Recentemente george walker bush e vladimir putin si sono incontrati ed hanno appianato le principali divergenze sul sistema di "difesa" definito Scudo spaziale. Il presidente di USAtana ha assicurato il suo interlocutore che lo Scudo spaziale non è stato concepito e creato contro la Russia. Molti ritengono che lo Scudo spaziale serva contro l'Iran ed altri potenziali nemici degli Stati Uniti d'America: ciò è possibile, ma, considerando che molti apparati bellici oggi sono collocati nello spazio circostante il nostro pianeta, non si può escludere che il governo occulto mondiale miri a dominare lo spazio ed anche ad espandere la sua egemonia verso altri pianeti del sistema solare. Le missioni verso Marte, verso Saturno ed i suoi satelliti potrebbero non essere solo motivate dall'obiettivo di approfondire le conoscenze circa i corpi celesti, poiché soprattutto potrebbero denotare una diabolica volontà imperialistica, un espansionismo irrefrenabile.
Lo statunitense John Lenard Walson ha ripreso e fotografato strani ordigni che popolano l'orbita terrestre. (Vedi J. Rense, Macchine spaziali, traduzione di Daniela Brassi su Ecplanet.com) Che cosa sono? Satelliti, astronavi appartenenti a potenze mondiali, vascelli alieni? Si tratta, invece, di un'abile mistificazione? Secondo il fisico e cosmologo Paul La Violette, autore di Secrets of antigravity propulsion, 2008, esistono tecnologie aerospaziali di tipo antigravitazionale (Vedi Zret, Townsend Brown e l’antigravità, 2007). Queste tecnologie sarebbero usate per produrre velivoli propulsi da sistemi che usano raggi di microonde. Sebbene La Violette non accenni nei suoi saggi all’operazione “scie chimiche”, è plausibile che ritrovati tecnologici avveniristici siano coinvolti nelle rovinose attività di irrorazione chimico-biologica e di attacco elettromagnetico, con l’impiego di aerei letteralmente invisibili, di armi per riscaldare la ionosfera e forse per interferire con fenomeni naturali cosmici.
Certamente, qualcosa non convince nello spazio attorno a Gaia: oltre all'operazione "scie chimiche" in alta quota, oltre al bombardamento della ionosfera e della Luna con emissioni elettromagnetiche, sembra che la Cabala sperimenti ed usi armi al plasma o di altro tipo contro "intrusi" cui appartengono forse le installazioni sulla faccia nascosta del nostro satellite. Non è un caso se la N.A.S.A. non ha più organizzato missioni esplorative sulla Luna. Civiltà stellari sono in conflitto con il governo terrestre segreto? Quali sono la configurazione ed il gioco di eventuali alleanze? E' plausibile che siano combattute delle scaramucce, preludio ad una guerra su più larga scala?
Intanto la costante e capillare propaganda dell'Impero mondiale distoglie le persone dagli scenari celesti in cui occorrono fenomeni naturali ed artificiali sconcertanti: aumenta l'attività solare, flottilas di sfere tracciano la sinopia di costellazioni, le immagini di Marte con la Sfinge di Cydonia e ritraenti edifici antichissimi, vengono manipolate dai famigerati falsari della N.A.S.A. Si vocifera dell'avvicinamento del pianeta X o, per lo meno, della sua scoperta oltre la fascia di Kuiper...
Schegge di verità imprigionate nella pietra della disinformazione, come diamanti inclusi in rocce profondissime.
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"La parola cane non morde?", si chiedeva qualche anno addietro lo psicolinguista Fernando Dogana. E' evidente che qui ci si riferisce al suono del termine, suono gutturale, aggressivo non meno di molti cani mordaci. In varie occasioni, ho indugiato sul valore fonico dei vocaboli (vedi Avalon), un aspetto che talora prende il sopravvento sul significato su cui puntiamo eccessivamente la nostra attenzione.
Ora, pur non essendo condivisibile, a mio parere, la posizione di chi ritiene il significante del tutto autonomo, è, però, legittimo considerarlo come uno dei principi generatori del linguaggio e non solo. In principio, infatti, era il Logos. D’altronde il Quarto vangelo è stato definito il vangelo della voce.
La vibrazione, la frequenza, l'oscillazione sono fenomeni primigeni, essenze della natura che si palesano in fenomeni molto diversi, dalle onde che attraversano l'etere alla musica delle sfere, dal suono che influisce sull'acqua allo spin degli elettroni, dai mantra alla magia della musica e della poesia (Si pensi, ad esempio, alle "rime aspre e chiocce" di Dante ed al fonosimbolismo di Pascoli).
Lo scollamento tra suono e significato, propugnato dalla linguistica contemporanea, da De Saussure in poi, pur con qualche eccezione, pare una svolta epistemologica, ma è soprattutto una regressione nella conoscenza.
Gli antichi sapevano che il suono, in quanto vibrazione e "forma" delle cose, era radicato nell'essere: per questo motivo gli Egizi attribuivano due nomi ai neonati, uno essoterico, noto a tutti ed un altro segreto, conosciuto solo dai genitori di modo che nessuno potesse nuocere alla persona di cui si conosceva il vero nome. Anche presso gli Ebrei ed altri popoli il suono custodiva l’essenza.
Oggi si considera tale idea come semplice superstizione o il retaggio di tradizioni superate. Eppure, in modo non consapevole, come per un'eredità genetica che talvolta affiora, è invalsa in questi ultimi decenni una grafia rivelatrice: alcune persone, infatti, per veicolare valori incisivi, cominciarono a scrivere parole contraddistinte dal suono velare della "c" con la "k", lettera dura, chioccia, anzi mordace, usata proprio per rendere un senso graffiante, iconoclasta o anche per evocare il pericolo connesso ad una persona, ad un'ideologia.
Infine, non solo il suono della k è mordace, ma anche la sua struttura grafica, che può ricordare le pinze pronte a serrarsi o appunto le fauci di un animale feroce in procinto di addentare. Si consideri, invece, la forma dolce della lettera c, quella curva avvolgente e protettiva, simile ad un guscio in cui rifugiarsi. La si confronti con l’angoloso, tagliente grafema k, forma che azzanna, anche se forse è solo una coincidenza.TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale
Esistono alcuni luoghi sulla Terra che sono caratterizzati da anomalie gravitazionali. Uno di questi è ubicato nel Lazio, presso il comune di Rocca di Papa, lungo la Via dei laghi, prolungamento dell'Appia nuova. Qui si rivelano strane irregolarità: in una situazione di lieve salita, le bottiglie rotolano verso l'alto ed anche le automobili, a motore spento ed in folle, tendono a salire. Gli scienziati tedeschi Franz Bludorf e Grazyna Fosar, con apposite misurazioni, hanno stabilito che nella cittadina dei Colli Albani la gravitazione è circa il 3,2 per cento più bassa che a Berlino. Il mistero più grande della zona è costituito dalla discontinuità spaziale e temporale: infatti, se in punto una bottiglia stava rotolando verso l'alto, qualche minuto dopo il fenomeno non succede più lì, ma altrove. I ricercatori succitati escludono che l'anomalia possa avere origini elettromagnetiche, mentre gli scienziati ortodossi liquidano il tutto come illusione ottica.
