
Le domande sono moltissime, mentre le risposte, sia quelle scientifiche sia quelle filosofiche sono poche, ambigue, contraddittorie, insufficienti, astruse. Finora, se si esclude qualche caso isolato e semileggendario (Siddharta Gautama, Apollonio di Tiana, il Dalai Lama…), la vita è stata ed è per la stragrande maggioranza delle creature un groviglio di aculei o, nel migliore dei casi, una monotona e noiosa discesa verso la vecchiaia ed il nulla. Vita, storia e natura sono tutte nate sotto il segno di un fato assurdo ed irrazionale, perché il cosmo è irrazionale dal momento che esiste, nonostante la sua esistenza sia probabilmente illusoria. In fondo, basterebbe che, invece dell’essere, “esistesse” il nulla ed ogni antinomia si dissolverebbe come neve al sole, ma purtroppo siamo imprigionati in una bolla spazio-temporale per giunta scomoda ed angusta, da cui gettiamo uno sguardo intorno per vedere soltanto l’oscurità di spazi vuoti e freddi. Neppure il richiamo all’interiorità ci può salvare, poiché il vuoto universale permea di sé l’anima: In interiore homine habitat …vacuitas non veritas. O no?
La prima parte QUI
Sostieni che viviamo in un bolla spazio temporale immersa nel nulla.
RispondiEliminaQuesta era anche la mia idea del mondo e della vita. Adesso però comincio a pensare che la realtà non è l'essere, ma il non essere e che solo l'uomo, in seguito a una lunghissima evoluzione, è arrivato a conquistare il "privilegio" di potersi illudere del contrario.
In altre parole solo un continuo rinnovarsi della nostra capacità di illuderci può metterci in condizione di sfuggire alla realtà del nulla nella quale siamo costretti a vivere.
Commento molto sagace, Trotzky, connnotato da quei paradossi che sono l'essenza della filosofia e della realtà. Ciao
RispondiEliminaCiao Zret,
RispondiEliminadopo la lezione heideggeriana sulla fine della metafisica, utilizzare ancora i termini "essere" e "nulla" che la contraddistinguono credo possa portare noi tutti soltanto ad inconsistenti congetture.
Il cammino che il filosofo tedesco indica sulla scia della poesia holderliniana può sicuramente aprire nuovi orizzonti ad un linguaggio irretito e consunto, dando modo al pensiero di diventare nuovamente un 'Viandante' e non un semplice 'naufrago' tra le onde
di vecchie dicotomie.
L'"essere" ed il "nulla" sono le catene che ci tengono imbrigliati ad una terra che da tempo ha smesso di dare frutti.
Un Saluto! :-)
Denis
PS: complimenti per il blog e per il lavoro sulle scie!
PSS:
RispondiEliminaricordi che tempo addietro si parlava di Icke?
...in un tuo post sostieni l'importanza dello studio della simbologia come strada alternativa e/o parallela allo studio dei fatti.
Mi trovi pienamente concorde, ma per quanto riguarda Icke credo che il nostro sia piuttosto digiuno di vero studio a riguardo...non si spiegherebbe altrimenti come si riferisca al segno dell'Acquario come ad un segno d'acqua quando invece è un segno d'aria! :-(
Un mio amico americano mi ha segnalato molte altre incongruenze ed errori... per quanto ho potuto constatare Icke non è assolutamente affidabile. PEr fortuna che esistono altri autori che sanno disvelare verità nascoste in modo più serio ed efficace...
scusa la postilla, ma è da tempo che dovevo scriverla e me ne scordavo sempre! :-)
Zombanol, il nulla che nullifica ed altri deliri di Heidegger lasciano il tempo che trovano anche se qualche idea del filosofo tedesco mi pare suggestiva. Il problema è che nulla e realtà sono metafore di che cosa, però, non saprei. Per quanto riguarda la simbologia, gli errori di Icke derivano dalle fonti e dalla sua fretta nell'ammassare dati: é vero, però, che i simboli sono una lingua segreta degli Oscurati, come ritiene Icke. Ciao. Grazie del contributo.
RispondiEliminaCaro Zret,
RispondiEliminale tue riflessioni colgono senz'altro nel segno. Uno psichiatra definirebbe la tua situazione esistenziale come' sindrome depressiva', un ermetista come 'nigredo', un metafisico ispirantesi all'Induismo classico come 'avidya', vale a dire 'ignoranza', un filosofo esistenzialista come ' la nave della morte'. Ma ci sono ignoranti ed ignoranti. La stragrande maggioranza di codesti non sa di esserlo, pochi altri -fra i quali mi ci metto ovviamente anch'io - hanno compreso di essere fondamentalmente tali. Ma esiste una possibilità di ritorno alle radici dell'Essere, di reintegrazione nell'Universale. Molti hanno percorso felicemente tale tragitto. Evangelicamente parlando occorre una 'metanoia', una trasformazione radicale dlla coscienza, in pratica una seconda nascita. Il fine dell'esistenza è la Gnosi e cioè la distruzione dll'ignoranza. Le Tradizioni metafisiche dell'Umanità sono servite essenzialmente a ciò.
Per arrivare a tanto i Simboli appaiono fondamentali e sono stati accaparrati, distorti ed invertiti da quei satanisti che sono gli Illuminati.
Qui Icke ha 'cannato', vale a dire non capisce nulla nè di Metafisica nè di Simbolismo, anche se in generale lo considero uno storico valido ed uno scrittore avvincente.
Ciao, Paolo
Nel delirio spesso si raggiungono le vette della verità a volte! ;-)
RispondiEliminaScusa l'ennessima postilla e grazie dello spazio e del tempo dedicato!
Con simpatia,
zombanol
Paolo, anche il tuo commento coglie nel segno. Un giorno forse conosceremo, anche se comprendere è più difficile. Ciao
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