E’ arcinoto che i globalizzatori sono ossessionati dalla ritualità e dalla cabala. Abbiamo cercato perciò di collocare la pantomima nizzarda in un contesto controiniziatico, raccogliendo indizi numerologici: subito qualcosa non quadrava, perché erano assenti le consuete cifre, il numero 11 o suoi multipli etc. tuttavia come nel caso del racconto “La lettera rubata” di Edgar Allan Poe, la verità era in piena vista e non la scorgevamo. Certo! Il numero ufficiale delle “vittime” falciate dall’autocarro guidato dall’”attentatore”-gelataio, 84, è un riferimento al celebre romanzo di Orwell, “1984”, icastica anticipazione di un mondo sotto sorveglianza, schiacciato da una dittatura tanto sanguinaria quanto ipocrita. E’ il mondo in cui “viviamo”. Il messaggio è chiaro: “Sudditi, dimenticate ogni residua libertà: in nome della ‘sicurezza’, da molti a gran voce invocata, vi ritroverete presto con le videocamere installate nelle vostre stesse abitazioni!”
I soliti simboli sono disseminati in ogni dove. Non sappiamo chi uccise la povera Yara Gambirasio (sit ei terra levis), ma siamo arcisicuri che Massimo Giuseppe Bossetti è innocente. Alcuni autori, basandosi sulle risultanze delle indagini, su dati oggettivi e non su speculazioni, sono pervenuti al nostro stesso convincimento. Ignoriamo se l’omicidio di Yara sia inscrivibile in una cornice rituale; probabilmente no. Nondimeno è possibile rintracciarvi qualche sfumatura allegorica: la forma piramidale – invero inconsueta - della lapide della tomba, in cui sono sepolte le spoglie mortali dell’adolescente, ed un nome, quello di Rosita Brena, figura con lo stesso cognome di Giulia Brena, l’istruttrice il cui ruolo sembra centrale nella tragica vicenda. Rosita Brena entra nell’inchiesta di taglio ed in modo fugace per poi uscirne.
Bruno Mautone, nell’istruttivo saggio “Chi ha ucciso Rino Gaetano?”, pur all’interno di una ricostruzione decorosamente giornalistica, riconosce qualche indizio emblematico, ad esempio quando rileva che ricorre la “rosa” in alcune composizioni del cantante calabrese. Mautone interpreta il fiore come un cenno alla Rosa dei venti - l’'organizzazione segreta di stampo neofascista, collegata ad ambienti militari ed individuata alla fine di del 1973 dalla Magistratura - non come rinvio ai Rosacroce contraffatti.
Sia come sia, è indubbio che gli accadimenti orchestrati dai filibustieri lasciano intravedere una filigrana esoterica: last, but not least, si pensi alla pièce allestita a Monaco il 22 luglio. Il giorno scelto per lo spettacolo è significativo non solo perché multiplo di 11, ma pure in quanto dì in cui si celebra Santa Maria Maddalena. E’ un giorno in cui si affolla una serqua di avvenimenti cruciali. I valori e le tradizioni legati a Maria Maddalena sono, come sempre, distorti e ribaltati per suggellare la sacralità invertita tanto cara alla setta di psicopatici, ai guitti di questo “teatro della crudeltà”.
I soliti simboli sono disseminati in ogni dove. Non sappiamo chi uccise la povera Yara Gambirasio (sit ei terra levis), ma siamo arcisicuri che Massimo Giuseppe Bossetti è innocente. Alcuni autori, basandosi sulle risultanze delle indagini, su dati oggettivi e non su speculazioni, sono pervenuti al nostro stesso convincimento. Ignoriamo se l’omicidio di Yara sia inscrivibile in una cornice rituale; probabilmente no. Nondimeno è possibile rintracciarvi qualche sfumatura allegorica: la forma piramidale – invero inconsueta - della lapide della tomba, in cui sono sepolte le spoglie mortali dell’adolescente, ed un nome, quello di Rosita Brena, figura con lo stesso cognome di Giulia Brena, l’istruttrice il cui ruolo sembra centrale nella tragica vicenda. Rosita Brena entra nell’inchiesta di taglio ed in modo fugace per poi uscirne.
Bruno Mautone, nell’istruttivo saggio “Chi ha ucciso Rino Gaetano?”, pur all’interno di una ricostruzione decorosamente giornalistica, riconosce qualche indizio emblematico, ad esempio quando rileva che ricorre la “rosa” in alcune composizioni del cantante calabrese. Mautone interpreta il fiore come un cenno alla Rosa dei venti - l’'organizzazione segreta di stampo neofascista, collegata ad ambienti militari ed individuata alla fine di del 1973 dalla Magistratura - non come rinvio ai Rosacroce contraffatti.
Sia come sia, è indubbio che gli accadimenti orchestrati dai filibustieri lasciano intravedere una filigrana esoterica: last, but not least, si pensi alla pièce allestita a Monaco il 22 luglio. Il giorno scelto per lo spettacolo è significativo non solo perché multiplo di 11, ma pure in quanto dì in cui si celebra Santa Maria Maddalena. E’ un giorno in cui si affolla una serqua di avvenimenti cruciali. I valori e le tradizioni legati a Maria Maddalena sono, come sempre, distorti e ribaltati per suggellare la sacralità invertita tanto cara alla setta di psicopatici, ai guitti di questo “teatro della crudeltà”.
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Y-ARA, Chi-ARA, S-ARA ... ARA: l'altare sacrificale. Che ne pensi? Ciao
RispondiEliminaPotrebbe non essere una coincidenza, Ghigo. Viviamo in una "foresta di simboli", come scrive Baudelaire. Bisogna saperli scovare ed interpretare.
EliminaCiao