Altri luoghi presentano anomalie: Karpacz in Polonia, ai piedi della Schneekoppe, definita località della gravitazione disturbata; qui la gravitazione è inferiore alla norma del 4 per cento. Anche qui come a Rocca di Papa, si notano anormali condizioni meteorologiche: spira sovente un forte vento, ma si addensa la nebbia, il cielo è nuvoloso e la temperatura bassa, anche quando intorno splende il caldo sole estivo. La regione di Karpacz è una delle più ventose d'Europa ed è contraddistinta da una spiccata inversione termica, cioè in alto l'aria è calda, mentre al suolo è fredda. Ciò ostacola lo scambio termico. Sia a Rocca di Papa sia a Karpacz si trovano vulcani spenti.
Altri posti con anomalie gravitazionali sono Gerusalemme est, nei pressi della porta di Jaffa, una collina nella regione cinese del Gansu (Kansu) dove un ruscello scorre in salita. Questa plaga è stata analizzata dal fisico cinese Fang Xiaoming dell'Università di Lanzhou (Lanchou). Egli ha rilevato una diminuzione locale della pressione atmosferica.
Gli autori tedeschi succitati annoverano tra i luoghi con anomalie anche la Francia meridionale, nella fattispecie la Linguadoca: forse si riferiscono alla località di Saint Paul de Vence, dove si osservano spesso strani globi (U.F.O., orbs, sfere di plasma, armi segrete...?) e si registrano inusuali manifestazioni fisiche. Saint Paul De Vence non è molto distante dalla Valle delle Meraviglie, dove gli antichi Liguri incisero sulla pietra figure geometriche, (immagini entottiche?), animali, sciamani, utensili ed armi, accanto a simboli dal significato oscuro. E' una zona alpina sacra, immersa in un'atmosfera magica e solenne, con vette di maestosa bellezza e profonde vallate. Qui si aderge il Monte Bego. 80 km a nord di Nizza. Il Monte Bego domina dall'alto dei suoi 2.872 valli modellate da antichi ghiacciai che, ritiratisi 10.000 anni fa, hanno lasciato dietro di sé rocce finemente levigate, corone di laghi e, soprattutto, quasi 36.000 incisioni a mo' di misterioso santuario sub divo.
L'anomalia più forte nel mondo dovrebbe trovarsi lungo il Sardine Creek, nello stato dell'Oregon, un'altra a New Brunswick, in Canada.
Anche nelle Maldive è stata riscontrata una gravità anomala che, secondo alcuni, sarebbe da ricondursi alla massa delle montagne sommerse sulle quali si sono formati gli atolli dell'arcipelago.
Il dottor Peter Schwintzer attribuisce le anomalie gravitazionali a giacimenti di minerali, alla convezione del mantello, ossia la salita di materiale caldo verso l'astenosfera, allo slittamento di placche litosferiche verso il basso. Tuttavia Schwintzer sostiene che le variazioni gravitazionali sono talmente lievi ed insignificanti che non possono trascinare un'auto. Per lui tali effetti sono inganni ottici.
La presenza di queste difformità gravitazionali è un vero enigma che Bludorf e Fosar sono tentati di correlare ai cosiddetti domini di "vuoto", zone in cui la gravitazione diventa instabile, mediante la concentrazione di masse negative, che vengono respinte sotto l'azione della forza di gravità delle masse normali.
Bisognerebbe stabilire se i luoghi passati in rassegna sono situati in punti lungo direttrici energetiche (le leylines): ciò è vero per le Alpi Occidentali che forse non a caso sono situate in una zona, insieme con tutta l'area circostante, in cui sono più diffuse e martellanti le attività di irrorazione chimica e di irradiazione di campi elettromagnetici artificiali. E' anche un'area di basi militari, probabilmente di installazioni sotterranee, di avvistamenti di U.F.O. Non si può quindi escludere una connessione "sottile", energetica tra le chemtrails e certe zone in cui più accanita è la nefanda operazione. Le stranezze del tempo, nebbie in presenza di vento, inversioni termiche etc. generate artificialmente potrebbero creare interferenze con fenomeni gravitazionali e magnetici (non ancora unificati in una teoria unica) per alterare equilibri naturali benefici per la vita e la salute degli esseri viventi.
Infine, ipotesi peregrina, ma forse non del tutto infondata, le modificazioni indotte potrebbero avere una qualche attinenza con l'intenzione di danneggiare o eliminare creature eteriche o di disturbare ed impedire il volo di astronavi aliene.
Fonti:
G. Fosar, F. Bludorf, L’Intelligenza in rete Nascosta nel D.N.A., Diegaro di Cesena, 2005
G. Hancock, Civiltà sommerse, Milano, 2002
Zret, Il mistero dei Liguri, 2007
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I recenti risultati elettorali hanno determinato una situazione inedita: per la prima volta in Parlamento siedono i rappresentanti di partiti o legati alla Chiesa cattolica o in cui, per lo meno, la componente confessionale è piuttosto influente. Questo ci consente di comprendere chi veramente tesse le fila della congiura. La cosiddetta sinistra, in seguito allo scarso consenso popolare, è stata estromessa da Senato e Camera dei deputati.
Lungi da me soltanto difendere gli inetti ed i privilegiati di partiti che hanno avallato tutte le iniziative di abominevoli governi di guerrafondai. Tuttavia la situazione parlamentare attuale pare il preludio dello smantellamento di ogni residuo baluardo di una pur debolissima democrazia. In fondo, è soprattutto tra la base di movimenti di "sinistra radicale" e di "destra sociale" che, ogni tanto, agisce qualche persona che, nonostante titubanze e contraddizioni, si batte per politiche in difesa dell'ambiente e per tutelare i diritti sanciti dalla vilipesa Costituzione. L'esclusione di quel gruppuscolo di uomini politici un po' più sensibili al bene comune, tra cui Bontempo che ebbe il coraggio di porre una domanda scomoda sul signoraggio, prontamente e sgarbatamente zittito dallo zerbinotto Bertinotti, o Turigliatto, contrario al finanziamento delle missioni di guerra, è una vera iattura.
Ormai in Parlamento non siede forse neppure un rappresentante che potrà proporre un'interrogazione sulle scie chimiche, mentre è probabile che le due camere si trasformeranno in una sorta di Apella spartana, il cui unico "potere" consisterà nell'approvare le leggi elaborate dalla commissioni per acclamazione.
Senza dubbio la responsabilità della debacle che ha annientato la Sinistra Arcobaleno è da individuare nella sua dirigenza corrotta ed incapace e nell'infinita sprovvedutezza di delegati, iscritti e simpatizzanti. Convinti di poter rimanere a galla, i sedicenti comunisti hanno ignorato le vere istanze dei cittadini: la lotta al signoraggio, al precariato, alla corruzione, alla devastazione dell'Italia, con le grandi opere, il rifiuto netto della guerra sotto le ipocrite sembianze delle missioni di pace etc.
