21 luglio, 2016

Still life



Gli uomini assomigliano ai frutti. Ammiriamo i frutti sugli alberi, dopo che si sono sviluppati: hanno la buccia liscia, spesso lucida, verde. Un po’ alla volta s’accrescono e maturano: il verde si vena di rosa, di porpora, di giallo, d’oro… Finalmente sono maturi, pronti per essere colti e gustati: esibiscono colori vivaci, sono belli, grossi e succosi. Poi la loro pelle comincia ad avvizzire: qua una ruga, là una macula, fino a quando il pomo marcisce, prosciugandosi, giorno dopo giorno.

Il nocciolo, però, non subisce questa metamorfosi. Così gli uomini e le donne, col passare del tempo, dopo la florida giovinezza, maturano: sono all’acme della vigoria fisica e mentale, in seguito principiano ad incanutire, si curvano, invecchiano fino a quando… Le energie li abbandonano, malanni subentrano a malanni: il corpo non risponde più, la mente si appanna. Tuttavia continuano a sognare, a desiderare, come quando erano giovani: la voglia di vivere, di gioire, di amare non si è spenta. E’ intatta come l’endocarpo.

Purtroppo, però, i desideri non possono più essere appagati ed i sogni sono un mucchio di cenere. Il bimbo, che ancora si agita nel cuore dell’anziano, vorrebbe far udire la sua voce, ma è afono. Può soltanto rifugiarsi nel giardino dei ricordi, un giardino senza fiori né frutti, pieno solo di alberi spogli.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

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