La mancanza di regole è sinonimo di coscienza di sé. (C.M.)
Ormai il controllo e la vigilanza sono diffusi dappertutto: telecamere, sistemi per la rilevazione della velocità degli autoveicoli, banche del D.N.A., scansioni della retina, microprocessori installati nei cellulari atti a localizzare la persona, anche quando il telefono è spento, droni-spia, misure antiterrorismo (???)... Queste e mille altre diavolerie sono state introdotte in modo surrettizio e graduale non solo per abituare la popolazione ad accettare questi strumenti sempre più invasivi, ma anche per spingere i gonzi a reclamare la creazione di un sistema di controllo globale sul modello di quello descritto da Orwell in 1984. Recentemente Freenfo ha tradotto un articolo intitolato Il Grande fratello in una scuola inglese. Leggiamone le parti salienti.
"Una scuola danneggiata da atti vandalici potrebbe divenire la prima controllata da telecamere a circuito chiuso. Un altoparlante in stile “Grande Fratello” potrebbe avvertire i piantagrane, come quelli che appiccarono il fuoco alla scuola primaria Peterhead's Clerkhill, durante la pausa estiva... I vigilanti che monitoreranno il sistema, potranno comunicare avvertimenti attraverso gli altoparlanti. L’obiettivo è quello di scoraggiare i teppisti. Ad una persona che getta cartacce potrebbe essere detto: 'Raccogli e getta la carta nel cestino'. Se questo sistema risulterà efficace, potrebbe essere esteso a tutto l’Aberdeenshire".
Credo che molte persone, leggendo di questa iniziativa, esprimerebbero il loro plauso: se alcuni studenti facinorosi appiccano il fuoco alle suppellettili della scuola, l'apparato di videosorveglianza consente di individuare i responsabili e di dissuadere altri discoli dal compiere atti simili. Il discorso non sembra fare una grinza.
Tuttavia, prescindendo dal discorso del controllo sempre più opprimente, voluto da chi crea i problemi e finge di risolverli con le sue levate d'ingegno, mi pare che affidare il rispetto di sé stessi, degli altri solo a misure coercitive e ad occhiute telecamere, debba essere considerato un vero fallimento della "civiltà". Soprattutto i protagonisti dell'educazione (famiglia, scuola…) in questo modo abdicano al loro ruolo di additare valori che non si possono imporre, ma devono essere vissuti e coltivati con un impegno personale. La virtù non si insegna, ci ammoniscono gli Stoici. Si può dare l'esempio, esortare a migliorare sé stessi, non costringere ad essere ciò che non si è. Questo controllo draconiano, soffocante, alla fine è controproducente. La moralità aborre dalla legalità, invenzione umana. La vera coscienza etica rifugge dalle regole.
Inasprire le norme è, alla fine, deleterio. E' come quando si tiene il dito su una falla di una diga per evitare che l'acqua erompa: più il tempo passa e più la pressione aumenta. Assodato che gli uomini ilici tali resteranno, è sempre possibile tentare di promuovere la concordia ed il rispetto reciproco con la diffusione di una cultura vera, con la valorizzazione della creatività, di un rapporto armonioso con la natura e le cose. Negli anni '90, in alcune contee inglesi furono condotti degli esperimenti: alcuni soggetti, ricorrendo ad una particolare forma di meditazione, riuscirono a determinare una consistente diminuzione dei crimini e dei suicidi. L'esperimento (prendiamo la notizia per vera) dimostra che è possibile arginare fenomeni violenti con metodi che non coincidano con l'inasprimento delle norme.
Norme, codici, regole, regolamenti, leggi... In re publica corruptissima plurimae leges, in uno stato molto corrotto le leggi pullulano. Gli stati attuali sono marci: dietro una facciata di efficienza e di moralità, si nascondono tutte le turpitudini più abominevoli e diaboliche che si possano immaginare. Il controllo eretto a panacea, (le parole "controllo" e "sicurezza" sono ripetute come un mantra dai media) è senza dubbio la più ripugnante e mostruosa fra le teste dell'Idra, il tentacolo più formidabile della piovra-sistema. Il controllo è incompatibile con i valori, con l'etica, con la cultura.