Se Pecoraro Scanio, invece di rispondere all'interrogazione sulle chemtrails, nel modo vergognoso che tutti noi ricordiamo, negando la realtà del problema, avesse dimostrato di voler andare a fondo della questione, forse i Verdi non sarebbero stati azzerati insieme con tutti i partitini della "sinistra". Alla fine questi imbelli hanno ricevuto il loro meritato guiderdone; in questo modo, però, le élites si sono sbarazzate di uno degli ultimi ostacoli alla fondazione del nuovo ordine, potendo contare su formazioni del tutto succubi, acquiescenti e proni alla loro depravata volontà.
Intendiamoci: era un ben piccolo impedimento, un po' come il moscerino fastidioso che si aggira attorno al calice col cocktail del miliardario che, sdraiato sul bordo della piscina, prende il sole. Il moscerino viene subito schiacciato, senza che abbia potuto turbare più di tanto l'ozio del riccone.
Eppure forse alcuni rappresentanti avrebbero potuto formare un argine di fronte alle iniziative liberticide e pazzesche dei globalizzatori. Forse la fine sarebbe stata rinviata di qualche mese ed un breve lasso di tempo sarebbe bastato per cogliere un'opportunità.
Purtroppo la storia non si fa con i se e neppure la cronaca di questi ultimi, ingloriosi tempi.
Articolo correlato: Freenfo, Rutelli, ancora un delirio di onnipotenza, 2008
Lo schiavo più docile ed ubbidiente è quello che non sa di esserlo.
Quando mi chiedo quale sia il mezzo precipuo che il sistema globale usa per plagiare i cittadini e per distruggerne l'identità, non penso tanto alla pur deleteria e demoniaca televisione, quanto alla scuola. La scuola, che potrebbe essere, se del tutto diversa da com'è, un tempio della cultura è, invece, un campo di concentramento per la mente ed una prigione per l'anima. Ideata per indottrinare le nuove generazioni, si è trasformata nella sentina della nostra società, ingorgata da liquami fetidi ed ammorbanti. Rivelatrice la visione di Corrado circa la scuola (Vedi Come ottenere l'obbedienza) e qui aggiungo solo alcune mie impressioni sul sistema "formativo".
In primo luogo, è necessario considerare il corpo docente costituito da insegnanti che si distinguono, semplificando, in tre categorie: gli eruditi, gli ignavi, i consapevoli. Gli eruditi sono quegli insegnanti che conoscono a memoria centinaia di date e di dati, ma che sono incapaci di articolare anche un semplice ragionamento. Noiosi, pedestri e pedanteschi, si impegnano in studi su argomenti insignificanti. Se vivessimo in un mondo differente, si potrebbe ancora concepire che una persona scialacqui il suo tempo in ricerche tanto settoriali o sterili. Quel che è più grave, però, è l'invadenza di questa algida, soporifera erudizione all'interno delle scuole, con un pullulare di iniziative "culturali" contraddistinte da un'assoluta stupidità su temi insulsi. In realtà la promozione di studi degni di don Ferrante (ma almeno don Ferrante coltivava l'astrologia che è disciplina di grande interesse) è uno strumento per stornare l'attenzione dai problemi concreti, facendo leva sulla vanagloria di certi "intellettuali" che si compiacciono di disquisire dottamente per anni su quisquilie e di impegnarsi in diatribe infinite per semplice puntiglio.
Gli ignavi sono gli insegnanti esecutori: armati di registri e di penna, catalogano, classificano, redigono relazioni, verbali... A costoro interessa solo lo stipendio e, all'inizio dell'anno, calcolano, con precisione scientifica, i giorni di vacanza che possono attaccare al giorno libero, scelto in modo oculato e strategico, in modo da usufruire di periodi di sospensione dell'attività didattica durante i quali partire per viaggi di diporto. Gli ignavi sono impiegati grigi e banali: se la cultura è trasformata dagli eruditi in una stanca ripetizione di nozioni maldigerite e spesso sbagliate, sia in ambito umanistico sia scientifico, gli impiegati sono persone banalissime, non si sa come finite ad insegnare, i cui discorsi sono dello stesso livello dei tifosi che berciano in un bar il lunedì mattina. Poco cambia se, invece di accapigliarsi per l'Inter e la Juventus, si sgolano inneggiando a Belzebusconi contro Veltroni o viceversa.
Infine l'ultima categoria è quella dei docenti consapevoli che credono ancora alla scuola come istituzione culturale: per questo motivo si scontrano ogni giorno contro l'ottusità granitica dei presidi, il conformismo dei colleghi, la passività e l'indolenza di parecchi studenti. A differenza degli altri due gruppi, questi insegnanti, che costituiscono un manipolo sparuto, rifuggono dai pregiudizi, dall'ortodossia didattica, dalle convenzioni e cercano di portare una ventata di aria fresca in una necropoli piena di mummie e di odore di chiuso.
La scuola è parte integrante del sistema, un sistema in ultima istanza satanico, ed è tanto più pericolosa perché riguardata dai genitori e dalla società civile come il luogo dell'apprendimento (sic) e della socializzazione. In verità essa è un carcere in cui i prigionieri (docenti ed allievi) ricevono razioni quotidiane di menzogne e di assurde coercizioni burocratiche. Un po' alla volta viene costruita una visione del mondo del tutto falsa fondata sulla pseudo-storia e sulla pseudo-scienza, sull'ipocrisia dello stato democratico (in realtà demoncratico), dei "valori" europei, della tolleranza... e corbellerie simili. Corsi d'aggiornamento, convegni, progetti, collaborazioni con enti, associazioni “culturali”, sono soltanto il complemento di una strategia diseducativa volta a diffondere le immorali bugie del potere tra le nuove generazioni (le mente degli adulti sono già stati adulterate a dovere) affinché gli studenti, divenuti un giorno impiegati, professionisti, insegnanti, tecnici... accettino, dopo averle interiorizzate, le mistificazioni dei media e spontaneamente propalino menzogne credute verità.
In questo modo il sistema si perpetua, si consolida, si radica sempre più nella mente ignara degli uomini, a somiglianza di una pianta parassita che succhia la linfa e la vita dell'albero su cui alligna.
Leggo spesso di cittadini italiani che vessati dal sistema, stanchi di vivere nella "serva Italia, di dolor ostello", progettano di emigrare. Come interpretare questa smania di abbandonare per sempre l'Italia, senza dubbio una delle sentine del mondo?
E' una velleità. Ammesso che una persona abbia i mezzi per trasferirsi in un altro paese, lontano dall'alienazione, dall'inquinamento, dai ritmi convulsi ed insulsi della "civiltà", è veramente possibile trovare oggi nel mondo un'oasi incontaminata e tranquilla, al riparo dalle branche unghiute del sistema?
