11 febbraio, 2014

Giornalismo italiano: vecchie e nuove leve

Ci eravamo liberati di lui. Alla storica trasmissione “Le storie” è subentrato, nello stesso orario, “Pane quotidiano”, un programma clone condotto da una soave redattrice che proviene dai ranghi del quotidiano “La Repubblica”, la migliore testata nell’eccelso panorama del giornalismo italiota.

Credevamo di esserci liberati di lui, dell’immarcescibile Corrado Augias, scrittore, giornalista, conduttore televisivo. Finalmente riposto in una polverosa soffitta, qualcuno ha deciso di rispolverarlo in occasione dei recenti fatti occorsi alla Camera dei deputati. Eccolo di nuovo nei salotti catodici a pontificare, a disquisire di “democrazia” e di “regole” con quei suoi modi di superba modestia, di pacata intolleranza, gli stessi modi che affettava nel per nulla rimpianto format “Le storie”.

Lì sfilavano ospiti improbabili e frivoli, tutto il bric-à-brac dell’intellighenzia italiana: romanzieri che ignorano i rudimenti della lingua italiana, scienziati arroccati al darwinismo, sociologi che, capendo tutto, non comprendono alcunché, psicologi da consultorio di borgata... tutti con il loro bel libro, ancora intonso, da pubblicizzare.

Penoso il contorno delle classi opportunamente ammaestrate da maestrine in abiti dai colori sgargianti. Programma pretenzioso “Le storie”, ma incolore e borghese. Non appena baluginava la fiammella di una domanda o di una riflessione appena sagace, tosto accorreva il pompiere Augias a spegnerla.

Il problema è abnorme: questi sedicenti intellettuali non tanto ignorano il vero sapere, quanto propagandano l’ideologia del sistema, spacciandola per cultura. E’ sufficiente andare un po’ oltre le reboanti analisi e l’ostentata erudizione per accorgersi del vuoto in cui fluttuano certi “giornalisti”. I luoghi comuni sono fastidiosi di per sé, ma diventano intollerabili in sommo grado quando sono nascosti da paludamenti ed orpelli, quando sono venduti come princìpi e verità. La mistificazione è irritante soprattutto per la sua disarmante banalità.

Esemplare perfetto del giornalista che sembra spassionato e versatile, Augias incarna lo stereotipo delle menti incollate al pensiero unico, alimentato non dalla volontà di conoscere e di approfondire, ma da slogan e pregiudizi. Aveva ragione Ennio Flaiano ad affermare che “i fascisti si distinguono in fascisti ed anti-fascisti”: sono due schieramenti all’apparenza l’un contro l’altro armati, ma che condividono lo stesso fanatismo. Cambia solo la bandiera. Le due fazioni si equivalgono e sono intercambiabili.

Nonostante questo ritorno di fiamma, Augias è prossimo al pensionamento. Avanzano, però, le nuove leve: un esempio fra molti: Giuseppe Cruciani di Radio 24. Da dove è spuntato costui? Perché si permette a codesti personaggi di infestare le radio, le televisioni, i giornali? Certo, siamo lontani dal gesuitico savoir faire di Augias ed anche dalla sua scintillante benché fatua dottrina. Qui ci tuffiamo nella palude mefitica del turpiloquio, della volgarità gratuita, soprattutto del livore di chi, sapendo quanto vale, invidia chiunque abbia solo un briciolo di buon senso. Qui i preconcetti e persino l’odio nei confronti di chi osa manifestare un pensiero divergente, eretico, si tramutano in aggressioni furiose, in insulti, in un’ira impotente, in frasi digrignate. Che degradante, lurido spettacolo! Quali sozzure che nessuno mai netterà.

Purtroppo oggi non esiste più alcun Eracle che si cimenti nella pulizie di stalle…

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7 commenti:

  1. Carissimo amico Zret, ti rispondo con le parole di David Icke, so che non è molto amato, Comunque sia mi unisco al suo e tuo pensiero.

    La maggior parte dei giornalisti non sono dei manipolatori, sono solo completamente disinformati e spesso incredibilmente arroganti, credono che se qualcosa di importante succedesse davvero loro dovrebbero esserne al corrente in quanto "giornalisti.

    In realtà sono gli ultimi a sapere le cose. L'arroganza e l'ingenuità, quel connubio tipico di così tanti giornalisti, è emblematico e altamente distruttivo. Aggiungetevi pure una buona dose di chiusura mentale e vedrete il quadro completo della situazione.