La società del controllo è solo il controllo della società.
Ormai il controllo e la vigilanza sono diffusi dappertutto: telecamere, sistemi per la rilevazione della velocità degli autoveicoli, banche del D.N.A., scansioni della retina, microprocessori installati nei cellulari atti a localizzare la persona, anche quando il telefono è spento, droni-spia, misure antiterrorismo (???)... Queste e mille altre diavolerie sono state introdotte in modo surrettizio e graduale non solo per abituare la popolazione ad accettare questi strumenti sempre più invasivi, ma anche per spingere i gonzi a reclamare la creazione di un sistema di controllo globale sul modello di quello descritto da Orwell in 1984. Recentemente Freenfo ha tradotto un articolo intitolato Il Grande fratello in una scuola inglese. Leggiamone le parti salienti.
"Una scuola danneggiata da atti vandalici potrebbe divenire la prima controllata da telecamere a circuito chiuso. Un altoparlante in stile “Grande Fratello” potrebbe avvertire i piantagrane, come quelli che appiccarono il fuoco alla scuola primaria Peterhead's Clerkhill, durante la pausa estiva... I vigilanti che monitoreranno il sistema, potranno comunicare avvertimenti attraverso gli altoparlanti. L’obiettivo è quello di scoraggiare i teppisti. Ad una persona che getta cartacce potrebbe essere detto: 'Raccogli e getta la carta nel cestino'. Se questo sistema risulterà efficace, potrebbe essere esteso a tutto l’Aberdeenshire".
Credo che molte persone, leggendo di questa iniziativa, esprimerebbero il loro plauso: se alcuni studenti facinorosi appiccano il fuoco alle suppellettili della scuola, l'apparato di videosorveglianza consente di individuare i responsabili e di dissuadere altri discoli dal compiere atti simili. Il discorso non sembra fare una grinza.
Tuttavia, prescindendo dal discorso del controllo sempre più opprimente, voluto da chi crea i problemi e finge di risolverli con le sue levate d'ingegno, mi pare che affidare il rispetto di sé stessi, degli altri solo a misure coercitive e ad occhiute telecamere, debba essere considerato un vero fallimento della "civiltà". Soprattutto i protagonisti dell'educazione (famiglia, scuola…) in questo modo abdicano al loro ruolo di additare valori che non si possono imporre, ma devono essere vissuti e coltivati con un impegno personale. La virtù non si insegna, ci ammoniscono gli Stoici. Si può dare l'esempio, esortare a migliorare sé stessi, non costringere ad essere ciò che non si è. Questo controllo draconiano, soffocante, alla fine è controproducente. La moralità aborre dalla legalità, invenzione umana. La vera coscienza etica rifugge dalle regole.
Inasprire le norme è, alla fine, deleterio. E' come quando si tiene il dito su una falla di una diga per evitare che l'acqua erompa: più il tempo passa e più la pressione aumenta. Assodato che gli uomini ilici tali resteranno, è sempre possibile tentare di promuovere la concordia ed il rispetto reciproco con la diffusione di una cultura vera, con la valorizzazione della creatività, di un rapporto armonioso con la natura e le cose. Negli anni '90, in alcune contee inglesi furono condotti degli esperimenti: alcuni soggetti, ricorrendo ad una particolare forma di meditazione, riuscirono a determinare una consistente diminuzione dei crimini e dei suicidi. L'esperimento (prendiamo la notizia per vera) dimostra che è possibile arginare fenomeni violenti con metodi che non coincidano con l'inasprimento delle norme.
Norme, codici, regole, regolamenti, leggi... In re publica corruptissima plurimae leges, in uno stato molto corrotto le leggi pullulano. Gli stati attuali sono marci: dietro una facciata di efficienza e di moralità, si nascondono tutte le turpitudini più abominevoli e diaboliche che si possano immaginare. Il controllo eretto a panacea, (le parole "controllo" e "sicurezza" sono ripetute come un mantra dai media) è senza dubbio la più ripugnante e mostruosa fra le teste dell'Idra, il tentacolo più formidabile della piovra-sistema. Il controllo è incompatibile con i valori, con l'etica, con la cultura.
La società del controllo è solo il controllo della società.