Già Paul Gauguin, quando abbandonò la Francia per coltivare il suo sogno primitivista in un incantevole angolo della Polinesia, a contatto con genti non ancora corrotte dal “progresso”, dovette avvertire la precarietà di quella scelta. Il pittore era conscio della minaccia che incombeva sui popoli non ancora travolti dalle "magnifiche sorti e progressive". Fu la sua una fuga sull'orlo della fine: l'industrialismo, il capitalismo ed il colonialismo ad una ad una fagocitavano, già alla fine del XIX secolo, le poche isole rimaste di libertà, di verità e di armonia. Oggi dove ci si potrebbe rifugiare? Gli unici "paradisi" sono quelli falsi e tecnologici, come l'eden dolciastro del film Truman show.
Se veramente accadranno eventi calamitosi, non ci salveremo né rintanandoci nelle grotte né internandoci nei boschi, dove in ogni caso, si può oggi facilmente essere scovati, dove, da cittadini inetti quali siamo, potremmo sopravvivere al massimo qualche giorno. Qualcosa di simile alla fuga di Renzo dallo stato di Milano nella Repubblica di Venezia è in questi tempi di ferro mera utopia.
Spesso inoltre, come notarono tanti autori antichi, cerchiamo di allontanarci da noi stessi, perché siamo inquieti, insoddisfatti: la strenua inertia di oraziana memoria ci affatica. Cambiare luogo è del tutto inutile. E' preferibile restare dove la sorte ci ha posto, in prima linea, anche se con pochissime speranze.
Cambiare regione: affermava colui che cambia il cielo, ma non l'animo. Non è neppure più così: l'animo è lo stesso, ma anche il cielo è il medesimo, ormai in ogni dove è sfregiato da scie.
Meglio restare qui: accantonando l'idea di intraprendere un viaggio verso lidi lontani, prepariamoci semmai ad un altro viaggio, l'ultimo.
Pochi si accorgono dell'enorme divario che separa il settore tecnologico delle energie e della motorizzazione da altri ambiti: il primo, infatti, si basa su invenzioni e principi vecchi di secoli (la prima macchina a vapore, l'eolipila, fu inventata da Erone di Alessandria nel I secolo a. C.!), mentre in altri campi sono stati creati dispositivi e strumenti che, a stento, alcuni profetici e visionari autori di romanzi fantascientifici poterono immaginare.
Oggi esistono computers quantistici dalle prestazioni e dalla memoria prodigiose; sono stati creati strumenti per proiettare immagini olografiche pressoché indistinguibili dalla realtà; sono già impiegate micidiali armi elettromagnetiche, al plasma, soniche, ordigni che uccidono i civili, ma lasciano intatti edifici ed infrastrutture. Tecnici e scienziati hanno già costruito carri armati ed aeroplani letteralmente invisibili. Lo spazio sta per essere colonizzato (o lo è già?). Le nanotecnologie consentono di rilasciare farmaci nell'organismo, secondo la posologia necessaria, ma soprattutto di trasformare le persone in esseri bionici. Nel campo delle telecomunicazioni assistiamo ad un'esplosione di ritrovati mirabolanti: in pochi anni, si è passati dal cellulare (un'arma di distruzione di massa) utile per ricevere telefonate e per chiamare, ad un congegno che invia messaggi, fotografie, filmati e con cui ci si può collegare alla Rete. I sistemi wireless si diffondono sempre più: in pochi anni le persone potranno ricevere e trasmettere dati semplicemente poggiando un dito su un'interfaccia. Un sistema satellitare gestirà le comunicazioni ed ogni persona sarà un terminale di un gigantesco server. Già oggi esistono apparati per il riconoscimento personale che si basano sull'iride, macchine per leggere il pensiero, insetti bionici che spiano. E' inoltre adoperato un sistema molto sofisticato per gestire la vergognosa operazione scie chimiche, con l'impiego di giganteschi droni.
Potrei continuare a lungo con questa rassegna di "meraviglie", ma mi fermo qui. Infatti vorrei chiedermi per quale motivo le persone non notano il gap tra queste mirabolanti tecnologie e l'arretratezza preistorica che connota la produzione di energie: ricorriamo a combustibili inquinanti, alla diabolica fissione nucleare, viaggiamo su automobili che hanno ancora i pistoni, incineriamo i rifiuti con conseguenze rovinose per la salute e per l'ambiente, laddove i militari usano da tempo l'energia del punto zero e motori antigravitazionali. Non è possibile che in un ambito la tecnologia si sia incagliata e che, in tutti gli altri, invece, abbia bruciato le tappe.
La verità è un'altra: mentre le élites, avvalendosi forse anche del contributo della retroingegneria, sono anni luce distanti dall'era del petrolio e dell'uranio, alle popolazioni sono concesse tecnologie antiquate o anche di nuova generazione (reti wireless), ma dannose. Tutte le scoperte scientifiche e mediche, che potrebbero migliorare la vita, liberarci dalla schiavitù degli idrocarburi e dalle varie forme di inquinamento, sono appannaggio di pochi privilegiati, mentre tra la popolazione sono diffusi marchingegni inutili o che, dietro apparenze rutilanti, si rivelano perniciosi sul piano fisico e psicologico.
La truffa dell'energia nucleare, la truffa degli inceneritori, la truffa della videosorveglianza e del controllo, la truffa della genetica: solo questo per i cittadini. In tal modo, la tecnologia dei potenti, figlia degenere di una scienza blasfema, rischia di distruggere l'ultimo residuo di vera umanità.
L'invenzione della fotografia nel 1839, per opera di Daguerre e di Niepce, causò una crisi ed una revisione dello statuto della pittura, considerata, sovente a torto, un'arte volta a riprodurre il mondo naturale e gli eventi storici, in modo più o meno fedele o trasfigurante. Come ogni ritrovato tecnologico, la fotografia è, però, soprattutto all'origine di un cambiamento nella concezione e nella percezione che l'uomo ha di sé stesso, si tratti anche soltanto della percezione della propria immagine.
Prima della fotografia esisteva solo la ritrattistica, privilegio di regnanti, aristocratici e borghesi che, un po' per vanità, un po' perché consci del valore testimoniale e storico della propria fisionomia, erano rappresentati ora da artisti insigni ora da abili artigiani. Il ritratto elevava in una dimensione astratta ed atemporale la caducità del momento, persino l'eventuale indegnità del soggetto, attraverso la meticolosa stesura delle campiture, il gesto sapiente (dalla mente al pennello) con cui prendevano forma profili, ombreggiature, riflessi, rughe, pori, vene... Non era il flash fotografico, improvviso e casuale come fiamma che brucia la capocchia di un cerino.
La fotografia offrì a moltissime persone l'opportunità di fissare il proprio volto su carta, di cogliere l'istante immutabile ed effimero in cui l'espressione del viso e la luce degli occhi sono consegnati alla memoria visiva ed ai nipoti. Non solo, le fattezze ed il colore dei capelli, insieme con gli abiti indossati, denotano l'età, strappando al cinema ininterrotto del tempo, un fotogramma. Il dagherrotipo, simile ad un immobile specchio d'acqua, riflette l'immagine esterna e talvolta lascia affiorare l'ombra evanescente dell'anima.
