Dov’è custodita l’Arca dell’alleanza (o del patto o della testimonianza), il celeberrimo manufatto con cui gli Ebrei comunicavano con YHWH e che, tra le altre cose, consentì loro di sconfiggere i loro acerrimi nemici, i Filistei?
I luoghi in cui sarebbe oggi nascosta sono i seguenti.
• Una tradizione sostiene che l’Arca perduta sarebbe stata occultata dal profeta Geremia [1] in una camera segreta sotto il Tempio di Gerusalemme o in una grotta sotto il Monte Pisgah. [2]
• Stando ad un’altra tradizione, l’oggetto fu portato in Etiopia durante il regno del re idolatra Manasse: furono dei rifugiati ebrei a trasportarla, i Giudei che diventarono i Falasha; una variante di questo retaggio chiama in causa Menelik, il figlio del re Salomone e della regina di Saba. Menelik avrebbe trafugato l’arca dal Santuario per trasferirla in Etiopia: oggi essa si troverebbe in una chiesa di Axum. [3]
• Una leggenda riferisce che la “macchina per parlare con Dio” fu portata ad Emesa, città dell’antica Siria, durante il regno di Manasse, in un luogo in cui era già stata collocata nel periodo dei Giudici (XIII-X sec. a. C. circa). [4]
• Profughi ebrei nel VI sec. d.C. avrebbero recato con sé tre oggetti: l’arpa di Davide, da cui deriva l’emblema dell’Irlanda, una pietra sacra, chiamata “il cuscino di Giacobbe”, sulla quale erano incoronati i primi re d’Irlanda, seguiti da quelli di Scozia, infine i sovrani d’Inghilterra nonché l’Arca del patto.
Il reperimento del luogo dove è oggi ubicata l’Arca, che forse contenne in origine un serpente, poi l’immagine di un dio-serpente, prima delle Tavole della Legge, potrebbe avere delle ripercussioni importanti non solo sotto il profilo storico-archeologico? Probabile… Viviamo un periodo storico in cui molte leggende stanno lasciando intravedere un nocciolo storico… spesso inquietante.
[1] Geremia [(in ebraico: יִרְמְיָהוּ) Anatot, Gerusalemme, dopo il 650 a.C. – Egitto, dopo il 586 a.C.], figlio di Helkia (Chelkia) della tribù di Beniamino, fu un profeta biblico, ritenuto autore dell'omonimo Libro e del Libro delle lamentazioni.
[2] Il Monte Pisgah è in genere identificato con il Monte Nebo, (metri 817) cima situata in Giordania da cui Mosè ammirò la Terra promessa poco prima di morire.
[3] Manasse, in ebraico: מנשה בן-חזקיה, Menasheh ben Hizqiyah (? – 642 a.C.),, fu re di Giuda, figlio e successore di Ezechia. Salì al trono all'età di dodici anni e regnò dal 687 a.C. al 642 a.C. o al 643 a.C. Annullò le riforme del padre, portando l'adorazione idolatrica di dèi cananei nel tempio di Gerusalemme, ragione per cui è esecrato dall'autore dei Libri dei Re.
[4] Emesa, oggi Homs (in arabo: حمص, Ḥimṣ), 800.000 abitanti, è un'antica città della Siria, risalente al 2300 a.C. circa. È nota perché nel 272 vi si combatté una cruenta battaglia fra le legioni romane dell'imperatore Aureliano e l’esercito della regina Zenobia che aveva creato un regno indipendente. E’ anche la città del re Abgar V, il sovrano di etnia araba che, secondo una leggenda, fu guarito dalla lebbra per mezzo del mandylion, un telo su cui era raffigurato il volto del Messia.
Fonti:
G. Hancock, Il Mistero del Santo Graal, 1992
D. Marin, S. Marin, Il sangue degli Illuminati, Cesena, 2015, p.336
A. Mercatante, Dizionario universale dei miti e delle leggende, Roma, 2001, s.v. inerente
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