uccidere il corpo, perché un quid è salvo ab origine, come fiamma inestinguibile che neppure una bufera può spegnere. Tuttavia non è facile capire che tra questa dimensione e la realtà metafisica non esiste alcun collegamento diretto: sono come due sponde dello stesso fiume, ma che nessun ponte scavalca. In ciò la radice spesso dello scoramento.
Se, in un mondo ormai calpestato dai più atroci e sanguinari mostri che, ad uno ad uno, eliminano chi si oppone al loro piano di controllo totale, qualcuno ancora sfida le armi più potenti e letali, visibili ed invisibili, non è certo merito tutto suo: sarebbe hybris pensare che l'"eroe" possa tentare di ostacolare, con le sue sole forze, le legioni dei demoni, ormai prossimi alla vittoria in questa dimensione. No, gli uomini che non si sono arresi dimostrano coraggio e determinazione, ma quante volte sono dubbiosi, esitanti, stanchi e vorrebbero gettare la spugna! Se non hanno ancora ceduto, è perché qualcuno forse è al loro fianco. Il sentiero è pietroso, disagevole ed erto. L'oscurità ci avvolge fitta, impenetrabile, poiché tutte le stelle sono cadute.
Il destino dell'uomo: attraversare l'inferno, scendere per tutti i suoi orribili gironi, per concepire la luce del Cielo.
Sappiamo che il Male non è un aspetto circoscritto ed accidentale dell'esistenza, ma il cuore delle cose. Esso alberga nella natura, nella storia ed in noi. E' facile credere nell'armonia, nell'amore e nel divino, quando siamo soltanto sfiorati dagli artigli del Male. Se, però, quegli artigli straziano le nostre carni, con la sventura, la malattia e la morte, penseremo ancora che tutto intorno a noi sia armonia? Potremo cercarla, ma brancolando come ciechi, a tentoni. Se continueremo a cercare un senso nell'insensato, una luce nelle tenebre, sarà un miracolo, il miracolo che dimostra quanto il Male, nonostante abbia piantato il suo nero, funesto vessillo nel mondo, non abbia distrutto l'ultima speranza, la speranza di trovare la via. Dov'è la via che porta alla dimora dell'Essere da cui siamo stati esiliati? L'esule rimpiange la patria e sogna, un giorno o l'altro, di ritornarvi.
Oggi, giunti al limitare di Dite, non devono sorprendere la violenza, le guerre, la deliberata distruzione dell'ambiente, le malattie create in laboratorio... No, tutto ciò è normale, la naturale conseguenza di un errore ancestrale. Deve sorprendere, invece, che qualcuno, contro ogni evidenza, contro la fatale fattualità, continui ad ospitare in sé il seme di una speranza e della libertà. Non tutti sono automi. Che cosa succederà quando una terribile arsura, in senso reale e metaforico, ci brucerà? Riusciremo a capire che il mondo, per quanto concreto e "reale", duro e refrattario, è una tragica illusione che vela l'essenza? Se l'illusione può assumere tutte le sembianze più malefiche, l'essenza è un diamante luminoso che nulla può scalfire. Non dobbiamo temere dunque chi può uccidere il corpo, perché un quid è salvo ab origine, come fiamma inestinguibile che neppure una bufera può spegnere. Tuttavia non è facile capire che tra questa dimensione e la realtà metafisica non esiste alcun collegamento diretto: sono come due sponde dello stesso fiume, ma che nessun ponte scavalca. In ciò la radice spesso dello scoramento.
Se, in un mondo ormai calpestato dai più atroci e sanguinari mostri che, ad uno ad uno, eliminano chi si oppone al loro piano di controllo totale, qualcuno ancora sfida le armi più potenti e letali, visibili ed invisibili, non è certo merito tutto suo: sarebbe hybris pensare che l'"eroe" possa tentare di ostacolare, con le sue sole forze, le legioni dei demoni, ormai prossimi alla vittoria in questa dimensione. No, gli uomini che non si sono arresi dimostrano coraggio e determinazione, ma quante volte sono dubbiosi, esitanti, stanchi e vorrebbero gettare la spugna! Se non hanno ancora ceduto, è perché qualcuno forse è al loro fianco. Il sentiero è pietroso, disagevole ed erto. L'oscurità ci avvolge fitta, impenetrabile, poiché tutte le stelle sono cadute.
Il destino dell'uomo: attraversare l'inferno, scendere per tutti i suoi orribili gironi, per concepire la luce del Cielo.