Comunque la si consideri, l'istantanea dà l'illusione che il tempo si possa fermare e che qualcosa possa essere sottratto al panta rei. Fotografia è, letteralmente, "il disegno della luce", ma spesso è la luce che acceca, la radiazione elettromagnetica che offusca la luce vera, scavando, col bianco e nero o con i colori tecnologici, l'incisione inautentica delle cose e delle fisionomie.
In realtà, queste raccolte fotografiche in cui si squadernano inquadrature del film della vita, dove a stento riconosciamo in sembianze raggelate nell'immobilità del passato, del presente già trascorso, noi stessi e la nostra vera identità, sono altrettante sequenze di una lenta, inavvertita morte.
E' per questo motivo che, quando si fotografa un soggetto, si suole dire che è stato immortalato. Immortalare: mai verbo fu più adatto.
Quam minimum credula postero (Orazio)
Ritrovare l'armonia, nonostante le brutture di questo mondo diabolico e le ambasce della vita. Armonia, suono fluido, sinuoso, morbido... come un'onda che carezza gli scogli più spigolosi senza ferirsi, simile ad una melodia che avvolge silenzi e solitudini, intridendole di vibrazioni, ad un foulard di seta frusciante.
Riscoprire un barlume di senso nell'odore dell'erba appena tagliata, profumo che evoca, chissà perché, l'infanzia. Ridestare una speranza, contemplando il viso sempre mutevole di una nuvola, mutevole e fluttuante a guisa dell'universo dell'anima.
Respirare il vento tra le volute dei petali che si staccano dai rami del mandorlo. Respirare il fiato tiepido della notte primaverile che sparge briciole di astri e pensare che da lassù l'armonia scivolerà sulla terra, a somiglianza di un flutto di ineffabile beatitudine.
L'U.S.A.C., sito dedicato all'Ufologia ed a materie affini, ha rilanciato il breve articolo riguardante l'oggetto volante non identificato avvistato nel mese di gennaio nella città di Sanremo, dove proprio oggi è stato ripreso un altro U.F.O., questa volta sferico.
Leggi qui il resoconto pubblicato dall'U.S.A.C.
Secondo autori come Charles Hapgood, John Anthony West, Graham Hancock, Robert Bauval ed altri, un antico popolo, verso la fine dell'ultima era glaciale, approdò in Egitto (ed altrove), in seguito ad una catastrofe, a causa della quale la terra abitata da quella civiltà, si era inabissata nell'oceano.
La Sfinge e le celebri piramidi di Gizah sarebbero vestigia di quell'epoca, risalenti circa al 10.500 a.C. I monumenti egizi codificherebbero delle informazioni relative alla catastrofe. West, Hancock e Bauval ritengono anche che esista al di sotto della Sfinge una Hall of records, ossia una Sala dei documenti, riferibili alla civiltà atlantidea ed al cataclisma che la distrusse.
Patrick Geryl, autore del saggio intitolato La profezia di Orione, opina che quegli avvenimenti siano criptati nello Zodiaco del Tempio di Dendera, in cui John Lash ha creduto di trovare un adombramento del 2012. Slomans ha tradotto il capitolo 17 del cosiddetto Libro dei morti: la sua resa implica che la Terra conobbe uno spostamento del polo magnetico, a causa del quale "il sole sorse in un nuovo orizzonte". Secondo Slomans, Osiride che è rappresentato nel cielo dalla costellazione di Orione, ha un'attinenza con lo slittamento dei poli. Il tutto potrebbe essere collegato ad una variazione nell'inclinazione dell'asse terrestre, alla dislocazione di strati della litosfera o ad un cambiamento nella direzione della rotazione di Gaia. Gino Ratinckx, studiando le configurazione degli astri, ha stabilito che la posizione di Orione e di Aldebaran combacia precisamente in due date, il 9792 a.C. ed il 2012 d.C.
Il prossimo passo, stando a questi ricercatori, è il ritrovamento del Labirinto, un luogo sotterraneo dove i discendenti degli Atlantidei custodirono testi in cui sono riportate le loro conoscenze sugli sconvolgimenti ciclici, del passato e del futuro.
Nigel Appleby ha studiato l'allineamento delle piramidi e della cintura di Orione, per tentare di trovare la Sala dei documenti. Egli ha scoperto un collegamento tra Orione ed il pianeta Venere. "Quando il Leone ed il Sole sorgono nello stesso tempo, Venere è visibile al di sopra di entrambi, mentre segue lo stesso sentiero celeste. In questa particolare circostanza, il pianeta ciprigno traccia un giro che attraversa la parte superiore di Orione. questo fenomeno occorre solo una volta ogni 12.500 anni e la prossima volta accadrà nel 2012”. Adrian Gilbert reputa che nell'agosto 2012 Venere stazionerà nella mano del Gran cacciatore.
I vari autori, considerando le configurazioni astronomiche, convergono verso conclusioni simili, sebbene chiamino in causa differenti costellazioni. Il cataclisma, le cui cause sono piuttosto controverse (una superonda galattica, un meteorite, un'alterazione del campo magnetico solare…) avvenne durante l'età del Leone e causò l'inversione magnetica dei poli, sismi, eruzioni vulcaniche, inondazioni, slittamento di parti della crosta terrestre. Il Sole sorse ad est e la Terra cominciò a ruotare in senso antiorario sicché alla precessione degli equinozi fu impresso un moto a ritroso. Tale scenario pare essere confermato da Erodoto che nelle Storie ricorda: "Il Sole nell'arco di quel tempo (341 generazioni), in quattro occasioni, si allontanò dal suo corso consueto, per sorgere due volte dove ora tramonta e per tramontare due volte dove ora sorge." Le 341 generazioni di Erodoto dovrebbero corrispondere ad un periodo di 11.340 anni.
Anche l'ingegnere Maurice Cotterel, studioso dei Maya, considera il 2012 un anno cruciale e pensa che si manifesteranno fenomeni solari molto intensi.
Come si può notare da questa breve e necessariamente incompleta rassegna sui principali testi inerenti alla Sala dei documenti, alcuni autori tendono a valorizzare certi disegni stellari, altri, invece, si concentrano su differenti configurazioni. Molte ipotesi sono simili ad elucubrazioni più ingegnose che convincenti: esistono dei programmi informatici per ricostruire la posizione degli astri nella preistoria, ma non sempre gli allineamenti degli astri combaciano con quelli di edifici sulla Terra, sebbene sia ormai assodato che costruzioni antiche come le piramidi o i templi di Angkor Vath, in Cambogia, riproducono precise sinopie celesti.
Il fenomeno della precessione equinoziale, riscoperto dallo scienziato ellenistico Ipparco di Nicea nel II sec. a.C., gioca un ruolo decisivo nella comprensione del tema, come probabilmente il presunto spartiacque temporale costituito dal 2012. Non escluderei che, nei prossimi anni, si potrebbe portare alla luce l'enigmatica Sala dei documenti: verranno conferme alle congetture di archeologi, archeoastronomi, storici?
Temo che qualcuno, soprattutto tra quelli che appartengono all’archeologia ufficiale, si impegnerà a distorcere, filtrare e censurare le scoperte concernenti un lontanissimo passato, un passato remoto eppure contiguo al nostro presente.