    La minaccia di bloccare la pubblicità ha fatto sì che molte rivelazioni finissero nel cestino. Sotto i banchieri e gli industriali ci sono i"baroni" dei media, i Mardoch, i Black gli O Reylli e i Packer. Questi si sottomettono agli ordini dei finanziatori e dei pubblicitari e nominano direttori delle loro testate solo coloro che garantiscono la stessa linea politica, politica che appaia sui giornali e canali televisivi giorno dopo giorno.

    Il direttore sceglie i giornalisti che devono informarsi allo stesso orientamento che a lui è stato imposto. Il giornalista risponde al direttore del giornale, il direttore del giornale risponde all'editore, e l'editore risponde alle banche e alle multinazionali cioè alla Confraternita.

    Queste sono quelle che chiamano "notizie". Siamo portati a credere che grandi personalità dell'editoria come Murdoch, e Packer e Ted Turner si detestino l'un l'altro. Forse è così o forse si tratta solo di una cortina fumogena, ma la cosa non ha importanza.

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    1. Carissimo Wlady, la descrizione di Icke è efficace ed aderente ad un lurido vero. I pennivendoli si odiano, perché invidiosi. Invidiano chi ha la lingua più lunga per leccare le note rotondità.

      Ciao

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    2. Concordo pienamente, un saluto a entrambi :)

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  2. Ciao Zret

    Franco da Milano per Giuseppe Cruciani
    http://www.youtube.com/watch?v=KWkQGuJivlI

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  3. Caro Zret,
    starai mica descrivendo quel tale Corrado Augias, genero di un alto ufficiale NATO, che passava informazioni alla Cecoslovacchia quando questa stava sotto il patto di Varsavia? Quello stesso parolivendolo che, smascherato e denunciato, venne difeso eroicamente dall'amico B'nai B'rit Furio Colombo? Non proprio una figura epica di specchiata moralita'.
    Povera patria (canta Battiato).

    Sulla mistificazione dell'informazione e sul suo ruolo di agit prop, rimangono purtroppo insuperate per esaustivita' le pagine scritte da quel gran maestro della disinformazione di Noel Chomsky. Sia "La fabbrica del consenso (ovvero la politica dei mass media)" che "Media control" sono sguardi acuti dentro il Sistema e dimostrazioni che l'informazione libera e' un concetto antitetico e incompatibile .

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    1. Certi personaggi non hanno uno scheletro nell'armadio, ma una necropoli. Anche il monarca d'Italia non era forse un agente infiltrato nel P.C.I.?

      Sono cricche tanto potenti quanto ignobili quelle che calpestano il mondo.

      Purtroppo Chomsky è un gatekeeper (coadiutore temporale?)Così le sue analisi, pur lucide, sono minate, da torbidi intenti.

      Ciao

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  4. Ciao Zret, ringrazio te e Straker per l'abilitazione ai commenti, spero di aver seguito la procedura corretta, perché non mi trovo molto a mio agio con le ultime modifiche di Blogger... cercando di recuperare notevoli arretrati sui vostri blog, mi imbatto a quest'ora in questo post su uno dei "mostri (profanamente) sacri" del giornal(ett)ismo nazionale... che dire?, Corrado Uggiolas - non rende meglio cosí, con insita l'idea della sempre festosa e scodinzolante adesione ai dogmi del Sistema che l'indomito "maître à penser" nuragico-capitolino (con scorno tanto dei Nuraghi che del Campidoglio, mi auguro...) non perde occasione di mostrare..? - appare come il prototipo del vuoto formalismo elevato(?) a surrogato di Sostanza... può esser vero, a volte, che la Forma svolga una funzione anagogica favorendo la scaturigine della Stessa, purché ve ne sia "in nuce", però... quando è del tutto assente, essa non è che grottesca caricatura, patetico scimmiottamento... ecco che quindi l'apparente impeccabilità delle maniere, l'eloquio spocchiosamente forbito, la giustezza dei congiuntivi, cessano di essere virtuosi in quanto sostanziati dalla vera Virtú e si riducono a mero involucro, a imbellettamento vacuo e irritante... ed ecco l'identikit del "nostro", per come mi è sempre apparso dacché ho potuto gettar lo sguardo un po' piú in là, oltre il velo della Maya artificiale (non bastasse quella che già sussiste al naturale...). Sempre un piacere leggerti, recupererò i troppi arretrati. A presto :)

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