Ringrazio il gentilissimo Dottor Ginatta che mi ha fornito dell’utile materiale cui ho attinto per la stesura di questo breve testo.
Fonti:
M. Cotterel, A. Gilbert, Le profezie dei Maya
P. Geryl, G. Ratinckx, The Orion prophecy
A. Gilbert, Signs in the sky
G. Hancock, Impronte degli dei
Id., Specchio del cielo
C. Hapgood, The path of the pole
M. Lehner, The complete pyramids
A. Slosman, Le grand cataclysme
G. Stray, Review of The Orion prophecy
J. A. West, Serpent in the sky
Si arriva talvolta al punto di dubitare di tutto e del contrario di tutto. Ad esempio, in varie occasioni ho riflettuto sulla possibile valenza di segni ed eventi. Mi chiedo, però, in questo controdiscorso, se gli avvenimenti non siano espressione del senso che gli uomini conferiscono loro, attraverso la loro sensibilità ed enciclopedia.
E' noto che nella cultura medievale sia i fenomeni naturali sia quelli storici erano spesso letti nell'ambito di un sistema semiotico, in cui, per esempio, una cometa era foriera di disastri o di fatti significativi, sempre e comunque, e non un semplice corpo celeste. In modo simile, gli eventi dell’Antico Testamento erano anticipazioni, "figure" come vengono definite, del Nuovo Testamento. Nulla era casuale, gratuito. Ogni avvenimento era anche un’immagine densa di valori espressi in affreschi e poemi allegorici. E’ certamente questa una semplificazione, poiché, all’interno della cultura medievale, si diramavano anche altri orientamenti che, accanto alla Bibbia, consideravano altri libri e tradizioni, addivenendo ad una visione del reale in grado di oltrepassare talora l’allegoria per sconfinare nel simbolo. Tuttavia è indubbio che il cosmo e la storia fossero reputati dimensioni con una loro direzione precisa, partecipi di un piano trascendente.
Oggi viviamo nell’età del non-senso, dell’assurdo, del vuoto: la “scienza” e la sua figlia bastarda, la tecnologia, dopo aver promesso “il migliore dei mondi possibile”, insieme con molte ideologie antropocentriche (dal marxismo al liberalismo, dalle religioni positive allo scientismo…) hanno deluso, lasciando solamente il deserto. Sono subentrati e si sono affermati il materialismo più sordido, l’indifferenza, l’apatia, una smania di distruggere e di bruciare tutto, smania che non è iconoclastia ma barbarie.
Come rintracciare in questo caos infernale un senso qualsiasi? Così, a volte, chi si ostina a scorgere un barlume di significato negli eventi e nel percorso disagevole della vita, simile alla fatica di Sisifo e, come l’azione di Sisifo, inane, è assalito da un dubbio: se veramente tutto fosse arbitrario, fortuito?
Forse siamo noi ad attribuire un senso ai vocaboli dell’esistenza, un po’ come si dà un valore semantico ad una serie di suoni estratti dalle sequenze foniche di una lingua. Se il significato si scolla dal suono, entrambi si sgretolano: restano frantumi di vetro sparsi sul pavimento. Il valore, divenuto una convenzione, suscettibile di essere cambiata, sostituita, persino eliminata, si tramuta in mera casualità.
A volte, perso il senso, sembra restare ancora una direzione, ma potrebbe essere la direzione sbagliata.
L'epifisi è una struttura diencefalica impari e mediana, di forma ovoidale, situata in corrispondenza della volta del terzo ventricolo. Secerne la melatonina, un ormone derivato dall'amminoacido triptofano. Questo ormone è prodotto ritmicamente in funzione dell'alternanza luce-buio, con concentrazioni nel plasma più elevate nelle ore notturne. La melatonina è quindi un sincronizzatore dei bioritmi e limita gli effetti negativi associati al cambiamento del fuso orario, in seguito a viaggi aerei molto lunghi (il disturbo noto come jet lag). E' stato dimostrato che la melatonina svolge una funzione protettiva nei confronti dei radicali liberi. Essa possiede anche altre proprietà terapeutiche: è efficace contro certe forme di insonnia e contro alcuni tumori.
Nella tradizione esoterica questa ghiandola, chiamata, per la sua forma simile a quella di una pigna, anche ghiandola pineale, è abbinata al terzo occhio, ossia alla percezione extrasensoriale, la percezione di dimensioni normalmente invisibili. Alcuni ricercatori hanno pure osservato che, intorno ai sei anni di età, la secrezione di melatonina diminuisce in modo notevole. Non è forse un caso se è pressappoco l'età in cui i bambini cominciano la scuola primaria dove quasi ex abrupto si devono confrontare col pensiero raziocinante (Vedi Fine dell'infinito), suscettibile di aprire in parte nuovi orizzonti cognitivi, ma soprattutto di chiudere il terzo occhio che è intuizione, letteralmente "guardare dentro" (tueor e in). E' quindi uno sguardo fugace oltre il velo delle cose, oltre le parvenze.
Non è certamente un caso se Descartes riteneva l'epifisi sede dell'anima. A mio parere, non bisogna, però, ritenere che tutto si riduca alla chimica ed alla biologia: il corpo è solo una manifestazione di un principio metafisico inconoscibile nella sua essenza. Anche l’epifisi, quindi, come il D.N.A. è solo un medium tra dimensioni ontologicamente diverse.
Se ricordiamo comunque che il sistema si basa sull'intento di tenere nascoste verità e realtà, si deve concludere che la chiusura del terzo occhio è un danno per gli uomini accecati dalla ragione e dalla radiazione elettromagnetica, incapaci quasi tutti e quasi sempre di scorgere oltre "la muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia". E' vero che nelle sfere non visibili del multiverso possono albergare presenze oscure, ma è anche noto che il reticolo elettrodinamico in cui siamo confinati è una prigione.
Che cosa veramente si potrebbe vedere se si riuscisse a lacerare il drappo? Quali sono i requisiti per questa percezione acuta? Per quali motivi (biologici, psicologici, ontologici...) l'intuizione si è offuscata o si è del tutto spenta? E' forse preferibile che il sipario non sia sollevato? Un passo del Vangelo, se interpretato in modo non convenzionale, ci fornisce forse una risposta.
"Se non diverrete come i bambini, non entrerete nel Regno dei cieli". E' questa non solo un'esortazione ad essere innocenti come bimbi, poiché sappiamo che neppure i pargoli lo sono: pensiamo alle gratuite sevizie che alcuni di loro infliggono agli animali o all'egoismo che manifestano con i coetanei e con gli adulti. E' soprattutto un invito ad aprire il terzo occhio con cui ancora i bambini vedono mondi invisibili ed intuiscono verità dietro il velo. Cerchiamo di riaprire questo terzo occhio, se intendiamo un giorno o l'altro entrare nel Regno dei cieli, poiché solo, attraverso una conoscenza, per quanto dolorosa e causa di sbalordimento, una conoscenza che richiede disciplina, potremo forse accedere nel Regno, passando, naturalmente, per l'inferno.
Il giorno in cui la scienza diventò scie-menza...
In questi ultimi tempi cominciano a scricchiolare vieti paradigmi conoscitivi e Francesco Lamendola, con la sua capacità di auscultare anche i rumori più sommessi, ci testimonia, nel suo pregevole articolo, del progressivo superamento di concezioni non più sostenibili nell'ambito della paleontologia e dell'archeologia.
Nondimeno il processo, che potrà forse portare ad una nuova Weltanschauung, si scontra con l'ottuso conservatorismo dell'establishment scientifico, ma soprattutto con la più che mai cogente volontà di nascondere, di censurare. Lo si constata in particolar modo nell'ambito di materie come la fisica, la chimica e la meteorologia sottoposte ad uno stravolgimento orwelliano pur di mascherare l'ignobile operazione "scie chimiche". Altro che crisi delle scienze europee di husserliana memoria! Questa non è una crisi, ma una distruzione sistematica della cultura, intesa come ricerca della verità e come amore disinteressato per la conoscenza. E' inevitabile che l'atteggiamento censorio si estenda anche alla paleontologia ed alla storia antica: rinunciare al Neodarwinismo significherebbe ammettere ipotesi eretiche, come quella dell'intervento extraterrestre (Vedi Tertium datur).
Sul rifiuto opposto dagli accademici a prendere in esame teorie eterodosse, Lamendola così si esprime: "Comunque, se vogliamo dirla tutta, una delle ragioni - e non fra le meno importanti - per le quali il mondo scientifico 'ufficiale' si mostra così chiuso ed ostile nei confronti di tutte quelle ricerche che tendono a suggerire la necessità di una significativa retrodatazione della genesi delle 'prime' civiltà, nonché di una lettura non solo simbolica del racconto di Platone su Atlantide, è il fatto che questo, da circa un secolo, sembra essere divenuto il terreno prediletto di gruppi esoterici più o meno orientaleggianti, più o meno bizzarri, per non dire spiritistici: gruppi il cui solo nome fa rabbrividire gli scienziati e che essi considerano come tipici rappresentanti della ciarlataneria occultistica e pseudo-religiosa". Il mondo "scientifico" ufficiale, in realtà, è contraddistinto da un'ignoranza mostruosa (vedi Gli scartafacci di Giuliacci) e non si discosta molto, da un punto di vista qualitativo, dal pastiche pseudo-esoterico: la chiusura dell'accademia è motivata, a mio parere, per lo più da ragioni di cover up e di mistificazione.
L'8 ottobre del 1922 l'American Weekly, inserto del New York Sunday American, pubblicava un articolo intitolato Il mistero di una suola di scarpa pietrificata, vecchia di cinque milioni di anni. Si trattava del rinvenimento, in una località del Nevada (Stati Uniti Sud-Occidentali, nell'area del Cosiddetto Great Basin, Gran Bacino, di uno stranissimo reperto archeologico: l'impronta di una parte di suola, per la precisione, la parte posteriore, corrispondente al "tacco"), cucita in pelle, all'interno di una roccia del Triassico. Autore del sensazionale rinvenimento era stato un rispettabile ingegnerie minerario e geologo, John T. Reid.
Ora, i geologi pongono l'inizio dell'era triassica a duecentoquarantotto milioni di anni fa e la sua fine duecentotredici milioni di anni fa: un periodo durante il quale, secondo il paradigma scientifico ufficiale, mancava ancora moltissimo tempo alla comparsa dei primi uomini sulla faccia del nostro pianeta; per non parlare di scarpe o massimi che fossero, i quali sono, evidentemente, il frutto di un livello di civiltà relativamente progredito. E allora? E allora, in questo come in molti altri casi, agli scienziati accademici non restava che una cosa da fare: dare torto ai fatti, per salvare le loro belle teorie. Ed è quanto essi fecero.
Il fatto è riportato, fra l'altro, nel libro di Michael A. Cremo e Richard L.Thompson, Archeologia proibita. Storia segreta della razza umana (titolo originale: The Hidden History of the Human Race, 1996; traduzione italiana di Mariagrazia Oddera, Roma, Newton & Compton Editori, 2002, pp. 146-147).
Quello che gran parte delle persone comuni ignorano è che ritrovamenti del genere non sono affatto così rari e si contano ormai a decine; ma la cosa difficilmente trapela al di fuori della letteratura specializzata, perché l'informazione scientifica è monopolizzata dai sostenitori del paradigma dominante, secondo il quale l'uomo "moderno" è apparso sulla Terra in tempi a noi relativamente vicini, non più di 100.000 anni fa; mentre le più antiche civiltà conosciute, quella mesopotamica e quella egiziana, non rimonterebbero indietro nel tempo a più di 6.000 anni fa. Tutti i fatti e tutte le speculazioni che sono in contrasto con tale paradigma, non diciamo di molti milioni di anni - come nel caso della suola di mocassino del Nevada, sopra riferito - ma anche soltanto di qualche migliaio di anni, vengono automaticamente respinti e, se possibile, censurati e insabbiati, sicché la maggior parte delle persone di media cultura non ne sono neppure a conoscenza.
Così, per fare un altro esempio, oggi è stato provato che la Sfinge della piana di Gizah, in Egitto, è stata dilavata dall'acqua; e che l'ultimo periodo in cui la valle del Nilo conobbe un clima particolarmente piovoso fu al termine dell'ultima glaciazione, fra 15.000 e 13.000 anni fa; mentre le piogge furono ancora discretamente abbondanti fra i 9.000 e i 7.000 anni fa, e non oltre. È chiaro, pertanto, che la Sfinge non poté essere costruita più tardi di tale periodo; altrimenti non potrebbe presentare segni di erosione da acqua piovana, che dovette protrarsi per migliaia di anni. Questo senza contare le prove astronomiche, che tendono anch'esse a retrodatare di parecchio, rispetto alla cronologia "ufficiale", l'intero complesso monumentale di Gizah.
L'articolo continua qui.
In un recente articolo su David Icke, un opinionista, il cui articolo è stato rimosso da un noto sito dopo solo due giorni (!), ritiene che il giornalista britannico, il quale ha contribuito alla divulgazione di verità scottanti nei più diversi ambiti, sia in realtà una pedina del sistema. L'articolista, infatti, nota che le informazioni, fornite ad Icke dai servizi, sono poi vanificate e quasi annullate dalle parti dei voluminosi saggi in cui sono descritte inverosimili metamorfosi di uomini politici in orridi serpenti, da tutti i resoconti su Rettiliani, improbabili(?) linee genealogiche risalenti all'antica Sumeria, esseri interdimensionali spesso dipinti in modo fumettistico. Sospetta è anche l'esortazione di Icke, un incitamento generico e puerile, all'amore universale, sulla scia delle più dolciastre correnti New Age.
Senza dubbio, nella mole impressionante di dati e documenti squadernati ai lettori dal ricercatore di Albione, non mancano le approssimazioni, gli errori, le generalizzazioni, soprattutto nel quadro della storia antica e medievale, ma è noto che verità e distorsioni sono intrecciate sovente in modo inestricabile nei saggi di autori non allineati. Sinceramente, anche chi scrive nutre qualche perplessità nei confronti di Icke, poiché, a differenza di altri investigatori, sebbene egli citi Roma, tende a lasciare sullo sfondo il ruolo del Vaticano nella cospirazione mondiale, puntando maggiormente sulla solita Massoneria.
Ora, come è stato appurato da vari ricercatori il vertice della piramide globale coincide, invece, proprio con la Kaput mundi. Di questa acquisizione si trova in Icke solo qualche fuggevole e contraddittorio cenno. Non so, invece, se gli excursus su Rettiliani, false invasioni aliene, esseri proteiformi... siano poi così fantasiosi e deliranti come, invece, ritengono i lettori "razionali". Considero più dubbie semmai altre posizioni di Icke, come, ad esempio, la sua inclinazione verso l'ipotesi monopolare, il quasi totale silenzio sulle chemtrails, e, come notavo, il ridimensionamento del ruolo cruciale e decisivo della Chiesa di Roma. E' anche possibile, come pensano molti, che tutte le digressioni succitate siano una specie di assicurazione sulla vita: introducendo storie incredibili e farneticanti (almeno all'apparenza), l'ex giornalista della BBC può divulgare verità scomode, ma con l'alibi della paranoia. Così egli non subirà eccessive pressioni dalle élites e, al tempo stesso, inoculerà il virus del dubbio nei lettori più intelligenti.
E' evidente che la cosiddetta informazione libera è un ginepraio ed il discorso su Icke potrebbe essere esteso a molti siti in cui si pubblica un po' di tutto, tranne articoli sulle scie chimiche e su Babilonia la Grande. Insomma, si denuncino pure i misfatti dei Massoni, ma non si sfiorino i porporati; ci si opponga, anche per finta, all'energia nucleare (come Bario Tozzi) ed agli inceneritori, ma non si ardisca neppure accennare alle scie velenose ed a H.A.A.R.P.
Scie velenose e H.A.A.R.P. sono di frequente la pietra di paragone, il discrimine: chi censura o volutamente ignora tali temi è, per lo meno, un personaggio ambiguo. Infatti la divulgazione di questo genocidio occulto è suscettibile di distruggere ipso facto la fiducia nelle istituzioni, ora artefici ora succubi dell'infame operazione: militari, meteorologi, forze dell'ordine, magistrati, governi, sindacati, vertici di chiese etc.(1) Questo il sistema non può permettersi: che vacilli, diminuisca o scompaia l'ingenua ed istintiva fiducia che quasi tutti i cittadini accordano, in misura maggiore o minore, alle istituzioni. Di tal genere dovrebbe, invece, essere l'obiettivo primario dell'informazione davvero indipendente. Occorre prima distruggere il poderoso, gigantesco edificio della menzogna, se si mira a ricavare del terreno su cui spargere i semi di qualche piccola verità. Temo che comunque sia ormai troppo tardi.
(1) E’ naturale che si escludono le eccezioni.
E' difficile spiegare i veri motivi del diffuso pregiudizio contro l'arte impropriamente definita astratta, preconcetto tipico di molte persone. E' evidente che il pubblico spesso nell'opera d'arte cerca una riproduzione più o meno fedele del reale, come se non bastasse già la "realtà", con tutti i suoi spigoli taglienti e le sua dura assurdità.
Le correnti artistiche aniconiche ed antinarrative sono guardate con indifferenza o con malcelato disprezzo. "Che cos'è? Che cosa rappresenta? Che cosa vi dovrei riconoscere?" Queste sono le domande che parecchi pongono di fronte ad un quadro astratto, come se l'arte dovesse sempre e comunque raffigurare. Esistono opere il cui valore è nelle forme e nei colori stessi, avulsi da qualsiasi esigenza meramente riproduttiva.
E' vero che alcune opere aniconiche tendono al decorativismo o ad una cerebralità gratuita ed un po' snobistica. Ciò avviene anche nell’ambito della letteratura metanarrativa, di cui è esempio noto Come se una notte d’inverno un viaggiatore di Calvino, romanzo nel romanzo, testo aduggiato da un taglio intellettualistico e dall'ostentazione di una bravura intesa come perfetta padronanza delle regole del gioco. L’aridità è dietro l’angolo: la "realtà" espulsa dalla porta, prima o dopo, rientrerà da qualche feritoia.
In ogni caso gli effetti cromatici, le valenze formali e compositive dei dipinti creati dagli artisti astratti di maggiore levatura sono sillabe di un linguaggio che la gente comune rifiuta, poiché del tutto disabituata all'esercizio della percezione (letteralmente afferrare bene con i sensi), sostituita da una sensorialità ottusa, inadatta anche soltanto a permettere la visione. La mancanza di gusto e di cultura quindi possono spiegare la scarsa comprensione delle opere intransitive, il cui il codice linguistico rimanda solo o prevalentemente a sé stesso.
Non di meno credo che queste situazioni non possano spiegare l'ammirazione pressoché unanime al cospetto di quadri realistici, ammirazione incantata quanto più il soggetto assomiglia alla "realtà", quasi da confondersi con essa. Senza dubbio è un apprezzamento positivo della tecnica esibita dall'artista, della sua maestria, ma è forse anche qualcos'altro: la conferma, attraverso una riproduzione del mondo, che esso esiste. Il mondo, labile immagine, passibile di dissolversi da un momento all'altro, gamma di vibrazioni affioranti dal non essere e sempre in bilico sul nulla, è lì, solido e, in fondo, rassicurante. Non è forse il timore più o meno inconscio che dietro i fenomeni si celi il vuoto? Horror vacui.
Allora teniamo sulla scrivania il portafotografie con il ritratto della fidanzata o sulla parete appendiamo il quadretto in cui è dipinto l'ameno paesaggio della località in cui trascorremmo le vacanze estive: sono conferme che l'inconsistente possiede una sua consistenza, che le cose non sono soltanto vane ombre.
Pubblico un breve testo, su suggerimento di molti amici tra cui Matteo, circa la modalità più efficace per levare la propria protesta contro lo stato-Leviatano.
Essendo ormai prossimo l'appuntamento elettorale del 13 e 14 aprile (salvo rinvii), si pone il problema di come esprimere la propria totale e recisa opposizione nei confronti del sistema. Poiché, a mio parere, votare un qualsiasi partito significa legittimare un "comitato d'affari", si dovrebbe ricorrere ad un'iniziativa per manifestare il proprio dissenso, non coincidente con l'astensione o con l'annullamento della scheda, ma col ricorso, in ottemperanza alla normativa vigente, alla rinuncia al voto. Si procede nella seguente maniera: ci si reca nel proprio seggio elettorale, si esige dal Presidente di verbalizzare che il cittadino-elettore non intende votare, giacché la classe politica non lo rappresenta, in quanto del tutto inetta ad una lotta strenua contro il signoraggio e l'infame operazione scie chimiche.
L'U.S.A.C. organizza un ciclo di conferenze per il periodo aprile-maggio. Leggi qui il programma.